L'ha scoperto però...
di
Andrea Sinner
genere
corna
L’HA SCOPERTO, PERO’….
Questo racconto è il prosieguo del precedente dal titolo “L’ho tradito”. Anche questo descrive quanto realmente accaduto con qualche ovvio e necessario adattamento per proteggere la privacy dei protagonisti.
Non so bene come ma Andrea ha scoperto che l’ho tradito.
Era passato già qualche giorno dalla “visita” di Eddy ma io non avevo ancora trovato il coraggio di parlare con mio marito. Avevo deciso di farlo ma stavo ancora cercando il coraggio, il momento e il modo giusto per confessargli tutto.
Un pomeriggio, in camera da letto, mentre i bambini erano ancora a scuola, fissandomi diritto negli occhi Andrea mi ha chiesto a bruciapelo: “Ma tu non mi dovresti dire qualcosa?”
Mi sono sentita morire. Ho abbassato gli occhi e credo di essere diventata paonazza. Mi son dovuta sedere sul letto perché la testa ha cominciato a girami e sentivo venir meno le gambe.
Per una frazione di secondo il mio cervello ha realizzato che ero seduta sul lato sinistro del letto, proprio dove avevo fatto sesso per ore con Eddy. Come in un fermo immagine di un film ho visualizzato Eddy, nudo tra le mie gambe, sudato e con il volto stravolto dall’orgasmo.
Non ho resistito… sono scoppiata a piangere, con le mani a coprirmi il viso. Non riuscivo a smettere, non riuscivo a respirare, avrei voluto scappare, correre via senza fermarmi mai più.
Andrea era lì, seduto al mio fianco. Mi guardava senza una minima espressione e non diceva nulla. Poi all’improvviso, inaspettatamente, mi ha abbracciato e ha cercato, non riuscendoci, di togliermi le mani dal volto. Non volevo incrociare il suo sguardo, avevo vergogna. Mi ha baciato sulla fronte e con voce neutra mi ha quasi sussurrato: “Coraggio, con calma raccontami tutto.” Io continuavo a piangere e con la testa facevo segno di no. Lui continuava a parlarmi ma tra i singhiozzi e l’agitazione non riuscivo a comprendere le sue parole. Percepivo però che la sua voce era calma, quasi premurosa. Ero confusa. Ho provato a dire qualcosa ma all’inizio non mi usciva la voce. Ho riprovato chiedendogli: “Come lo hai scoperto?”. Con voce più dura lui ha replicato: “Non è importante come l’ho capito ma credo di avere il diritto di sapere tutto. Questo me lo devi?”. Il suo tono era cambiato e mi sono sentita come se un tir mi stesse attraversando lo stomaco. Un terrore atroce mi ha assalito e come una stupida mi è venuto di chiedere: “Cosa vuoi fare? Mi vuoi lasciare? Vuoi che vada vai?” Lui duro: “Raccontami cosa è successo. Sii sincera e dimmi tutto”. Sempre più confusa, impaurita ho iniziato cercando stupidamente di minimizzare. Capivo perfettamente di non essere assolutamente convincente ma veramente non sapevo come fare. Poi una sua frase, pronunciata quasi con odio ma direi anche con una sorta di rassegnazione, mi ha scosso: “Ti ho chiesto sincerità. Non ti riconosco più. Questa non è la donna che amo e che ho sposato. Voglio la verità. Esigo che mi racconti tutto quello che è successo. Tutto! Devi dirmi tutto!”
Ho ricominciato a piangere e ho balbettato: “Ma ho paura di farti troppo male. Sono stata una schifosa. Mi vergogno.” Mi ha preso per le spalle e trafiggendomi con lo sguardo ha detto: “Mi hai già fatto male e tanto ma non sapere esattamente cosa è successo mi fa ancora più male. Forza, dimmi tutto”.
