Quattro amici al bar

di
genere
etero

by @lady_aemme
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Venni chiamata al telefono dal fotografo.
Era una giornata di lavoro intenso.
Mi ero anche inquietata con un cliente alquanto sgarbato e inaffidabile.
Stavo redigendo un atto, seduta alla mia scrivania, mi ero tirata un pò su la gonna per stare più comoda, la camicia sbottonata fino ai seni e i lunghi capelli neri raccolti per rinfrescare la nuca.
"In un circolo privato?...interessante...si bello, dai...davvero?...ah, in quattro...allora 5000, e li prendo tutti insieme digli"
Ci ritrovammo di fronte a questo palazzo settecentesco, austero ed elegante, nel centro della città.
Ci venne ad aprire un signore distinto, cerimonioso.
Entrammo all'interno di un patio ampio e impreziosito da un grande pozzo centrale.
Varcammo una grande porta in legno intarsiato e fu come se fossimo entrati in una macchina del tempo.
Il locale era enorme arredato come un bar sport degli anni 60.
Un banco di metallo lucido e luccicante correva per molti metri. Dietro si ergeva uno scaffale ricolmo di bottiglie che sembravano d'epoca: whisky, rhum, amari, centerbe, martini, J&B, furono solo alcune delle bottiglie che intravidi e riconobbi.
Un portafrutta rotondo, enorme, a tre piani era ricolmo di arance, limoni, banane.
Alla parete era addossato un enorme jukebox colorato: stupendo.
Rimasi incantata a guardarlo.
"Ma funziona?"
"Certamente, e avrà modo di apprezzarlo", mi rispose il nostro ospite.
Di fronte...questo davvero mi stupì, un flipper autentico, di quelli che catturano l'attenzione ipnotizzando la vista.
Affianco, un altro locale, ancora più grande, dove campeggiavano tre bigliardi imponenti, risplendenti nel verde smeraldo dei loro eleganti tappeti.
Tre uomini stavano giocando, con le stecche in mano.
"Lei è Annamaria", mi presentò l'ospite agli altri.
Qualche chiacchiera, qualche sorso di grappa, un tocco di spumante e mi ritrovai seminuda a giocare a flipper, a danzare sul bancone al ritmo della discomusic anni 70, con loro quattro che mi accarezzavano e mi baciavano dappertutto.
Non so, francamente, quanto tempo stetti a divertirmi tra i bigliardi e il flipper.
I fumi dell'alcol avevano annebbiato i miei sensi dilatandone i contorni.
A un certo punto mi ritrovai a quattro zampe su un grande divano, nuda.
Sotto di me uno che con la mano mi accarezzava la fica, davanti a me, in piedi, un altro che mi metteva il suo cazzo rigido in bocca e dietro di me uno che, tenendomi il culo allargato con le mani, leccava avidamente il buco.
L'ospite era seduto su una poltrona e guardava divertito col cazzo in mano.
Il fotografo scattava a ripetizione le foto.
Mi sentivo piena e sbattuta come una nave in tempesta.
I tre cazzi spingevano in modo sempre più convinto.
Quello sotto mentre mi sbatteva la fica mi tormentava i capezzoli, mentre quello dietro mi teneva stretto per le chiappe mentre spingeva con forza dentro il culo.
Fu il primo a venire.
Sentii il fiotto caldo del suo sperma proprio mentre anche io, ansimando, venni godendo come una porca.
Di lì a pochi secondi anche la mia fica venne invasa dalla sborra dell'altro, che si contorceva respirando affannosamente.
Poco dopo, mentre gli altri due continuavano a muovere i loro cazzi dentro di me, il terzo mi sborrò in bocca.
Sentii il fiotto caldo invadermi la gola.
Ingoiai tutto avidamente e rapidamente.
Ancora qualche secondo e tuti e tre si adagiarono soddisfatti per terra.
Fu a quel punto che si alzò l'ospite e venne verso di me.
Mi fece inginocchiare davanti a lui mentre lui si segava vorticosamente.
Qualche secondo e mi esplose in faccia un fiotto consistente di sperma.
"Lecca tutto, troia", mi disse afferrandomi per i capelli.
Obbedii in silenzio, leccando tutto lo sperma che riuscivo a raccogliere.
"Con le dita, puttana"
Eseguii docile.
Raccolsi con le dita tutta la sborra che potei e la leccai.
"Anche quella che ti esce dal culo e dalla fica, puttana"
Cercai di soddisfarlo.
Raccolsi lo sperma che fuoriusciva dalla mia fica e dal culo e la leccai guardandolo negli occhi.
"Soddisfatto?", chiesi in tono di sfida.
"Lei è una donna speciale, signora", mi disse l'ospite inchinandosi davanti a me.
Andai in bagno per rinfrescarmi.
Quando tornai trovai solo il nostro ospite che mi allungò un foglietto: era la ricevuta del bonifico appena fatto.
"Seimila. Mille in più del pattuito", dissi sorpresa
"Se li è meritati tutti, signora, mi creda. E' stata una giornata indimenticabile
scritto il
2025-06-12
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