Family affair - chapter II

di
genere
incesti

Essendo una storia (lunga) per chi volesse leggere il primo capitolo il link è: https://www.eroticiracconti.it/racconto/110231-family-affair
Al solito per commenti, curiosità, scambi, richieste la mail è: mastermind973@gmail.com

Stefania è accovacciata davanti a me, le lunghe e snelle gambe aperte lambiscono le mie, il seno si muove al ritmo del suo respiro che è irregolare mentre il mio cazzo duro e nodoso scivola nella sua dolcissima e calda bocca. Sono anni che non provo una sensazione così forte, una eccitazione così coinvolgente. Sarà perché fin da ragazzo l’idea della trasgressione che porta con sé il rapporto incestuoso o il fatto che la Stefy era ed è una vera dea o anche il fatto che in questi vent’anni non ho più trovato una donna capace di succhiarti anche l’anima come faceva e fa lei, ma sentire la sua bocca attorno alla mia asta mi procura spasmi di intenso piacere.
Fremo e gemo sbuffando come un toro mentre mia sorella avida continua a succhiare e leccare il mio cazzo, cercando invano di farlo entrare tutto in bocca finché si stacca per un attimo, tenendo la mia asta con la mano, mi guarda lasciva dal basso con quei suoi splendidi occhioni azzurri e con un filo di voce rotto dall’eccitazione mi dice
Dai fratellone, come hai vecchi tempi…
Tremo e la guardo. So bene cosa intenda dire e quando apre la bocca poggiando le labbra sul mio glande mentre le sue braccia si posizionano dietro la sua schiena il messaggio è palese. Non me lo faccio ripetere due volte, cieco di voglia le mie mani si posano entrambe sulla sua nuca e la spingo verso di me nello stesso momento in cui il mio bacino si muove verso di lei, inizio ad imporre un ritmo sostenuto vedendo il mio randello entrare ed uscire dalla sua bocca, lucido della sua saliva mentre lei sbava e sbuffa cercando di respirare.
Ti è sempre piaciuto farti scopare la bocca le rantolo ansimando
Lei non risponde, concentrata ad accogliere i miei affondi ma i suoi occhi parlano per lei. Sorridono, sono pieni di cupidigia e di lussuria, rantola mentre il mio randello le arriva in gola quasi a soffocarla, la tento bloccata lì per alcuni secondi, col mio cazzo saldamente piantato nelle sue fauci per poi allentare il ritmo e darle il tempo di riprendere il respiro ed iniziare nuovamente ad affondare senza sosta e senza alcun riguardo.
Ci è sempre piaciuto così, fin da quanto eravamo ragazzi. Io adoravo scoparla in bocca e lei adorava farsi usare da me per quello ed io mi sono sempre domandato se fosse così solo per le pompe o se di contro, fosse parte della sua natura sessuale o lo fosse solo con me ma non ho mai avuto una risposta al mio dubbio. Di fondo allora mi bastava arrivare a costringerla, col piacere di entrambi, ad ingoiare tutto il mio seme, rovesciandole nella gola e nello stomaco litri e litri di calda sborra e adesso che, dopo anni, mia sorella è di nuovo qui a farsi affondare il cazzo nella gola sono troppo eccitato per pensare a come sarà il seguito e al se ci sarà un seguito. Ho solo voglia di sborrarle in gola, di guardarla mentre ingoia, di lasciarla senza fiato.
Continuo i miei affondi, rantolo di piacere e nella foga dell’amplesso riempio mia sorella di improperi, le dico che è una vacca, che è nata per succhiare cazzi, che adora farsi scopare la gola e lei per tutta risposta stringe le labbra attorno alla mia asta, accompagna con la lingua lo scorrere del mio cazzo nel suo palato. È rossa in volto, gli occhi lucidi delle lacrime che sgorgano naturali per il fiato che le muore in gola, il trucco leggero sciolto rende il suo bellissimo viso una maschera ma non cede, non arretra, la conosco troppo bene e so che è eccitata quanto me all’idea che di li a poco esploderò inondando la sua gola.
