L'ho tradito
di
Andrea Sinner
genere
corna
Sono disperata. Continuo a piangere. Ho un peso sulla coscienza che mi schiaccia, faccio fatica a respirare.
Devo confessare a qualcuno quello che è successo. Ma come faccio? Ho paura, mi vergogno!
Provo a confessarlo a voi sperando siate indulgenti con me.
Sono Cate, ho 35 anni e sono sposata con Andrea con il quale sto insieme da quando eravamo ragazzi. Lo amo da morire e non potrei vivere senza di lui. Abbiamo due splendidi bambini che in questo momento sono a scuola e tra poco dovrò andare a riprenderli.
Lo avrete già capito. Ho tradito mio marito.
Provo a fare un po’ di ordine.
Da diverso tempo mi sento via chat con un mio collega che lavora nella sede romana della mia azienda. Io e Eddy, è questo il suo nome, anche se fino a oggi non ci eravamo mai visti di persona, siamo diventati veri amici. Ci confidiamo le cose che ci succedono, i nostri problemi quotidiani, le preoccupazioni e le gioie. Ci siamo resi conto che possiamo parlare di tutto in maniera sincera, anche delle cose più personali e intime. Lui mi parla soprattutto delle sue incomprensioni con Ida, la moglie, e io delle mie ansie di madre. In maniera inspiegabile con il tempo si è creata una bella alchimia tra noi. Andrea sa di questa amicizia, gliene ho parlato e mi sembra non gli dia fastidio.
Qualche giorno fa, quando Eddy mi ha detto che sarebbe stato di passaggio in città per una questione familiare, l’ho immediatamente invitato a casa. Sapevo che oggi Andrea sarebbe stato in ufficio fino a sera e che i bambini avrebbero avuto la lunga a scuola. Non so nemmeno io perché ma non ho detto niente a mio marito. Ho pensato fosse una cosa solo mia, intima, personale, ma giuro che non avevo assolutamente secondi fini. Non ho mai, mai e poi mai, pensato a Eddy come a qualcosa di diverso da un caro amico. Ripensandoci ora, forse qualche segnale che invece per lui io potessi essere qualcosa più che un’amica l’avevo avuto ma lo avevo subito inconsciamente scacciato perché per me era prezioso conservare l’amicizia di Eddy.
Stamattina ero un po’ nervosa. Non vedevo l’ora che gli uomini di casa andassero via. Ho fatto una lunga doccia, mi sono preparata con calma. Sì, volevo essere bella ma non per fare colpo su di lui come donna ma solo per accogliere al meglio un caro amico. Davvero strana questa cosa che ci conoscessimo benissimo l’uno con l’altra senza mai esserci incontrati. Quando Eddy ha suonato al citofono e poi alla porta di casa avevo le farfalle allo stomaco. Ero curiosa, impaziente, non so descrivere bene il mio stato d’animo. Finalmente eccolo palesarsi di fronte a me sull’uscio. La prima cosa, stupida, che ho pensato è che fosse più alto di quanto mi ero immaginata. Mi ha abbracciato, aveva un buon odore di fresco. Mi ha baciato sulle guance ma, un po’ goffi, ci siamo un po’ scontrati con i nasi e con i lati del viso da porgere all’altro. Abbiamo riso. L’ho fatto accomodare, gli ho chiesto se avesse fatto buon viaggio, se avesse bisogno del bagno, se potevo offrirgli un caffè e cose del genere. Ero impacciata, mi tormentavo le mani e mi toccavo di continuo i capelli. Anche lui non sembrava particolarmente a suo agio, si era messo sul divano ma stando seduto sul bordo come se dovesse alzarsi velocemente da un momento all’altro. Poi l’atmosfera si è distesa, abbiamo parlato del più e del meno, mi ha detto il motivo della sua visita in città, gli ho mostrato la casa e poi sono andata a preparagli il caffè. Lui mi ha seguito in cucina, abbiamo continuato a parlare di nulla. Quando la macchinetta del caffè ha cominciato a borbottare mi sono alzata per prendere le tazzine buone dallo scaffale in alto. Mi sono allungata sulle punte dei piedi, lui vista la mia difficoltà si è avvicinato per