Patrizia: una moglie principiante assoluta. Parte seconda

di
genere
etero

Entrai in ascensore, mi sentivo tesa come non mai, le mie mani tremavano, ma la tensione aumento quando senti la mano di Domenico avanzare sulle mie cosce, arrivo fino alla mica fica, come l’aveva chiamata lui, il suo dito medio e indice si facevano strada tra il pelo della mia fica finche non trovarono le labbra, le tirava e le strofinava, il mio viso avvampò, mi agitavo, i colleghi ogni tanto mi davano delle occhiate per capire se stessi bene, poi il suo dito, grosso e massiccio entro in fica e per 10 secondi lo muoveva come fosse un pene, allargai leggermente le gambe per facilitare la penetrazione, ero eccitata all’inverosimile e la mi fica inondò la mano di Domenico. Quando arrivai al piano scappai al bagno, a testa bassa, senza guardare nessuno. Ansimavo, alzai la gonna, avevo la fica tutta bagnata, presi della carta e la pulii, allo specchio il mio viso era rosso come non mai. In ufficio riflettei sugli eventi dei giorni precedenti e poi presi la mia decisione.
Il pomeriggio chiamai l’ufficio degli usceri mi rispose Michele, gli dissi se potesse dire a Domenico di venire nel mio ufficio urgentemente. Dopo 5 minuti Domenico si presentò davanti alla porta del mio ufficio, “entri e chiuda la porta” dissi. Mi alzai “Senta Domenico, quello che è avvenuto nei giorni passati si è concluso oggi, dico Basta! lei starà al suo posto, per lei sarò invisibile, altrimenti ci saranno conseguenze spiacevoli per lei e, mi dispiace dirlo, anche per la sua famiglia. Ora può andare”. Sembrava avesse capito. Si avvio verso la porta, ma si fermo. Chiuse a chiave la porta e ritorno verso la mia scrivania, la oltrepassò e chiuse la grossa tenda dietro me. Avevo paura., non sapevo cosa gli passasse per la testa. Si avvicino s si tiro giù i pantaloni e le mutande e disse “Troia ciuccia il cazzo!” Davanti a me avevo un cazzo enorme, scuro, con un glande violaceo e gigantesco, il corpo era percorso da grosse vene che lo rendevano ancor più mostruoso. Ero paralizzata con gli occhi fissi su quel cazzo. Quello di Francesco era bianco e liscio e nettamente più piccolo. Senti la sua mano sinistra afferrarmi la coda di cavallo della mia acconciatura, mi porto il viso a pochi centimetri dal cazzo e poi con la destra cominciò a colpirmi il viso “puttana senti come è tosto” mi strusciava la cappella sulla gola, poi spinse la cappella sotto il naso e sentii l’odore acro del cazzo non proprio pulito. Non riuscivo a parlare e poi disse” apri questa bocca maiala” mi mise la cappella sulle labbra sbavandomi il rossetto rosa, vista la mia resistenza con il pollice e l’indice mi strinse le guance e io automaticamente aprii appena la bocca e lui ci infilò la cappella ed entro con il cazzo “ ciuccia!” disse. Io in completa transe cominciai a ciucciare quel incredibile cazzo, mi chiedeva di mordere la cappella e io la mordevo, mi chiedeva di lavorare con la lingua e la mia lingua girava attorno alla cappella dandogli ogni tanto dei colpetti. Lui spingeva “ingoialo tutto pompinara”, “non ce la faccio e troppo grosso” risposi. A un tratto lo sfilo dalla mia bocca cominciò a masturbarsi freneticamente e d’improvviso fui colpita da un getto di sperma sul viso, il secondo schizzo mi arrivo sulla lingua e poi un terzo quasi fino in gola. “ Non sputare, tienilo in bocca” ordinò. Obbedii. Le ultime gocce di sperma me le spalmò sul viso. Alla fine si rimise apposto, si voltò e usci. Rimasi là, inebetita per qualche minuto con lo sperma che mi colava sulla camicetta. Per la priva volta nella mia vita avevo fatto un pompino, un pompino violento. Mi pulii il viso e sputai lo sperma sul fazzoletto. Tutta la mia faccia odorava di cazzo e sperma, una sensazione di eccitazione pervadeva la mia mente e il mio corpo. Ripetei “il mio primo pompino” e per la prima volta mi sentii una vera puttana. No, con Domenico non era ancora finita. Non era finita ma io volevo il controllo, non potevo lasciarlo a Domenico.
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2025-09-15
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