Matrigna golosa di sborra
di
Ladyam
genere
incesti
MATRIGNA GOLOSA DI SBORRA
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@ladyam.tales è la pagina Instagram
"Ma non dovevamo andare solo io e te?"
Chiesi infastidita a mio marito quando mi disse che insieme a noi sarebbero venuti anche i suoi due figli.
"È un regalo per il loro diploma. Glielo avevo promesso, tesoro", mi spiegava mentre si avvicinava per baciarmi.
Lo allontanai infastidita: "Va bene, vacanze rovinate. Me ne farò una ragione. Dovrò preparare pure a mangiare, magari lavare i piatti, rifare i letti...no?", chiesi furibonda mentre lo guardavo incazzata.
"Ma no, tesoro, faranno tutto loro, me ne occuperò io, ti assicuro. Tu avrai tutto il tempo libero per te, credimi..."
"Vaffanculo, tu e i tuoi figli. È da un anno che aspetto questo momento. Una vacanza tutta per me al mare, libera, spensierata..."
"Lo sarai, te lo giuro amore", mi disse mentre me ne andavo sbattendo la porta.
Avevamo affittato un grazioso villino ai piedi della rocca del castello di Lipari, con splendida vista sulla Marina Corta.
Quella mattina, stanca per il lungo viaggio del giorno prima, decisi di godermi me stessa.
Andai sullo splendido terrazzo a strapiombo sul mare e mi stesi sulla comoda sdraio.
Un libro come unico compagno e una caraffa di limonata ghiacciata poggiata accanto a me.
Riempiti il bicchiere e bevvi alcuni sorsi di limonata: che meraviglia!
Stavo leggendo, ma evidentemente mi ero appisolata, perché venni ridestata all'improvviso dal contatto di una mano sulle mie tette.
Aprii gli occhi, ma non vedevo niente perché la forte luce mi accecava.
Mi alzai in piedi e cominciai a guardarmi intorno: davanti a me vidi Paolo e Michele che mi guardavano con sorrisetti eccitati.
"E voi due che cazzo fate qua? Che volete?", chiesi in tono duro mentre con le mani cercavo di coprirmi le tette e la fica.
"Niente. Ci chiedevamo dove fossi...volevamo solo parlare un po' con te..."
"Toccandomi le tette come due porci?"
"Scusaci mammina, ma eri così bella...non abbiamo resistito"
"E non chiamatemi mammina: non sono vostra madre", dissi piccata.
"Beh, sei la moglie di nostro padre"
"A proposito di vostro padre, ma non dovevate essere con lui?"
"Ecco appunto, mammina, ci ha pregato di dirti che lui sarebbe stato tutto il giorno fuori con dei pescatori, per cui ci ha ordinato di farti compagnia e di essere a tua completa disposizione per qualunque cosa ti occorra. Qualunque..."
"Bene, ora sparite, che ho voglia di tornare a godermi questo sole", dissi loro facendo un eloquente e rapido gesto con la mano.
"Ti occorre qualcosa? Vuoi che ti portiamo qualcosa?", mi chiese Paolo che dei due era il più sfacciato e intraprendente.
"Hai voglia di qualcosa Annamaria? Di qualcosa di particolare?", mi diceva con voce bassa e suadente guardandomi negli occhi.
"Ho lasciato giù la crema per il corpo...", dissi in tono neutro senza finire la frase.
Qualche minuto dopo ero stesa a terra, sul mio asciugamano, mentre i due ragazzi mi spalmavano la crema sulla parte posteriore.
"Hai un culo stratosferico Annamaria", mi diceva mentre con le mani lo afferrava e lo allargava.
"Chissà come sarebbe bello sfondartelo..."
"Ne saresti capace?", chiesi in tono provocatorio.
"Mettimi alla prova, mammina...", mi disse mentre aveva cominciato a leccarmi il buco.
Mi fece sollevare per mettermi a quattro zampe, mentre continuava a leccarmi il culo.
Si tolsero i costumi.
Michele venne a posizionarsi sotto di me, la testa sotto la mia fica, mentre Paolo da dietro armeggiavan col mio culo.
