Mi chiamano Folletto - cap 1
di
Master Mind
genere
etero
Mi chiamo Clara, ho diciannove anni e frequento l’ultimo anno del liceo delle scienze umane nella mia città, sono una ragazza in apparenza introversa e schiva, di quelle che hanno poche amiche forse perché non sono così appariscente come la maggior parte delle mie coetanee.
Di certo il fisico non aiuta. Sono alta ( si fa per dire) un metro e cinquantacinque per circa 42 kg di peso, ho i capelli neri tagliati a spazzola, due grandi occhi neri come la notte, il seno è piccolo, una seconda e nulla più e forse ho i fianchi un po’ troppo rotondi, poi mi vesto senza un gusto particolare, diciamo che mi piace stare comoda quindi le felpe sono sempre troppo grandi e spesso ho pantaloni della tuta o cose che mi cascano addosso, insomma – capiamoci – non faccio niente per mettermi in mostra e sinceramente non me ne frega un cazzo di farlo.
Sono single. Non ho molte amicizie con cui uscire la sera anche perché dove vivo io è un concentrato di paesini dove non è che ci sia così tanto da fare. Ok qualche sera ci troviamo sul sagrato a fare quattro chiacchiere, ogni tanto si và al pub a bere una birra ma già di mio non sopporto la discoteca ne i luoghi troppo affollati quindi difficile trovare cose divertenti in questo posto di merda.
Ho una sola cosa che mi piace un sacco e si cui vado decisamente fiera... le labbra a cuore. Sono carnose e morbide e hanno quella piccola curvatura che le fanno sembrare veramente un cuoricino, per il resto sono una ragazza, come vi ho detto, in apparenza anonima.
Già, dico e sottolineo in apparenza perché i pochi amici che ho, nella piccola compagnia che frequento, mi hanno soprannominata “folletto” e per fortuna quelle coglione delle loro ragazze, convinte di essere delle super modello, sono convinte dipenda dal mio aspetto estetico e dal fatto che sono piccolina e magrolina mentre io so il vero motivo, come lo sanno loro e visto che mi piace non rinuncio in alcun modo a mettere in pratica quella che oramai considerano veramente un arte.
Il mio soprannome potrebbe sembrare essere legato al mio fisico ma in realtà richiama il nome del famoso aspirapolvere perché…… beh, ci siamo capiti. Mi piace! Tanto! Va beh, ve ne racconto una ……
Era giovedì sera e ci eravamo trovati, al solito, sul sagrato a fare quattro parole. Non eravamo tutti e soprattutto non c’era quella cogliona di Cinzia, mia compagna di classe e vicina di casa, cioè proprio vicina no ma viviamo nello stesso paese, una stanga di un metro e settanta con due tette da paura, bionda che si sente una super fica.
In compenso c’era Claudio, il suo ragazzo. Il classico belloccio figlio di una famiglia con la “fresca” – che alle mie parti vuol dire avere i soldi – vent’anni, più marche addosso che cervello in testa, una Mercedes A1 sotto al culo, un metro e ottanta, moro, muscoloso.
Facciamo serata, ridiamo e scherziamo e fumiamo anche un po’ troppo fino a quando si fanno le undici e mezza, avviso quei quattro gatti che sono rimasti che io levo le tende e mi preparo a farmi i soliti venti minuti a piedi quando Claudio mi dice se voglio un passaggio a casa, gli dico che fa lo stesso ma lui insiste dicendomi che tanto è di strada qui si accetto
Saldo sulla sua cazzo di A1 e in cinque minuti siamo in un parcheggio a duecento metri da casa mia, il buio attorno a noi rende la situazione surreale, Claudio mi parla delle solite cazzate facendomi montare una noia colossale nelle vene fino a quando si volta e mi domanda
“Clara ma perché ti chiamano Folletto?”
Mi metto a ridere di gusto. Poi appena riprendo un attimo il controllo mi giro e lo guardo, i suoi occhioni azzurri mi fissano senza capire il motivo di tanta ilarità mentre io mi metto comoda e tiro fuori dallo zaino il mio rossetto rosso fuoco, passandolo sulle labbra.
“senti qui Claudio. Cinzia come te lo lavora di bocca?” gli domando senza indugi posando i miei occhioni su di lui mentre rimetto il rossetto nello zaino e lo vedo deglutire mezzo litro di saliva mentre una goccia di sudore gli scende lungo la tempia .
“Ecco…..insomma…..” balbetta lui guardandomi stranito
“Lo sapevo. Si sente troppo fica per succhiarlo come si deve” rispondo io mentre mi sistemo sul sedile passeggero, in ginocchio piegata verso di lui, le mie piccola dita raggiungono la sua cintura, armeggiano e la slacciano poi lo guardo, inebetito immobile che mi osserva
“senti bimbo. Non ho tutta notte. Mi dai una mano a tiratelo fuori o cosa?” gli dico sorridendo
Esegue come un bambino, solleva il bacino abbassando i jeans di quel tanto che mi basta per tirargli fuori dai boxer un cazzetto anonimo e mezzo moscio e inizio a segarlo lentamente
“lo sapevo. Cervello piccolo e cazzo piccolo” penso mentre sento il suo arnese prendere vigore nella mia mano.