aiutarmi. C’è stato un contatto involontario del lato sinistro del mio corpo con il lato destro del suo. Ho avuto un brivido. Non capivo cosa stesse succedendo. Lui mi ha guardato negli occhi, è durato un istante ma mi è sembrato un’eternità, ha preso due tazzine dallo scaffale e me le ha porte. Le nostre mani si sono incontrate. Ho avuto una vampata di calore fortissima, temo di essere arrossita. Lui si è risieduto e io mi sono avvicinata per versargli il caffè. Ho avvertito i suoi occhi addosso. Non lo stavo guardando ma sentivo che mi stava squadrando dalle caviglie ai capelli. Un altro brivido mi ha percorso la schiena. Ma cosa cazzo mi stava succedendo! Non volevo provare quelle sensazioni ma mi piacevano. L’ho beccato con gli occhi sul mio seno. Mi sentivo le gambe deboli e mi sono seduta di fronte a lui. Ho alzato gli occhi e ho incrociato i suoi. “Come sei bella Cate!” mi ha detto all’improvviso e per me è stato come se cento tamburi avessero cominciato a suonare nello stesso istante nel mio stomaco. “Dai Eddy cosa dici? Non fare lo stupido” ho provato a difendermi ma lui ha incalzato: “Sei stupenda. Sono pazzo di te. È da tanto che avrei voluto dirtelo”. Si è alzato, è venuto verso di me, mi ha sollevato dalla vita, mi ha alzato dalla sedia e mi ha baciato, spingendo la sua lingua nella mia bocca. La mia resistenza è durata un secondo, forse meno. Le nostre lingue hanno cominciato a mulinare una nella bocca dell’altro. Mi sono aggrappata al suo collo. Mi ha portata di nuovo in sala e mi ha adagiato sul divano. Abbiamo continuato a baciarci come due adolescenti. Con le mani mi sono aggrappata al suo collo e le sue mani hanno cominciato a palparmi il seno, poi il culo, le cosce e infine sono arrivate sulla mia fica. Non capivo più niente. Avevo perso totalmente il controllo. Non esistevano più i miei figli, mio marito, nulla. Volevo solo fare l’amore con Eddy. Mi sono scostata da lui e mi sono sfilata il vestito passando da sopra la testa; lui si è tolto la camicia. Mi sono avventata sulla cintura dei suoi pantaloni per slacciargliela. Sentivo la mia vagina diventare un lago. Gli ho abbassato i pantaloni fino alle caviglie e l’ho spinto a sedere sul divano. Mi sono inginocchiata tra le sue gambe e ho affondato una mano nei suoi boxer. Ho estratto un cazzo già in erezione di dimensioni notevoli. Sotto aveva uno scroto molto scuro, con due palle grandi e gonfie che istintivamente ho accarezzato per tastarne la consistenza. Anche mio marito è ben dotato ma quello di Eddy è forse più largo ed era diventato durissimo. Ho baciato la cappella, l’ho leccata e mi sono ficcata il pene tutto in bocca. Stavo spompinando un cazzo che non era quello di mio marito e mi stava piacendo da impazzire. Mi è sembrato stesse piacendo anche ad Eddy; aveva gli occhi chiusi, sussultava a ogni mia leccata, si inarcava a ogni mio affondo. Andrea mi dice sempre che sono brava a fare i pompini, dice che sono la regina delle bocchinare. Forse è vero visto l’effetto che stavo facendo a Eddy. Ho sentito il cazzo vibrare sulla mia lingua e infatti mi ha avvertito: “Cate sto per venire”. Un po’ ci sono rimasta male perché avrei voluto durasse di più e avrei voluto prima impalarmi su quel cetriolone di carne. Ma a quel punto ho accelerato il pompino e in un baleno ho sentito una interminabile scarica di schizzi di sborra calda sul mio palato. Era davvero tanta, un po' mi è colata dalla bocca fin sulle tette ancora costrette nel reggiseno, ma tutto il resto l’ho ingoiata. Aveva un buon sapore, dolce, quasi di ananas. Con un dito ho raccolto lo sperma che mi era caduto tra le tette e l’ho rimesso in bocca. “Cazzo che zoccola che sono” ho pensato nella mia mente e dallo sguardo di Eddy credo che anche lui abbia pensando la stessa cosa.
