Lo zio infortunato.
di
pennabianca.
genere
bisex
Mi chiamo Carlo, ho 25 anni, sono di media statura, moro, occhi scuri, capelli neri, fisico normale, né grasso né magro. Da tre anni sono fidanzato con Morena, una ragazza di un anno più giovane di me, un po' più bassa, bionda, occhi chiari, fisico abbastanza morbido, un bel seno di una quarta piena, un bel culetto molto prominente a cornice di gambe non molto lunghe; insomma, nell'insieme è comunque una bella bambolina. Mi piace stare con lei perché, oltre ad essere una brava ragazza, è una bella porcellina a letto. L'ho trovata già deflorata, sia avanti che dietro, ed è capace di regalare dei sontuosi pompini, che mi fanno davvero impazzire. Non ho una dotazione eccezionale, diciamo assolutamente nella norma, ma, in ogni caso, mi piace molto scoparla e farla godere. Vivo insieme ai miei genitori in una piccola palazzina, dove, al piano di sopra, nella mansarda, vive mio zio Leonardo. Lui è il fratello maggiore di Teresa, mia madre. È un bell'uomo di 53 anni, dall'aspetto prestante, fisico asciutto, dal carattere sempre molto allegro ed empatico. Intimamente l'ho sempre ammirato; fin quando non mi sono fidanzato con Morena, non avevo avuto molto successo con le ragazze e, giocando a calcetto, qualche volta avevo notato, facendo la doccia, qualche bel pisellone di qualche compagno e, dentro di me, era maturata qualche fantasia bisex. Giorni fa, mio zio ha avuto un incidente con la bici. Mentre percorreva una strada, improvvisamente, dal bosco circostante, è sbucato un cinghiale e lui non è riuscito a fermarsi in tempo; nell'impatto è caduto rovinosamente. È stato ricoverato in ospedale e così ho deciso di andarlo a trovare. Quando entro nella stanza, trovo che è da solo e vedo che ha il braccio destro completamente ingessato, fino alla spalla. Lo saluto e cerco di confortarlo per sollevargli un po' il morale.
«Ciao, zio, come stai? Accidenti ti hanno proprio riempito di gesso! Cosa ti sei rotto?»
Lui mi guarda e mi risponde con un tono veramente sconsolato!
«Purtroppo sì! Ho fatto proprio un bel volo! Mi son rotto braccio destro e clavicola e, con la sola sinistra, non riesco a far nulla.
Cerco in qualche modo di consolarlo.
«Va bene, dai, non te la prendere; in fondo sono ossa e presto sarai di nuovo in forma!»
Lui impreca e mi guarda con occhi tristi.
«Presto una sega! Per il solo braccio, ne avrò per oltre una quarantina di giorni. Sono tre giorni che sono inchiodato in questo letto e non riesco nemmeno a farmi una sega!»
Cerco di sdrammatizzare, scherzando un po'.
«Puoi sempre chiedere a qualche infermiera di aiutarti! In alternativa, vuoi che ti cerchi una puttana, qui nel viale dell'ospedale! Nel venir qui ne ho visto due o tre.»
Lui mi guarda un attimo, poi il suo tono di voce è alquanto conciliante.
«Aiutami tu! Dai, in fondo è una cosa tra noi uomini! Poi tu sei uno di famiglia e sicuramente non ti vergogni a darmi veramente una mano! Dai, chiudi la porta, che poi ti spiego tutto!»
Senza neanche riflettere, chiudo la porta e torno vicino a lui, che mi invita ad abbassare il lenzuolo, perché, dentro le mutande, è tutto lì il suo problema. Quasi senza rendermene conto abbasso il lenzuolo e vedo già che nelle sue mutande bianche c'è qualcosa di grosso, che preme per venir fuori. Abbasso l'indumento e mi trovo davanti alla faccia una bestia esagerata. Ha una sberla di oltre una ventina di centimetri, con uno spessore veramente notevole! La cappella è piccola, ma l'asta è lunga e ricoperta di grosse vene che la rendono ancor più importante.
