Quella volta che Gianna si fece sbattere dallo zio Nicola e dallo zio Menotti...l'ingresso dello zio Bruno

di
genere
dominazione

Il giorno dopo mi svegliai intontita; pensai immediatamente alla serata precedente; era accaduto tutto realmente? Zio Menotti e zio Nicola avevano scopato con me? Sorrisi, al pensiero della doppia anale, al pensiero che avessi leccato il culo sporco di merda dello zio Menotti.
Presi il telefono; c’era un messaggio dello zio Nicola, con allegata la foto di me, inginocchiata, con il viso pieno di sperma; sorrisi, ma al tempo stesso, mi spaventai per quella foto
“ZIO, PER FAVORE CANCELLALA, SE LA TROVA QUALCUNO SONO CASINI VERI”
“TRANQUILLA, È TUTTO PROTETTO DA PASSWORD. IL RICORDO DI UNA SERATA SPLENDIDA”
“È PAZZESCO QUELLO CHE ABBIAMO FATTO. SIAMO DAVVERO TRE PAZZI”
“NON CREDEVO FOSSI COSÌ MERAVIGLIOSA. NON VEDO L’ORA DI RIVEDERTI”
“LO CREDO 😉”

Avevo di nuovo una voglia pazzesca. Approfittai della domenica per rimanere un po’ nel letto. Inizia a toccarmi. Chiusi gli occhi e mi rividi in mezzo ai miei zii, mentre mi inculavano insieme; dio era stato semplicemente meraviglioso. Scesi con le dita verso il buco del culo, era larghissimo; sono sempre stata elastica, dietro, merito, probabilmente, di un mio precedente compagno, che era fissato con il culo; non c’era volta che facevamo sesso, senza che me lo infilasse dietro. Infilai tre dita ed iniziai a muoverle vorticosamente; con l’altra mano mi sollecitai il clitoride. Iniziai a gemere
- siiiiii… mi piace… siii… siiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii
Godetti, anche da sola.
Mi alzai, traballai; le gambe mi facevamo male; gli zii mi avevano davvero devastata.
Con calma feci colazione; andai in bagno e ripensai a quel che avevo fatto la sera precedente
“COM’ERA STATO POSSIBILE ACCETTARE DI LECCARE LA MERDA?”
Mi misi le mani in testa, incredula per quel che avevo fatto.
Mi alzai dal water e mi feci il bidet; mi guardai allo specchio
“SEI UNA TROIA, UNA TROIA CHE SI SCOPA GLI ZII E LECCA LA MERDA”
Sorrisi; lo avrei rifatto; avevo voglia di vedermi di nuovo con gli zii.

Quel giorno sarei andata a pranzo dai miei.
Ci sarebbe stato lo zio Bruno, fratello di mio padre, per darci l’invito al matrimonio del figlio Giampiero.
Mi vestii decisamente più sobria; un vestito a tuta, color vinaccia, di tessuto leggero, molto aderente sul culo e abbastanza scollato. Decisi, anche quel giorno, di non indossare intimo, né reggiseno né slip.
Arrivai a casa dei miei e lo zio, con la moglie ed il figlio, erano già lì.
Nessuno sospettava nulla del giorno precedente, ma quella volta notai, nello zio Bruno, strani sguardi verso di me; credetti fosse suggestione, ma iniziai ad assumere pose più provocanti e, sparecchiando, sapendo fosse dietro di me, mi piegai a 90 gradi, fingendo di raccogliere qualcosa, regalandogli la visione di una meravigliosa pecorina.
Mi alzai e mi voltai per guardarlo; lo sorpresi incantato; incrociammo gli sguardi e sorrisi, facendogli l’occhiolino.
Alla fine del pasto, suonò il citofono
- Questi saranno Nicola e Mina, ho detto loro di raggiungerci per il caffè, disse la mamma
- Brava, così gli diamo le partecipazioni, disse lo zio Bruno
Gelai. Stavano salendo lo zio Nicola e lo zio Menotti.
Rimasi seduta, in evidente imbarazzo; cercai di scuotermi.
Entrarono gli zii con le mogli. Mi alzai per salutarli e dissi
- Preparo il caffè, riuscendo a dileguarmi da tutti gli altri.
Tornai in sala da pranzo, con il vassoio, la moka e le tazze per tutti.
- Quanto è bella la nostra Gianna, disse la zia Mina
- grazie zia, ma tu mi vuoi bene
- da maschio, è proprio figa, disse mio cugino Giampiero
- ha un culo che sembra di marmo, disse di nuovo la zia Mina
- la smettete? Mi imbarazzate, e poi davanti a papà
- ma io lo so che ho una gran bella figlia, mica non ti guardo
- papààààà, ma scoppiammo tutti a ridere
Finimmo di prendere il caffè e mi alzai per sparecchiare, ma soprattutto per farmi guardare il culo; dopo quel che avevano detto, era naturale che ognuno me l’avrebbe guardato; andai in cucina, sculettando, ma evitai di girarmi, sentii solo i loro occhi su di me e sorrisi.