Non ero soddisfatta. Avevo ancora voglia. Mi sono alzata, mi sono tolta il reggiseno e sfilata le mutandine che ormai erano completamente umide dei miei umori.
Lui si è tolto i pantaloni che erano ancora attorcigliati alle sue caviglie. Mi sono gettata su di lui, l’ho baciato e accarezzato sul petto. Anche le sue mani hanno cominciato a frugarmi dappertutto fino a ficcarmi due dita nella fica fradicia. Mi sentivo assatanata. Non ricordo di aver mai perso il controllo di me stessa fino a questo punto. Con mia sorpresa ho notato che il cazzo di Eddy era già tornato durissimo. L’ho guardo negli occhi, mi sono alzata, l’ho tiro su per un braccio e l’ho trascino in camera da letto.
Merda, ero con un altro uomo sul nostro letto matrimoniale, mio e di Andrea, ma non me ne fotteva un cazzo! Lui si è messo le mie gambe sulle spalle e ha cominciato a leccarmi la fica. Era davvero bravo e mi ha fatto avere subito un orgasmo potente. Ma io volevo essere scopata e gliel’ho urlato: “Scopami!” Non aspettava altro. Senza altri convenevoli mi ha infilato tutto il cazzo nella fica. Nonostante fossi tutta bagnata e dilatata ho urlato nel sentire quel cazzo durissimo sbattere contro il mio utero. Lui ha cominciato a pomparmi con vemenza. Grugniva, sembrava un toro in calore. La spalliera del letto sbatteva contro la parete. Ho stretto le mie gambe attorno alla sua schiena, lo volevo sempre più dentro di me, ho affondato le unghie nella sua carne prima del culo e poi delle spalle. Urlavo, gemevo, dalla mia bocca sono esciti incitamenti a scoparmi sempre più forti. L’ho implorato di sfondarmi tutta. Gli ho urlato che ero una puttana, una zoccola, la sua troia e che poteva fare di me tutto quello che voleva. I vicini avranno sentito ma non mi importava. Volevo solo godere.
Questa volta è durato certamente di più del pompino di poco prima. Io ho raggiunto una serie continua di orgasmi. Le mie gambe hanno cominciato a tremare. Alla fine, è esploso dentro di me con un rantolo animale. Ho sentito la fica dilatatissima, un lago pieno di sborra. Quando ha estratto il cazzo un consistente fiotto bianco e denso è colato sul lenzuolo. Come una stupida ho pensato: “Cazzo, è il lato di Andrea. Devo ricordarmi di cambiare il letto!”
Nel corso della mattinata abbia scopato non so quante altre volte, in tutti i modi e in tutte le posizioni immaginabili. Ogni volta è stato bellissimo. Sembravamo due animali in calore. Eddy si è dimostrato un amante instancabile, con una potenza virile sorprendentemente. In brevissimo tempo era capace di riacquistare un’erezione formidabile. Solo la quantità di sperma che mi riversava sul corpo o dentro di me è progressivamente diminuita. Negli ultimi amplessi praticamente non riusciva più a sborrare ma il cazzo era sempre duro come il marmo.
Me lo ha sbattuto anche nel culo. Con mio marito non facciamo spesso sesso anale, non perché non mi piaccia, anzi, ma perché poi, a freddo, mi sento “sporca”. Da quando poi sono arrivati i bambini è diventato un evento molto raro. Ma a Eddy l’ho chiesto io; volevo averlo in ogni mio buco. A lui non sembrava vero; me l’ha fatto ripetere due volte. Mi ha confessato che è sempre stato un suo sogno e che non aveva avuto il coraggio di chiedermelo anche perché la moglie non ha mai voluto, dicendo che è una cosa schifosa che fanno solo le puttane.
Ha cercato di essere delicato ma quando è entrato mi sono sentita squarciare, ho sentito lo sfintere lacerarsi e ho provato un dolore fortissimo. Non mi ero sbagliata; il suo cazzo è effettivamente più largo di quello di mio marito! Una volta entrato si è fermato ed ha atteso che il mio buchetto si abituasse al nuovo ospite. Poi ha cominciato a pompare, delicatamente ma a ogni affondo sempre più in profondità. Sentivo le sue palle sbattere sulle labbra della fica. Il piacere mi ha travolto, ero in totale estasi. Sentivo la fica sciogliersi. All’improvviso, come se si fosse aperto un rubinetto dentro di me, ho sentito un fiotto potente uscirmi dalla vagina. Ho quasi creduto d’essermi pisciata addosso; erano solo i miei umori che esplodevano ma con una potenza mai provata prima. Ho cominciato a mordere il cuscino mentre lui ha continuato a pomparmi in culo fino a sborrare. Ero squassata da orgasmi continui, ondate di piacere intensissimo si susseguivano, mai in vita mia ho provato qualcosa di minimamente paragonabile.
