Quella volta che Gianna si fece sbattere dallo zio Nicola e dallo zio Menotti...il matrimonio

di
genere
dominazione

Arrivò il giorno del matrimonio.
L’idea di civettare con Gianluca, mi faceva sorridere ed allo stesso tempo, ribrezzo; immaginavo, poi, la reazione della moglie, mia cugina Angela, figlia di una sorella di mio padre; avrei avuto gli occhi degli zii puntati, e mi piaceva l’idea di stuzzicare la loro eccitazione; e poi mi avevano promesso che mi avrebbero scopato a turno, nel bagno; ho sempre adorato farmi scopare nei bagni dei locali, meglio se le mogli, compagne, fidanzate, fossero presenti nella sala.
Mi vestii pensando a tutto questo.
Presi una gonna verde, abbastanza corta, elasticizzata ed aderente; una maglia bianca di pizzo, abbastanza trasparente; solito tacco12

Andai al matrimonio con i miei; come sempre, non fecero alcun commento sul mio outfit, ma osservai attentamente come mi guardava mio padre.
Ero seduta dietro, in macchina, e lo guardai, pensando “Chissà se davvero scoperemo insieme”; abbassai lo sguardo e sorrisi compiaciuta; stavo andando ad un matrimonio dove, probabilmente, mi sarei fatta scopare nei bagni.

Arrivammo in chiesa, la mamma si allontanò per salutare il parentado, io mi attardai con papà, anche perché non avevamo voglia di seguire la celebrazione e gli proposi di andare a prendere un caffè, in un bar lì vicino.
Accettò e ci dirigemmo verso il bar.
C’erano i tavolini fuori e ci sedemmo, ne approfittai per accavallare le gambe, far ritrarre quasi completamente la minigonna ed essere ben in vista agli occhi di mio padre.
- papi, per fortuna abbiamo avuto la stessa idea
- si, anche perché, non era il caso che entrassi vestita così in chiesa
- non ti piace?
- sei bellissima, Gianna, ma certamente non passi inosservata
- grazie, papi, mi fai arrossire
- eh…
Mi avvicinai per dargli un bacio sulla guancia e, con la scusa, misi una mano sull’interno coscia, quasi all’altezza dell’inguine; fu un gesto apparentemente involontario, ma sentii un fremito da parte sua.

Ci raggiunsero gli zii Nicola e Menotti e si sedettero insieme con noi. Ne approfittai per allontanarmi e lasciarli soli, magari a parlare di me
- vado in bagno, dissi; mi alzai ed iniziai a camminare sculettando

- Certo che Gianna si è fatta davvero una bellissima donna, disse Nicola
- eh sì, aggiunse mestamente Dino
- oggi, poi, è particolarmente sensuale, disse Menotti
- ma dai, è mia figlia; mica potete parlarne così davanti a me
- va be’, Dino, non abbiamo detto nulla di particolare, solo che tua figlia è una gran gnocca, disse Nicola, sorridendo
- ma tu hai mai fatto un pensierino su di lei? chiese Menotti
- su cosa? disse Dino, quasi infastidito
- come su cosa? sulla possibilità di portartela a letto
- mai sei scemo? è mia figlia, cazzo
- va be’, intervenne Nicola, quando siamo arrivati qui, sembravate due piccioncini
- comunque dovresti approfittarne, disse Menotti
- a fare cosa? chiese nuovamente Dino
- scopartela, Dino. Lei, secondo me, muore dalla voglia ed io, al posto tuo, me la sarei già scopata
- voi due siete pazzi

Tornai al tavolo e vidi le loro espressioni completamente cambiate. Appena mi videro, interruppero immediatamente di parlare
- ehi, stavate parlando di me? chiesi quasi sorridendo, appena sono tornata vi siete silenziati
- si disse lo zio Menotti
- e cosa dicevate
- qualcosa di molto evidente
- smettetela, intervenne papà
- ehi ehi, ma di cosa parlavate, incalzai
- di quanto sei bella, disse lo zio Menotti
- ehi grazie, mi lusingate
- non solo, disse lo zio Nicola, fantasticavamo su alcune situazioni
- adesso mi state incuriosendo
- sei molto attraente ed eccitante, Gianna…puoi arrivarci da sola su cosa stavamo fantasticando
- ehi…con tutti e tre insieme? anche con il mio paparino? lo guardai sorridendogli
- tu ci staresti? chiese lo zio Menotti
- perché no? e tu, papi?
- ne riparliamo, adesso andiamo
- andiamo a casa mia, adesso, non vorrete dirmi che preferite questa noiosa cerimonia? provai a proporre
- abbiamo tempo, potremmo raggiungere tutti direttamente al locale, disse lo zio Nicola
- voi siete pazzi, disse papà
- vado ad avvisare le mogli di trovare un passaggio per il locale, affermò lo zio Menotti.