«Vedi, Carlo, perché non posso chiedere a chiunque di darmi una mano? Dai, ti prego, fammi una sega. Ti prego, prendilo in mano: aiutami!»
Resto veramente affascinato da quello splendido membro e, come un automa, lo stringo tra le mani, ma le mie dita nemmeno riescono a congiungersi. Lentamente inizio a fargli una sega e vedo che lui mi guarda contento. Mi sto eccitando. Mi rendo conto che è il più bel cazzo che abbia mai visto e questo mi porta veramente a stringerlo bene con la mano; ipnotizzato da quella splendida cappella, che vedo diventare sempre più lucida, la fisso, mentre sento che il mio cazzo si è indurito nei pantaloni e lui l'ha notato.
«Bravo, il mio nipotino! Sapevo di poter contare su di te! Vedo che questo ti eccita. Ti andrebbe di…»
Senza finir di parlare solleva il braccio sinistro e lo appoggia sulla mia testa, facendo in modo di avvicinare la mia bocca al suo membro.
«Scommetto che hai voglia di assaggiarlo; dai, che non c'è niente di male se ci passi sopra la lingua. Bagnalo un po', così scorre meglio!»
Per un attimo resto indeciso, poi la curiosità è tale e tanta che, con la lingua, do un paio di scorse sulla cappella, vedendo che lui atteggia il viso ad una espressione di sollievo e contentezza; così, insiste ad imprimere una certa pressione con la mano sulla mia testa, fino a farmelo entrare in bocca. Lo faccio scivolare tra le labbra e cominciò a fargli un lento pompino; mi è subito chiaro quanto ne sia soddisfatto.
«Che meraviglia! Hai delle belle labbra morbide! Bravo, succhiamelo per bene e cerca di leccarlo anche meglio: sei proprio bravo! Avevo intuito che questa cosa potesse piacerti. Dai, continua, che è davvero bello ciò che mi stai facendo.»
Sto in piedi accanto al letto, piegato sul suo inguine e, d'un tratto sento la sua mano che mi accarezza il culo, da sopra i pantaloni. Me lo palpa molto bene, stringendo le chiappe con la sua mano e poi, mi suggerisce di allentare la cintura; eseguo anche questo suo ordine senza discutere e lui subito lascia scivolare la sua mano dietro, all'interno delle mie mutande e con un dito va a stuzzicare il mio buchetto.
«Che bel buchetto stretto! Scommetto che sei ancora vergine, ma, intanto, è proprio bello come me lo stai pompando.»
Sono fiero nel sentire che il mio lavoretto di bocca gli piace, così cerco di metterci più impegno; passo la mia lingua lungo tutta quella grossa colonna di carne e poi, dopo averla ben riempita di saliva, inizio a farla scivolare dentro la mia bocca; sento anche che mi sta quasi soffocando, per cui devo allentare un po' l'operazione di ingoio di quel grosso cilindro; la cosa lo lascia piacevolmente sorpreso.
«Accidenti! Sono poche le persone che riescono a farmi un pompino a questi livelli. Sei proprio una gran puttanella. Scommetto che non è il primo pompino che fai!»
Vedo che si bagna un dito e lo dirige sul mio buchetto dietro; con una leggera pressione, prende a farlo scivolare dentro il mio buchetto. È una sensazione piacevole percepire quel grosso dito che mi sta scopando il culo, mentre proseguo a pompargli il cazzo con sempre maggior vigore. Mi eccita molto tutta questa situazione e lui mi chiede di farlo sborrare e bere tutto il suo piacere.
«Dai, succhialo bene, che ti sborro in bocca; cazzo, come sono eccitato! Mi stai facendo una pompa meravigliosa! Dai, sto per sborrare! Non far casini ed ingoia tutto!»
Continua a muovere velocemente il dito nel mio culo e questo mi provoca una vera ondata di piacere; nello stesso tempo, sento che anche lui sta per esplodere e quindi stringo le labbra intorno al suo membro e, d'improvviso mi sento la bocca riempita da una copiosa ondata di crema, leggermente saporita.
«Bravo, Carlo, così si fa; ingoia, dai, mandala giù tutta, che te ne sparo dentro ancora un po'!»