Alla fine ci siamo accasciati, sfiniti, uno di fianco all’altra. I nostri corpi nudi, sudati, impregnati dall’odore di sborra e di fica, così come lo erano le lenzuola. Siamo rimasti così letto a lungo, senza parlare, senza nemmeno guardarci.
Non so quanto tempo è passato ma a un certo punto lui, facendo leva su un gomito, si è girato verso di me e ha esordito: “Grazie Cate, è stato incredibile. Non immagini quante volte ho sognato di fare l’amore con te ma non credevo minimamente potesse essere così. Sei una donna fantastica. Non posso più vivere senza di te, ti amo”. L’ho zittito con un cenno della mano, con fastidio, quasi con violenza. Dentro di me stava montando il rimorso e la vergogna. Solo ora cominciavo a rendermi realmente conto di cosa avevo fatto.
Come è potuto accadere? Non volevo succedesse! O forse sì?
So di essere un po’ puttana, mi è sempre piaciuto il sesso, amo mostrarmi, fare un po’ l’esibizionista, ma l’ho sempre fatto con mio marito e in accordo con lui. Mi sono sempre ritenuta una brava moglie, leale.
Ora sono distrutta. Mi sento sporca, una grandissima zoccola. Non tanto per aver fatto sesso con un altro uomo ma per avere tradito la fiducia che Andrea ha sempre dimostrato di avere in me. Dovrei dirgli subito cosa ho fatto ma non ne ho il coraggio. Siamo una bellissima famiglia, ci amiamo, e non voglio perdere tutto, non voglio distruggere tutto questo.
Il tempo è passato veloce ed Eddy doveva andar via. Siamo tornati in sala a recuperare i vestiti. Lui si è rivestito mentre io sono rimasta nuda, seduta sul divano a guardarlo, ancora incredula di quanto era successo. Mi ha abbracciato e baciata e l’ho accompagnato alla porta in attesa dell’ascensore. Non so cosa mi ha detto anche perché dall’ascensore è sbucata inaspettatamente la vicina. Io ero nuda e mi sono dovuta nascondere dietro la porta con solo la testa fuori. Non so cosa abbia visto e cosa abbia pensato quella stronza pettegola. Spero solo non vada a sparlare in giro.
Andato via Eddy mi sono seduta su una sedia in cucina con la testa tra le mani. Mi sembrava tutto irreale, assurdo, ma l’odore di sesso che veniva dal mio corpo e la figa e il culo che mi bruciavano mi confermavano che era successo davvero.
Non so quanto tempo sono rimasta così a pensare. Rivivevo di continuo nella mia testa dei flash di questa stupenda pazzia e subito dopo mi veniva l’angoscia e tremendi sensi di colpa per quello che avevo fatto alle spalle di Andrea nel nostro letto. A proposito… devo ricordarmi di cambiare le lenzuola. Devo anche farmi una doccia e anche in fretta perché tra poco devo andare a riprendere i bambini a scuola. Anche sotto la doccia continuavo a pensare a quanto accaduto. Ho provato quasi schifo per me stessa quando mi sono resa conto che mi stavo eccitando pensando al sesso con Eddy. Non mi riconosco più. Non posso nascondere a me stessa che mi è piaciuto da morire e vorrei rifarlo, voglio ancora il suo cazzo in tutti i miei buchi, voglio provare ancora quelle sensazioni incredibili che mi ha donato. Ma poi penso ad Andrea e mi sento male, ho la nausea, mi viene da vomitare.
Non posso non dirlo a mio marito. Non riuscirò mai a far finta di niente e continuare a fare la brava e devota mogliettina. Deve saperlo anche a rischio di rovinare il nostro magnifico rapporto. Io però devo trovare il coraggio. Ma come faccio?