Continuiamo così, senza sosta e senza ritegno per almeno dieci minuti quando il suo cellulare squilla imperioso strappandoci al nostro amplesso, le mani di mia sorella si piantano sulle mie cosce e spinge in contrapposizione a me come a farmi capire che devo allentare la presa ed io lascio il suo viso. Si alza sbuffando cercando di riprendere aria mentre recupera il telefono, guarda il display e con un sibilo di voce spezzata dalla mancanza di ossigeno e dall’eccitazione mi dice
È Greta.
Risponde tentando invano di mantenere il controllo e di dare un senso al suo respiro
Amore, che succede?
Dall’altra parte del telefono sento Greta piangere. Le parole che dice si capiscono poco ma nel vedere l’espressione di mia sorella mi rendo conto che la situazione non è semplice e che anzi è accaduto qualche cosa di preoccupante.
Stefania riaggancia, si volta verso di me con la faccia tesa, la voce allarmata, in preda ad una mezza crisi tra ansia e nervoso, scoppia a piangere dicendomi che le ragazze hanno avuto un incidente, che sono bloccate in mezzo alla strada, che Jessica si è fatta male.
Andiamo le dico senza indugi.
Lei corre in camera ed afferra la prima cosa che le capita e nel giro di cinque minuti siamo in auto che corriamo verso il luogo dell’incidente; durante il viaggio cerco di calmare mia sorella, dicendole che sicuramente non sarà nulla di grave, di stare tranquilla ma lei piange, impreca, si dà della stupida perché da troppa libertà alle ragazze fino a quando arriviamo sul posto che Greta ci ha mandato con la localizzazione.
Fermiamo l’auto a pochi metri dalla volante dei carabinieri che stanno prendendo generalità e stanno cercando di capire la dinamica dell’incidente, di fianco a noi una BMW è piegata su un fianco in mezzo ad un campo, Greta è seduta sul ciglio della strada, il viso rigato dal trucco che si è sciolto, il vestito strappato lungo il fianco lascia scoperto il reggiseno avorio che stringe una terza di seno, non ha segni sul corpo, non si è fatta niente.
Stefy le corre incontro ma viene intercettata da un carabiniere che la ferma domandandole chi sia e quando la sente dire che è la madre lascia che la raggiunga, Greta si alza e nel momento in cui mia sorella la abbraccia scoppia a piangere singhiozzando per scaricare l’ansia e lo stress del momento.
Io mi guardo attorno. Un ragazzo sta soffiando dentro l’alcool test, un altro viene medicato dai volontari dall’ambulanza che è accorsa sul posto, ha un paio di escoriazioni sul viso e sulle braccia e dalla posizione del braccio sinistro mi sa che si è lussato una spalla se. Kn peggio. Mi avvicino ad uno dei carabinieri
Mi scusi. Domandò
Dica risponde il carabiniere squadrandomi da testa a piedi
Dovrebbe esserci un’altra ragazza rispondo io
La hanno portata in PS per degli accertamenti mi risponde il carabiniere.
È grave? Chiedo allarmato
Lei è? Chiede lui ligio al suo dovere
Suo zio. Rispondo prontamente squadrandolo
Non posso darle informazioni mi risponde il carabiniere voltandomi le spalle e nello stesso istante arriva una ulteriore volante da cui scende un uomo in divisa che viene prontamente salutato dai ragazzi che svolgono il loro lavoro con un sonoro coro “maresciallo”
Stefania e Greta si avvicinano. Greta mi viene incontro e mi abbraccia stretta singhiozzando ancora la sua ansia e la paura che ha provato mentre mia sorella in preda ad una specie di crisi isterica si guarda attorno e continua a domandare dove sia Jessica fino a quando si avvicina il maresciallo per presentarsi a noi e farci qualche domanda