Michele prese a leccarmi il clitoride, poi infilò la lingua nella fica e iniziò ad aspirare tutti i miei umori.
Io gli presi in bocca il cazzo, già duro, e iniziai un pompino con la lingua avvolgente.
Iniziavo a fremere di piacere, con la lingua di Michele che si insinuava in profondità nella mia fica, quando sentii il mio culo penetrato dal cazzo di Paolo, che dapprima con delicatezza e poi con crescente energia cominciò a spingere per andare in profondità.
Michele leccava con voracità, mentre con una mano mi strizzava i capezzoli fino quasi a farmi male.
Io lo pompinavo con energia quando all'improvviso sentii i suoi fiotti di sperma esplodermi in bocca.
Si agitava un po', mugolando sommessamente, mentre Paolo continua a spingere con energia.
Stavo godendo, e mentre ingoiavo la sborra di Michele venni anche io ansimando di piacere.
Sentii Michele leccare tutti i miei fluidi con avidità, mentre Paolo, al culmine del piacere, mi riempi' il culo con la sua sborra.
Sentii il liquido caldo invadermi, mentre continuavo a leccare con piacere il cazzo di Michele.
Restammo per un paio di minuti buoni in quella posizione, poi Paolo uscì e andò a prendere il bicchiere posto affianco alla sdraio con la limonata dentro.
Lo pose sotto il mio culo e mi disse: "Dai mammina, ricaccia la sborra dal culo così te la bevi, con questo caldo è quello che ci vuole..."
Obbedii un silenzio.
Mi impegnai un po'.
Sentii la sborra defluire dal mio culo, e poco dopo Paolo mi porse il bicchiere con la limonata e la sborra.
Lo presi, li guardai con occhi provocanti, e bevvi tutto il contenuto del bicchiere leccandomi le labbra.
"Ora potete anche andare - dissi loro congedandoli - ordinate qualcosa da mangiare. Poi nel pomeriggio andremo in spiaggia".
La vacanza era iniziata in modo imprevedibile, pensai, e quei due ragazzi avrebbero potuto renderla piacevole, molto piacevole e interessante.
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"Ma non dovevamo andare solo io e te?"
Chiesi infastidita a mio marito quando mi disse che insieme a noi sarebbero venuti anche i suoi due figli.
"È un regalo per il loro diploma. Glielo avevo promesso, tesoro", mi spiegava mentre si avvicinava per baciarmi.
Lo allontanai infastidita: "Va bene, vacanze rovinate. Me ne farò una ragione. Dovrò preparare pure a mangiare, magari lavare i piatti, rifare i letti...no?", chiesi furibonda mentre lo guardavo incazzata.
"Ma no, tesoro, faranno tutto loro, me ne occuperò io, ti assicuro. Tu avrai tutto il tempo libero per te, credimi..."
"Vaffanculo, tu e i tuoi figli. È da un anno che aspetto questo momento. Una vacanza tutta per me al mare, libera, spensierata..."
"Lo sarai, te lo giuro amore", mi disse mentre me ne andavo sbattendo la porta.
Avevamo affittato un grazioso villino ai piedi della rocca del castello di Lipari, con splendida vista sulla Marina Corta.
Quella mattina, stanca per il lungo viaggio del giorno prima, decisi di godermi me stessa.
Andai sullo splendido terrazzo a strapiombo sul mare e mi stesi sulla comoda sdraio.
Un libro come unico compagno e una caraffa di limonata ghiacciata poggiata accanto a me.
Riempiti il bicchiere e bevvi alcuni sorsi di limonata: che meraviglia!
Stavo leggendo, ma evidentemente mi ero appisolata, perché venni ridestata all'improvviso dal contatto di una mano sulle mie tette.
Aprii gli occhi, ma non vedevo niente perché la forte luce mi accecava.
Mi alzai in piedi e cominciai a guardarmi intorno: davanti a me vidi Paolo e Michele che mi guardavano con sorrisetti eccitati.
"E voi due che cazzo fate qua? Che volete?", chiesi in tono duro mentre con le mani cercavo di coprirmi le tette e la fica.
