Incontri a Venezia _ Parte sette
di
Capuccino Kid
genere
dominazione
Buongiorno signora eccole gli stivali che mi aveva chiesto.
Le sto parlando già eccitato di brutto, mentre appoggio la coppia di stivali di pelle lucida nera sul terrazzo alla veneziana chiaro. Laura ha i due piedi splendidi ed adornati dal motivo floreale delle calze appoggiati sul pavimento e le predo un piedino in mano e tenendolo per la caviglia glielo alzo per inserirlo nello stivale con ogni delicatezza. Ovviamente essendo stivali senza cerniera ma che hanno come unica decorazione una sottile cintura in pelle con un fibbia in acciaio lucido nella parte alta del gambale bisogna spingere leggermente per farli calzare bene fino ad invitare Laura a salire in piedi per fare maggior forza ed infatti appena si alza in piedi ecco che la perfetta calzata così come già era stato in negozio gioca a meraviglia con le gambe di Laura e mentre ripetiamo l’operazione con l’altra gamba le accarezzo e al contempo stringo leggermente la pelle nera fino ad arrivare a sentire la sua gamba. La sensazione che provo tramite i miei polpastrelli che percorrono la pelle spazzolata nera è pazzesca e Laura davanti a me si lascia accarezzare le gambe mandandomi in visibilio, vedere questi stivali con le sue gambe splendide fasciate dal pizzo nero che vi entrano lasciando lo spazio perfetto tra gamba e pelle del gambale mi eccita come poche altre volte. Ho voglia che mi seghi il cazzo prendendomelo tra gli stivali e mi sdraio sulla schiena davanti alle sue gambe e glieli prendo insieme cominciando a segarmi il cazzo da solo stringendolo forte fino a quando non prende lei il ritmo e mi godo la sega guardando anche il mio cazzo che svetta tra i suoi piedi quando va a fondo corsa appoggiando le suole al mio bacino.
Ti piace vero porco, ti piace come ti sego il cazzo !! Sento tra i piedi che te lo sto facendo diventare lungo e tanto grosso; mi sembra ti piacciano allora ? Pensi mi stiano bene questi stivali da cavallerizza ? Dai fattelo diventare ancora più duro, dai cazzo dai porco dio che poi me lo rimetti nel culo e mi scopi mentre indosso questi stivali.
Scende e sale cercando di tenerli uniti fino a quando scende.
Col mio cazzo tostato e grosso tanto grosso faccio girare Laura e le bacio con la lingua la schiena, la guepiere che le cinge la vita e le sue fettucce ben stirate ma sempre allacciate alle calze e le sputo dall’alto e poi mentre è distesa sul divano buttata su un lato le prendo una gamba calzata dal suo stivale e me lo passo sul cazzo fregandomene del male che potrebbe farmi con il laccio che le cinge il gambale o con la suola e poi lo alzo verso la mia bocca per leccarle la pelle spazzolata lucida sbavando come una lumaca. La faccio mettere come una cagna per godermi la vista del suo culo e prendendo del gel dal tavolino ungo il buco del culo sia fuori che dentro con due dita che le faccio entrare ben in fondo e anche il mio cazzo che così luccica un pochino.
Tenendomelo in mano le punto la cappella contro il fiorellino quasi chiuso nonostante la stantuffata di poco fa e glielo spingo contando sull’effetto del gel e della mia eccitazione per scardinare quel buco che tanto mi attrae.
Le scivolo bene dentro tenendola per i fianchi tra il bustino e la pelle nuda appoggiandomi dopo pochi colpi martellanti al suo culo con il bacino e tutto me stesso, tutta la mia forza di quarantenne in forma e i miei muscoli spingono contro il suo culo, che mi accoglie stringendomi il cazzo in una morsa calda. Laura urla, geme, la riconosco bene adesso come la troia che da due anni mi scopo senza remore, senza obblighi ufficiali per il mio ed a volte suo il suo piacere.
Quando faccio uscire quasi del tutto il mio cazzo è accompagnato da una sua scoreggia, e rivedo le tracce di merda e glielo dico.
Lo sai troia che mi stai sporcando di merda ? Ma quando cazzo hai cagato l’ultima volta a casa tua ? Perchè sei così una troia così piena di merda ? Ma le senti che scoreggie stai facendo ? Non ti vergogni puttana merdosa ?
Laura ansima tanto ma trova la forza troiesca di rispondermi. Ti piace vedere la mia merda che esce dal culo, lo so che ti eccita vedermi vestita da fighetta ma col il buco del culo che scoreggia, puoi dirlo sai, porco dio Paolo dillo dai che ti eccita sentirmi scoreggiare e bestemmiare. Vuoi che ti caghi addosso ? Vorresti sdraiarti e poi ti cago sopra.