In effetti mi sta veramente riempiendo la bocca in continuazione. Ne ingoio almeno quattro o cinque bordate e poi, finalmente, il flusso cala! Lecco e pulisco quel membro senza perderne neanche una goccia, poi sollevo la faccia e vedo che sorride, con la mano mi avvicina alla bocca alla sua e mi bacia. La sua lingua viene a limonare con la mia, poi, quando ci stacchiamo ha l'espressione della contentezza.
«Sei stato fantastico! Un magnifico pompino! Spero che domani verrai ancora a trovarmi, così me ne fai un altro, ben fatto come questo!»
Lo guardo un po' frastornato e, nello stesso tempo, molto affascinato.
«Sì certo, che vengo! Vedi, zio, io non…. cavolo non te lo so spiegare perché, ma devo dire che mi è piaciuto molto.»
Lui sorride e, prima che io allaccio di nuovo i pantaloni, con la mano sinistra afferra il mio pacco e lo stringe delicatamente, poi abbassa l'elastico e la sua mano viene a impugnare il mio membro.
«Mi dispiace, ma con la sinistra non ci riesco, però vedo e sento che hai un bel cazzo anche tu! Dai, fammi vedere, come ti fai una sega, adesso per me»
Prendo il mio membro in mano e me lo sego rapidamente; quando sto per sborrare, lui mette la sua mano sopra la mia cappella e, quando vengo, un paio di schizzi gli colpiscono il palmo della mano, mentre cerco di contenere il resto nella mia. Lui sorride, contento; porta la mano alla bocca e se la lecca; è una cosa che mi fa veramente impazzire di piacere.
«Hai un buon sapore! Quando sarò a casa, spero che verrai a trovarmi, così potremo fare qualche giochetto insieme!»
Vado subito in bagno, mi pulisco e poi torno da lui; dopo qualche minuto, me ne vado. La sera mi vedo con Morena, vorrei scoparla, ma è ancora mestruata, quindi mi devo accontentare di uno dei suoi magnifici pompini; mentre me lo sta succhiando, per un attimo chiudo gli occhi ed immagino che stia provando le stesse sensazioni che ho provato io a succhiare quello di mio zio. Il pomeriggio del giorno dopo, torno di nuovo in ospedale e, appena entrato nella stanza, lui sorride; appena l'infermiera se ne va, mi fa cenno di chiudere la porta. Lo faccio, mi avvicino a lui e vedo che abbassa il lenzuolo; è già a cazzo duro e, senza dir niente, mi piego e me lo prendo in bocca, rendendolo subito felice.
«Sapessi quanto aspettavo questo momento! Ho avuto il cazzo duro tutto il giorno, al pensiero che saresti venuto a succhiarmelo; dai, succhialo bene, che ho una voglia matta di sentir le tue labbra. Ti piace fare pompini? Ti piace di più fare pompini o scopare la tua fidanzata? Lei è brava come te? Sollevo un attimo la testa e gli rispondo.
«Anch'io non vedevo l'ora di venir da te. L'idea di sentire il tuo cazzone in bocca, mi fa quasi sborrare senza toccarmi; ieri sera, Morena mi ha fatto un bel pompino e mentre me lo teneva in bocca, immaginavo che doveva provare le stesse sensazioni che provo io, mentre te lo succhio!»
Lui sorride contento, poi mi spinge di nuovo la testa sopra il suo cazzo e prendo a pomparlo, mentre lui sorride soddisfatto.
«Mi fa tanto piacere sapere che quella tua ragazza, con quella sua aria da puttanella, è brava a far pompini. Il massimo sarebbe aver la tua e la sua bocca insieme; Carlo, ci pensi voi due qui a succhiarmi il cazzo insieme? Sarebbe qualcosa di veramente fantastico!»
Per un attimo ci penso e mi devo fermare, perché veramente sto per sborrarmi nei calzoni. Il solo il pensiero di vedere Morena ciucciare questo cazzo, mi fa quasi sborrare! Riprendo a fargli la pompa, cercando di concentrarmi proprio su questo e lui, ben presto, mi riempie la bocca ed io ingoio tutto fino all'ultima goccia. Dopo averlo pulito alla perfezione, lo rimetto dentro le mutande e, dopo averlo baciato, mi siedo accanto a lui, che mi guarda.
