Scopata nel capanno di mio zio

di
genere
incesti

SCOPATA NEL CAPANNO DI MIO ZIO
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Gli avvenimenti che mi accingo a raccontare risalgono a molti anni fa, quando io ero ancora una ragazza ingenua e curiosa.
Avevo appena sostenuto la prova orale degli esami di stato nel liceo della mia città.
Ero felicissima per il risultato conseguito e mi accingevo a iscrivermi alla facoltà di giurisprudenza dell'Università di Torino: la professione di avvocato mi intrigava.
Di lì a qualche giorno sarei partita per le Isole Tremiti, dove sarei stata ospite per due settimane di mio zio.
Il fratello di mio padre era un uomo molto attraente, con quella sua aria da avventuriero di cultura, che all'aspetto del marinaio senza radici univa la sembianza del narratore affascinante di storie di vita.
Mio zio venne a prendermi in stazione e poi in barca arrivammo sul piccolo arcipelago.
Era da qualche anno che non mi vedeva e rimase subito impressionato dalla mia figura: alta, capelli lunghi e neri, slanciata ma con tette considerevoli e sode: "Non mi aspettavo proprio di trovarmi di fronte una ragazza così avvenente...", mi disse guardandomi negli occhi, mentre io provavo un brivido di eccitazione.
Durante la traversata mi raccontò, nel suo modo fascinoso, di come e perchè decise di acquistare casa a San Domino, su quell'isolotto sperduto nell'Adriatico in cui per dieci mesi all'anno si vive lontano da tutti e da tutto.
Nei primi giorni presi conoscenza dei luoghi, del mare, delle calette rocciose.
Poi, una mattina, mio zio mi chiese se ero interessata a visitare il suo capanno sul mare, che si era costruito per quando voleva andare a pesca o per quando desiderava restare completamente isolato, in quei periodi in cui ricercava l'assoluta solitudine.
Posto in cima a un promontorio a picco sul mare, il capanno dello zio godeva di una splendida vista.
Ne fui entusiasta e comincia a prenderci confidenza.
Ero affacciata al balconcino, respiravo intensamente l'aria salmastra portata dal vento, i miei capelli volteggiavano disordinati, quando mio zio si avvicinò a me e accarezzandomi i capelli mi chiese se ero felice.
Certo che lo ero, molto, gli risposi guardandolo intensamente negli occhi che gli brillavano di desiderio.
Così non reagii quando la sua mano scese sulle mie tette e cominciò ad accarezzarmi i capezzoli, già duri e sensibili.
"Ti piace?", mi chiedeva suadente, e io ansimando leggermente rispondevo di sì, dimenandomi un pò per il piacere.
"Allora spogliati", mi disse deciso, e non me lo feci ripetere due volte.
"Lentamente...", mi disse guardandomi con desiderio.
E così, con gesti calmi e misurati iniziai a togliermi la maglietta, i pantaloncini, il reggiseno e infine gli slip.
Mi muovevo come al suono di una musica inesistente, mentre lui mi accarezzava dappertutto.
Mi condusse sul letto, dove mi fece allungare e, allargate le mie gambe, prese a leccarmi la fica, già umida di umori.
"Sei vergine?"
Naturalmente no, zio.
"E di culo?", mi chiese accarezzandomi il buco con le dita.
Si, quello si, zio, risposi con un filo di voce.
Lo vidi spogliarsi, afferrarmi per i capelli e spingermi in giù: "Fammi vedere cosa sai fare con la bocca", mi disse mettendomi il suo cazzo in bocca.
Afferrai il suo cazzo con la mano e nel contempo iniziai a leccarlo con avidità.
Divenne subito duro.
"Voglio vedere la mia sborra che ti va sulla lingua", mi disse ansimando, e nel giro di pochi secondi, mentre lo segavo con la bocca aperta e la lingua di fuori, sentii il suo sperma caldo sulla mia lingua.
Continuai a segarlo vorticosamente, fino a che i fiotti cessarono e allora lui mi afferrò per il mento e mi disse che voleva vedermi mentre ingoiavo la sua sborra.
Alzai la testa, lo guardai intensamente negli occhi, chiusi la bocca e ingoiai tutto.
Poi mi leccai le labbra con la lingua per raccogliere la sborra attorno alla bocca, mentre lui di nuovo ficcò il suo cazzo nella mia bocca per le ultime leccate.
"Ti piacerebbe scopare con un mio amico?", mi chiese con aria complice.