Come una diga che crolla ho cominciato a raccontare. Non gli ho nascosto nulla, gli ho descritto nei minimi dettagli tutto quello che era successo, non ho tralasciato nessun aspetto neppure i più scabrosi. Gli ho raccontato tutto d’un fiato tutto quello che ricordavo di aver fatto con Eddy, quante infinite volte e come mi fossi fatta scopare, inculare, come avessi succhiato il suo cazzo, bevuto la sua sborra. Lui mi ascoltava in silenzio. Non riuscivo a interpretare la sua espressione del volto. Sembrava neutra, impassibile. Poi ho notato una cosa che ha aumentato la mia confusione. Si era eccitato. Aveva una erezione incredibile, chiaramente visibile dal rigonfiamento dei pantaloni. Ma come, io gli stavo raccontando come lo avessi tradito, quanto zoccola fossi stata e lui si eccita? Dopo qualche attimo di silenzio è arrivata la domanda che mi aspettavo e che temevo: “Ti è piaciuto?” Guardandolo diritto negli occhi gli ho risposto: “Sì, tantissimo”. “Vorresti rifarlo?” ha incalzato lui. “Sì” è stata la mia risposa secca e sincera. Ora era lui a sembrare confuso. Il rigonfiamento nei calzoni era, se possibile, ancora più evidente. Non so spiegarmelo nemmeno io ma ho provato un brivido fortissimo lungo tutto il mio corpo e ho avvertito un gran calore tra le cosce. Non era normale ma era innegabile chi mi ero eccitata anch’io. Ci siamo guardati negli occhi. Era come se i nostri cervelli fossero connessi. In un istante abbiamo letto uno i pensieri dell’altra. Ci siamo sorrisi. Ho pensato con gioia: “Dio mio, quanto amo quest’uomo.”
Senza dire una sola parola ci siamo spogliati all’unisono e abbiamo fatto l’amore in un misto di ferocia animalesca e dolcezza; non credo ci siano parole per descriverlo o comunque io non sono in grado di trovarle.
È stato bellissimo. Sembrava lo facessimo per la prima volta ma con il vantaggio di conoscere perfettamente come dare maggior piacere all’altro. Lo abbiamo fatto a lungo, come non capitava più da tanto tempo. Andrea ha voluto “riprendere possesso” di tutti i miei buchi, concludendo con una possente sborrata in fica.
Ho appoggiato la testa sul suo petto, sentivo il liquido seminale bagnarmi le cosce e ho pensato alla medesima sensazione che avevo provato qualche giorno prima con Eddy nello stesso letto. Stranamente mi sono sentita come “pacificata”. Non provavo più vergogna ma mi restava il senso di colpa nei confronti di mio marito.
Le lacrime hanno ricominciato a sgorgare copiose dai miei occhi ma questa volta piangevo in silenzio. Andrea se ne è però accorto, forse perché le lacrime hanno bagnato il suo petto, e mi ha chiesto: “Perché?”
Mi sono alzata su un gomito e guardandolo negli occhi: ”Mi dispiace di averti fatto male. Mi dispiace di averti tradito, di aver tradito la tua fiducia. Mi sconvolge che mi sia piaciuto così tanto e che nonostante tutto abbia una voglia fottuta di rifarlo. Non credevo di essere così troia ma è la realtà. Eppure io ti amo, ti amo da morire. Ti giuro sui nostri figli che amo solo te, per favore credimi. Ho rovinato tutto, la mia assurda zoccolaggine ha rovinato tutto. Andrea, io non voglio perderti ma capisco se tu ora mi odi e se non vuoi più stare con me. Non ho nessuna giustificazione e so bene che non potrai mai perdonarmi.”
Lui è rimasto in silenzio, pensieroso, poi mi ha chiesto: “Perché? Perché è successo? Perché l’hai fatto?”
