Mio nipote all'improvviso
di
Ladyam
genere
incesti
MIO NIPOTE ALL'IMPROVVISO
By @lady_aemme e @lady_aemme_bis
Sono su instagram, spesso bannata.
@seduzioneamaranto è il mio indirizzo telegram, dove mi mostro senza censure
Qualche giorno fa, dopo essere rientrata dalle vacanze liguri, ero nel mio studio.
Avevo appena terminato di parlare col mio ultimo cliente, che avevo accompagnato alla porta.
Anche lui, finalmente, era andato via.
Ero stanca morta, e anche quella sera, tanto per cambiare, sarei tornata a casa tardi e stravolta.
Stavo scrivendo un'ultima relazione, ero alle battute finali, quando la mia segretaria entrò per dirmi che c'erano due ragazzi, senza appuntamento, che avevano un caso urgente.
Esitai un attimo.
"Vabbè, vediamo di che si tratta, falli entrare", le dissi sconsolata.
Qualche secondo e restai con la penna a mezz'aria come una scema.
Mio nipote Federico e un altro ragazzo si presentarono davanti a me: "Abbiamo un problema urgente da risolvere, avvocato, ci può aiutare? Per favore?", disse mio nipote con una faccia che avrei riempito volentieri di sberle.
Congedai in fretta la mia segretaria: "Vai pure, ci penso io. Ci vediamo domani", le dissi, e attesi di sentire la porta dello studio chiudersi dietro di lei.
"Ora mi spieghi cosa cazzo fai qua", dissi alterata a mio nipote alzandomi in piedi e andando verso di lui.
"Calma zietta. Sto lavorando per te, non ti arrabbiare. Dovresti ringraziarmi invece", mi disse sorridendo con la sua faccia da sberle.
"Ma cosa dici...che vuoi? Che fai qui?", gli chiesi in evidente stato di esasperazione.
"Ricordi l'imprenditore schifosamente ricco? Ah, ecco, vedo che cominci a capire...", mi disse mentre io interdetta cercavo di capire dove volesse arrivare.
"Lui è Matteo, il mio carissimo amico Matteo. Il figlio dell'imprenditore schifosamente ricco", mi disse indicando il ragazzo a fianco a lui.
"Avvocato, buonasera", disse il ragazzo accennando a un leggero inchino.
Restai per un attimo incerta sul da farsi.
"Ciao, piacere di conoscerti", dissi con voce cauta mentre pensavo a come uscire da quella situazione.
"Vedi zietta, Matteo è rimasto letteralmente folgorato da quello che gli ho raccontato e dice che parlerà subito di te a suo padre, che di certo farà follie per una come te..."
Ascoltavo e cominciavo a incazzarmi.
La rabbia mi stava salendo inarrestabile soprattutto per il tono ironico che mio nipote stava utilizzando.
"Però prima vorrebbe metterti alla prova"
"Che cosa?", gli urlai in faccia furibonda.
"Ma cosa cazzo vi siete messi in testa voi due. Fuori di qui!", urlai indicando col braccio teso e l'indice deciso la porta.
"E dai zietta, non fare la santarella. Guarda che conviene anche a te. Anzi, soprattutto a te. Il padre pende dalle labbra di Matteo, e se Matteo gli racconta certe cose...mi capisci zietta?"
Ero furibonda.
Ricattata da quei due sbarbatelli.
Stavo in silenzio, pensierosa, incerta se sbatterli fuori a calci nel culo o fare finta di niente.
Riflettevo su come comportarmi.
Era pur sempre mio nipote, il figlio di mia sorella maggiore...e cazzo!
Cercai di calmarmi.
"Quindi, cosa volete? Non ho ancora capito", chiesi con voce che mi sforzai di far sembrare tranquilla.
"Ricordi al mare, zietta? Quanto ti è piaciuto scopare con me? Ora siamo in due: divertimento doppio per te", mi disse mio nipote mentre cominciava ad accarezzarmi le tette e a baciarmi sul collo e sul viso.
Lo lasciai fare.
Stavo ancora riflettendo su quale fosse il comportamento migliore da tenere.