"Niente. Ci chiedevamo dove fossi...volevamo solo parlare un po' con te..."
"Toccandomi le tette come due porci?"
"Scusaci mammina, ma eri così bella...non abbiamo resistito"
"E non chiamatemi mammina: non sono vostra madre", dissi piccata.
"Beh, sei la moglie di nostro padre"
"A proposito di vostro padre, ma non dovevate essere con lui?"
"Ecco appunto, mammina, ci ha pregato di dirti che lui sarebbe stato tutto il giorno fuori con dei pescatori, per cui ci ha ordinato di farti compagnia e di essere a tua completa disposizione per qualunque cosa ti occorra. Qualunque..."
"Bene, ora sparite, che ho voglia di tornare a godermi questo sole", dissi loro facendo un eloquente e rapido gesto con la mano.
"Ti occorre qualcosa? Vuoi che ti portiamo qualcosa?", mi chiese Paolo che dei due era il più sfacciato e intraprendente.
"Hai voglia di qualcosa Annamaria? Di qualcosa di particolare?", mi diceva con voce bassa e suadente guardandomi negli occhi.
"Ho lasciato giù la crema per il corpo...", dissi in tono neutro senza finire la frase.
Qualche minuto dopo ero stesa a terra, sul mio asciugamano, mentre i due ragazzi mi spalmavano la crema sulla parte posteriore.
"Hai un culo stratosferico Annamaria", mi diceva mentre con le mani lo afferrava e lo allargava.
"Chissà come sarebbe bello sfondartelo..."
"Ne saresti capace?", chiesi in tono provocatorio.
"Mettimi alla prova, mammina...", mi disse mentre aveva cominciato a leccarmi il buco.
Mi fece sollevare per mettermi a quattro zampe, mentre continuava a leccarmi il culo.
Si tolsero i costumi.
Michele venne a posizionarsi sotto di me, la testa sotto la mia fica, mentre Paolo da dietro armeggiavan col mio culo.
Michele prese a leccarmi il clitoride, poi infilò la lingua nella fica e iniziò ad aspirare tutti i miei umori.
Io gli presi in bocca il cazzo, già duro, e iniziai un pompino con la lingua avvolgente.
Iniziavo a fremere di piacere, con la lingua di Michele che si insinuava in profondità nella mia fica, quando sentii il mio culo penetrato dal cazzo di Paolo, che dapprima con delicatezza e poi con crescente energia cominciò a spingere per andare in profondità.
Michele leccava con voracità, mentre con una mano mi strizzava i capezzoli fino quasi a farmi male.
Io lo pompinavo con energia quando all'improvviso sentii i suoi fiotti di sperma esplodermi in bocca.
Si agitava un po', mugolando sommessamente, mentre Paolo continua a spingere con energia.
Stavo godendo, e mentre ingoiavo la sborra di Michele venni anche io ansimando di piacere.
Sentii Michele leccare tutti i miei fluidi con avidità, mentre Paolo, al culmine del piacere, mi riempi' il culo con la sua sborra.
Sentii il liquido caldo invadermi, mentre continuavo a leccare con piacere il cazzo di Michele.
Restammo per un paio di minuti buoni in quella posizione, poi Paolo uscì e andò a prendere il bicchiere posto affianco alla sdraio con la limonata dentro.
Lo pose sotto il mio culo e mi disse: "Dai mammina, ricaccia la sborra dal culo così te la bevi, con questo caldo è quello che ci vuole..."
Obbedii un silenzio.
Mi impegnai un po'.
Sentii la sborra defluire dal mio culo, e poco dopo Paolo mi porse il bicchiere con la limonata e la sborra.
Lo presi, li guardai con occhi provocanti, e bevvi tutto il contenuto del bicchiere leccandomi le labbra.
"Ora potete anche andare - dissi loro congedandoli - ordinate qualcosa da mangiare. Poi nel pomeriggio andremo in spiaggia".
La vacanza era iniziata in modo imprevedibile, pensai, e quei due ragazzi avrebbero potuto renderla piacevole, molto piacevole e interessante.
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