“Non lo so Andrea. Me lo sto chiedendo di continuo. Forse mi sono sentita travolta dal quotidiano, dagli obblighi, dai doveri di madre e di moglie. Forse mi sono sentita anche un po’ trascurata da te ma non te ne faccio una colpa. Anche tu hai mille cose da fare e mille preoccupazioni, il lavoro, i figli, tua madre anziana. Non cerco scuse ma con l’arrivo dei bambini ho sentito di aver perso la mia libertà, mi sono sentita incatenata. Ho avvertito tutto il peso della responsabilità nei loro confronti gravare sulle mie spalle. Chattando con Eddy sentivo di avere dei momenti tutti per me, degli sprazzi di libertà. Sentivo che lui mi capiva e mi apprezzava. E poi lo ammetto… ripensandoci ora credo che in realtà avessi intuito che lui avesse un debole per me e questo in qualche modo mi lusingava. Ma tutto questo era solo a un livello inconscio. Poi l’altro giorno, nell’incontrarlo e nel vedere l’effetto che avevo su di lui, è come se fosse scattato qualcosa, i sensi hanno preso il sopravvento sulla mia volontà. La puttana che è dentro di me ha sfondato tutte le mie resistenze e mi sono lasciata andare. E sì Andrea… ti confesso nuovamente che mi è piaciuto, non lo posso negare. Mi è piaciuto tantissimo.”
“Ma perché non me lo hai detto? Perché non ne hai parlato con me? Ci siamo sempre detti tutto noi due.”
“Non ti so rispondere. È vero, noi ci diciamo tutto… o quasi tutto. Non te lo so spiegare, non lo so spiegare nemmeno a me stessa, forse questa volta temevo di non essere capita.”
Cosa provi per lui?”
“Nulla, credimi. È stato solo sesso. Mi è piaciuto fare sesso con lui, mi è piaciuto farmi scopare e come lo ha fatto ma per lui non provo nulla. Io amo te, Andrea, solo te.”
“Però a lui ci pensi? Pensi al suo cazzo?”
“Sì, è vero, è come un’ossessione. Ripenso di continuo a quello che abbiamo fatto e ripenso al suo magnifico cazzo e alle sensazioni fantastiche che mi ha regalato. Non riesco a non farlo. Cerco di cacciare questi pensieri ma non ci riesco. Sono una grandissima puttana, scusami se puoi.”
“Lo hai sentito ancora?”
“Mi ha scritto sulla chat ma non gli ho risposto. Mi scongiura di dargli notizie di me. Ha paura che tu possa aver scoperto tutto e ha paura per me. Temo abbia perso totalmente la testa; dice che non riesce più a vivere senza di me e che vuole lasciare la moglie. Per favore, Andrea, dimmi tu cosa pensi, cosa provi, ti prego.”
“Non lo so bene. All’inizio ero incazzato, furioso. Ho provato un dolore immenso. Il primo istinto era sbatterti fuori di casa, di mandarti via. Soprattutto ero incazzato non tanto per il tradimento fisico ma perché avevi tradito la fiducia che ha sempre contraddistinto il nostro rapporto. Poi ho capito che senza di te io non sono niente, non riuscirei più a vivere. Poi… mi vergogno a dirtelo, ma mi sono reso conto che la cosa mi eccitava. Il fatto che un altro uomo ti avesse scopata mi dava piacere. Ero incazzato nero e incredibilmente eccitato allo stesso tempo.”
“Effettivamente ho notato che mentre ti raccontavo cosa avevo fatto con Eddy il tuo cazzo era diventato enorme”
“Sì, è vero. Non me lo spiego ma è così. Tu sarai una puttana ma io sono un porco.”
Abbiamo sorriso entrambi. L’ho abbracciato e lui ha ricambiato con un bacio.
Poi ha continuato: “Ti ripeto… quello che mi ha fatto infuriare di più è stato che tu non me ne abbia parlato. Sarebbe bastato che tu mi avessi detto delle tue inquietudini e parlato con sincerità del tuo rapporto con Eddy. Sai bene che io non ti ho mai vietato o imposto niente. Tu sei sempre stata libera di fare ciò che volevi e sempre lo sarai. Quello che però pretendo da te è la sincerità.”