I due ragazzi erano già in fase di piena eccitazione, io per contro ero stanca, sfinita, una giornata intera di discussioni: non ero nelle condizioni di discutere ancora.
Mi lasciai andare, sconfitta.
Rimasi ferma, in piedi, mentre loro due cominciarono a darsi da fare.
Presero a spogliarmi.
Mi tolsero la giacca, mi sbottonaron la camicetta, mi sfilarono la gonna.
Restai in intimo.
Mio nipote prese quindi a slacciarmi il reggiseno, mentre l'altro si chinò e mi tolse gli slip di pizzo nero, facendoli volare via.
E mentre mio nipote mi strizzava le tette, mi leccava i capezzoli e mi baciava dappertutto, l'altro aveva allargato la mia fica con le mani e aveva iniziato a leccarmi il clitoride, per poi penetrare in profondità, dentro le labbra della fica, già umida di umori.
"Vatti a mettere su quel divano zietta", mi disse mio nipote mentre si spogliavano.
"Come vuoi che mi metta?", gli chiesi con voce rassegnata.
"A quattro zampe, zietta, come una vera troia", mi rispose mentre, col cazzo in mano mi raggiungeva.
Li osservai.
L'amico era ancora più dotato di mio nipote.
Il suo cazzo, già pronto e teso, era un calibro 23, con un considerevole diametro.
Chissà nel mio culo, pensai guardandolo, e intanto cominciai a eccitarmi.
Ma si, cazzo, pensai in un impeto di egoistico piacere: una scopata può essermi utile a scaricare tutte le tensioni accumulate, e mi accomodai sul grande divano nero, ancheggiando leggermente e passandomi la lingua sulle labbra.
Matteo venne a mettersi in piedi davanti a me e, afferratami per i capelli, mi pianto' il suo cazzo in bocca.
Era davvero grosso.
Facevo fatica, rischiavo che la mandibola si slogasse.
Presi a leccarlo mentre con una mano lo segavo velocemente.
Mio nipote intanto si era piazzato sotto di me e aveva preso a baciarmi le tette, a stringerle, accarezzarle, strizzarle, leccando i capezzoli.
Quindi con una mano mi allargò la fica pelosa e con l'altra impugnò il suo cazzo e mi penetrò con vigore.
Un colpo secco che per qualche attimo mi lasciò senza fiato, poi prese a spingere, sempre più giù, fino a quando tutto il suo cazzo fu dentro la mia fica e iniziò a pompare con colpi ritmati e potenti.
Matteo uscì dalla mia bocca e andò a prendermi di dietro.
Mi afferrò il culo con le mani, lo allargò e ci tuffò la lingua, che prese a leccare il buco con giovanile avidità, riempiendolo di saliva.
Mi ficcò prima una e poi due dita nel culo per dilatarlo e poi, appoggiato il suo cazzo al buco, prese a spingere con decisione.
Mio Dio che cazzo di sensazione!
Un dolore intenso seguito subito dopo, non appena la grossa cappella si fu intrufolata nel buco, da un piacere intenso e inaspettato.
Il ragazzo prese a spingere con vigore e io mi sentii davvero riempita all'inverosimile.
Fica e culo mi bruciavano di piacere, infuocati da quei giovani cazzi che spingevano come assatanati e, mentre venivo sbattuta come la più porca delle troie, venni ansimando e dimenandomi senza controllo.
Emisi un urlo liberatorio e continuai a dimenarmi fino a quando sentii la mia fica e il mio culo invasi, quasi contemporaneamente, da liquidi caldi e viscosi che, a fiotti, andavano a riempire i miei buchi affamati.
Continuarono a spingere a lungo, anche dopo aver finito di sborrami dentro, fino a quando i due cazzi non cominciarono ad afflosciarsi.
A quel punto uscirono e mi si piazzarono davanti per farmeli leccare.
Lo feci con avidità, assaporando le gocce di sperma che ancora, lentamente defluivano dai due cazzi.
Intanto sentivo la sborra fuoriuscire lentamente dalla mia fica e dal culo.