Non sapevo che, nel corso del pomeriggio, lo zio Nicola, lo zio Menotti e lo zio Bruno si sarebbero parlati ed avrebbero parlato di me, l’avrei scoperto qualche giorno dopo.

Quel pomeriggio al ritorno dall’ufficio, mi sarei vista con gli zii.
Avevamo concordato di trascorrere tutto il pomeriggio insieme; sarei tornata a casa verso le 16.00 e ci saremmo visti intorno alle 16.30.
Tornai di corsa, morivo dalla voglia; ero anche curiosa di quale novità avevano in serbo per me; dopo aver leccato il culo sporco di merda allo zio Menotti, davo per scontato che anche lo zio Nicola avrebbe chiesto lo stesso trattamento. Presi una pasticca antiemetica, acquistata di proposito in farmacia. Ero convinta, tuttavia, che avrebbero proposto qualcosa di nuovo.
La curiosità fu subito soddisfatta; stavo vestendomi, avevo già deciso cosa indossare: una micro gonna, di tessuto molto leggero, a balze morbide ed un top bianco molto stretto. Solito tacco12, quando mi arrivò un messaggio dallo zio Nicola
“GIANNA, CI SONO PROBLEMI SE PORTIAMO UNA TERZA PERSONA?”
“COME SAREBBE A DIRE?”, risposi
“CON NOI C’È UNA TERZA PERSONA E VORREBBE AVERE LO STESSO TRATTAMENTO”
“ZIO, STAI SCHERZANDO? GLI AVETE DETTO QUALCOSA A QUESTA TERZA PERSONA?”
“QUALCOSINA SÌ”
“STAI SCHERZANDO, DAI”
“NO, È QUI CON NOI. SIAMO A NEMMENO CINQUE MINUTI DA CASA TUA, POSSIAMO FARLO SALIRE?”
“ZIO, CHI SAREBBE QUESTA TERZA PERSONA?”
“LO VEDRAI, POSSIAMO PORTARLO?”
“LO CONOSCO?”
“DICCI SOLO SE POSSIAMO PORTARLO”
Avevo troppa voglia per dire di no, e poi volevo sapere chi fosse
“PORTALO, MA NON MI PIACE MOLTO QUESTO FATTO”