“Hai ragione, avrei dovuto parlartene ma forse non mi ero resa conto del tutto di come stava evolvendo il rapporto con Eddy. Avrei dovuto dirti subito che l’avevo invitato a casa ma non avevo assolutamente idea che sarebbe andata a finire così. Almeno credo…”
Si è alzato a sedere nel letto, mi ha preso per le spalle e mi ha detto: “Rispondigli. Se vuoi rivederlo fallo pure, per me va bene. Ti pongo un’unica condizione… devi dirmelo e devi raccontarmi con sincerità tutto quello che fate.”
“Mi stai dicendo che se voglio posso scopare ancora con lui? Sei sicuro?”
“Sì, sono sicuro ma se io e te vogliamo continuare a essere una coppia non ci devono essere segreti tra noi e devi raccontarmi tutto.”
“Cazzo Andrea, sei un marito incredibile. Sono la donna più fortunata del mondo. Ti amo.”
Ero al settimo cielo. L’ho abbracciato e baciato. Gli sono salita a cavalcioni. Il suo cazzo era durissimo e non ho potuto fare a meno di mettermelo nella figa. Lui ha affondato la testa tra i miei seni e ha cominciato a chiavarmi con foga. I suoi colpi mi facevano sobbalzare e il suo pene di marmo usciva e rientrava dentro di me. È stato ancora una volta fantastico.
Mentre ci rivestivamo ci siamo baciati teneramente e mi è venuto spontaneo chiedergli con sincera innocenza: “Ma ti piacerebbe esserci la prossima volta che… vedrò Eddy?”
Mi ha sorriso e baciandomi mi ha detto: “Ma tu sei veramente una grandissima zoccola. Ti amo Cate”.
“E tu sei un grandissimo cornuto e un porco schifoso, amore mio.”
Questo racconto è il prosieguo del precedente dal titolo “L’ho tradito”. Anche questo descrive quanto realmente accaduto con qualche ovvio e necessario adattamento per proteggere la privacy dei protagonisti.
Non so bene come ma Andrea ha scoperto che l’ho tradito.
Era passato già qualche giorno dalla “visita” di Eddy ma io non avevo ancora trovato il coraggio di parlare con mio marito. Avevo deciso di farlo ma stavo ancora cercando il coraggio, il momento e il modo giusto per confessargli tutto.
Un pomeriggio, in camera da letto, mentre i bambini erano ancora a scuola, fissandomi diritto negli occhi Andrea mi ha chiesto a bruciapelo: “Ma tu non mi dovresti dire qualcosa?”
Mi sono sentita morire. Ho abbassato gli occhi e credo di essere diventata paonazza. Mi son dovuta sedere sul letto perché la testa ha cominciato a girami e sentivo venir meno le gambe.
Per una frazione di secondo il mio cervello ha realizzato che ero seduta sul lato sinistro del letto, proprio dove avevo fatto sesso per ore con Eddy. Come in un fermo immagine di un film ho visualizzato Eddy, nudo tra le mie gambe, sudato e con il volto stravolto dall’orgasmo.
Non ho resistito… sono scoppiata a piangere, con le mani a coprirmi il viso. Non riuscivo a smettere, non riuscivo a respirare, avrei voluto scappare, correre via senza fermarmi mai più.