«Quando ti ho detto della tua fidanzata, ho avvertito che sei rimasto come impietrito: spero di non averti offeso!»
Lo guardo, sorrido e gli dico che è tutto a posto.
«No, non mi son offeso. A dire il vero... insomma, per un attimo mi son fermato, perché… ecco io, veramente, ho immaginato che Morena fosse qui, accanto a me, succhiare il tuo bel cazzone; vedi, zio, io mi sono talmente eccitato, che… ho dovuto fermarmi, altrimenti correvo il rischio di sborrarmi addosso, senza toccarmi!»
Sorride contento.
«Fantastico! Promettimi che, se dovesse capitare l'occasione, le faremo succhiare anche il mio cazzo! Carlo, ci pensi? Mentre tu, magari, la scopi, io mi faccio fare una bella pompa; chissà...? Potremmo anche farla godere insieme!»
Nel sentire le sue parole, me lo devo tirar fuori di corsa e, un attimo dopo, mi sborro in mano; lui bagna un dito e poi lo succhia, mentre io vado a leccare il palmo della mia mano. Prima di uscire mi dice che il giorno dopo sarà dimesso e ci andrà mia madre a prenderlo. Il pomeriggio del giorno dopo, lo vado a trovare in mansarda; lo trovo disteso sul letto, con indosso solo le mutande. Quando mi vede, sorride contento.
«Ti stavo aspettando! Dai, vieni che ho voglia di divertirmi un po' con te!»
Subito mi fa spogliare completamente nudo. Mi fa mettere in piedi sul letto, piegato leggermente in avanti, con il culo davanti la sua faccia e, mentre con entrambe le mani, apro le mie chiappe, lui appoggia la lingua sulla mia rosetta, me la lecca e vi infila dentro la lingua, preparandomelo ad una favolosa penetrazione. Lo lavora con estrema perizia, sento che i miei muscoli si stanno rilassando al massimo, poi sento un dito che comincia a scivolare dentro e fuori dal mio culetto; lui mi dice di allungarmi verso il comodino, dove tiene un tubetto di vasellina; me ne spalma un po' sul buchetto e continua a scoparmi il culo, prima con un dito, poi sento che son diventati due e, quando son veramente pronto, lui mi chiede di spalmargliene un po' anche sulla punta del cazzo, che ora emerge da dentro le mutande in tutto la sua maestosa vigoria. Mi chiede di inginocchiarmi e, mentre tengo la faccia appoggiata sul materasso, con entrambe le mani mi apro le chiappe; lui si mette in ginocchio dietro di me ed avverto subito la punta di quel membro che comincia a farsi strada dentro il mio culetto. All'inizio, sembra trovare resistenza, non entra; lui lo spinge due o tre volte ed il mio sfintere resiste. Allora lui mi suggerisce di restare fermo, di non irrigidirmi e di fare un bel respiro. Nello stesso istante, in cui sto facendo il respiro, con un colpo secco, me lo spinge tutto dentro, fino alle palle.
«Ahi, che male! Cazzo, mi stai spaccando il culo! Fermati che me lo sento tutto dentro, fin nell'intestino. Fermati, che ho male!»
Lui rimane immobile ed io, lentamente, mi adatto a quella intrusione, sento che i muscoli si rilassano e, dopo un po', lui inizia a pompare, prima lentamente, poi sempre più forte. Basta poco, perché il dolore si trasforma in qualcosa di piacevole e così comincio ad assecondare il suo movimento, facendo oscillare il mio corpo avanti e indietro; ora avverto bene la consistenza di quella grossa verga, che mi sta spaccando il culo, ma, nello stesso tempo, mi sta regalando sensazioni bellissime; mi scopa così, per circa una decina di minuti e la cosa mi piace così tanto che, senza rendermene conto, sborro senza toccarmi. Lui se ne accorge ed è molto soddisfatto.