È duro. Finalmente. Guardo Claudio e sorridendo gli dico
“ora ti spiego perché mi chiamano Folletto!”
Non gli do il tempo di respirare che mi avvento sul suo cazzo, apro le labbra e lo lecco dalla punta alla base per poi risalire con una lentezza estenuante guardandolo diritta negli occhi, lui trema e respira come un toro mentre mi fissa incredulo e quando sono sulla punta allargo la bocca e via, lo faccio sparire affondandolo nella mia gola.
Lo sento tremare soffiando come un torello mentre il suo cazzo scivola nella mia bocca, salgo e scendo avida creando di farlo entrare tutto e per mia fortuna non è così dotato tanto che i suoi peli pubici mi solleticano il naso mentre la sua cappella sfiora la mia ugola.
“Cazzo….Cla…a…ra” rantola rendendosi sul sedile della sua A1 mentre io continuo a succhiargli l’anima riempiendo la sua asta di tracce del mio rossetto, sale e scende. Di tanto in tanto mi fermo tenendolo per la base, duro e diritto e lo guardo negli occhi mentre con la lingua solletico il suo frenulo e lui sbuffa……ansima…..gode.
“dai che ti sei vinto una pompa coi fiocchi” gli dico sorridendo maliziosa un attimo prima di affondare di nuovo la faccia sul suo cazzo, mi scivola in gola, serro le labbra e risucchio aspirandolo tutto e lui geme, rantola, si tende.
“Cazzo…io…..io….ioooooooo” urla alzando il bacino in uno spasmo mentre un primo fiotto caldo mi inonda la bocca, lo accolgo con piacere, il sapore è un po’ aspro e pungente ma fa niente, resto li a farmi riempire la bocca dai suoi fiotti fino a che mi stacco, lo guardo e tiro fuori la lingua piena del suo seme, poi la ricaccio in bocca ed ingoio tutto quanto in un colpo solo.
“mmmhhhhh buona” gli dico sorridendo
Claudio mi guarda, ha il viso rosso e paonazzo, gli occhi spiritati, respira a fatica di pancia, il suo cazzo si ammoscia adagiandosi piano sul suo pube.
“mi hai succhiato anche l’anima” balbetta cercando fiato
Apro lo zaino e prendo il rossetto, lo ripasso sulle labbra per sistemarle e apro la portiera della sua auto, mi volto e gli sorrido.
“ora sai perché mi chiamano Folletto. Notte”
Torno a casa soddisfatta
Commenti, chiacchiere, opinioni, scrivete a: mastermind973@outlook.it
Di certo il fisico non aiuta. Sono alta ( si fa per dire) un metro e cinquantacinque per circa 42 kg di peso, ho i capelli neri tagliati a spazzola, due grandi occhi neri come la notte, il seno è piccolo, una seconda e nulla più e forse ho i fianchi un po’ troppo rotondi, poi mi vesto senza un gusto particolare, diciamo che mi piace stare comoda quindi le felpe sono sempre troppo grandi e spesso ho pantaloni della tuta o cose che mi cascano addosso, insomma – capiamoci – non faccio niente per mettermi in mostra e sinceramente non me ne frega un cazzo di farlo.
Sono single. Non ho molte amicizie con cui uscire la sera anche perché dove vivo io è un concentrato di paesini dove non è che ci sia così tanto da fare. Ok qualche sera ci troviamo sul sagrato a fare quattro chiacchiere, ogni tanto si và al pub a bere una birra ma già di mio non sopporto la discoteca ne i luoghi troppo affollati quindi difficile trovare cose divertenti in questo posto di merda.
Ho una sola cosa che mi piace un sacco e si cui vado decisamente fiera... le labbra a cuore. Sono carnose e morbide e hanno quella piccola curvatura che le fanno sembrare veramente un cuoricino, per il resto sono una ragazza, come vi ho detto, in apparenza anonima.
Già, dico e sottolineo in apparenza perché i pochi amici che ho, nella piccola compagnia che frequento, mi hanno soprannominata “folletto” e per fortuna quelle coglione delle loro ragazze, convinte di essere delle super modello, sono convinte dipenda dal mio aspetto estetico e dal fatto che sono piccolina e magrolina mentre io so il vero motivo, come lo sanno loro e visto che mi piace non rinuncio in alcun modo a mettere in pratica quella che oramai considerano veramente un arte.
Il mio soprannome potrebbe sembrare essere legato al mio fisico ma in realtà richiama il nome del famoso aspirapolvere perché…… beh, ci siamo capiti. Mi piace! Tanto! Va beh, ve ne racconto una ……
Era giovedì sera e ci eravamo trovati, al solito, sul sagrato a fare quattro parole. Non eravamo tutti e soprattutto non c’era quella cogliona di Cinzia, mia compagna di classe e vicina di casa, cioè proprio vicina no ma viviamo nello stesso paese, una stanga di un metro e settanta con due tette da paura, bionda che si sente una super fica.