Non rispose a questo ultimo messaggio; chi poteva essere? non riuscivo a capire a chi avessero potuto rivelare il nostro segreto; stavamo rischiando tanto, tutti e tre e, forse, gli zii, non se ne rendevano conto.
Suonò il citofono. Aprii il portone e mi misi dietro la porta, pronta a guardare dallo spioncino chi fosse questa terza persona. Li sentii salire le scale a piedi, prima rampa, voci indistinte; seconda rampa, qualche timida risata; terza rampa, silenzio, quarta rampa, guardai…
“OH CAZZO”, pensai “CHE FIGURA DI MERDA”, era lo zio Bruno.
Aprii la porta.
Entrarono. Ero visibilmente imbarazzata, oltre che un po’ contrariata.
- Zio, come stai?
- Adesso benissimo, grazie per avermi fatto salire
- Figurati, ignoravo quel che gli avevano detto gli altri due
- Gianna, lo zio Bruno è venuto per vederti il culo, disse lo zio Nicola, con una naturalezza che mi sorprese
- Cosa gli avete detto?
- Tutto
Mi misi le mani in faccia
- A questo punto, non ci resta che farlo entrare nel club, disse lo zio Menotti
- quale club? chiesi come una stupida
- il club degli zii che ti scopi
Non dissi nulla, presi lo zio Bruno per una mano e lo portai in camera da letto. Lo abbracciai e subito lui ricambiò l’abbraccio, scendendo con le mani, sino a palparmi il culo; ci baciammo, a lungo.
- Zietto, non vedevi l’ora di toccarmi il culo, vero?
- è meraviglioso
- ho visto, domenica, come me lo guardavi
Mi staccai, mi misi carponi, sul letto, le gambe un po’ divaricate, sollevai la micro gonna
- Guardalo, toccalo, fai quel che vuoi, è tutto tuo, gli dissi provocandolo
Con mia sorpresa ed immenso piacere, lo zio Bruno si piegò, mi allargò le chiappe, ed iniziò a leccarmi, la figa ed il culo
- mmmmhhh, siiiiiiii, ziooooooooooooo, cazzo mi fai impazzire… siiiiiiiiiiiiiiiii, continua… finalmente un maschio…dissi per provocare gli altri due
Continuò a leccarmi per diversi minuti, durante i quali, lo zio Menotti e lo zio Nicola si spogliarono e si godettero lo spettacolo, masturbandosi.
- Presto zio, scopami, ti prego, fammi sentire il tuo cazzo
Lo zio Bruno si alzò, si spogliò velocemente e, finalmente, mi penetrò nella figa.
Iniziai a godere come una matta. Lo zio Nicola mi prese per i capelli
- Cosa sei?
- siiiiii… sono una troia… sono la vostra puttana… sono la puttana che si scopa tutta la famiglia… siiiiiiii
Me lo mise in bocca, lo zio Menotti, dall’altro lato, me lo mise in mano, mentre lo zio Bruno continuava a scoparmi.
Alternai la bocca, tra il cazzo dello zio Nicola e quello dello zio Menotti; iniziavo a conoscerli bene, e sapevo come usare la lingua, per ognuno di loro.
Lo zio Bruno, dopo avermi fatto godere un paio di volte, lo sfilò dalla figa. Voleva, comprensibilmente, provare il culo.
Mi fermai e mi voltai verso di lui
- Vuoi incularmi, zio?
- sì
- aspetta
Mi sistemai meglio, offrendogli il culo, sollevando un po’ il bacino; lui mi prese per i fianchi ed entrò facilmente. Si mise a pompare nel mio culo e ripresi a leccare i cazzi degli altri due zii
Ero un gemito continuo; lo zio Bruno, con le dita, mi solleticò il clitoride e mi penetrò nella figa con un paio di dita
- mmmmmh…mmmhhh… sfilai il cazzo dalla bocca, siiiiiiii. zioooooooooo, mi fai impazzire…zioooooooooooooooooooooooooo
Godetti ancora

- Bruno dacci il cambio, disse lo zio Nicola.
Si sfilarono tutti e tre.
Zio Menotti si stese sul letto e mi disse di cavalcarlo, infilandomi il cazzo nella figa; zio Nicola andò dietro, sincronizzandosi con me e lo zio Menotti, mi inculò, per una doppia ormai collaudata.
Zio Bruno mi prese la testa e mi strusciò il cazzo sulle labbra; lo presi in mano ed iniziai a spompinarlo.
- Cazzooooo, questa bocca, questa lingua… Gianna, sei fantastica
Lo scappellai, gli leccai il frenulo, lo sentii pulsare, lo misi in bocca e sgorgò in una sborrata pazzesca, che raccolsi in bocca ed ingoiai.
Lo zio Bruno si allontanò soddisfatto e gaudente; gli altri due continuarono a sbattermi, uno nella figa e l’altro nel culo, finché, prima lo zio Nicola si sfilò dal culo, e venne a sborrarmi in bocca, ed infine lo zio Menotti, mi fece alzare dalla posizione a cavalcioni, mi piegai su di lui, gli presi il cazzo in bocca, lo segai, tenendo la cappella tra le labbra e lo feci sborrare, ingoiando anche il suo seme.

Mi stesi sul letto
- mi sfinite ogni volta, dissi, ci mancava solo lo zio Bruno, lo guardai e gli sorrisi
- senti, ma è vero quel che mi hanno detto? mi chiese zio Bruno
- e cosa ti avrebbero detto questi due maiali?
- be’ che la maiala, un po’ sei anche tu, e che ti piace farti pisciare in bocca
- lo sapevo. Vuoi provare anche tu?