Una volta organizzati, andammo verso casa mia, tutti insieme con la macchina di papà; mi sedetti dietro, insieme con lo zio Nicola.
- Ancora non ho capito cosa stiamo andando a fare a casa di Gianna, disse papà, fingendosi contrariato
- stiamo un po’ per i fatti nostri, risposi dal mio posto
- tu sei sicura?
- Si papi
- voi tre siete già stati insieme, vero?
Non rispondemmo
- Non è normale quello che sta succedendo, continuò a dire
- Dai papà, la stai facendo troppo lunga; Se non ti va, lasciaci a casa e torna in chiesa
- Così ti scopi questi due
- Si, ma vorrei che ci fossi anche tu, mi alzai ancora di più la gonna, scoprendo ed allargando le cosce.
- Ti piaccio? Gli chiesi
- Gianna sei bellissima, questo non si discute, ma sono tuo padre
- Scordiamocelo per oggi e godiamocela; zio che fai?
Mi ero voltata verso lo zio Nicola che si era tirato fuori il cazzo
- un regalo per te
Allungai la mano e lo segai lentamente
- cazzo, Gianna, sei bravissima
- che state facendo, chiese papà
- niente, Dino, un piccolo antipasto
- voi siete completamente pazzi

Finalmente arrivammo a casa mia.
Scendemmo dalla macchina
- Entriamo li precedetti, aprii il portone ed iniziai a salire le scale, sculettai esageratamente, con la minigonna che salì a scoprire il fondo del culo; mi girai e li vidi inebetiti. Sorrisi e ripresi a salire.
Entrammo in casa. Si avventarono su di me, spogliandomi. Rimasi nuda e guardai papà; aveva lo sguardo del tutto allupato. Mi fissava incredulo; si spogliò velocemente seguendo l’esempio degli zii.
Mi inginocchiai, nuda, tra loro tre. Presi il cazzo degli zii, ognuno con una mano e li segai, avvicinandomi, con la bocca, al cazzo di papà. Iniziai a leccarlo, lui mi mise una mano dietro la testa, me lo infilò tutto in bocca, mi afferrò per i capelli e violentemente, mi fece andare avanti e indietro con il capo, scopandomi la bocca. Mi lasciò respirare
- Cazzo papà che inizio
Ripresi a leccarlo, dedicandomi anche agli altri due. Lo zio Nicola si stese sul letto e lo cavalcai, lo zio Menotti mi inculò. Papà rimase a guardare incredulo. Si segava, vedendo la figlia impegnata in un sandwich selvaggio. Lo invitai a mettermelo in bocca. Continuammo così per diversi minuti. Lo zio Menotti disse a papà di scoparmi, solo io e lui.
Gli zii si defilarono, restando a guardarci, segandosi. Mi stesi sul materasso, allargando le cosce. Papà venne su di me, prese il cazzo in mano e mi penetrò nella figa. Lo sentivo dentro di me. Era duro, eccitato. Pulsava. Si muoveva. Mi stava scopando. Ci baciammo. Fu sorprendentemente bello.
Gli zii ci guardavano, incitavano papà a sbattermi e si segavano.
- scopatela, Dino, sfondale la figa
- siiiii…cazzo…ti scopo, siiii
- siiii…papààààààààààà…godoooooooo…dio…siiiiiii

Godetti, gemendo ed urlando di piacere. Mi misi carponi, lo volevo nel culo. Papà venne dietro, mi prese dai fianchi, entrò facilmente. Mi inculò con forza, sentivo le palle sbattere sulle natiche ed il cazzo sfondarmi completamente. Gli zii si fecero leccare; erano giunti tutti al limite. Mi fecero inginocchiare sul pavimento, si misero in cerchio e segandosi, mi inondarono il volto di sperma.
Avevo il viso pieno di sborra; provai ad alzarmi, ma mi fermarono
- Facciamo vedere a tuo padre come ti puliamo
Capii ciò che volessero fare; aprii la bocca ed iniziarono a pisciare. Mi levarono lo sperma dalla faccia e mi fecero bere il loro piscio. Guardai papà, era incredulo. Prese il cazzo e anche lui mi pisciò in bocca.
Sentivo il calore del piscio sulla pelle ed in faccia ed il sapore acre in gola. Mi alzai gocciolante di urina. Andai in bagno a sciacquarmi, tornai in camera e trovai papà steso, con le gambe sollevate e le mani ad allargarsi le chiappe
- è vero quel che mi hanno raccontato? mi chiese
- cioè?
- lecchi la merda
- il tuo culo è pulito
Fece andare una scorreggia
- leccamelo adesso
Mi abbassai, gli allargai le chiappe. Si sentiva ancora la puzza della flatulenza. Lo leccai, entrai con la lingua nell’ano e trovai tracce di merda. La leccai
- c’era merda nel culo, contento?
- sei una troia fantastica
Sentirmi chiamare “troia” da mio padre fu spiazzante ed eccitante

