Incontri a Venezia _ Parte cinque
di
Capuccino Kid
genere
dominazione
Vedere Laura da dietro col bustino di tulle nero con le piccole roselline azzurre appuntate che le incornicia il culo mi fa andare fuori di testa; le lascio la gonna arrotolata perchè la fa più troia e sentirla raccontare le sue scopate e vederle le sue calze di pizzo nere da signorina per bene e le scarpe di Valentino mi eccita da morire. Le palpo il culetto con tutte e due la mani passando sotto ma anche sopra ai laccetti del reggicalze che le si sono spostati sui lati e la schiaffeggio a mano aperta gustandomi il suo fastidio e la pelle che si arrossisce e la graffio senza grazia con lo scopo di provocarle anche del dolore e lasciare dei segni sul suo corpo. Poi le infilo il palmo aperto sotto al bordo della calza scendendo e accarezzandole la coscia, la mia mano è così decorata dal pizzo sul dorso mentre le scendo fino a toccarle la parte posteriore del ginocchio allargandole la calza. mi eccita tanto sentire la sua calza con la mano. Risalendo con la mano fino a fuori della calza e giocando con il gancetto alla fine della fettuccia della guepiere e riscendendo non riesco a non toccarle anche i piedi sfiorando le sue bellissime scarpe e i laccetti in pelle adornati da queste meravigliose borchie composte da piccole piramidi che le cingono le caviglie sottili.
Le accarezzo di nuovo le calze ruvide che abbelliscono le gambe meravigliose mentre le continuo a martoriare il culo con questo finto cazzone che le faccio scorrere avanti e indietro; poi Laura scendendo con le spalle verso il basso spara una fortissima scoreggia di contorno dal culo appena le stappo il buco spostando il cazzone dal culo alla figa fregandomene ovviamente sia sporco di merda.
Cerco a questo punto di dare a Laura il colpo di grazia mettendole immediatamente prima due, poi tre fino a mettere quattro dita dentro al culo lasciando solo il pollice fuori. Laura dopo soli pochi colpi di cazzo finto in figa e di mano nel culo gode fortissimo e urlando come una scimmia come poche altre volte l’ho sentita si butta su un lato con il cazzone finto ancora piantato nella figa; mi accorgo che non ha spruzzato dalla figa questa volta. Mi fa andare fuori di testa scoparmi questa troia così figa e che si lascia andare senza limiti per soddisfarmi.
Dopo il tempo che le lascio per riprendersi dalla goduta mentre le accarezzo le tette me la limono a bocca aperta cercando di entrarle nella bocca spalancata con la lingua più in fondo che riesco e le prendo anche il mento in mano e guardandola negli occhi le sputo dentro alla bocca e sul viso mentre le entro a palmo aperto nella figa con lei che si ritrae per la goduta appena avvenuta. Mi chiede di andare in bagno per rimettersi in sesto e lavarsi credo anche la merda che l’ha sporcata e la seguo con lo sguardo mentre si reca in quello vicino alla cucina. Mi alzo appena chiude la porta e vado vicino alla porta e sento i rumori che emette mentre si scarica rumorosamente cagando forte, evidentemente stimolata bene in fondo dal cazzone finto prima e dalle mie dita poi; quando poi sento il rumore dello scarico mi tolgo dalla porta e torno in sala a versarmi un bicchiere di champagne ghiacciato attendendo che si faccia anche l’ovvio bidet. Quando torna la faccio sedere sul divano a gambe larghe con le sue scarpine ben appoggiate a terra sui tacchi e vado in camera a prendere un cazzo finto che avevo ordinato tempo fa ma che con lei non avevo ancora usato; sarà attorno ai 35 centimetri ed è grosso come una bella melanzana e si può’ fissare anche in vita perchè ha le cinghie e il velcro per allacciarlo saldamente.
Lo appoggio sul tavolino con l’intenzione di usarlo più tardi e le dico di alzarsi e di andare a prendere gli stivali che aveva portato perchè deve provarli davanti a me. Vedo che gira la testa verso quel mostro che riproduce fedelmente un cazzo umano eccezion fatta per le eccezionali dimensioni.