«Sei proprio una troietta! Una zoccoletta che trasformerò nella mia puttanella personale! Vedrai che sarai tu a venir a cercare il mio cazzo! Scommetto che mi porterai anche quella puttanella della tua fidanzata; farò di voi due, i miei due giocattoli!» Tremo nel sentir le sue parole. Sono pervaso da un misto di eccitazione e paura e sentire ancora quel grosso membro, che mi sta sfondando, mi fa veramente impazzire; inoltre, l'idea che possa chiavare anche con Morena, mi eccita talmente tanto che vengo ancora una volta.
Poi il suo ritmo cambia. Mi scopa più forte e, d'un tratto, sento che il mio intestino viene riempito da una favolosa ondata di calore! Mi sta sborrando nel culo e questo mi fa ancor più godere.
«Tieni, puttanella! Senti come riempio questo bel culo, che ho appena sfondato!»
Mi spruzza dentro non so quanta crema, poi esce e si mette sdraiato; mi guarda, mentre sono ancora distrutto dal piacere provato e subito mi chiede di prenderglielo in bocca.
«Non lasciarlo così! Vieni qui, prendilo in bocca e puliscilo tutto! Me lo devi leccare come una troia!»
Naturalmente lo accontento e lo pulisco alla perfezione. Restiamo seduti e poi parliamo un po'; lui mi dice che vorrebbe proprio vedere se Morena è la puttanella che immagina, così, il giorno dopo, porto anche lei, quando vado a trovarlo. Con la scusa che fa molto caldo, lo troviamo sdraiato sul letto con le sole mutande e appena mi metto seduto insieme a lei sul bordo del letto, vedo Morena che rimane più che sorpresa nel vedere che, sotto la stoffa sottile di quell’indumento, si cela qualcosa di estremamente grosso. Parliamo del più e del meno, fingendo una certa indifferenza, ma vedo che la mia fidanzata non stacca gli occhi da quel pacco; allora lui, con un fare scherzoso, la provoca un po'.
«Vedo che sei curiosa! Dai, se vuoi, puoi abbassare l'indumento e vedere cosa c'è sotto!»
Il viso di Morena diventa rosso come un pomodoro maturo e, allora, prendo la sua mano e la metto sopra l'elastico delle mutande; insieme le facciamo scendere in basso e, quando lei vede quella bestia che è già quasi al massimo del suo splendore, si gira verso di me e mi guarda; io, senza dir niente, appoggio una mano sulla sua testa e la spingo verso quel grosso cazzo, che aspetta solo la sua bocca. Per un attimo prova a resistere, ma poi spalanca la bocca e comincia a fare una splendida pompa a mio zio, che se la ride contento.
«Brava, così si fa! Leccalo bene che poi te lo faccio assaporare bene! Dai, Carlo, vieni sull'altro lato e divertitevi assieme!»
Subito Morena non se ne rende conto, ma quando vede che mi inginocchio dall'altro lato e con la mia bocca vado a giocare con quel membro, mi guarda più che sorpresa e mio zio ci invita a farlo divertire.
«Dai, Morena, non ti stupire! Pensi che un cazzone così grosso possa piacere solo a te? Coraggio, divertitevi insieme! Dai, che poi te lo faccio assaggiare e sentirai il piacere che potrà darti ad averlo tutto dentro!»
Ce lo gustiamo insieme per qualche minuto, poi mio zio mi dice che, forse, è meglio che preparo la fica di Morena, per accogliere il suo membro dentro. Mi abbasso tra le cosce di Morena e, quando le tolgo le mutandine, trovo la sua fica completamente fradicia. Mi bastano poche leccate e lei gode all'istante; allora lui si distende meglio sul letto e la fa salire su di sé; vedo lei che impugna quel grosso membro e, dopo averlo appoggiato fra le labbra della sua vagina, lentamente vi scivola sopra e se lo infila tutto dentro; dopo di che prende a godere come una pazza.
«Mamma mia, che bel cazzone! Accidenti, come lo sento! Carlo, amore, sto impazzendo a sentirlo dentro.»