Mi misi in ginocchio sul pavimento, aprii la bocca. Lo zio si avvicinò, il cazzo ormai moscio, tra le dita; era in piedi, davanti a me, un ghigno ed iniziò a pisciarmi in bocca.
Cercai di raccoglierla quasi tutta, altri schizzi finirono sul viso e sul corpo, altro a terra. Si formò una pozza di piscio sul pavimento; lo zio Menotti si allontanò per tornare subito dopo con una scopa
- che vuoi fare, zio? Pulisco io dopo
- no, pulisci adesso
Non capii.
Svitò il bastone dalle setole, lo prese e me lo infilò nel culo
- zio, ma che fai?
- ci fai tu da mocio, lecca con la lingua, troia; fai vedere a zio Bruno come ti piace farti umiliare
Spinse il bastone nel culo
- ahia, zio, fai piano
- lecca
Mi piegai ed iniziai a leccare la pozza di piscio, mentre lo zio Menotti, con il bastone, mi faceva andare avanti e indietro. Impegnata com’ero a leccare il piscio dal pavimento, non mi accorsi che lo zio Nicola stava filmando tutto.
Leccai tutto, ovviamente.
Mi permisero, finalmente, di alzarmi
- Siete degli stronzi
Guardai lo zio Bruno, era di nuovo in tiro; mi avvicinai e lo ripresi in bocca.
Lo zio Nicola mi gelò, quando disse:
- prima di venire ho mangiato le prugne, mi sa che stanno facendo effetto
- zio, ti prego, gli dissi, interrompendo il pompino e guardandolo con occhi supplichevoli
- quando finisco, ti chiamo, disse semplicemente
Continuai a spompinare lo zio Bruno, aspettando l’inevitabile chiamata dello zio Nicola, per pulirgli il culo.
Leccai il cazzo dello zio, gli leccai le palle, lo feci sedere sul letto e gli leccai a fondo il culo, lo penetrai con la lingua
- Cazzo cazzo cazzo…Giannaaaaaaa, sei un portento, quella lingua mi sta facendo impazzire
- non hai ancora visto niente, precisò lo zio Menotti, facendomi sorridere
Arrivò la chiamata
- Giannaaaaaa, ho finito
Mi alzai e andai verso il bagno, seguita dagli zii Menotti e Bruno.
Entrai, si sentiva puzza; lo zio Nicola era in piedi, piegato in avanti, mani ad aprire le chiappe.
Mi avvicinai allo zio, mi inginocchiai; raccolsi i capelli dietro la nuca, si sentiva una forte puzza di cacca; ciò nonostante, lo leccai. Gli tenni le chiappe larghe e con la lingua, gli leccai intorno all’ano, pulendolo da qualsiasi residuo di merda; indurii la punta della lingua e lo penetrai, trovando altra cacca da leccare.
Lo pulii a fondo e per bene e solo dopo aver finito il lavoro, mi staccai e gli chiesi
- soddisfatto, adesso?
- tu sei una gran troia, sentii dire allo zio Bruno.
Mi voltai e gli dissi:
- tranquillo zio, lo farò anche a te
Ero completamente obnubilata. Tanto che quando lo zio Nicola mi prese per i capelli e mi infilò la testa nel cesso, ancora sporco della sua precedente cagata, leccai il bordo e le pareti, evitando solo di arrivare sul fondo.
Mi sollevarono la testa; mi fecero mettere seduta, davanti al cesso, con la testa reclinata all’indietro, sciolsero i capelli che scivolarono nella tazza; abbassarono la tavoletta, appoggiandola sul collo; sentivo la punta dei capelli in fondo al cesso, si misero tutti e tre a smanettarsi, sborrandomi in faccia e, non contenti, tirarono lo scarico, con l’acqua e la merda che andarono violentemente sui miei capelli
- Noooooooo, mi uscì dalla bocca
Mi sollevai e mi alzai; facevo schifo
- hai visto zio, cosa mi fanno fare? dissi allo zio Bruno
- entra nella doccia, disse lo zio Menotti
Entrai, mi inginocchiai, e tutti e tre mi pisciarono addosso, sui capelli, in faccia, in bocca, ovunque.
Gli zii Menotti e Bruno uscirono e andarono in salotto; lo zio Nicola rimase in bagno e, mentre mi facevo la doccia, ci mettemmo a parlare
- Gianna, lo sai, se non vuoi fare qualcosa, non sei costretta
- zio va bene tutto, ma non vi presentate più con qualcuno senza prima dirmelo
- va bene; ormai lo zio Bruno è dentro
- va benissimo, non avrei detto di no; ma avrei preferito saperlo prima; avete intenzione di farmi scopare con altri ancora?
- si
- e con chi? Se è possibile saperlo, dissi con tono sarcastico
- avevamo pensato ad Omar
- mio cognato?
- si
- no, non voglio fare questo a mia sorella
- a noi piacerebbe
- allora lo faccio prima con Giuseppe e con il fidanzato di tua figlia
- va bene; ne ho parlato già con Menotti, e mi sembra giusto che se ti scopi il marito di tua sorella, devi fare lo stesso con i compagni delle nostre figlie; Bruno aveva pensato anche a Gianluca
- noooooo, è obeso, è bruttissimo
- appunto, sarebbe perfetto
- stronzo; insomma volete farmi davvero diventare la puttana della famiglia
- sì, ma avevo pensato anche a Valentino
- chi, il tuo amico? quel vecchiaccio bavoso
- si
- è molto amico anche di papà, ma immagino vi ecciti se lo faccio ance con lui
- sì, molto
- e poi? Abbiamo finito
- ce ne sarebbe ancora un altro
- chi?
- tuo padre
- voi siete completamente pazzi
- tu ci staresti?
- con tutti questi?
- sì, e con tuo padre
- Sinceramente, Omar vorrei evitare molto più che mio padre; Gianluca e Valentino mi fanno sinceramente schifo, ma proprio per questo potrebbe essere divertente
- Omar secondo me ci starebbe…ed anche tuo padre
- dici?
- sì, lo vedo come ti guarda
- anche io; mi fissa sempre il culo, sorrisi; zio mi sto eccitando, vieni in doccia
Lo zio Nicola mi raggiunse subito; gli toccai il cazzo, iniziò a reagire.
Mi inginocchiai, gli leccai di nuovo il culo
- Sono stata proprio brava, è completamente pulito, gli dissi, guardandolo inginocchiata.
Mi fece alzare, con l’acqua che scorreva, mi girò, mi prese dai fianchi, mi piegò leggermente e mi inculò agevolmente. Iniziò a sbattermi con foga e violenza, sentivo il cazzo entrarmi completamente nel culo. Urlai di piacere e subito dopo scaricò nel mio sfintere, una lunga sborrata.
Uscimmo dalla doccia e gli dissi
- zio, fammici pensare; significa che tutti sapranno tutto
- a quel punto, però, nessuno avrebbe interesse che si sappia all’esterno; rimane tutto in famiglia
- eh…questo non credo che a papà farebbe piacere; così come avrei difficoltà a fargli vedere quello che riesco a farmi fare
- rifletti, ma secondo me, nulla è impossibile
- certo che no, ma mi stai chiedendo di diventare la puttana della famiglia; con chi vorresti iniziare?
- Gianluca
- lo sapevo