Ho proprio voglia di giocare a commesso e signora troia che allarga le gambe e mi metto in ginocchio davanti a lei prendendole i piedi e accarezzandoli attraverso la pelle sottile delle bellissime rockstud con entrambe le mani, le alzo i piedi e le bacio le punte delle scarpe e mi infilo la punta della destra in bocca, e con la punta della lingua sento l’amaro dello sporco della suola; lei alza l’altro piede e lo appoggia sul mio cazzo e spinge; credo senta quanto è duro; mi sdraio a terra per farmi massaggiare il cazzo dai suoi piedi e le lascio fare quel che vuole e lei lo prende in mezzo e mi sega il cazzo forse in maniera pericolosa visto le borchie a punta che ornano quelle scarpette ma mi fa impazzire questa troia che capisce sempre cosa mi eccita.
Ma quanto le hai usate queste scarpe Laura ? Sono quasi consumate cazzo !! Ma non le avevamo prese sopratutto per scopare ? Mi sa che ci hai scopato ma non certo con me per come le vedo.
Mhhh dai Paolo ma che dici ? Forse è già il momento di prenderne un altro paio ? Magari tutte nere o tutte beige che dici ? Me ne regali un’altro paio mio bel porcellino ?
Laura mi dice tutto questo mentre me lo schiaccia ancora con forza a questo punto le slaccio i laccetti che ha sulla caviglie e le sfilo una scarpina appogiandola delicatamente a terra e il mio cazzo impazzisce da quanto è grosso e duro e continuo ad accarezzarle il piede ornato dal pizzo nero. Alzando la testa la guardo tra le gambe dove finiscono le calze e comincia la pelle chiara preludio della sua figa che le ho appena chiavato e il mio cazzo è sempre più grosso e sono sicuro che quando glielo pianterò nel culo la farò urlare ma tanto avrà una pallina legata stretta sulla bocca perché se no la sentiranno anche giù in calle anzi forse le metto anche un foulard per bendarle gli occhi, apro la scatola arancione tutta infiocchettata e spostando le tonnellate di carta ripiegata prendo la prima sacchetta di tela col logo Hermes in bella vista che contiene il bellissimo stivale di pelle spazzolata nero lucido e glielo faccio vedere mentre accarezzo la pelle affascinato ed eccitatissimo da tanta bellezza mentre lei si tocca il clitoride eccitata infilandosi tre dita nella figa.
Sei una porca !!
E tu sei un maiale Paolo leccami la figa dai porco dio, ho voglia che mi mangi la figa.
Mi insinuo tra le sue gambe con la testa fino ad arrivare li dove finiscono le calze ed inizia la sua coscia morbida nonostante Laura sia molto magra leccandole l’interno coscia e le allargo le gambe per leccarla meglio e comincio a lappare come un cane il sugo che le esce da quella fighetta morbida e profumata nonostante l’avessi scopata anche col cazzone finto che il culo aveva sporcato di merda è evidentemente che quando è andata in bagno a cagare col bidè successivo si è data veramente una lavata alla fighetta come avevo supposto. Ho voglia di giocarci e prendo in mano la sua scarpa e fregandomene come sempre se sia pulita o meno le spingo il tacco, per la verità non troppo alto perchè è da sei, dentro alla figa e la scopo ritmicamente tra i suoi lamenti per un po’. Mi fa impazzire tenere questa scarpina leggera in mano e scoparla con i laccetti borchia che si scuotono accarezzandomi il polso. Laura si dimena come una bella troia tra la mia lingua e il tacco della sua scarpina nero beige fino a quando girandomela in mano non le spingo la punta nera dentro la figa che la bagna ma non vado oltre la punta perchè le borchie la squarcerebbero e finirebbe il divertimento per oggi ma sento che le piace tanto come la sto scopando e come ho già fatto spesso in passato con altre scarpette che le ho regalato o che indossava per uscire con me.