Mio nipote, attento, andò con la mano a raccogliere lo sperma che defluiva, e me lo mise in bocca.
Leccai avidamente la sua mano, gustando il sapore della loro sborra.
Federico fece quell'operazione tre volte: "lecca zietta, lecca lurida troia", mi diceva mentre mi metteva le dita in bocca, e io ubbidiente leccavo voracemente.
I due ragazzi, con i cazzi definitivamente sgonfi, si staccarono da me, ma continuando a mantenere li sguardo fisso su di me come ipnotizzati.
"Ora devo andare ragazzi, è tardissimo", dissi alzandomi, e iniziai a rivestirmi.
"Lo zio sarà preoccupato vero?", mi chiese ironico mio nipote.
"Sei un porco, caro nipotino, lo sai?", gli dissi dandogli un buffetto sulla guancia.
"E tu una troia meravigliosa, zia. Ti amo, zoccola mia", mi disse appioppandomi un bacio sulle labbra.
"E tu, Matteo, non dici nulla?", chiesi all'amico di mio nipote mentre mettevo il reggiseno e davo le spalle a mio nipote per farmelo allacciare.
"Sono certo che mio padre impazzirà per lei signora: è davvero straordinaria", rispose un po' intimidito.
"Basta, sei insaziabile", dissi a mio nipote spintonandolo per allantonarlo da me, visto che aveva ripreso ad accarezzarmi e baciarmi.
"È più forte di me zia: sono pazzo di te. Ti adoro..."
"Sai quante ne incontrerai caro nipotino?", gli dissi in tono di scherno mentre, chinata, mi rimettevo gli slip.
"Ti amerò per sempre zia: non esiste una troia più affascinante di te", mi diceva guardandomi con desiderio mentre mi abbottonavo la camicetta.
"Fuori, fuori...", dissi loro mentre di tutta fretta indossavo la giacca e li spingevo verso l'uscita.
Uscimmo, e, mentre chiudevo alle mie spalle la porta dello studio, pensavo che mio nipote era un ragazzo davvero sorprendente...un adorabile disgraziato, che avrei volentieri preso a sberle.
By @lady_aemme e @lady_aemme_bis
Sono su instagram, spesso bannata.
@seduzioneamaranto è il mio indirizzo telegram, dove mi mostro senza censure
Qualche giorno fa, dopo essere rientrata dalle vacanze liguri, ero nel mio studio.
Avevo appena terminato di parlare col mio ultimo cliente, che avevo accompagnato alla porta.
Anche lui, finalmente, era andato via.
Ero stanca morta, e anche quella sera, tanto per cambiare, sarei tornata a casa tardi e stravolta.
Stavo scrivendo un'ultima relazione, ero alle battute finali, quando la mia segretaria entrò per dirmi che c'erano due ragazzi, senza appuntamento, che avevano un caso urgente.
Esitai un attimo.
"Vabbè, vediamo di che si tratta, falli entrare", le dissi sconsolata.
Qualche secondo e restai con la penna a mezz'aria come una scema.
Mio nipote Federico e un altro ragazzo si presentarono davanti a me: "Abbiamo un problema urgente da risolvere, avvocato, ci può aiutare? Per favore?", disse mio nipote con una faccia che avrei riempito volentieri di sberle.
Congedai in fretta la mia segretaria: "Vai pure, ci penso io. Ci vediamo domani", le dissi, e attesi di sentire la porta dello studio chiudersi dietro di lei.
"Ora mi spieghi cosa cazzo fai qua", dissi alterata a mio nipote alzandomi in piedi e andando verso di lui.
"Calma zietta. Sto lavorando per te, non ti arrabbiare. Dovresti ringraziarmi invece", mi disse sorridendo con la sua faccia da sberle.
"Ma cosa dici...che vuoi? Che fai qui?", gli chiesi in evidente stato di esasperazione.
"Ricordi l'imprenditore schifosamente ricco? Ah, ecco, vedo che cominci a capire...", mi disse mentre io interdetta cercavo di capire dove volesse arrivare.