In compenso c’era Claudio, il suo ragazzo. Il classico belloccio figlio di una famiglia con la “fresca” – che alle mie parti vuol dire avere i soldi – vent’anni, più marche addosso che cervello in testa, una Mercedes A1 sotto al culo, un metro e ottanta, moro, muscoloso.
Facciamo serata, ridiamo e scherziamo e fumiamo anche un po’ troppo fino a quando si fanno le undici e mezza, avviso quei quattro gatti che sono rimasti che io levo le tende e mi preparo a farmi i soliti venti minuti a piedi quando Claudio mi dice se voglio un passaggio a casa, gli dico che fa lo stesso ma lui insiste dicendomi che tanto è di strada qui si accetto
Saldo sulla sua cazzo di A1 e in cinque minuti siamo in un parcheggio a duecento metri da casa mia, il buio attorno a noi rende la situazione surreale, Claudio mi parla delle solite cazzate facendomi montare una noia colossale nelle vene fino a quando si volta e mi domanda
“Clara ma perché ti chiamano Folletto?”
Mi metto a ridere di gusto. Poi appena riprendo un attimo il controllo mi giro e lo guardo, i suoi occhioni azzurri mi fissano senza capire il motivo di tanta ilarità mentre io mi metto comoda e tiro fuori dallo zaino il mio rossetto rosso fuoco, passandolo sulle labbra.
“senti qui Claudio. Cinzia come te lo lavora di bocca?” gli domando senza indugi posando i miei occhioni su di lui mentre rimetto il rossetto nello zaino e lo vedo deglutire mezzo litro di saliva mentre una goccia di sudore gli scende lungo la tempia .
“Ecco…..insomma…..” balbetta lui guardandomi stranito
“Lo sapevo. Si sente troppo fica per succhiarlo come si deve” rispondo io mentre mi sistemo sul sedile passeggero, in ginocchio piegata verso di lui, le mie piccola dita raggiungono la sua cintura, armeggiano e la slacciano poi lo guardo, inebetito immobile che mi osserva
“senti bimbo. Non ho tutta notte. Mi dai una mano a tiratelo fuori o cosa?” gli dico sorridendo
Esegue come un bambino, solleva il bacino abbassando i jeans di quel tanto che mi basta per tirargli fuori dai boxer un cazzetto anonimo e mezzo moscio e inizio a segarlo lentamente
“lo sapevo. Cervello piccolo e cazzo piccolo” penso mentre sento il suo arnese prendere vigore nella mia mano.
È duro. Finalmente. Guardo Claudio e sorridendo gli dico
“ora ti spiego perché mi chiamano Folletto!”
Non gli do il tempo di respirare che mi avvento sul suo cazzo, apro le labbra e lo lecco dalla punta alla base per poi risalire con una lentezza estenuante guardandolo diritta negli occhi, lui trema e respira come un toro mentre mi fissa incredulo e quando sono sulla punta allargo la bocca e via, lo faccio sparire affondandolo nella mia gola.
Lo sento tremare soffiando come un torello mentre il suo cazzo scivola nella mia bocca, salgo e scendo avida creando di farlo entrare tutto e per mia fortuna non è così dotato tanto che i suoi peli pubici mi solleticano il naso mentre la sua cappella sfiora la mia ugola.
“Cazzo….Cla…a…ra” rantola rendendosi sul sedile della sua A1 mentre io continuo a succhiargli l’anima riempiendo la sua asta di tracce del mio rossetto, sale e scende. Di tanto in tanto mi fermo tenendolo per la base, duro e diritto e lo guardo negli occhi mentre con la lingua solletico il suo frenulo e lui sbuffa……ansima…..gode.
“dai che ti sei vinto una pompa coi fiocchi” gli dico sorridendo maliziosa un attimo prima di affondare di nuovo la faccia sul suo cazzo, mi scivola in gola, serro le labbra e risucchio aspirandolo tutto e lui geme, rantola, si tende.
“Cazzo…io…..io….ioooooooo” urla alzando il bacino in uno spasmo mentre un primo fiotto caldo mi inonda la bocca, lo accolgo con piacere, il sapore è un po’ aspro e pungente ma fa niente, resto li a farmi riempire la bocca dai suoi fiotti fino a che mi stacco, lo guardo e tiro fuori la lingua piena del suo seme, poi la ricaccio in bocca ed ingoio tutto quanto in un colpo solo.
“mmmhhhhh buona” gli dico sorridendo
Claudio mi guarda, ha il viso rosso e paonazzo, gli occhi spiritati, respira a fatica di pancia, il suo cazzo si ammoscia adagiandosi piano sul suo pube.
“mi hai succhiato anche l’anima” balbetta cercando fiato
Apro lo zaino e prendo il rossetto, lo ripasso sulle labbra per sistemarle e apro la portiera della sua auto, mi volto e gli sorrido.
“ora sai perché mi chiamano Folletto. Notte”
Torno a casa soddisfatta
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