Ci ricomponemmo; cercai di aggiustarmi velocemente, ma non era semplice togliere le tracce di quel che era appena successo e se, tra una spazzolata ai capelli ed un rifacimento del trucco, riuscii ad eliminare ogni residuo, sul viso campeggiava una soddisfazione erotica evidente.

Scendemmo da casa e ci fermammo in un bar sulla strada, per prendere un caffè.
Mi fecero fare un po’ la troia, alzandomi la minigonna e facendomi piegare a novanta.
Tra una risata ed una pacca sul sedere, tornammo in macchina e raggiungemmo il locale, in tempo per l’arrivo degli sposi.
In macchina, papà e gli zii mi dissero di scoparmi Gianluca ed appena arrivai, lo cercai, trovandolo.
Mi avvicinai e mi trattenni a parlare con lui e la moglie, mia cugina Angela.
Entrambi erano molto sovrappeso e mi venne un’idea, perché sicuramente si sarebbero fiondati sul buffet.

Infatti rimasi nei loro paraggi, notando come l’abito faticasse a contenerlo, con quel suo sorriso idiota che campeggiava sul viso.
Quando gli invitati si accalcarono al buffet, mi posizionai davanti a Gianluca, facendo in modo che si potesse strusciare dietro di me. Con i tacchi, ero perfettamente in linea, sollevai un po’ la gonna, già cortissima e muovendomi mi strusciai, con apparente casualità, sulla sua patta. Lo sentii distintamente approfittare di quella situazione e dopo un po’ mi tocco il culo, prima sul fianco e poi sulla chiappa.
Me lo accarezzò e lo lasciai fare, allargando anche un po’ le cosce.

Mi voltai, lo guardai e gli sussurrai, per non farmi sentire dagli altri
- non sono una che si accontenta di una palpata
Gli sorrisi e mi allontanai.

Andai verso i tavoli.
Ero seduta al tavolo con papà, la mamma, zio Nicola con la moglie, mio cugino Emanuele e la sorella Federica, lo zio Menotti e la zia Concetta.
Cercammo di nascondere l’imbarazzo, ma non riuscivo a non pensare che qualche ora prima, papà e gli zii mi avevano pisciato in bocca. Sorridevo, mentre parlavo con la mamma e la zia, che avevo fatto cornute. Intanto non perdevo di vista Gianluca.
Lo zio Menotti si avvicinò a noi, io, papà e zio Nicola
- per noi è stato riservato il bagno al secondo piano, molto nascosto. Gianna perché non vai così ti raggiungiamo?
- di nuovo?
- sì, di nuovo
- ok

Mi alzai dal tavolo e mi diressi verso le scale; sapevo mi stessero guardando e sollevai qualche centimetro la gonna, già corta di suo.
Entrai nel bagno. Dopo nemmeno un minuto entrarono gli zii insieme con papà.

Mi presero, lì nel bagno, insieme. Mi sollevarono la gonna, strapparono lo slip. Lo zio Nicola mi prese in braccio e mi penetrò nella figa. Lo zio Menotti mi inculò allargandomi le chiappe.
Papà rimase a lato, allungai la mano e lo segai.
Iniziai a gemere, a godere.
- Siiiiii…ziiiii…così…siiiiii…Dio…godooooooo
- Cosa sei?
- Sono una troia, la vostra troia
- Sei la puttana della famiglia
- Siiiii…sono una puttana…la puttana che si scopa tutta la famiglia…godoooooooo
- Arghhh…siiiii…sborro
- Siiii…ti riempio il culo
Venimmo insieme, mi sborrarono nel culo e nella figa, guardai papà.
Si sfilarono, e mi inginocchiai davanti a papà, lo presi in bocca e lo spompinai sino a farlo godere; ingoiai la sua sborrata.

Mi alzai, mi sistemai i capelli, avevo i segni in faccia del piacere appena provato…e presto iniziai ad avere i segni sulle gambe con lo sperma che, lentamente, colava, sia dalla figa che dal culo.