Voi cosa mi consigliate? Cosa devo fare?
Devo confessare a qualcuno quello che è successo. Ma come faccio? Ho paura, mi vergogno!
Provo a confessarlo a voi sperando siate indulgenti con me.
Sono Cate, ho 35 anni e sono sposata con Andrea con il quale sto insieme da quando eravamo ragazzi. Lo amo da morire e non potrei vivere senza di lui. Abbiamo due splendidi bambini che in questo momento sono a scuola e tra poco dovrò andare a riprenderli.
Lo avrete già capito. Ho tradito mio marito.
Provo a fare un po’ di ordine.
Da diverso tempo mi sento via chat con un mio collega che lavora nella sede romana della mia azienda. Io e Eddy, è questo il suo nome, anche se fino a oggi non ci eravamo mai visti di persona, siamo diventati veri amici. Ci confidiamo le cose che ci succedono, i nostri problemi quotidiani, le preoccupazioni e le gioie. Ci siamo resi conto che possiamo parlare di tutto in maniera sincera, anche delle cose più personali e intime. Lui mi parla soprattutto delle sue incomprensioni con Ida, la moglie, e io delle mie ansie di madre. In maniera inspiegabile con il tempo si è creata una bella alchimia tra noi. Andrea sa di questa amicizia, gliene ho parlato e mi sembra non gli dia fastidio.
Qualche giorno fa, quando Eddy mi ha detto che sarebbe stato di passaggio in città per una questione familiare, l’ho immediatamente invitato a casa. Sapevo che oggi Andrea sarebbe stato in ufficio fino a sera e che i bambini avrebbero avuto la lunga a scuola. Non so nemmeno io perché ma non ho detto niente a mio marito. Ho pensato fosse una cosa solo mia, intima, personale, ma giuro che non avevo assolutamente secondi fini. Non ho mai, mai e poi mai, pensato a Eddy come a qualcosa di diverso da un caro amico. Ripensandoci ora, forse qualche segnale che invece per lui io potessi essere qualcosa più che un’amica l’avevo avuto ma lo avevo subito inconsciamente scacciato perché per me era prezioso conservare l’amicizia di Eddy.
Stamattina ero un po’ nervosa. Non vedevo l’ora che gli uomini di casa andassero via. Ho fatto una lunga doccia, mi sono preparata con calma. Sì, volevo essere bella ma non per fare colpo su di lui come donna ma solo per accogliere al meglio un caro amico. Davvero strana questa cosa che ci conoscessimo benissimo l’uno con l’altra senza mai esserci incontrati. Quando Eddy ha suonato al citofono e poi alla porta di casa avevo le farfalle allo stomaco. Ero curiosa, impaziente, non so descrivere bene il mio stato d’animo. Finalmente eccolo palesarsi di fronte a me sull’uscio. La prima cosa, stupida, che ho pensato è che fosse più alto di quanto mi ero immaginata. Mi ha abbracciato, aveva un buon odore di fresco. Mi ha baciato sulle guance ma, un po’ goffi, ci siamo un po’ scontrati con i nasi e con i lati del viso da porgere all’altro. Abbiamo riso. L’ho fatto accomodare, gli ho chiesto se avesse fatto buon viaggio, se avesse bisogno del bagno, se potevo offrirgli un caffè e cose del genere. Ero impacciata, mi tormentavo le mani e mi toccavo di continuo i capelli. Anche lui non sembrava particolarmente a suo agio, si era messo sul divano ma stando seduto sul bordo come se dovesse alzarsi velocemente da un momento all’altro. Poi l’atmosfera si è distesa, abbiamo parlato del più e del meno, mi ha detto il motivo della sua visita in città, gli ho mostrato la casa e poi sono andata a preparagli il caffè. Lui mi ha seguito in cucina, abbiamo continuato a parlare di nulla. Quando la macchinetta del caffè ha cominciato a borbottare mi sono alzata per prendere le tazzine buone dallo scaffale in alto. Mi sono allungata sulle punte dei piedi, lui vista la mia difficoltà si è avvicinato per aiutarmi. C’è stato un contatto involontario del lato sinistro del mio corpo con il lato destro del suo. Ho avuto un brivido. Non capivo cosa