Porco sei una testa di cazzo vuoi aprirmi la figa con questa scarpa vero ? Sputami nella figa per farla scivolare meglio dai maiale o mettimi del gel, dai come prima. Prendo una bella noce di gel e gliela spingo nella figa con tre dita e subito dietro le forzo il non più tanto piccolo buco con la punta della scarpina elegantissima e leggerissima muovendola dentro e fuori ma lasciandola sempre un po dentro; la punta nera assume aloni rigati, tracce della sua figa e aumento il ritmo mentre lei mi schiaccia il cazzo con l’altro piede facendolo diventare di basalto. Le tolgo la Rockstud dalla figa e la avvicino alla bocca e le dico di tirare fuori la lingua come una cagnetta e ricomincio a scoparle la bocca con la scarpetta tenendola dal tacco dicendole di farla ridiventare lucida come appena arrivata.
Le accarezzo di nuovo le calze ruvide che abbelliscono le gambe meravigliose mentre le continuo a martoriare il culo con questo finto cazzone che le faccio scorrere avanti e indietro; poi Laura scendendo con le spalle verso il basso spara una fortissima scoreggia di contorno dal culo appena le stappo il buco spostando il cazzone dal culo alla figa fregandomene ovviamente sia sporco di merda.
Cerco a questo punto di dare a Laura il colpo di grazia mettendole immediatamente prima due, poi tre fino a mettere quattro dita dentro al culo lasciando solo il pollice fuori. Laura dopo soli pochi colpi di cazzo finto in figa e di mano nel culo gode fortissimo e urlando come una scimmia come poche altre volte l’ho sentita si butta su un lato con il cazzone finto ancora piantato nella figa; mi accorgo che non ha spruzzato dalla figa questa volta. Mi fa andare fuori di testa scoparmi questa troia così figa e che si lascia andare senza limiti per soddisfarmi.
Dopo il tempo che le lascio per riprendersi dalla goduta mentre le accarezzo le tette me la limono a bocca aperta cercando di entrarle nella bocca spalancata con la lingua più in fondo che riesco e le prendo anche il mento in mano e guardandola negli occhi le sputo dentro alla bocca e sul viso mentre le entro a palmo aperto nella figa con lei che si ritrae per la goduta appena avvenuta. Mi chiede di andare in bagno per rimettersi in sesto e lavarsi credo anche la merda che l’ha sporcata e la seguo con lo sguardo mentre si reca in quello vicino alla cucina. Mi alzo appena chiude la porta e vado vicino alla porta e sento i rumori che emette mentre si scarica rumorosamente cagando forte, evidentemente stimolata bene in fondo dal cazzone finto prima e dalle mie dita poi; quando poi sento il rumore dello scarico mi tolgo dalla porta e torno in sala a versarmi un bicchiere di champagne ghiacciato attendendo che si faccia anche l’ovvio bidet. Quando torna la faccio sedere sul divano a gambe larghe con le sue scarpine ben appoggiate a terra sui tacchi e vado in camera a prendere un cazzo finto che avevo ordinato tempo fa ma che con lei non avevo ancora usato; sarà attorno ai 35 centimetri ed è grosso come una bella melanzana e si può’ fissare anche in vita perchè ha le cinghie e il velcro per allacciarlo saldamente.
Lo appoggio sul tavolino con l’intenzione di usarlo più tardi e le dico di alzarsi e di andare a prendere gli stivali che aveva portato perchè deve provarli davanti a me. Vedo che gira la testa verso quel mostro che riproduce fedelmente un cazzo umano eccezion fatta per le eccezionali dimensioni.
Ho proprio voglia di giocare a commesso e signora troia che allarga le gambe e mi metto in ginocchio davanti a lei prendendole i piedi e accarezzandoli attraverso la pelle sottile delle bellissime rockstud con entrambe le mani, le alzo i piedi e le bacio le punte delle scarpe e mi infilo la punta della destra in bocca, e con la punta della lingua sento l’amaro dello sporco della suola; lei alza l’altro piede e lo appoggia sul mio cazzo e spinge; credo senta quanto è duro; mi sdraio a terra per farmi massaggiare il cazzo dai suoi piedi e le lascio fare quel che vuole e lei lo prende in mezzo e mi sega il cazzo forse in maniera pericolosa visto le borchie a punta che ornano quelle scarpette ma mi fa impazzire questa troia che capisce sempre cosa mi eccita.