Loro tre uscirono dal bagno e dopo un minuto uscii anche io.
Raggiunsi gli altri invitati, ignari di quel che era accaduto.
Stavo parlando con le zie e con mia madre, quando lo zio Menotti si avvicinò portandomi un calice di vino bianco. Lo presi, era caldo, lo annusai, guardai lo zio che sorrideva sornione. Iniziai a berlo, era, ovviamente, pipì.
Mi eccitai moltissimo a bere la pipì davanti alle zie ed a mia madre.
Notai Gianluca. Mi allontanai e lo raggiunsi. Era solo in quel momento
- Continuiamo quello che stavamo facendo davanti al buffet? Gli dissi, sorprendendolo
- E dove?
- Nel bosco. Io inizio ad andare, tu seguimi

Andai verso il bosco. Trovai un posto isolato e nascosto. Gianluca mi aveva seguito, prima con lo sguardo, per vedere dove andassi e poi mi aveva raggiunto
Mi feci trovare con la gonna a fior di culo.
Mi girai, meno lo vedevo, più facile era dargliela, e lo provocai
- Ti piace molto il mio culo, non era una domanda, piuttosto un’affermazione
- Sei sempre stata così troia?
- Scoprilo da te
Si avvicinò e mi palpò violentemente.
Sussultai
- Ehi…mi sa che me lo vuoi spaccare. Tira fuori il cazzo che te lo succhio
Quel mio modo di fare, sorprendeva anche me, ma ormai era entrata nella parte della puttana e, nello specifico, nella parte di quella che si sarebbe scopata tutta la famiglia. Non so perché subii quella metamorfosi, da ragazza snob, che guardava tutto il parentado dall’alto in basso a puttana che si concedeva con uno schiocco di dita. Sentivo, impellente, il bisogno di cazzo e capii che, in famiglia, ne avrei potuto trovare sempre. Mi eccitava l’idea che, mentre le donne parlavano e spettegolavano, io mi scopavo tutti i loro figli e mariti.
Mi accovacciai davanti a Gianluca. Lui sbottonò il pantalone, abbassò la cerniera e tirò fuori il cazzo
“Quanto è piccolo”, pensai. Era già abbastanza duro, ma era piccolo. Lo accolsi facilmente tutto in bocca. Crebbe, di un altro centimetro, ma rimaneva il più piccolo che avessi mai visto. Lo leccai con impegno ed avidità, mostrandogli quanto ci sapessi fare con la lingua. Iniziò inaspettatamente, a sborrare.
- Mmmhhh, slurp
Lo ingoiai e gli dissi
- Non così presto, però
- Scusa, ma tu sei una bomba
- Adesso, io?
- Ho sempre la mano
- Non mi basta, ma non puoi lasciarmi così
Mi alzai, mi sollevai completamente la gonna. Lui iniziò a masturbarmi. Devo dire che con le dita ci sapeva fare. Lo abbracciai e mi feci sditalinare
- Siiiii Gianluca…metti altre dita, riempimi, siiii
Infilò altre dita, sussultai
- Quante ne hai messe?
- Quattro
- Ahhhhh…tutte, mettile tutte, siiiiii cosiiiiii, godoooooooooooooo
Lo baciai mentre raggiungevo un intenso orgasmo.
- Devi pisciare? Gli chiesi
- Si, adesso che torniamo vado in bagno
- Falla qui
All’iniziò sembrò non capire. Mi accovacciai di nuovo, raccolsi i capelli dietro la testa
- Falla nella mia bocca
Non riusciva a crederci. Prese il cazzo in mano e mi pisciò in bocca
Terminò e si ricompose
- Inizio ad andare, disse
- Si, ma la prossima volta, mi scopi
Gianluca si diresse verso il locale. Lo vidi raggiungere gli invitati, cercai di sistemarmi e tornai anche io.
Gli zii mi vennero incontro, chiedendo aggiornamenti
- ha il cazzo piccolo, soffre di eiaculazione precoce; il massimo che sono riuscita a fare è stato prenderlo in bocca; ha sborrato dopo forse un minuto; l’ho fatto pisciare nella mia bocca, ma nel complesso, una delusione incredibile
- sei abituata troppo bene, con noi
- può essere; adesso fatemi fare l’invitata normale
- La puttana della famiglia non potrà mai essere un’invitata normale
- Cosa volete che faccia, ora?
Niente, semplicemente devi continuare a fare la puttana, anche solo nei modi e nello sguardo
scritto il
2025-10-20
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