Andrea era lì, seduto al mio fianco. Mi guardava senza una minima espressione e non diceva nulla. Poi all’improvviso, inaspettatamente, mi ha abbracciato e ha cercato, non riuscendoci, di togliermi le mani dal volto. Non volevo incrociare il suo sguardo, avevo vergogna. Mi ha baciato sulla fronte e con voce neutra mi ha quasi sussurrato: “Coraggio, con calma raccontami tutto.” Io continuavo a piangere e con la testa facevo segno di no. Lui continuava a parlarmi ma tra i singhiozzi e l’agitazione non riuscivo a comprendere le sue parole. Percepivo però che la sua voce era calma, quasi premurosa. Ero confusa. Ho provato a dire qualcosa ma all’inizio non mi usciva la voce. Ho riprovato chiedendogli: “Come lo hai scoperto?”. Con voce più dura lui ha replicato: “Non è importante come l’ho capito ma credo di avere il diritto di sapere tutto. Questo me lo devi?”. Il suo tono era cambiato e mi sono sentita come se un tir mi stesse attraversando lo stomaco. Un terrore atroce mi ha assalito e come una stupida mi è venuto di chiedere: “Cosa vuoi fare? Mi vuoi lasciare? Vuoi che vada vai?” Lui duro: “Raccontami cosa è successo. Sii sincera e dimmi tutto”. Sempre più confusa, impaurita ho iniziato cercando stupidamente di minimizzare. Capivo perfettamente di non essere assolutamente convincente ma veramente non sapevo come fare. Poi una sua frase, pronunciata quasi con odio ma direi anche con una sorta di rassegnazione, mi ha scosso: “Ti ho chiesto sincerità. Non ti riconosco più. Questa non è la donna che amo e che ho sposato. Voglio la verità. Esigo che mi racconti tutto quello che è successo. Tutto! Devi dirmi tutto!”
Ho ricominciato a piangere e ho balbettato: “Ma ho paura di farti troppo male. Sono stata una schifosa. Mi vergogno.” Mi ha preso per le spalle e trafiggendomi con lo sguardo ha detto: “Mi hai già fatto male e tanto ma non sapere esattamente cosa è successo mi fa ancora più male. Forza, dimmi tutto”.
Come una diga che crolla ho cominciato a raccontare. Non gli ho nascosto nulla, gli ho descritto nei minimi dettagli tutto quello che era successo, non ho tralasciato nessun aspetto neppure i più scabrosi. Gli ho raccontato tutto d’un fiato tutto quello che ricordavo di aver fatto con Eddy, quante infinite volte e come mi fossi fatta scopare, inculare, come avessi succhiato il suo cazzo, bevuto la sua sborra. Lui mi ascoltava in silenzio. Non riuscivo a interpretare la sua espressione del volto. Sembrava neutra, impassibile. Poi ho notato una cosa che ha aumentato la mia confusione. Si era eccitato. Aveva una erezione incredibile, chiaramente visibile dal rigonfiamento dei pantaloni. Ma come, io gli stavo raccontando come lo avessi tradito, quanto zoccola fossi stata e lui si eccita? Dopo qualche attimo di silenzio è arrivata la domanda che mi aspettavo e che temevo: “Ti è piaciuto?” Guardandolo diritto negli occhi gli ho risposto: “Sì, tantissimo”. “Vorresti rifarlo?” ha incalzato lui. “Sì” è stata la mia risposa secca e sincera. Ora era lui a sembrare confuso. Il rigonfiamento nei calzoni era, se possibile, ancora più evidente. Non so spiegarmelo nemmeno io ma ho provato un brivido fortissimo lungo tutto il mio corpo e ho avvertito un gran calore tra le cosce. Non era normale ma era innegabile chi mi ero eccitata anch’io. Ci siamo guardati negli occhi. Era come se i nostri cervelli fossero connessi. In un istante abbiamo letto uno i pensieri dell’altra. Ci siamo sorrisi. Ho pensato con gioia: “Dio mio, quanto amo quest’uomo.”
Senza dire una sola parola ci siamo spogliati all’unisono e abbiamo fatto l’amore in un misto di ferocia animalesca e dolcezza; non credo ci siano parole per descriverlo o comunque io non sono in grado di trovarle.
