La Supplente - Episodio 1 - La prima inculata

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genere
confessioni



Quando mi arrivò la pec di convocazione feci la valigia e partii col primo treno. Era una supplenza annuale in una scuola media e non potevo assolutamente rifiutarla.
Quando giunsi a C., un comune della provincia di Varese, mi misi subito in cerca di una casa, e fui fortunata. Trovai un grazioso monolocale, appena fuori città. Avevo tutto il fine settimana per sistemarmi. Era un venerdì pomeriggio caldo e sereno. Andai al centro commerciale per fare provviste, e fu proprio mentre uscivo, con le buste in mano, che me lo vidi di fronte. Non potevo credere ai miei occhi: poggiai le buste per terra e sfacciatamente gli chiesi un autografo. Lui mi guardò interdetto, si tolse gli occhiali da sole e rimasi abbagliata dal suo sguardo sorridente. Non capii più nulla, ero completamente confusa. No, non avevo una macchina. Ma no, non c' era bisogno che si disturbasse, andavo a piedi. Mi prese sottobraccio, afferrò le buste e mi ritrovai seduta su una macchina di quelle che si vedono solo nei film. Ero totalmente imbambolata. Mi accompagnò con le buste alla porta. Lo invitai per un drink veloce. Eravamo seduti sul divano, lui parlava ma la mia mente volava, e così quando mi accarezzò il viso e mi attirò a sè mi ritrovai incollata alle sue labbra. Pochi secondi ed ero completamente nuda. Mi spinse la testa tra le sue gambe e io afferrai voracemente il suo cazzo iniziando a leccarlo e a baciarlo deliziata. In pochi secondi divenne duro e gonfio. Mi spinse sul letto, mi fu subito addosso, mi allargò le gambe e iniziò a leccarmi la fica. Mi sentivo in paradiso, e quando con un colpo secco infilò il suo cazzo duro nella mia fica umida ululai di piacere come mai mi era successo prima. Cominciò a spingere con violenza. Sentivo il suo cazzo che mi martellava in profondità e godevo come una troia. Poi uscì e mi fece girare. "Voglio il tuo culo, puttanella" Rimasi un attimo interdetta. "Lì non sono mai stata penetrata", dissi esitante. "Bene, scoprirai nuovi piaceri allora", mi disse mentre mi allargava il culo con le mani e prendeva a leccarmi il buco. Mi piaceva. Lo sentii allargare il buco e infilare un dito. Non ero abituata, Sentii dolore, ma lui insisté, andò in profondità, mentre infilava anche un secondo dito. Mi lamentavo un pò. "Zitta troietta, vedi come ti piacerà", mi disse mentre appoggiava il suo cazzo sul mio culo e iniziava a spingere. Uno, due, tre colpi secchi e sempre più forti fino a quando sentii la sua verga dura entrare nel mio culo. Urlai di dolore ma anche di piacere. Un piacere nuovo, particolare. Dimenavo i fianchi mentre lui spingeva il suo cazzo sempre più in profondità. Spingeva in modo forsennato. Urlavo felice quando lui uscì fuori e, in preda a un furore irrefrenabile, mi afferrò per i capelli, mi fece girare, mi ordinò di aprire la bocca e cominciò a sborrarmi sulla faccia. Il suo sperma caldo e liquido mi invase il volto e la bocca. "Lecca troia, lecca tutto, ingoia", mi diceva tutto eccitato mentre la sborra continuava a schizzare sulla mia faccia e nella mia bocca. "Raccogli la sborra e ingoiala, troia", mi disse eccitato. Eseguii felice. Leccavo la sua sborra estasiata. La raccoglievo con le dita sulla mia faccia e la leccavo. Lui mi mise in bocca il suo cazzo ancora duro, dal quale defluiva ancora un pò di sperma che io ingoiavo godendo come una porca.
Passò il suo cazzo, che iniziava a sgonfiarsi, sulla mia faccia per raccogliere le ultime gocce di sborra e farmele leccare. Lo feci avidamente e continuai a leccare a lungo il suo cazzo e a baciarlo fino a quando mi allontanò e mi disse che doveva andare. "Ma ti chiamerò, uno di questi giorni, fatti trovare pronta", mi disse lanciandomi un'occhiata assassina. "Certo, ogni volta che vorrai", risposi felice, e lo vidi uscire.
scritto il
2025-04-10
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