Family affair - chapter IV

di
genere
incesti

Dopo circa venti minuti, come detto, sono in centro. Accosto l’auto e vedo mia nipote che si avvicina alla macchina subito dopo aver salutato le amiche. Indossa una gonna a portafoglio che le arriva a metà coscia e una maglietta che sembra di due taglie più piccole da quanto le stringe attorno al seno lasciando scoperto il ventre piatto, una giacca di ecopelle color cuoio in tinta con gli stivali che arrivano a metà polpaccio completano il suo outfit
“ciao zietto” cinguetta mia nipote mentre si accomoda sul sedile passeggero. Il mio viso si muove verso di lei, i miei occhi la squadrano da testa a piedi finché con un tono neutro che non è né eccitazione né rimprovero ma solo la constatazione di un fatto conclamato le dico mentre riparto per uscire dal centro
“Certo che se ti vesti così Jess”
Lei mi guarda e sorride, piega leggermente il capo di lato e portandosi un indice alle labbra, fingendo di morderlo in una postura che vuole essere volutamente infantile e altrettanto sexy mi cinguetta candida
“non ti piaccio?”
“sei mia nipote e ho il doppio dei tuoi anni” le rispondo io senza distogliere lo sguardo dalla strada
Le dita di Jessica si poggiano sulla mia gamba, un tocco leggero che vuole essere al tempo stesso provocazione e gioco mentre la sua voce si fa un po’ più calda, un po’ più sottile, modulandola di proposito per cercare di scivolarmi dentro e scavalcare la mente e raggiungere la parte animale che risiede in ogni uomo, quella che non ha parentele, che non ha età, che ha solo voglia di ardere di desiderio.
“E se non fossi tua nipote?” mi sussurra mentre le sue dita salgono sulla mia coscia.
“E se non avessi la metà dei tuoi anni?” continua con quel tono volutamente provocatorio fino a quando le sue dita sfiorano la mia asta che non risponde più alla volontà della mente ed inizia a prendere vigore anche contro la mia volontà.
“Jessica basta!” le intimo afferrando la sua mano e scostandola dal mio grembo mentre i suoi occhi scendono e si posano su quella che oramai è una vistosa erezione
“Ascolta. Ho parlato con la mamma di Max” le dico girando un angolo e trovandomi finalmente in una direttrice di traffico meno congestionata potendo dare sfogo ai cavalli del motore e accelerando per rendere più breve, in qualche modo, quel viaggio.
“Ah….. e?” domanda mia nipote guardandomi curiosa
“E lei è disposta a non andare avanti con quel casino che hai combinato ieri sera” la incalzo io
“ma io non ho combinato nessun casino zio” risponde Jessica continuando a guardarmi con quei suoi occhioni, passando dal mio viso al mio cazzo per tornare al mio viso
“Beh. Avete cappottato il mezzo in un campo. Se non è un casino quello” le dico
“e’ colpa di Max, era ubriaco” cinguetta Jessica
“e se tu evitavi di succhiarglielo forse era meglio” le rispondo io voltandomi a guardarla diritto negli occhi
Jessica mi fissa, sorride come una gatta. Dopo un secondo le sue dita sono di nuovo sul mio cazzo mentre lei avvicina la testa al mio orecchio e mi sussurra
“Scommetto che tu non cappotti, zietto”
Il sangue mi bolle nelle vene, la testa si sta annebbiando. È pur vero che è mia nipote ma è altrettanto vero che la ragazza è decisamente sexy e provocante, fremo leggermente mentre avverto il tocco delle sue dita sulla mia asta quando la sua voce calda mi arriva al cervello.
“Greta mi ha detto che sei messo veramente bene zietto, posso controllare?”
Fisso Jessica per un istante che sembra eterno mentre nella mente mi torna l’immagine di Greta che mi spia fuori dal bagno mentre si accarezza e con la voce rotta dall’eccitazione le rispondo
“Greta? Cosa ti ha detto?”
“ci raccontiamo tutto io e lei zio” cinguetta suadente Jessica continuando a provocare i miei sensi fino a quando metto la freccia ed entro con la macchina in un parcheggio multilivello, scendendo fino al quinto piano sotto terra, posteggio il mezzo in un angolo riparato, a quell’ora il parcheggio è semi deserto specie a quel piano perché fuori dalle direttrici del centro città. Spengo il motore e guardo mia nipote diritto negli occhi, il cuore pompa come un treno, il cazzo mi duole nei pantaloni, slaccio la cintura di sicurezza e in un gesto rapido la mia mano è sulla sua nuca. Jessica sorride trionfante mentre slaccia a sua volta la cintura e si sistema, muovendosi come una gatta in ginocchio sul sedile, guardandomi diritto negli occhi.
