Patrizia: una moglie principiante assoluta. Un seguito III
di
Miky59
genere
etero
Quella sera tornando a casa un turbinio di pensieri affollavano la mia mente, sì prima c’era stato Domenico con la sua rozzezza, poi il gioco di fare la puttana per una sera e poi ancora Francesco ma questa situazione era diversa. Il solo pensiero che in quel preciso momento, al Pilastro, c’era una donna chiusa nel suo appartamento che probabilmente era intenta nelle faccende domestiche ma che dentro sé stava pensando a me, ecco, questo mi turbava. Mi turbava che una donna fosse sinceramente innamorata di me, questo non era un gioco su cui ridere o prendere alla leggera. Quella sera a casa, mentre sbrigavo la cucina dopo la cena, cercavo di dare un senso a tutto questo fino a giustificarmi che in fondo avere due amanti, mio marito e Carla, non era un peccato, era amore e io avevo bisogno di tutti e due, ognuno a modo suo mi facevano sentire desiderata, un sorriso mi illuminò il viso. Francesco se ne accorse e sorrise “ mi piaci quando sorridi da sola, ti fa apparire ancor più bella” e continuò a guardarmi “Uffa! Con questa bella e bellissima, piantatela! oggi l’usciera del lavoro mi ha detto la stessa cosa, mi sembra che mi prendiate in giro” Francesco si accigliò “ma è vero, forse ti sottovaluti, cerchi di nascondere la tua bellezza indossando abiti austeri o casual, invece dovresti farti vedere…anzi no, poi mi farai ingelosire” sorrise. Mi voltai verso Francesco “Lo sai che hai ragione, dovrei rinnovare il mio guardaroba, troppo sobrio, troppo casa, lavoro e chiesa, vedrai te cosa ti combino un giorno di questi mio bel maritino…” e gli feci l’occhiolino e lui mi baciò in modo provocante, evidentemente l’idea gli piaceva. Pensai che Francesco fosse pronto per sperimentare nuove esperienze e io gliele avrei fatte provare, non ora, adesso i miei pensieri erano tutti su Carla. La settimana successiva colsi l’occasione per fare shopping. Quella mattina entrai in ufficio, mi diressi da Carla e senza preamboli le dissi “Carla, oggi pomeriggio vieni con me usciamo alle 17 e andiamo a far spese, se non hai dove lasciare i bimbi li portiamo a casa mia li guarderà mia madre, non accetto altre scuse ” lei mi vide andare verso l’ascensore e non disse nulla, poi guardò Michele e lui fece spallucce. Quel pomeriggio prendemmo i figli di Carla e li portammo a casa e poi via per negozi e centri commerciali. Il primo fu un noto marchio di moda. Dissi alla commessa il tipo di abiti che volevamo provare, dopo qualche minuto la commessa ci portò un totale di 10 vestiti da provare. Poi si allontanò. Il primo che provai fu un tubino blu navy smanicato. Appena lo indossai Carla rimase a bocca aperta; era molto aderente e mi arrivava a metà coscia. Carla si avvicinò dietro di me, toccò il tubino in vari punti come per aggiustarlo, poi passò le sue braccia lungo i miei fianchi e da sotto mi prese i seni quasi a volerli soppesare, iniziò a baciarmi sul collo e sulla schiena poi si focalizzò sulle mie ginocchia “ ma sono perfette!” esclamò, le toccò, poi le massaggiò, infine le sue mani corsero fino a raggiungermi l’inguine, dove trovò la mia fica già bella calda, pronta a farsi massaggiare. Si alzò e si posizionò di fronte a me, prese il mio mento e mi baciò sprofondando la sua lingua nella mia bocca mentre la sua mano mi faceva un ditalino. Io risposi mordendo le su labbra con violenza, quasi a strappargliele. Aveva quelle labbra da far invidia a qualsiasi donna .Ridemmo. Poi toccò a lei, indossò lo stesso tubino con una taglia più piccola. Essendo biondina quel colore le risaltava ed era molto bella. Lei si guardò allo specchio, credo che fosse la prima volta che indossasse quel tipo d’abito. Le vedevo la felicità stampata sul viso. Sembrava una bambina che si pavoneggiava davanti allo specchio. Poi lesse il prezzo sul cartellino e inarcò le sopracciglia e il suo viso si deformò in modo buffo, era proprio simpatica senza volerlo, gli dissi “ non ti preoccupare è un regalo per te” “ no, no…non devi è molto caro” rispose. Feci una faccina arrabbiata e lei rise. Quando se lo tolse sfilò anche le mutandine e per la prima volta vidi in tutta la bellezza la sua fica, biondina e molto molto chiara. Non fui capace di resistere, volevo annusarla e assaporarla, chiusi il camerino a chiave. Lei intuì cosa aveva attratto la mia attenzione, alzò la gamba sinistra e la appoggiò su uno sgabello e con la mano destra si batteva la fica e poi disse “ Patrizia leccami, succhiami non ce la faccio più, ti prego nessuno prima di te …“ non la lasciai finire, mi inginocchiai, avvicinandomi ne sentivo l’odore dolce e acre, un mix incredibilmente attraente. Carla mi prese la testa e portò la mia bocca a contatto con quell’affascinante fica bionda. Ero stordita. Iniziai piano piano a baciare le labbra. Sentivo il corpo di Carla rispondere ai miei tentativi anche un po' goffi di andare in profondità con la lingua. Non so cosa mi prese ma iniziai a mordere tutto quello che potevo, mi sembravo impazzita, sentivo l’odore di fica appiccicato sul mio naso, poi la presi per i fianchi e la voltai, mi ritrovai davanti al suo culetto bianco, le aprii le natiche e vidi quella meraviglia. Quel buchetto era un bottoncino marrone chiaro quasi roseo, perfetto nella sua