Mi guarda per un istante ed io ricambio lo sguardo.
Luca che ci fai qui? Mi chiede mentre la sua mano si tende verso la mia
Ciao Ettore. Le mie nipoti rispondo stringendogli la mano.
Capisco. Mi dice lui
Parliamo un paio di minuti. Stefania e Greta a fianco a me ascoltano si tanto in tanto mia nipote interviene per rispondere a qualche domanda fino a quando Ettore ci informa dove hanno portato Jessica, un istante dopo mi chiede se possiamo scambiare due parole in privato. Dico a mia sorella e a mia nipote di salire in auto e di aspettarmi e mi allontano con il maresciallo.
Ma mi spieghi la dinamica di sto cazzo di incidente? Gli dico mentre ci spostiamo. Sto qua è ubriaco o drogato? Continuo a domandare mentre una insana rabbia mi prende dentro
Allora Luca. Il ragazzo è positivo alle cannabinoidi e all’alcool test. I risultati di tua nipote arriveranno dall’osp3dale. Mi dice Ettore
Ecco. Sto coglione. Io lo…..lo….. ringhio nero di rabbia
Non ha perso il controllo del mezzo perché ubriaco mi dice il maresciallo guardandomi diritto negli occhi
E come cazzo ha fatto ad andare fuori strada? Gli domando io in un mix di rabbia, preoccupazione, frustrazione
Beh Luca, dalle testimonianze dei ragazzi sembra abbia perso il controllo perché tua nipote gli stava facendo una fellatio, la velocità sostenuta e…..sai come funziona mi dice Ettore
Lo guardo incredulo. Le sue parole mi echeggiano nella testa e rimbombano come un tamburo.
Cioè….gli stava facendo una….pompa…..e…questo ha perso il….controllo…..della macchina? Balbetto guardando il mio amico
Lui alza le spalle e si limita a dirmi
Già. Per poi aggiungere. Ora andate in ospedale. Domani ti aggiorno
Grazie Ettore gli dico stringendogli la mano e mi dirigo alla mia auto dove trovo mia sorella e mia nipote sedute dietro, lei le accarezza i capelli cercando di tranquillizzarla mentre Greta, poco a poco, smette di piangere e cerca di modulare il suo respiro.
Andiamo dico sedendomi alla guida.
Venti minuti dopo siamo davanti al pronto soccorso, durante il viaggio non ho detto nulla ascoltando i discorsi di mia sorella e di mia nipote, Stefania continuava a tranquillizzare Greta dicendole che la cosa importante era che non si fossero fatte nulla e qualunque cosa fosse accaduta la avrebbero sistemata mentre io non potevo fare a meno di pensare che lei e Jessica avevano rischiato di farsi veramente male o anche di peggio perché mia nipote aveva deciso di succhiare un cazzo dentro ad una macchina in movimento.
Entriamo in PS e chiediamo informazioni. Dopo dieci minuti ci fanno accomodare davanti ad una saletta dove stanno finendo di fare la TAC a Jessica, riusciamo a parlare con il medico che ci assicura e tranquillizza dicendoci che non ha alcuna lesione, che la botta in testa è solo un bernoccolo e che ha qualche graffio qua e la. Domando dei suoi esami, il dottore mi guarda e posandomi una mano sulla spalla mi dice di stare tranquillo, non ha bevuto e non si è drogata.
Lo ringrazio e mi siedo di fianco a mia sorella e mia nipote. Guardo Stefania, è stravolta ma comunque capace di attirare come una calamita lo sguardo di tutti gli uomini che incrociano il suo cammino anche adesso che siamo li seduti in attesa ho notato almeno 3 infermieri che hanno faticato a toglierle gli occhi di dosso. Greta ha la testa poggiata sulla sua spalla e si è addormentata, la tensione nervosa che è scemata la ha sopraffatta. Mi piego verso mia sorella e le sussurro all’orecchio
Jessica è come te
Cosa intendi? Mi domanda mia sorella guardandomi stranita
Tutto sto casino per una pompa le rispondo io guardandola negli occhi