È stato bellissimo. Sembrava lo facessimo per la prima volta ma con il vantaggio di conoscere perfettamente come dare maggior piacere all’altro. Lo abbiamo fatto a lungo, come non capitava più da tanto tempo. Andrea ha voluto “riprendere possesso” di tutti i miei buchi, concludendo con una possente sborrata in fica.
Ho appoggiato la testa sul suo petto, sentivo il liquido seminale bagnarmi le cosce e ho pensato alla medesima sensazione che avevo provato qualche giorno prima con Eddy nello stesso letto. Stranamente mi sono sentita come “pacificata”. Non provavo più vergogna ma mi restava il senso di colpa nei confronti di mio marito.
Le lacrime hanno ricominciato a sgorgare copiose dai miei occhi ma questa volta piangevo in silenzio. Andrea se ne è però accorto, forse perché le lacrime hanno bagnato il suo petto, e mi ha chiesto: “Perché?”
Mi sono alzata su un gomito e guardandolo negli occhi: ”Mi dispiace di averti fatto male. Mi dispiace di averti tradito, di aver tradito la tua fiducia. Mi sconvolge che mi sia piaciuto così tanto e che nonostante tutto abbia una voglia fottuta di rifarlo. Non credevo di essere così troia ma è la realtà. Eppure io ti amo, ti amo da morire. Ti giuro sui nostri figli che amo solo te, per favore credimi. Ho rovinato tutto, la mia assurda zoccolaggine ha rovinato tutto. Andrea, io non voglio perderti ma capisco se tu ora mi odi e se non vuoi più stare con me. Non ho nessuna giustificazione e so bene che non potrai mai perdonarmi.”
Lui è rimasto in silenzio, pensieroso, poi mi ha chiesto: “Perché? Perché è successo? Perché l’hai fatto?”
“Non lo so Andrea. Me lo sto chiedendo di continuo. Forse mi sono sentita travolta dal quotidiano, dagli obblighi, dai doveri di madre e di moglie. Forse mi sono sentita anche un po’ trascurata da te ma non te ne faccio una colpa. Anche tu hai mille cose da fare e mille preoccupazioni, il lavoro, i figli, tua madre anziana. Non cerco scuse ma con l’arrivo dei bambini ho sentito di aver perso la mia libertà, mi sono sentita incatenata. Ho avvertito tutto il peso della responsabilità nei loro confronti gravare sulle mie spalle. Chattando con Eddy sentivo di avere dei momenti tutti per me, degli sprazzi di libertà. Sentivo che lui mi capiva e mi apprezzava. E poi lo ammetto… ripensandoci ora credo che in realtà avessi intuito che lui avesse un debole per me e questo in qualche modo mi lusingava. Ma tutto questo era solo a un livello inconscio. Poi l’altro giorno, nell’incontrarlo e nel vedere l’effetto che avevo su di lui, è come se fosse scattato qualcosa, i sensi hanno preso il sopravvento sulla mia volontà. La puttana che è dentro di me ha sfondato tutte le mie resistenze e mi sono lasciata andare. E sì Andrea… ti confesso nuovamente che mi è piaciuto, non lo posso negare. Mi è piaciuto tantissimo.”
“Ma perché non me lo hai detto? Perché non ne hai parlato con me? Ci siamo sempre detti tutto noi due.”
“Non ti so rispondere. È vero, noi ci diciamo tutto… o quasi tutto. Non te lo so spiegare, non lo so spiegare nemmeno a me stessa, forse questa volta temevo di non essere capita.”
Cosa provi per lui?”
“Nulla, credimi. È stato solo sesso. Mi è piaciuto fare sesso con lui, mi è piaciuto farmi scopare e come lo ha fatto ma per lui non provo nulla. Io amo te, Andrea, solo te.”
“Però a lui ci pensi? Pensi al suo cazzo?”