rotondità, stretto stretto e liscio, senza increspature, la punta della mia lingua si insinuò al centro del bottoncino, Carla sussultò, poi sempre con la punta della lingua cominciai a percorrere la circonferenza di quel magnifico buco “ Ohhhhh come mi piace, fallo di nuovo, non ti fermare, sverginami Patrizia” imprecò. Insalivai il mio dito medio e tentai di infilarlo ma lei mi fermò, mi tenne la mano, gli faceva male. Io stavo godendo, la mia fica lacrimava, ma dovevamo smettere. Anche se erano passati pochissimi minuti era comunque rischioso, ma volevo continuare non potevo resistergli. Carla ebbe lo stesso pensiero e molto giudiziosamente prendendomi le mani mi fece alzare, poi tremando per l’emozione mi chiese “ Patrizia mi ami?” in quel preciso momento capii che Carla non voleva solo sesso nudo e crudo e risposi senza rendermene conto “ Sì” lei si mise le due mani sulla bocca, con gli occhi sgranati, evidentemente non si aspettava quel sì, mi abbraccio dicendomi “ Non ci credo, non posso crederci amore mio” mi guardava fissa negli occhi e mi accarezzava il viso “Sei il mio primo e unico amore Patrizia” e una lacrima gli rigò il viso, anch’io mi commossi. Quella sera ritornammo a casa con una quantità ragguardevole di buste e bustine e una nuova consapevolezza di noi, dei nostri corpi, del nostro piccolo e infinito amore e di un forte odore di fica nella mia auto . Francesco era già a casa e stava intrattenendo i bimbi, quando ci vide si meravigliò vedendo tutte quelle buste. Si alzò per salutare Carla che non aveva mai conosciuto solo sentito parlare da me. Si diedero dei baci sulla guance e poi Francesco le disse che Patrizia parlava spesso di lei. Carla mi guardò con un sorriso complice “ spero che ne abbia parlato bene” rispose. Francesco ci disse che aveva ordinato delle pizze per cena, i bimbi erano felici. Io andai sopra e mi misi comoda. Quando scesi trovai Carla e Francesco seduti sul divano che conversavano allegramente, scoprirono che erano due ballerini di lunga data. Gli chiesi di darne una prova, ovviamente sapevo delle doti di ballerino classico di Francesco. Lui non perse tempo si rivolse a Carla e disse “ Valzer?” Carla annuì. Francesco infilò un Cd nel lettore e la stanza si riempì del suono di un valzer, credo Waltz n.2. Francesco la prese e iniziarono a volteggiare, erano incredibili, quello che mi colpì di più fu la leggerezza nei movimenti che mostravano entrambi, ma Carla era superba, di una grazia mai vista! Alla fine tutti applaudimmo esaltati. A cena mi sedetti tra Carla e Francesco, mentre si parlava spensieratamente senza accorgermene, sotto il tavolo, presi le mai di entrambi e le strinsi forte. Sì, erano i miei due amori, nessun altro tra di noi, erano tutta la mia vita. Quando congedai Carla e i suoi figli, lei mi baciò e mi ringraziò per la serata, per il regalo e disse che dopo tanti anni si sentiva finalmente felice. La vidi salire in auto e mi mando dei bacetti, mi sembrava puerile ma Carla era questa, un’anima semplice. Chiesi a Francesco “ Ti piace?” lui rimase imbarazzato dalla mia domanda, ma sapevo che gli piaceva e gli diedi un colpo sul suo avambraccio tenendo un breve broncio giocoso “ non ci provare con lei!” lo redarguì. Domenica mattina la chiamai e la invitai in parrocchia per l’ultima prova del coro. Alle 17 Carla era seduta, con i suo figli, insieme a Francesco in prima fila. Don Vincenzo e suor Angela anche loro in prima fila e poi tutti i genitori. I ragazzi del coro, compresi i miei figli, era già disposti con suor Pasqualina pronta a dirigerli. Entrai. Quella sera mi vestii come al solito molto pratica con la mia felpa marrone, jeans e i miei scarponcini neri . Avevo i capelli raccolti a coda di cavallo. Mi sedetti davanti al piano. Appoggiai le mani sulla tastiera. Guardai verso la platea, poi verso Suor Pasqualina che aspettava il segnale per l’attacco, ma non lo diedi. Feci un respiro profondo e iniziai. Dal piano uscirono le prime note, ma non erano quelle che tutti si aspettavano. Era la prima parte di Koln concert di Jarrett, non riuscivo a capire perché lo stessi suonando, era un pezzo che a casa suonavo spesso quando ero giù e ogni volta che lo suonavo sentivo un fremito indescrivibile, che non so spiegare a parole, un misto di nostalgia, smarrimento, dolore, tristezza e speranza, qualcosa che mi colpiva direttamente lo stomaco. La platea rimase muta, il coro pure. Io non vedevo nulla e non sentivo nulla intorno a me. Solo le mie mani e il suono magico di Jarret. Tutte le emozioni di quell’incredibile anno mi uscirono dal mio corpo attraverso le mani e spingevano sui tasti. In quel momento non ero più Patrizia la puttana, la porca, la lesbica, la ragazza della parrocchia, la moglie, la mamma, ero me stessa, solo patrizia. Quel suono esprimeva la mia nuova vita e la mia scoperta della sessualità libera e autentica. Quando smisi di suonare, un silenzio si impossessò dell’aula, nessuno fece nulla, vidi Carla che mi fissava sbalordita, lei aveva capito, prese Francesco per mano e scattarono in piedi applaudendo seguiti da tutti i presenti. Mi alzai, vidi Francesco e Carla sorridenti che mi guardavano emozionati dalla mia esibizione, ma io vidi solo tre principianti assoluti.
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