stesse succedendo. Lui mi ha guardato negli occhi, è durato un istante ma mi è sembrato un’eternità, ha preso due tazzine dallo scaffale e me le ha porte. Le nostre mani si sono incontrate. Ho avuto una vampata di calore fortissima, temo di essere arrossita. Lui si è risieduto e io mi sono avvicinata per versargli il caffè. Ho avvertito i suoi occhi addosso. Non lo stavo guardando ma sentivo che mi stava squadrando dalle caviglie ai capelli. Un altro brivido mi ha percorso la schiena. Ma cosa cazzo mi stava succedendo! Non volevo provare quelle sensazioni ma mi piacevano. L’ho beccato con gli occhi sul mio seno. Mi sentivo le gambe deboli e mi sono seduta di fronte a lui. Ho alzato gli occhi e ho incrociato i suoi. “Come sei bella Cate!” mi ha detto all’improvviso e per me è stato come se cento tamburi avessero cominciato a suonare nello stesso istante nel mio stomaco. “Dai Eddy cosa dici? Non fare lo stupido” ho provato a difendermi ma lui ha incalzato: “Sei stupenda. Sono pazzo di te. È da tanto che avrei voluto dirtelo”. Si è alzato, è venuto verso di me, mi ha sollevato dalla vita, mi ha alzato dalla sedia e mi ha baciato, spingendo la sua lingua nella mia bocca. La mia resistenza è durata un secondo, forse meno. Le nostre lingue hanno cominciato a mulinare una nella bocca dell’altro. Mi sono aggrappata al suo collo. Mi ha portata di nuovo in sala e mi ha adagiato sul divano. Abbiamo continuato a baciarci come due adolescenti. Con le mani mi sono aggrappata al suo collo e le sue mani hanno cominciato a palparmi il seno, poi il culo, le cosce e infine sono arrivate sulla mia fica. Non capivo più niente. Avevo perso totalmente il controllo. Non esistevano più i miei figli, mio marito, nulla. Volevo solo fare l’amore con Eddy. Mi sono scostata da lui e mi sono sfilata il vestito passando da sopra la testa; lui si è tolto la camicia. Mi sono avventata sulla cintura dei suoi pantaloni per slacciargliela. Sentivo la mia vagina diventare un lago. Gli ho abbassato i pantaloni fino alle caviglie e l’ho spinto a sedere sul divano. Mi sono inginocchiata tra le sue gambe e ho affondato una mano nei suoi boxer. Ho estratto un cazzo già in erezione di dimensioni notevoli. Sotto aveva uno scroto molto scuro, con due palle grandi e gonfie che istintivamente ho accarezzato per tastarne la consistenza. Anche mio marito è ben dotato ma quello di Eddy è forse più largo ed era diventato durissimo. Ho baciato la cappella, l’ho leccata e mi sono ficcata il pene tutto in bocca. Stavo spompinando un cazzo che non era quello di mio marito e mi stava piacendo da impazzire. Mi è sembrato stesse piacendo anche ad Eddy; aveva gli occhi chiusi, sussultava a ogni mia leccata, si inarcava a ogni mio affondo. Andrea mi dice sempre che sono brava a fare i pompini, dice che sono la regina delle bocchinare. Forse è vero visto l’effetto che stavo facendo a Eddy. Ho sentito il cazzo vibrare sulla mia lingua e infatti mi ha avvertito: “Cate sto per venire”. Un po’ ci sono rimasta male perché avrei voluto durasse di più e avrei voluto prima impalarmi su quel cetriolone di carne. Ma a quel punto ho accelerato il pompino e in un baleno ho sentito una interminabile scarica di schizzi di sborra calda sul mio palato. Era davvero tanta, un po' mi è colata dalla bocca fin sulle tette ancora costrette nel reggiseno, ma tutto il resto l’ho ingoiata. Aveva un buon sapore, dolce, quasi di ananas. Con un dito ho raccolto lo sperma che mi era caduto tra le tette e l’ho rimesso in bocca. “Cazzo che zoccola che sono” ho pensato nella mia mente e dallo sguardo di Eddy credo che anche lui abbia pensando la stessa cosa.
Non ero soddisfatta. Avevo ancora voglia. Mi sono alzata, mi sono tolta il reggiseno e sfilata le mutandine che ormai erano completamente umide dei miei umori.