“Sì, è vero, è come un’ossessione. Ripenso di continuo a quello che abbiamo fatto e ripenso al suo magnifico cazzo e alle sensazioni fantastiche che mi ha regalato. Non riesco a non farlo. Cerco di cacciare questi pensieri ma non ci riesco. Sono una grandissima puttana, scusami se puoi.”
“Lo hai sentito ancora?”
“Mi ha scritto sulla chat ma non gli ho risposto. Mi scongiura di dargli notizie di me. Ha paura che tu possa aver scoperto tutto e ha paura per me. Temo abbia perso totalmente la testa; dice che non riesce più a vivere senza di me e che vuole lasciare la moglie. Per favore, Andrea, dimmi tu cosa pensi, cosa provi, ti prego.”
“Non lo so bene. All’inizio ero incazzato, furioso. Ho provato un dolore immenso. Il primo istinto era sbatterti fuori di casa, di mandarti via. Soprattutto ero incazzato non tanto per il tradimento fisico ma perché avevi tradito la fiducia che ha sempre contraddistinto il nostro rapporto. Poi ho capito che senza di te io non sono niente, non riuscirei più a vivere. Poi… mi vergogno a dirtelo, ma mi sono reso conto che la cosa mi eccitava. Il fatto che un altro uomo ti avesse scopata mi dava piacere. Ero incazzato nero e incredibilmente eccitato allo stesso tempo.”
“Effettivamente ho notato che mentre ti raccontavo cosa avevo fatto con Eddy il tuo cazzo era diventato enorme”
“Sì, è vero. Non me lo spiego ma è così. Tu sarai una puttana ma io sono un porco.”
Abbiamo sorriso entrambi. L’ho abbracciato e lui ha ricambiato con un bacio.
Poi ha continuato: “Ti ripeto… quello che mi ha fatto infuriare di più è stato che tu non me ne abbia parlato. Sarebbe bastato che tu mi avessi detto delle tue inquietudini e parlato con sincerità del tuo rapporto con Eddy. Sai bene che io non ti ho mai vietato o imposto niente. Tu sei sempre stata libera di fare ciò che volevi e sempre lo sarai. Quello che però pretendo da te è la sincerità.”
“Hai ragione, avrei dovuto parlartene ma forse non mi ero resa conto del tutto di come stava evolvendo il rapporto con Eddy. Avrei dovuto dirti subito che l’avevo invitato a casa ma non avevo assolutamente idea che sarebbe andata a finire così. Almeno credo…”
Si è alzato a sedere nel letto, mi ha preso per le spalle e mi ha detto: “Rispondigli. Se vuoi rivederlo fallo pure, per me va bene. Ti pongo un’unica condizione… devi dirmelo e devi raccontarmi con sincerità tutto quello che fate.”
“Mi stai dicendo che se voglio posso scopare ancora con lui? Sei sicuro?”
“Sì, sono sicuro ma se io e te vogliamo continuare a essere una coppia non ci devono essere segreti tra noi e devi raccontarmi tutto.”
“Cazzo Andrea, sei un marito incredibile. Sono la donna più fortunata del mondo. Ti amo.”
Ero al settimo cielo. L’ho abbracciato e baciato. Gli sono salita a cavalcioni. Il suo cazzo era durissimo e non ho potuto fare a meno di mettermelo nella figa. Lui ha affondato la testa tra i miei seni e ha cominciato a chiavarmi con foga. I suoi colpi mi facevano sobbalzare e il suo pene di marmo usciva e rientrava dentro di me. È stato ancora una volta fantastico.
Mentre ci rivestivamo ci siamo baciati teneramente e mi è venuto spontaneo chiedergli con sincera innocenza: “Ma ti piacerebbe esserci la prossima volta che… vedrò Eddy?”
Mi ha sorriso e baciandomi mi ha detto: “Ma tu sei veramente una grandissima zoccola. Ti amo Cate”.
“E tu sei un grandissimo cornuto e un porco schifoso, amore mio.”
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