Nessuno dei due parla, in certe situazioni il dialogo serve solo a dare un sonoro a ciò che è ovvio. Jessica frenetica armeggia coi miei calzoni, abbassa la cerniera ed infila la mano a taglio per arrivare a toccare la mia asta nodosa, le sue dita si stringono attorno al mio membro ma non colma la circonferenza.
“cazzo, non riesco a tirarlo fuori” sussurra guardando il suo polso
Sorrido e senza darle alcuna risposta scosto la mano dal suo capo per armeggiare coi miei abiti, allento la cinta, abbasso i calzoni a metà coscia assieme ai boxer ed in quel momento il mio cazzo saetta come tirato a molla davanti al viso di mia nipote che resta ad osservare il mio glande gonfio come ipnotizzata.
“È gro…s….si….ssi….mo” balbetta Jessica mentre la mia mano si posa sulla sua nuca e lentamente, guardandola negli occhi, inizio a spingere il suo giovane e bellissimo viso contro la mia asta. Mia nipote non oppone alcuna resistenza lasciandosi guidare e quando le sue labbra sfiorano il mio glande sento che le apre avvolgendolo con quella sua calda e giovane bocca.
Un fremito mi pervade mentre le rantolo, stringendo le mie dita nei suoi capelli.
“volevi questo Jess?”
Si stacca per un istante sussurrandomi direttamente sul glande, senza distogliere i suoi occhi dal mio membro un flebile e caldissimo “si” prima di tornare ad aprire le labbra ed ingoiare il mio cazzo duro e nodoso.
Guardo la testa di mia nipote salire e scendere sulla mia asta mentre il mio corpo freme di piacere, la sua bocca è calda e accoglie a fatica il mio membro, la mia asta sfrega contro il suo palato accompagnata dalla sua lingua ed io mi trovo a fare un assurdo paragone tra Jessica e sua madre, valutando tra un gemito e l’altro, chi delle due sia più brava mente continuo a muovere la sua testa sul mio corpo, dettando io il ritmo dell’affondo.
Jessica sbuffa, di tanto in tanto mi fa capire che esagero piantandomi le mani sulle cosce e praticando con la forza delle braccia una spinta contraria alla mia, segno evidente che il mio cazzo sta andando troppo in fondo alla sua gola e le tolto il fiato, sente il bisogno di respirare mentre io mugolo di piacere sentendo la mia asta bagnata della sua saliva.
La guardo. È messa a novanta sul sedile, piegata come una tavola, il culo all’insu’ per bilanciare le mie spinte e non posso fare ne voglio fare a meno di invertire la posizione delle mie mani, in un istante la sinistra trova la sua nuca spingendo la sua testa verso la base del mio cazzo mentre la destra si allunga e arriva a solcare il lembo della sua gonna.
La sollevo fino a scoprire il suo sedere tondo e morbido per insinuarmi tra le sue cosce trovando il suo sesso caldo e gonfio, l’intimo bagnato della sua voglia, la sfioro e la sento tendersi per un istante mentre continua a salire e scendere sul mio membro senza sosta.
Preso dall’impeto del momento e dall’eccitazione, mentre accarezzo la sua calda fica e lei continua a salire e scendere succhiando come un mantice il mio cazzo, senza riflettere le rantolo addosso
“Sei come tua madre”
Jessica si ferma, stringe il mio cazzo tra le labbra, mi rendo conto che quelle parole la hanno toccata nel profondo e istintivamente allento la presa dalla sua nuca. Mia nipote alza la testa e mi fissa, rivoli di saliva le colano agli angoli delle labbra, il seno danza sotto la maglietta al ritmo irregolare del suo respiro, i suoi occhi sono due lame di ghiaccio mentre tiene il mio cazzo duro nella mano e ondeggia con la fica sulle mie dita.
“Sono meglio di mamma zietto” mi risponde sorridendo maliziosa un attimo prima di affondare di nuovo sul mio membro e riprendere a succhiarlo come una furia, tanti che dopo poco mi sento allo spasmo, avverto il mio corpo tendersi…. Non posso fermarmi…. Non voglio. Sfilo la mia mano dalle sue cosce ed entrambe spingono sulla sua testa nel momento stesso in cui inizio a eruttare il mio piacere riempiendo la bocca di mia nipote che, dal suo canto, accoglie il mio orgasmo ingoiando quanto le è possibile mentre io mi accascio sul sedile col fiato rotto.