Mi alzo in piedi e le metto il mio in bocca; così lei, mentre viene chiavata dal cazzo di mio zio, succhia il mio e, ben presto, le riempio la bocca di sborra. Naturalmente, da brava puttanella, non ne perde neanche una goccia ed il mio cazzo resta duro; allora mio zio mi fai inginocchiare dietro di lei e mi invita a farle il culo.
«Mettiglielo nel culo! Devi aprire il culo di questa puttanella e, magari, schizzale un po' di crema dentro, così, quando le entrerà il mio, lo trovo già ben lubrificato.»
Mi aspettavo un rifiuto, invece Morena accetta volentieri di sentir il mio cazzo nel culo, mentre davanti mio zio continua a farla godere. Mentre la scopiamo in doppia, lei inizia a delirare di piacere.
«Oh sì, che bello: due cazzi insieme! Mi fanno morire due cazzi insieme! Carlo, amore, li voglio sempre due cazzi insieme; amore, vengo!»
Sono sconvolto dalle sue parole, ma, nello stesso tempo, eccitato da morire e, dopo un po' di colpi, le sborro dentro. Ero convinto di averle scaricato tutta la mia sborra in gola con la pompa, mentre invece sento che spruzzo, nel suo intestino, diverse bordate di crema; poi, quando scivolo fuori, lei si solleva, si gira ed appoggia il buco, appena riempito, sopra la punta del cazzo di mio zio e, lentamente, lo fa entrare tutto dentro. Dopo di che, inizia subito a godere ed anche mio zio se ne mostra contento.
«Accidenti, Carlo! Questa sì che ha il culo ben sfondato! Questa ne ha presi di cazzi in culo! Guarda questa zoccola come si gode il mio cazzone! Vedo che questo ti eccita ed hai già il cazzo di nuovo duro; allora, dai, chiavala davanti!»
In effetti sono sbalordito dalla facilità con cui si è lasciata infilare quella grossa trave, tutta nel culo! Eccitato come un cavallo, glielo pianto davanti senza tanti complimenti e comincio a scoparla: lei urla e gode di piacere.
«Sì, amore, così! È fantastico: questa sì che è una chiavata! Mi piace sentire un cazzo nel culo e un altro che mi sfonda la fica! Grazie, amore; promettimi di farmi godere sempre così tanto!»
La scopo quasi con furore e lei raggiunge diversi orgasmi, poi vengo ed allora mio zio la spinge di lato e si mette a pompare quel culo con dei colpi davvero devastanti; alla fine, anche lui le sborra nel culo. Resta piantato un po' dentro di lei, poi scivola fuori ed è allora che vedo i suoi buchi ridotti a due voragini; Morena mi guarda un po' timorosa e anch'io la guardo un po' incerto, ma è mio zio che risolve la questione.
«E allora? Cos'è ciò che leggo nei vostri visi? Siete una meravigliosa coppia di maialini: tu, Morena, sei una troietta di prima categoria, dimostrando di esser perfetta per mio nipote! Tu, Carlo, non far quella faccia: era sufficiente guardarla solo due minuti, per capire che di cazzi ne ha preso a iosa. Che te ne frega? Devi solo pensare che prende anche il tuo! Avere una moglie troia è quanto di più bello possa esistere al mondo! Dai, baciatevi, poi andate e non createvi problemi: state veramente bene insieme!»
Ho guardato Morena che mi ha abbracciato e poi mi ha detto che mi amava da morire, ma che, di tanto in tanto, aveva bisogno di aver dentro di sé un cazzo diverso dal solito. Naturalmente scoprire che mio zio ne aveva uno speciale, ha di fatto cambiato un po' la nostra relazione. Abbiamo iniziato a frequentare casa sua e a divertirci tutti insieme. Dopo che ha tolto il gesso, in più di una occasione, ha scopato sia lei che me, mentre scopavo lei. Qualche volta è successo anche che, assieme a lui c'era qualche suo amico e, in quelle occasioni, sia io che Morena, abbiamo rivestito il ruolo di troiette di tutti. Questa cosa ci rende davvero felici, entrambi!
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