Stefania non fa in tempo a rispondermi che vediamo Jessica uscire dalla saletta medicazioni, ci viene incontro con passo incerto, come sua sorella ha il viso segnato dal trucco sciolto, un paio di cerotti sulla fronte ed un paio sulle braccia, indossa il sopra di una divisa da infermiere.
Come stai domanda sua madre scattando in piedi
Bene mamma risponde lei con un filo di voce
Io alle spalle di mia sorella guardo mia nipote, mi avvicino e le domando se ha freddo vista la divisa e lei mi risponde di no, che gliela hanno messa addosso perché si è strappato il vestito ed era col seno di fuori, le poggio una mano sulla spalla e le chiedo a mia volta se sta bene, lei annuisce.
Ho avuto paura e sono stanca la voce di Jessica è un sussurro
Dai, andiamo a casa le dico io.
Ci avviamo verso l’uscita del PS. Stefania è poco più avanti di noi che tiene abbracciata Greta, io dietro cingo Jessica per la vita sostenendola e proteggendola fino a quando, all’uscita dell’ospedale mi fermo e poso le mani sulle spalle di mia nipote, fissando gli stessi grandi occhi azzurri di sua madre e con un sussurro per non farmi sentire dagli altri le dico
Ma che casino hai combinato?
Casino? Domanda lei incredula ed interdetta
Hai rischiato di ammazzare tua sorella e te per una pompa. Le dico serio fissandola in volto
Jessica diventa rossa in volto e abbassa lo sguardo senza dire nulla in sua difesa e questo mi provoca un moto di rabbia che mi scuote dentro, tenendola saldamente per le spalle le ringhio contro
Ringrazia che non sono tuo padre altrimenti …..
Non faccio in tempo a finire la frase che lei alza il viso e mi guarda, lo sguardo è lo stesso di sua madre, provocante e provocatorio, la voce un sussurro languido
Altrimenti mi sculacci….zietto? Sorride
Resto bloccato per un istante a guardarla, un mix di sensazioni mi pervade impedendomi di gestire in modo corretto l’eventuale risposta quando la voce di mia sorella di strappa a quel momento.
Luca…. Andiamo? Urla ferma con Greta davanti alla macchina
Raggiungiamo l’auto. Le ragazze siedono dietro, mia sorella di fianco a me, durante il tragitto verso casa Stefania mi posa una mano sulla coscia, mi volto a guardarla e lei mi sorride e mi abbozza un grazie muovendo le labbra senza emettere suono mentre le sue dita salgono e scendono sulla mia coscia provocandomi dei brividi di piacere. Dallo specchietto cerco di vedere le due ragazze, Greta dorme sfinita, Jessica fissa la mano di sua madre sulla mia gamba, dopo un attimo alza lo sguardo ed i suoi occhi incontrano i miei nel riflesso del retrovisore, la vedo sorridere mentre mi guarda, si passa la lingua sulle labbra ed apre le cosce in quello che è un silenzioso invito proprio mentre l’indice della mano sinistra di sua madre nonché mia sorella sfiora volutamente il mio cazzo che giace tranquillo dentro alla tuta.
Tremo per un secondo e mi concentro per non sbuffare stringendo con forza le dita attorno al volante mentre penso a quanto siano troie e vogliose mia sorella e mia nipote e dopo pochi metri siamo di nuovo a casa, sono le quattro del mattino, siamo tutti stanchi e provati dalla notte assurda appena trascorsa.
Meglio che andiate a riposare. Dico loro appena entriamo in casa e le guardo salire la scalinata che le porta al piano di sopra mentre mi ringraziano e mi augurano la buona notte finché, finalmente, scendo in taverna, mi spoglio e mi sdraio sul letto addormentandomi.
…. Continua….
scritto il
2025-10-24
3 . 4 K
visite
4 6
voti
valutazione
7.3
il tuo voto
Segnala abuso in questo racconto erotico

Continua a leggere racconti dello stesso autore

racconto precedente

Family affair

racconto sucessivo

Elevator Trip

Commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.