Dopo pochi attimi allento la presa, Jessica si solleva soddisfatta e si siede al mio fianco sul suo sedile, la vedo pulirsi la bocca col dorso della mano liberando le sue labbra dai segni del mio piacere mentre alcuni rivoli le colano sul collo.
“fortuna ho sempre delle salviette” balbetta ansimando mentre fruga nella sua borsa.
La guardo ancora ansante per l’orgasmo che mi ha appena procurato poi con un filo di voce, mentre cerco di riprendere il controllo del respiro le dico
“non devi più frequentare Max….”
Jessica si volta e mi guarda, sorride maliziosa e mi risponde con un filo di voce
“Me lo vuoi impedire?”
“devo….altrimenti sua madre ti rovina” le dico io
“ma zio…..io” balbetta mia nipote. La fisso in volto e con un tono serio le intimo
“tu Jess da oggi smetti di succhiare il cazzo di Max. Sono stato chiaro?”
Abbassa lo sguardo, è rossa in volto, la bocca leggermente dischiusa nel tentativo di fare uscire una risposta che blocco sul nascere, la mia mano stringe sul suo mento e le volto a forza il viso verso di me, la fisso negli occhi e le ringhio contro, in un misto di rabbia ed eccitazione
“Se hai bisogno di avere un cazzo in bocca per sentirti grande e appagata bene! Lo hai dentro casa. Sono stato chiaro Jessica?”
Lei mi guarda per un istante poi sorride, si lecca le labbra e con un filo di voce suadente mi risponde
“non mi basta succhiare zio”
Fremo per quella risposta. Fremo per il susseguirsi di eventi assurdi che stanno completamente mutando la mia esistenza, per questo intreccio di rapporti incestuosi che stanno prendendo corpo
Guardo mia nipote e con un filo di voce le rispondo
“ok. Ora torniamo a casa”
Sorride e mentre rimetto in moto l’auto si poggia sul sedile guardando la strada con una espressione compiaciuta in volto, appena usciamo dal parcheggio il cellulare racconta di almeno tre telefonate di Stefania e due messaggi, la chiamo.
“Pronto sorellina, che succede?” domando
“Dove cazzo eri finito?” mi chiede Stefania. Dal tono della sua voce è nervosa ed infastidita
“non sapevo di avere una moglie” le rispondo ridendo
“Idiota” mi fa eco mia sorella “non riesco a rintracciare Jessica, si sarà infilata in qualche altro casino” aggiunge
“tranquilla Stefy, è con me” le rispondo io
“Con te? Come mai?” domanda mia sorella
“poi ti racconto, stiamo venendo a casa” le rispondo io riagganciando la conversazione quando la voce di Jessica, come un alito di vento infuocato mi sfiora il volto
“ma ti scopi mamma?” mi domanda
Mi volto e la guardo con espressione interrogativa e stupito
“e questa stronzata da dove ti è uscita?” le domando
“Bah….. hai detto che sono come la mamma….. quindi….” Mi fa eco Jessica guardando fuori dal finestrino il cielo che volge al tramonto.
Sospiro. Combattuto tra la verità e una stupida menzogna.
“gelosa nipotina?” le dico di colpo sorridendo sornione cercando di ribaltare la situazione a mio favore e ancora una volta la sua risposta mi spiazza
“Puoi fare quello che ti pare zio. Ho visto come ti guarda mamma e la capisco se…..” si interrompe per un attimo, i suoi occhi mi fissano, nel suo sguardo un misto tra preghiera e critica e tutto d’un fiero dipende
“Lascia stare Greta, per favore zio “
Un brivido mi percorre la schiena, non so cosa rispondere, mia nipote mi sta implorando di lasciar stare sua sorella come se fossi un predatore seriale e ancora una volta le sue parole mi spiazzano.
“scopi me e lasci stare Greta, ci stai zietto” sussurra Jessica fissandomi
La testa mi esplode, le idee che si sono spente in un vortice che non riesco a sistemare, consapevole che sto per affondare in una situazione troppo complessa per uscirne indenne ma troppo eccitante per non viverla.
Annuisco in silenzio e spengo l’auto, siamo oramai a casa
….. continua…..

Chiacchiere, commenti, curiosità la mail è: mastermind973@outlook.it
scritto il
2025-11-06
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