Uscimmo dal bagno e raggiungemmo sul divano, lo zio Menotti e lo zio Bruno
- Gianna ha chiesto di pensarci, le ho fatto la proposta di scoparsi tutta la famiglia
- tutta? chiese lo zio Bruno
- sì, tutta, compreso Dino
- Sono molto indecisa, dissi, da un lato questa storia mi intriga da morire, dall’altro ho molta paura che si sappia e già noi, siamo quattro, se la allarghiamo a tutti, diventa ingestibile
- faremmo un patto tra tutti; del resto, qui, a chi conviene che si sappia?
- a nessuno, dissi
- e se allarghiamo, non converrà a nessuno all’infuori di chi è dentro
- non lo so; poi, sinceramente, credo che papà, se gli venisse proposto, potrebbe sollevare un casino
- io penso proprio di no, invece, precisò lo zio Bruno
- ma come faccio a prenderne due nel culo, davanti a mio padre? Peggio a fargli vedere che lecco il culo sporco di merda, perché a questo mi porterete, anzi a leccarlo a lui
- magari si eccita, disse sempre lo zio Bruno
- non lo so, non credo…però ‘sto fatto di diventare la puttana della famiglia mi intriga assai
- iniziamo con Gianluca? disse lo zio Nicola
- veramente ho iniziato già con voi, precisai sorridendo, comunque, vada, fatemi scopare con quel ciccione
- facciamo così, intervenne lo zio Bruno, al matrimonio di Giampiero, civetta un po’ con lui, fagli capire che ti piacerebbe scopartelo, poi ci pensiamo noi
- certo che civettare con quel grassone, ce ne vuole, ma lo farò e vi sorprenderò, ad un patto
- quale? chiesero quasi in coro
- che quel giorno, a turno, mi scoperete nel bagno, con le vostre mogli lì presenti, voi mi scoperete
- sei una gran troia, mi disse lo zio Nicola

Andarono via e ci promettemmo di rivederci al matrimonio, più carichi che mai
scritto il
2025-09-05
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