Olezzi

di
genere
feticismo

Alice, studentessa universitaria di vent’anni, era curiosa, maliziosa e pienamente consapevole del proprio fascino. Non era nuova a giochi di trasgressione: piccoli momenti di audacia con compagni di corso, con un professore, sorrisi maliziosi, gesti impercettibili che lasciavano intuire più di quanto dicessero le parole.
Una sera, tornando a casa dopo una giornata intensa, Alice notò qualcosa di insolito: dall’occhiolino della porta, il vicino, un uomo taciturno e misterioso, era chino sulle sue sneaker lasciate fuori dalla porta, inspirando lentamente, con espressione voluttuosa come se assaporasse ogni traccia del suo piede e il tempo trascorso nelle scarpe.
Alice si fermò un attimo, sorpresa e divertita. Lo sguardo del vicino tradiva un interesse morboso, una devozione ossessiva che le fece correre un brivido lungo la schiena. Decise di divertirsi: sarebbe stata padrona del gioco, e lui avrebbe adorato ogni dettaglio. Il giorno seguente, dopo le lezioni, Alice tornò a casa con le ballerine portate a nudo tutto il giorno, i piedi caldi, leggermente sudati, intrisi dell’odore naturale e intenso del suo corpo. Appena aprì la porta, il vicino, in attesa, la guardò implorante, incapace di distogliere lo sguardo dai suoi piedi.
Alice lo fece entrare con calma, un sorriso malizioso sulle labbra. Si sedette sul divano e tolse lentamente le ballerine, lasciando che cadessero sul pavimento. Il vicino si inginocchiò subito, il naso vicino alla pianta calda, il tallone leggermente sollevato, le dita dei piedi che si aprivano come petali, sprigionando un aroma intenso, acre, travolgente. Iniziò ad adorare ogni centimetro dei piedi di Alice: la lingua scivolava sulla pianta, baciava il tallone, accarezzava le dita aperte e odorose, raccogliendo ogni traccia di sudore. Alice muoveva delicatamente i piedi, accentuando l’aroma e il piacere del vicino, che tremava, incapace di resistere. Ogni gesto era calcolato: Alice sollevava la caviglia, inclinava la pianta verso la bocca del vicino, muoveva le dita con leggerezza. Lui baciava, leccava e aspirava avidamente, completamente soggiogato dalla sua malizia e dal suo potere. Alice osservava, divertita, mentre lui si abbandonava, implorante e adorante.
Quando finalmente il vicino non poté più trattenersi, esplose sui suoi piedi nudi, imbrattandoli di sperma, agitandosi e ansimando di fronte alla giovane Alice. Lei rise piano, piena di soddisfazione, godendo della completa devozione che aveva suscitato.
Qualche giorno dopo, un pacchetto la attendeva davanti alla porta; lo sollevò con delicatezza, gustandosi il leggero scricchiolio della carta e il profumo della confezione. All’interno, su carta morbida, giacevano i sandali Oran di Hermès: lineari, eleganti, un lusso discreto che parlava da sé. Accanto, un biglietto scritto a mano recitava.
"I sandali Oran, sono per la bellezza dei tuoi piedi, ma per me sempre le tue ballerine usate."
Alice sorrise maliziosa, sfogliando il biglietto e osservando i sandali: il vicino aveva ceduto completamente al suo fascino, e il messaggio era un misto di adorazione e ossessione, la conferma della devozione totale che aveva suscitato nei suoi confronti.
Ogni riflesso dorato sui sandali, ogni profumo nell’aria, ogni fruscio e lieve movimento contribuiva a rendere il momento intenso e sospeso. La dinamica era chiara: malizia, controllo e cura dei dettagli si intrecciavano in un equilibrio delicato ma totale, in cui Alice restava padrona del gioco e della scena, consapevole della sottile intensità dei sensi e delle emozioni che era riuscita a suscitare.

scritto il
2025-11-22
5 2
visite
0
voti
valutazione
0
il tuo voto
Segnala abuso in questo racconto erotico

Continua a leggere racconti dello stesso autore

racconto precedente

Tra pelle e stoffa

Commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.