Patrizia: una moglie principiante assoluta. Parte Terza
di
Miky59
genere
etero
A casa, mentre preparavo la cena pensavo a quello che mi sta succedendo, quella situazione mi sta cambiando radicalmente, mi sentivo sdoppiata. Là, con Domenico ero Patrizia la puttana, solo una troia, pronta a fare pompini e a usare un linguaggio scurrile, mentre a casa ero solo Patrizia un’ottima madre e moglie, rispettata da tutti, nel vicinato, e nella parrocchia dove ero sempre tenuta in considerazione nelle decisioni che riguardavano le attività religiose. Cosa mi stava accadendo? Non riuscivo a darmi una risposta, anche la più semplice. Dovevo comunque riprendere il controllo, dovevo far capire a Domenico chi fosse il controllore e chi il controllato. Era una battaglia. Il giorno successivo, i miei figli, per motivi vari non potevano andare a scuola, la mattina presto arrivò mia suocera per tenerli, così ne approfittai per recarmi al lavoro la mattina presto. Quando entrai nell’atrio vidi Domenico intrattenersi con una impiegata piuttosto belloccia. Un lampo di gelosia mi colse immediatamente. Mi avvicinai ai due e dissi a Domenico di raggiungermi tra una decina di minuti in ufficio perché avevo della posta da spedire urgentemente. Stava per iniziare la battaglia.
A quell’ora gli uffici erano praticamente vuoti, i primi colleghi sarebbero arrivati non prima di un’ora. Entrata nel mio ufficio mi preparai, mi tolsi le mutandine e rimasi in attesa. Domenico bussò ed entrò, gli dissi di chiudere la porta a chiave. Girai intorno alla scrivania, mi sedetti sul bordo della scrivania, mi alzai la gonna, lasciandogli vedere la mia nera fica pelosa e poi con le mani la aprii, mettendo in mostra le mie labbra rosee e poi gli dissi “ scopami porco”, lui si avvicinò, tiro fuori il suo enorme cazzo e appoggiò la cappella in mezzo alle due labbra, poi con un colpo mi penetrò, mi sentii quasi svenire, avevo quel cetriolo gigantesco in fica, ansimavo, e lui spingeva, ogni tanto lo tirava fuori e poi lo rinfilava dentro con forza, io godevo come non mai e gli dissi “ scopami, sbattimi come una puttana, sono una puttana di strada, una troia” lui spingeva, venni due volte fino a quando non mi prese per un braccio e mi trascinò sulla mia sedia, mi fece mettere a pecorina , mi diede due schiaffi sul culo e con i pollici mi divaricò il culo e sputò sul buchetto. “cosa vuoi fare bastardo” dissi, “ stai zitta zoccola, oggi ti inculerò, ti romperò il culo” replicò, “Nooo, il culo no, ti prego, non farmi questo” urlai, ma lui non se ne preoccupò, appoggiò la grossa cappella sul mio buchetto rosa immacolato e spinse dentro, un dolore intenso mi colpì come un fulmine, per fortuna introdusse solo metà cappella e poi disse “ ora apri e chiudi il buco del culo voglio sentire come stringi la cappella”, cominciai a stringere e aprire il buchetto ritmicamente, mi piaceva, sentivo la cappella cedere e poi espandersi con il mio apri e chiudi, la mia fica era ormai un colabrodo, e poi di scatto lo infilò tutto dentro, madonna che dolore, sentivo quel cazzo quasi fino all’intestino, mi faceva male, un male mai provato, non ce la facevo più, volevo che smettesse, ma era la mia prima inculata dovevo resistere, non volevo dargli la soddisfazione di pensare che fosse il primo a incularmi, però che dolore, e che piacere, il mio culo aperto all’inverosimile chiedeva pietà. Per fortuna la fine era arrivata, sentii un liquido caldo riempiermi, era finita. Domenico disse “ che inculata meravigliosa”, io a pecorina con gli occhi chiusi e le mai che stringevano lo schienale della sedia ero pervarsa da un piacere incredibile. Continua…
A quell’ora gli uffici erano praticamente vuoti, i primi colleghi sarebbero arrivati non prima di un’ora. Entrata nel mio ufficio mi preparai, mi tolsi le mutandine e rimasi in attesa. Domenico bussò ed entrò, gli dissi di chiudere la porta a chiave. Girai intorno alla scrivania, mi sedetti sul bordo della scrivania, mi alzai la gonna, lasciandogli vedere la mia nera fica pelosa e poi con le mani la aprii, mettendo in mostra le mie labbra rosee e poi gli dissi “ scopami porco”, lui si avvicinò, tiro fuori il suo enorme cazzo e appoggiò la cappella in mezzo alle due labbra, poi con un colpo mi penetrò, mi sentii quasi svenire, avevo quel cetriolo gigantesco in fica, ansimavo, e lui spingeva, ogni tanto lo tirava fuori e poi lo rinfilava dentro con forza, io godevo come non mai e gli dissi “ scopami, sbattimi come una puttana, sono una puttana di strada, una troia” lui spingeva, venni due volte fino a quando non mi prese per un braccio e mi trascinò sulla mia sedia, mi fece mettere a pecorina , mi diede due schiaffi sul culo e con i pollici mi divaricò il culo e sputò sul buchetto. “cosa vuoi fare bastardo” dissi, “ stai zitta zoccola, oggi ti inculerò, ti romperò il culo” replicò, “Nooo, il culo no, ti prego, non farmi questo” urlai, ma lui non se ne preoccupò, appoggiò la grossa cappella sul mio buchetto rosa immacolato e spinse dentro, un dolore intenso mi colpì come un fulmine, per fortuna introdusse solo metà cappella e poi disse “ ora apri e chiudi il buco del culo voglio sentire come stringi la cappella”, cominciai a stringere e aprire il buchetto ritmicamente, mi piaceva, sentivo la cappella cedere e poi espandersi con il mio apri e chiudi, la mia fica era ormai un colabrodo, e poi di scatto lo infilò tutto dentro, madonna che dolore, sentivo quel cazzo quasi fino all’intestino, mi faceva male, un male mai provato, non ce la facevo più, volevo che smettesse, ma era la mia prima inculata dovevo resistere, non volevo dargli la soddisfazione di pensare che fosse il primo a incularmi, però che dolore, e che piacere, il mio culo aperto all’inverosimile chiedeva pietà. Per fortuna la fine era arrivata, sentii un liquido caldo riempiermi, era finita. Domenico disse “ che inculata meravigliosa”, io a pecorina con gli occhi chiusi e le mai che stringevano lo schienale della sedia ero pervarsa da un piacere incredibile. Continua…
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