Lui si è tolto i pantaloni che erano ancora attorcigliati alle sue caviglie. Mi sono gettata su di lui, l’ho baciato e accarezzato sul petto. Anche le sue mani hanno cominciato a frugarmi dappertutto fino a ficcarmi due dita nella fica fradicia. Mi sentivo assatanata. Non ricordo di aver mai perso il controllo di me stessa fino a questo punto. Con mia sorpresa ho notato che il cazzo di Eddy era già tornato durissimo. L’ho guardo negli occhi, mi sono alzata, l’ho tiro su per un braccio e l’ho trascino in camera da letto.
Merda, ero con un altro uomo sul nostro letto matrimoniale, mio e di Andrea, ma non me ne fotteva un cazzo! Lui si è messo le mie gambe sulle spalle e ha cominciato a leccarmi la fica. Era davvero bravo e mi ha fatto avere subito un orgasmo potente. Ma io volevo essere scopata e gliel’ho urlato: “Scopami!” Non aspettava altro. Senza altri convenevoli mi ha infilato tutto il cazzo nella fica. Nonostante fossi tutta bagnata e dilatata ho urlato nel sentire quel cazzo durissimo sbattere contro il mio utero. Lui ha cominciato a pomparmi con vemenza. Grugniva, sembrava un toro in calore. La spalliera del letto sbatteva contro la parete. Ho stretto le mie gambe attorno alla sua schiena, lo volevo sempre più dentro di me, ho affondato le unghie nella sua carne prima del culo e poi delle spalle. Urlavo, gemevo, dalla mia bocca sono esciti incitamenti a scoparmi sempre più forti. L’ho implorato di sfondarmi tutta. Gli ho urlato che ero una puttana, una zoccola, la sua troia e che poteva fare di me tutto quello che voleva. I vicini avranno sentito ma non mi importava. Volevo solo godere.
Questa volta è durato certamente di più del pompino di poco prima. Io ho raggiunto una serie continua di orgasmi. Le mie gambe hanno cominciato a tremare. Alla fine, è esploso dentro di me con un rantolo animale. Ho sentito la fica dilatatissima, un lago pieno di sborra. Quando ha estratto il cazzo un consistente fiotto bianco e denso è colato sul lenzuolo. Come una stupida ho pensato: “Cazzo, è il lato di Andrea. Devo ricordarmi di cambiare il letto!”
Nel corso della mattinata abbia scopato non so quante altre volte, in tutti i modi e in tutte le posizioni immaginabili. Ogni volta è stato bellissimo. Sembravamo due animali in calore. Eddy si è dimostrato un amante instancabile, con una potenza virile sorprendentemente. In brevissimo tempo era capace di riacquistare un’erezione formidabile. Solo la quantità di sperma che mi riversava sul corpo o dentro di me è progressivamente diminuita. Negli ultimi amplessi praticamente non riusciva più a sborrare ma il cazzo era sempre duro come il marmo.
Me lo ha sbattuto anche nel culo. Con mio marito non facciamo spesso sesso anale, non perché non mi piaccia, anzi, ma perché poi, a freddo, mi sento “sporca”. Da quando poi sono arrivati i bambini è diventato un evento molto raro. Ma a Eddy l’ho chiesto io; volevo averlo in ogni mio buco. A lui non sembrava vero; me l’ha fatto ripetere due volte. Mi ha confessato che è sempre stato un suo sogno e che non aveva avuto il coraggio di chiedermelo anche perché la moglie non ha mai voluto, dicendo che è una cosa schifosa che fanno solo le puttane.
Ha cercato di essere delicato ma quando è entrato mi sono sentita squarciare, ho sentito lo sfintere lacerarsi e ho provato un dolore fortissimo. Non mi ero sbagliata; il suo cazzo è effettivamente più largo di quello di mio marito! Una volta entrato si è fermato ed ha atteso che il mio buchetto si abituasse al nuovo ospite. Poi ha cominciato a pompare, delicatamente ma a ogni affondo sempre più in profondità. Sentivo le sue palle sbattere sulle labbra della fica. Il piacere mi ha travolto, ero in totale estasi. Sentivo la fica sciogliersi. All’improvviso, come se si fosse aperto un rubinetto dentro di me, ho sentito un fiotto potente uscirmi dalla vagina. Ho quasi creduto d’essermi pisciata addosso; erano solo i miei umori che esplodevano ma con una potenza mai provata prima. Ho cominciato a mordere il cuscino mentre lui ha continuato a pomparmi in culo fino a sborrare. Ero squassata da orgasmi continui, ondate di piacere intensissimo si susseguivano, mai in vita mia ho provato qualcosa di minimamente paragonabile.