Ma quanto le hai usate queste scarpe Laura ? Sono quasi consumate cazzo !! Ma non le avevamo prese sopratutto per scopare ? Mi sa che ci hai scopato ma non certo con me per come le vedo.
Mhhh dai Paolo ma che dici ? Forse è già il momento di prenderne un altro paio ? Magari tutte nere o tutte beige che dici ? Me ne regali un’altro paio mio bel porcellino ?
Laura mi dice tutto questo mentre me lo schiaccia ancora con forza a questo punto le slaccio i laccetti che ha sulla caviglie e le sfilo una scarpina appogiandola delicatamente a terra e il mio cazzo impazzisce da quanto è grosso e duro e continuo ad accarezzarle il piede ornato dal pizzo nero. Alzando la testa la guardo tra le gambe dove finiscono le calze e comincia la pelle chiara preludio della sua figa che le ho appena chiavato e il mio cazzo è sempre più grosso e sono sicuro che quando glielo pianterò nel culo la farò urlare ma tanto avrà una pallina legata stretta sulla bocca perché se no la sentiranno anche giù in calle anzi forse le metto anche un foulard per bendarle gli occhi, apro la scatola arancione tutta infiocchettata e spostando le tonnellate di carta ripiegata prendo la prima sacchetta di tela col logo Hermes in bella vista che contiene il bellissimo stivale di pelle spazzolata nero lucido e glielo faccio vedere mentre accarezzo la pelle affascinato ed eccitatissimo da tanta bellezza mentre lei si tocca il clitoride eccitata infilandosi tre dita nella figa.
Sei una porca !!
E tu sei un maiale Paolo leccami la figa dai porco dio, ho voglia che mi mangi la figa.
Mi insinuo tra le sue gambe con la testa fino ad arrivare li dove finiscono le calze ed inizia la sua coscia morbida nonostante Laura sia molto magra leccandole l’interno coscia e le allargo le gambe per leccarla meglio e comincio a lappare come un cane il sugo che le esce da quella fighetta morbida e profumata nonostante l’avessi scopata anche col cazzone finto che il culo aveva sporcato di merda è evidentemente che quando è andata in bagno a cagare col bidè successivo si è data veramente una lavata alla fighetta come avevo supposto. Ho voglia di giocarci e prendo in mano la sua scarpa e fregandomene come sempre se sia pulita o meno le spingo il tacco, per la verità non troppo alto perchè è da sei, dentro alla figa e la scopo ritmicamente tra i suoi lamenti per un po’. Mi fa impazzire tenere questa scarpina leggera in mano e scoparla con i laccetti borchia che si scuotono accarezzandomi il polso. Laura si dimena come una bella troia tra la mia lingua e il tacco della sua scarpina nero beige fino a quando girandomela in mano non le spingo la punta nera dentro la figa che la bagna ma non vado oltre la punta perchè le borchie la squarcerebbero e finirebbe il divertimento per oggi ma sento che le piace tanto come la sto scopando e come ho già fatto spesso in passato con altre scarpette che le ho regalato o che indossava per uscire con me.
Porco sei una testa di cazzo vuoi aprirmi la figa con questa scarpa vero ? Sputami nella figa per farla scivolare meglio dai maiale o mettimi del gel, dai come prima. Prendo una bella noce di gel e gliela spingo nella figa con tre dita e subito dietro le forzo il non più tanto piccolo buco con la punta della scarpina elegantissima e leggerissima muovendola dentro e fuori ma lasciandola sempre un po dentro; la punta nera assume aloni rigati, tracce della sua figa e aumento il ritmo mentre lei mi schiaccia il cazzo con l’altro piede facendolo diventare di basalto. Le tolgo la Rockstud dalla figa e la avvicino alla bocca e le dico di tirare fuori la lingua come una cagnetta e ricomincio a scoparle la bocca con la scarpetta tenendola dal tacco dicendole di farla ridiventare lucida come appena arrivata.
3
voti
voti
valutazione
6.3
6.3
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto precedente
Incontri a Venezia _ Parte quattroracconto sucessivo
Incontri a Venezia _ Parte sei
Commenti dei lettori al racconto erotico