Mhhh troia beccati questo cazzo che ti sfonda il culo, ti piacerebbe vero cagare addosso a qualcuno e poi farti leccare il buco aperto che sgorga merda: a chi vorresti farlo, dai dillo puttana ? Vorresti cagare addosso a una troia come te o a quell’ultimo figlio di troia che ti sei scopata ?
Oramai l’idea di quella sua ultima scopata foresta e della morosa di quel ragazzo mi sono entrati in testa e cominciano a frullarmi dentro al cervello.
Le dico continuando a scoparla e schiaffeggiandole forte le natiche e godendo nel vedere i segni rossi che le sto lasciando,
Dai scopati la figa, dai toccati troia dai che lo so che ne hai voglia.
Il buco del culo si sta aprendo sempre di più e sempre più scoregge le escono dal corpo, mentre si agita come una bambola scossa, segno che sta per venire e anche io ho voglia di vomitarle dentro la mia sborra, di farle un bel clistere di latte bianco, caldo e denso dentro al culo.
Tenendola per i fianchi, sentendo la guepiere sotto le mie dita, la stantuffo cambiando ritmo e cercando anche di muovermi per allargarglielo sempre di più guardando le sue gambe velate dal pizzo e i suoi bellissimi stivali in pelle nera.
L’anello di carne del suo culo mi avvolge meravigliosamente quando le spingo il cazzo e rimane leggermente aperto quando esco unto di gel e di tracce di merda miste ai suoi succhi meravigliosi.
Dillo dai urlalo che sei una troia dai ? Dove vuoi la mia sborra ? Sugli stivali ? Se ci fosse una troia a leccarteli te li sborrerei tutti ma potrei anche farli leccare proprio a te, non pensi ?
Mmmmhhh fai quello che vuoi Paolo sborrami addosso, in faccia, sugli stivali, sulle calze m mm hhhh sto venendo cazzzzzzoooooooo !!
Anche ioooooo troiaaaaaaa !!!!!
Le ho urlato nelle orecchie mentre le davo colpi sempre piu’ forti da dietro scopandola come una vacca spingendola contro lo schienale del divano.
Le sto parlando già eccitato di brutto, mentre appoggio la coppia di stivali di pelle lucida nera sul terrazzo alla veneziana chiaro. Laura ha i due piedi splendidi ed adornati dal motivo floreale delle calze appoggiati sul pavimento e le predo un piedino in mano e tenendolo per la caviglia glielo alzo per inserirlo nello stivale con ogni delicatezza. Ovviamente essendo stivali senza cerniera ma che hanno come unica decorazione una sottile cintura in pelle con un fibbia in acciaio lucido nella parte alta del gambale bisogna spingere leggermente per farli calzare bene fino ad invitare Laura a salire in piedi per fare maggior forza ed infatti appena si alza in piedi ecco che la perfetta calzata così come già era stato in negozio gioca a meraviglia con le gambe di Laura e mentre ripetiamo l’operazione con l’altra gamba le accarezzo e al contempo stringo leggermente la pelle nera fino ad arrivare a sentire la sua gamba. La sensazione che provo tramite i miei polpastrelli che percorrono la pelle spazzolata nera è pazzesca e Laura davanti a me si lascia accarezzare le gambe mandandomi in visibilio, vedere questi stivali con le sue gambe splendide fasciate dal pizzo nero che vi entrano lasciando lo spazio perfetto tra gamba e pelle del gambale mi eccita come poche altre volte. Ho voglia che mi seghi il cazzo prendendomelo tra gli stivali e mi sdraio sulla schiena davanti alle sue gambe e glieli prendo insieme cominciando a segarmi il cazzo da solo stringendolo forte fino a quando non prende lei il ritmo e mi godo la sega guardando anche il mio cazzo che svetta tra i suoi piedi quando va a fondo corsa appoggiando le suole al mio bacino.
Ti piace vero porco, ti piace come ti sego il cazzo !! Sento tra i piedi che te lo sto facendo diventare lungo e tanto grosso; mi sembra ti piacciano allora ? Pensi mi stiano bene questi stivali da cavallerizza ? Dai fattelo diventare ancora più duro, dai cazzo dai porco dio che poi me lo rimetti nel culo e mi scopi mentre indosso questi stivali.
Scende e sale cercando di tenerli uniti fino a quando scende.