Alla fine ci siamo accasciati, sfiniti, uno di fianco all’altra. I nostri corpi nudi, sudati, impregnati dall’odore di sborra e di fica, così come lo erano le lenzuola. Siamo rimasti così letto a lungo, senza parlare, senza nemmeno guardarci.
Non so quanto tempo è passato ma a un certo punto lui, facendo leva su un gomito, si è girato verso di me e ha esordito: “Grazie Cate, è stato incredibile. Non immagini quante volte ho sognato di fare l’amore con te ma non credevo minimamente potesse essere così. Sei una donna fantastica. Non posso più vivere senza di te, ti amo”. L’ho zittito con un cenno della mano, con fastidio, quasi con violenza. Dentro di me stava montando il rimorso e la vergogna. Solo ora cominciavo a rendermi realmente conto di cosa avevo fatto.
Come è potuto accadere? Non volevo succedesse! O forse sì?
So di essere un po’ puttana, mi è sempre piaciuto il sesso, amo mostrarmi, fare un po’ l’esibizionista, ma l’ho sempre fatto con mio marito e in accordo con lui. Mi sono sempre ritenuta una brava moglie, leale.
Ora sono distrutta. Mi sento sporca, una grandissima zoccola. Non tanto per aver fatto sesso con un altro uomo ma per avere tradito la fiducia che Andrea ha sempre dimostrato di avere in me. Dovrei dirgli subito cosa ho fatto ma non ne ho il coraggio. Siamo una bellissima famiglia, ci amiamo, e non voglio perdere tutto, non voglio distruggere tutto questo.
Il tempo è passato veloce ed Eddy doveva andar via. Siamo tornati in sala a recuperare i vestiti. Lui si è rivestito mentre io sono rimasta nuda, seduta sul divano a guardarlo, ancora incredula di quanto era successo. Mi ha abbracciato e baciata e l’ho accompagnato alla porta in attesa dell’ascensore. Non so cosa mi ha detto anche perché dall’ascensore è sbucata inaspettatamente la vicina. Io ero nuda e mi sono dovuta nascondere dietro la porta con solo la testa fuori. Non so cosa abbia visto e cosa abbia pensato quella stronza pettegola. Spero solo non vada a sparlare in giro.
Andato via Eddy mi sono seduta su una sedia in cucina con la testa tra le mani. Mi sembrava tutto irreale, assurdo, ma l’odore di sesso che veniva dal mio corpo e la figa e il culo che mi bruciavano mi confermavano che era successo davvero.
Non so quanto tempo sono rimasta così a pensare. Rivivevo di continuo nella mia testa dei flash di questa stupenda pazzia e subito dopo mi veniva l’angoscia e tremendi sensi di colpa per quello che avevo fatto alle spalle di Andrea nel nostro letto. A proposito… devo ricordarmi di cambiare le lenzuola. Devo anche farmi una doccia e anche in fretta perché tra poco devo andare a riprendere i bambini a scuola. Anche sotto la doccia continuavo a pensare a quanto accaduto. Ho provato quasi schifo per me stessa quando mi sono resa conto che mi stavo eccitando pensando al sesso con Eddy. Non mi riconosco più. Non posso nascondere a me stessa che mi è piaciuto da morire e vorrei rifarlo, voglio ancora il suo cazzo in tutti i miei buchi, voglio provare ancora quelle sensazioni incredibili che mi ha donato. Ma poi penso ad Andrea e mi sento male, ho la nausea, mi viene da vomitare.
Non posso non dirlo a mio marito. Non riuscirò mai a far finta di niente e continuare a fare la brava e devota mogliettina. Deve saperlo anche a rischio di rovinare il nostro magnifico rapporto. Io però devo trovare il coraggio. Ma come faccio?
Voi cosa mi consigliate? Cosa devo fare?
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