"Lui è Matteo, il mio carissimo amico Matteo. Il figlio dell'imprenditore schifosamente ricco", mi disse indicando il ragazzo a fianco a lui.
"Avvocato, buonasera", disse il ragazzo accennando a un leggero inchino.
Restai per un attimo incerta sul da farsi.
"Ciao, piacere di conoscerti", dissi con voce cauta mentre pensavo a come uscire da quella situazione.
"Vedi zietta, Matteo è rimasto letteralmente folgorato da quello che gli ho raccontato e dice che parlerà subito di te a suo padre, che di certo farà follie per una come te..."
Ascoltavo e cominciavo a incazzarmi.
La rabbia mi stava salendo inarrestabile soprattutto per il tono ironico che mio nipote stava utilizzando.
"Però prima vorrebbe metterti alla prova"
"Che cosa?", gli urlai in faccia furibonda.
"Ma cosa cazzo vi siete messi in testa voi due. Fuori di qui!", urlai indicando col braccio teso e l'indice deciso la porta.
"E dai zietta, non fare la santarella. Guarda che conviene anche a te. Anzi, soprattutto a te. Il padre pende dalle labbra di Matteo, e se Matteo gli racconta certe cose...mi capisci zietta?"
Ero furibonda.
Ricattata da quei due sbarbatelli.
Stavo in silenzio, pensierosa, incerta se sbatterli fuori a calci nel culo o fare finta di niente.
Riflettevo su come comportarmi.
Era pur sempre mio nipote, il figlio di mia sorella maggiore...e cazzo!
Cercai di calmarmi.
"Quindi, cosa volete? Non ho ancora capito", chiesi con voce che mi sforzai di far sembrare tranquilla.
"Ricordi al mare, zietta? Quanto ti è piaciuto scopare con me? Ora siamo in due: divertimento doppio per te", mi disse mio nipote mentre cominciava ad accarezzarmi le tette e a baciarmi sul collo e sul viso.
Lo lasciai fare.
Stavo ancora riflettendo su quale fosse il comportamento migliore da tenere.
I due ragazzi erano già in fase di piena eccitazione, io per contro ero stanca, sfinita, una giornata intera di discussioni: non ero nelle condizioni di discutere ancora.
Mi lasciai andare, sconfitta.
Rimasi ferma, in piedi, mentre loro due cominciarono a darsi da fare.
Presero a spogliarmi.
Mi tolsero la giacca, mi sbottonaron la camicetta, mi sfilarono la gonna.
Restai in intimo.
Mio nipote prese quindi a slacciarmi il reggiseno, mentre l'altro si chinò e mi tolse gli slip di pizzo nero, facendoli volare via.
E mentre mio nipote mi strizzava le tette, mi leccava i capezzoli e mi baciava dappertutto, l'altro aveva allargato la mia fica con le mani e aveva iniziato a leccarmi il clitoride, per poi penetrare in profondità, dentro le labbra della fica, già umida di umori.
"Vatti a mettere su quel divano zietta", mi disse mio nipote mentre si spogliavano.
"Come vuoi che mi metta?", gli chiesi con voce rassegnata.
"A quattro zampe, zietta, come una vera troia", mi rispose mentre, col cazzo in mano mi raggiungeva.
Li osservai.
L'amico era ancora più dotato di mio nipote.
Il suo cazzo, già pronto e teso, era un calibro 23, con un considerevole diametro.
Chissà nel mio culo, pensai guardandolo, e intanto cominciai a eccitarmi.
Ma si, cazzo, pensai in un impeto di egoistico piacere: una scopata può essermi utile a scaricare tutte le tensioni accumulate, e mi accomodai sul grande divano nero, ancheggiando leggermente e passandomi la lingua sulle labbra.
Matteo venne a mettersi in piedi davanti a me e, afferratami per i capelli, mi pianto' il suo cazzo in bocca.
Era davvero grosso.
Facevo fatica, rischiavo che la mandibola si slogasse.
Presi a leccarlo mentre con una mano lo segavo velocemente.
Mio nipote intanto si era piazzato sotto di me e aveva preso a baciarmi le tette, a stringerle, accarezzarle, strizzarle, leccando i capezzoli.