Col mio cazzo tostato e grosso tanto grosso faccio girare Laura e le bacio con la lingua la schiena, la guepiere che le cinge la vita e le sue fettucce ben stirate ma sempre allacciate alle calze e le sputo dall’alto e poi mentre è distesa sul divano buttata su un lato le prendo una gamba calzata dal suo stivale e me lo passo sul cazzo fregandomene del male che potrebbe farmi con il laccio che le cinge il gambale o con la suola e poi lo alzo verso la mia bocca per leccarle la pelle spazzolata lucida sbavando come una lumaca. La faccio mettere come una cagna per godermi la vista del suo culo e prendendo del gel dal tavolino ungo il buco del culo sia fuori che dentro con due dita che le faccio entrare ben in fondo e anche il mio cazzo che così luccica un pochino.
Tenendomelo in mano le punto la cappella contro il fiorellino quasi chiuso nonostante la stantuffata di poco fa e glielo spingo contando sull’effetto del gel e della mia eccitazione per scardinare quel buco che tanto mi attrae.
Le scivolo bene dentro tenendola per i fianchi tra il bustino e la pelle nuda appoggiandomi dopo pochi colpi martellanti al suo culo con il bacino e tutto me stesso, tutta la mia forza di quarantenne in forma e i miei muscoli spingono contro il suo culo, che mi accoglie stringendomi il cazzo in una morsa calda. Laura urla, geme, la riconosco bene adesso come la troia che da due anni mi scopo senza remore, senza obblighi ufficiali per il mio ed a volte suo il suo piacere.
Quando faccio uscire quasi del tutto il mio cazzo è accompagnato da una sua scoreggia, e rivedo le tracce di merda e glielo dico.
Lo sai troia che mi stai sporcando di merda ? Ma quando cazzo hai cagato l’ultima volta a casa tua ? Perchè sei così una troia così piena di merda ? Ma le senti che scoreggie stai facendo ? Non ti vergogni puttana merdosa ?
Laura ansima tanto ma trova la forza troiesca di rispondermi. Ti piace vedere la mia merda che esce dal culo, lo so che ti eccita vedermi vestita da fighetta ma col il buco del culo che scoreggia, puoi dirlo sai, porco dio Paolo dillo dai che ti eccita sentirmi scoreggiare e bestemmiare. Vuoi che ti caghi addosso ? Vorresti sdraiarti e poi ti cago sopra.
Mhhh troia beccati questo cazzo che ti sfonda il culo, ti piacerebbe vero cagare addosso a qualcuno e poi farti leccare il buco aperto che sgorga merda: a chi vorresti farlo, dai dillo puttana ? Vorresti cagare addosso a una troia come te o a quell’ultimo figlio di troia che ti sei scopata ?
Oramai l’idea di quella sua ultima scopata foresta e della morosa di quel ragazzo mi sono entrati in testa e cominciano a frullarmi dentro al cervello.
Le dico continuando a scoparla e schiaffeggiandole forte le natiche e godendo nel vedere i segni rossi che le sto lasciando,
Dai scopati la figa, dai toccati troia dai che lo so che ne hai voglia.
Il buco del culo si sta aprendo sempre di più e sempre più scoregge le escono dal corpo, mentre si agita come una bambola scossa, segno che sta per venire e anche io ho voglia di vomitarle dentro la mia sborra, di farle un bel clistere di latte bianco, caldo e denso dentro al culo.
Tenendola per i fianchi, sentendo la guepiere sotto le mie dita, la stantuffo cambiando ritmo e cercando anche di muovermi per allargarglielo sempre di più guardando le sue gambe velate dal pizzo e i suoi bellissimi stivali in pelle nera.
L’anello di carne del suo culo mi avvolge meravigliosamente quando le spingo il cazzo e rimane leggermente aperto quando esco unto di gel e di tracce di merda miste ai suoi succhi meravigliosi.
Dillo dai urlalo che sei una troia dai ? Dove vuoi la mia sborra ? Sugli stivali ? Se ci fosse una troia a leccarteli te li sborrerei tutti ma potrei anche farli leccare proprio a te, non pensi ?
Mmmmhhh fai quello che vuoi Paolo sborrami addosso, in faccia, sugli stivali, sulle calze m mm hhhh sto venendo cazzzzzzoooooooo !!
Anche ioooooo troiaaaaaaa !!!!!
Le ho urlato nelle orecchie mentre le davo colpi sempre piu’ forti da dietro scopandola come una vacca spingendola contro lo schienale del divano.
2
voti
voti
valutazione
7.5
7.5
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto precedente
Incontri a Venezia _ Parte sei
Commenti dei lettori al racconto erotico