"In tre sarebbe bello", risposi mentre con le dita mi ripulivo dallo sperma ancora presente.
"Allora domani. Vuoi restare qui, al capanno, o torni a casa?"
"Mi piacerebbe restare qui, da sola", risposi eccitata.
"Allora ci vediamo domattina - mi disse andando via - Per mangiare ci sono le provviste nella credenza".
Fu una notte eccitante, all'insegna della tensione e della libertà.
Nel buio assoluto le stelle brillavano in cielo come diamanti, mentre le voci degli animali notturni risuonavano misteriosi in una atmosfera incantata.
La mattina successiva ero appena risalita dalla caletta sottostante, dove avevo nuotato nel mare limpido che si perdeva in una grotta che incuteva timore, quando vidi arrivare mio zio con un altro signore: sulla cinquantina, aria da pescatore.
Ero ancora in costume, quando mio zio mi condusse in camera e mi disse di spogliarmi.
Obbedii, mentre anche lui e l'amico si spogliavano.
Poi mi zio si sedette su una sedia, mentre il suo amico veniva verso di me.
"Adoro guardare", mi disse mio zio in risposta a un mio sguardo interrogativo.
"Tu scopa col mio amico, ed è come se anche io scopassi con te", mi disse mentre si accarezzava il cazzo.
Annuii col capo, mentre l'uomo cominciava a baciarmi le tette e ad accarezzarmi la fica.
Mi stesi sul letto.
"No, prima fagli un pompino", mi disse mio zio.
Allora mi rialzai, mi inginocchiai davanti all'uomo, gli presi in mano il cazzo, lo misi in bocca e iniziai a fargli un pompino.
Quando il suoi cazzo fu gonfio e rigido tornai a stendermi sul letto, con le gambe larghe, mentre l'uomo, col cazzo in mano, mi allargò la fica e prese a penetrarmi.
L'uomo cominciò a spingere forte mentre con le grosse mani mi stringeva le tette, e io iniziai a sentirmi piena, a godere, mentre vedevo mio zio che ci guardava eccitato e si segava con piacere.
"Vai tu sopra, voglio vedere il tuo culo", mi disse mio zio.
E io obbedii all'istante.
Feci uscire l'uomo, che si stese sul letto, e io lo cavalcai, col cazzo nella mia fica che desiderava ancora essere sbattuta.
Iniziai a cavalcare a ritmo sempre più rapido, mentre l'uomo mi strizzava i capezzoli con vigore e ansimava eccitato.
"Non farti sborrare nella fica. In bocca, capito?", mi urlò mio zio con voce incerta mentre continuava a segarsi..
Annuii con la testa mentre venivo ancheggiando e ululando di piacere, e proprio in qual mentre l'uomo, che stava per sborrare, mi spostò con decisione, si alzò in piedi e mi afferrò per i capelli.
Mi inginocchiai immediatamente davanti a lui, aprii la bocca e cacciai la lingua giusto in tempo per essere investita da un fiotto di sborra potente che mi colpi prima sugli occhi e poi in bocca.
Con la lingua andavo alla ricerca della sborra che continuava a uscire da quel cazzo fremente, mentre udii mio zio urlare: "Fammi vedere! La tua bocca, la tua bocca piena di sborra!"
E così, quando finalmente i getti di sperma cessarono, spalancai la bocca e mi girai verso mio zio che, proprio in quel momento, sborrava a sua volta con un getto che mi ricordò una piccola fontana.
Ingoiai tutta la sborra che avevo in bocca e poi ripresi il cazzo dell'uomo per leccarlo avidamente, mentre lui con le sue dita grosse e ruvide andava a raccogliere la sborra sul mio viso per farmela leccare.
"Lecca tutto, lecca per bene", mi diceva mio zio guardandomi eccitato, e io continuai a leccare il cazzo del suo amico fino a quando non divenne moscio del tutto.
"Ora vieni qua", mi disse mio zio.
Andai da lui, mi fece inginocchiare e mi disse di leccare per bene il suo cazzo e la sua sborra.
Lo feci.
Lentamente, guardandolo negli occhi, presi a leccargli il cazzo ancora sporco di sperma, con la lingua andai a raccogliere la sborra che si era depositata sulla sua pancia e sulle sue mani, leccando avidamente la sua pelle, mentre il suo amico, che mi guardava ancora incuriosito ed eccitato, si rivestiva soddisfatto.
di
scritto il
2025-09-13
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