Quindi con una mano mi allargò la fica pelosa e con l'altra impugnò il suo cazzo e mi penetrò con vigore.
Un colpo secco che per qualche attimo mi lasciò senza fiato, poi prese a spingere, sempre più giù, fino a quando tutto il suo cazzo fu dentro la mia fica e iniziò a pompare con colpi ritmati e potenti.
Matteo uscì dalla mia bocca e andò a prendermi di dietro.
Mi afferrò il culo con le mani, lo allargò e ci tuffò la lingua, che prese a leccare il buco con giovanile avidità, riempiendolo di saliva.
Mi ficcò prima una e poi due dita nel culo per dilatarlo e poi, appoggiato il suo cazzo al buco, prese a spingere con decisione.
Mio Dio che cazzo di sensazione!
Un dolore intenso seguito subito dopo, non appena la grossa cappella si fu intrufolata nel buco, da un piacere intenso e inaspettato.
Il ragazzo prese a spingere con vigore e io mi sentii davvero riempita all'inverosimile.
Fica e culo mi bruciavano di piacere, infuocati da quei giovani cazzi che spingevano come assatanati e, mentre venivo sbattuta come la più porca delle troie, venni ansimando e dimenandomi senza controllo.
Emisi un urlo liberatorio e continuai a dimenarmi fino a quando sentii la mia fica e il mio culo invasi, quasi contemporaneamente, da liquidi caldi e viscosi che, a fiotti, andavano a riempire i miei buchi affamati.
Continuarono a spingere a lungo, anche dopo aver finito di sborrami dentro, fino a quando i due cazzi non cominciarono ad afflosciarsi.
A quel punto uscirono e mi si piazzarono davanti per farmeli leccare.
Lo feci con avidità, assaporando le gocce di sperma che ancora, lentamente defluivano dai due cazzi.
Intanto sentivo la sborra fuoriuscire lentamente dalla mia fica e dal culo.
Mio nipote, attento, andò con la mano a raccogliere lo sperma che defluiva, e me lo mise in bocca.
Leccai avidamente la sua mano, gustando il sapore della loro sborra.
Federico fece quell'operazione tre volte: "lecca zietta, lecca lurida troia", mi diceva mentre mi metteva le dita in bocca, e io ubbidiente leccavo voracemente.
I due ragazzi, con i cazzi definitivamente sgonfi, si staccarono da me, ma continuando a mantenere li sguardo fisso su di me come ipnotizzati.
"Ora devo andare ragazzi, è tardissimo", dissi alzandomi, e iniziai a rivestirmi.
"Lo zio sarà preoccupato vero?", mi chiese ironico mio nipote.
"Sei un porco, caro nipotino, lo sai?", gli dissi dandogli un buffetto sulla guancia.
"E tu una troia meravigliosa, zia. Ti amo, zoccola mia", mi disse appioppandomi un bacio sulle labbra.
"E tu, Matteo, non dici nulla?", chiesi all'amico di mio nipote mentre mettevo il reggiseno e davo le spalle a mio nipote per farmelo allacciare.
"Sono certo che mio padre impazzirà per lei signora: è davvero straordinaria", rispose un po' intimidito.
"Basta, sei insaziabile", dissi a mio nipote spintonandolo per allantonarlo da me, visto che aveva ripreso ad accarezzarmi e baciarmi.
"È più forte di me zia: sono pazzo di te. Ti adoro..."
"Sai quante ne incontrerai caro nipotino?", gli dissi in tono di scherno mentre, chinata, mi rimettevo gli slip.
"Ti amerò per sempre zia: non esiste una troia più affascinante di te", mi diceva guardandomi con desiderio mentre mi abbottonavo la camicetta.
"Fuori, fuori...", dissi loro mentre di tutta fretta indossavo la giacca e li spingevo verso l'uscita.
Uscimmo, e, mentre chiudevo alle mie spalle la porta dello studio, pensavo che mio nipote era un ragazzo davvero sorprendente...un adorabile disgraziato, che avrei volentieri preso a sberle.
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