Il cliente

di
genere
etero

By Lady_aemme
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Era un cliente importante.
Quella commessa ci serviva per mantenere alto il fatturato, e in tempi complicati e difficili come questi era un'occasione da non perdere assolutamente.
Naturalmente fui costretta a occuparmene io.
Apparve sulla porta dell'ufficio come un raggio di sole: alto, prestante e con un volto bello e dannato.
Quella profonda cicatrice sulla guancia mi attizzava particolarmente.
"Prego, si accomodi", gli dissi con un leggero sorriso mentre chiudevo la stanza a chiave.
Lui notò ma non si scompose: aveva già capito.
Iniziai senza dire niente a togliermi i vestiti.
Sciolsi i miei lunghi capelli neri raccolti, agitai la testa e lasciai che ondeggiassero liberamente.
Lo guardai negli occhi.
Iniziai a sbottonare la camicetta di seta grigia, che già lasciava intravedere i miei seni floridi.
Pochi bottoni e la lasciai andare sulla sedia.
La gonnina nera, una volta abbassata la zip, cadde per terra senza fare rumore.
Il reggiseno di pizzo nero aveva i gancetti posteriori, sicché mi girai, diedi le spalle al cliente e attesi.
Sentii il tocco delle sue dita, la rapidità del movimento e lasciai cadere anche il reggiseno per terra.
Mi posi ritta davanti a lui. Indossavo ancora gli slip: lo guardai.
Il cliente strinse tra le sue dita i leggeri lati e li spinse in giù. Ancheggiai un po' per agevolare la discesa degli slip e mi ritrovai nuda davanti a lui.
Il cliente osservava ammirato il morbido manto nero che copriva con discrezione la mia fica.
Guardava in silenzio, con una luce compiaciuta negli occhi.
Senza dire parole mi voltai e con le ginocchia salii sul divano, appoggiando le mani sul bracciolo.
Gli offrii i miei buchi, ancheggiando leggermente: "Sai cosa fare, vero?", gli chiesi decisa.
Con studiata lentezza, e con uno sguardo che non lasciava via di scampo, cominciò a spogliarsi, ad accarezzarmi il culo, la fica e poi, dopo avermi allargato per bene le natiche, ci infilò la lingua e cominciò a leccarmi tutta con voracità.
Sentivo la sua lingua premere, fremere e insinuarsi nei miei buchi, nella fica e nel culo, alternando sapientemente.
Succhiava tutto con voluttà.
Penetrò con la lingua in profondità nella fica, mentre con il dito entrava deciso nel culo per allargarlo a dovere.
Fremevo già alla sola idea di essere inculata
Godevo come una vera maiala.
Mi dimenavo felice quando lui si ritrasse: pochi secondi e avvertii il suo membro penetrare con decisione nel mio culo.
Emisi un urlo soffocato, di dolore e di piacere.
Continuò a spingere con insistenza fin quando non fu tutto dentro.
Ribollivo di piacere.
Le sue mani straziavano le mie natiche.
Fremevo.
Si fermò, uscì, qualche secondo e lo sentii entrare come un treno nella fica.
Prese a spingere furiosamente, senza sosta, afferrandomi per i fianchi e stringendo le sue dita attorno alle mie carni, avvinghiandole selvaggiamente.
Venni dopo pochi secondi, urlando sommessa, ansimando e dimenandomi come una ossessa.
Lui continuò a spingere deciso.
"In bocca, ti voglio in bocca", gli dissi affannosamente eccitata.
Uscì fuori, mi afferrò brutalmente per i capelli e mi spinse giù.
Gli afferrai con voracità il cazzo, un calibro 20 delizioso e già gocciolante, iniziai a succhiarlo, lo feci arrivare fino in gola.
Leccavo senza sosta, quando all'improvviso lo sentii tremare e un fiume caldo di liquido saporito mi invase la bocca.
Ingoiai tutto estasiata.
Continuai a leccare il suo membro con piacere per assaporare ancora tutto lo sperma che continuava a fluire.
Solo quando il suo membro si afflosciò sconfitto smisi di succhiarlo.
Lo tenni ancora un po' tra le mani, baciandolo.
Lo rimisi in bocca per un'ultima, vorace e profonda leccata.
"Ora sei pulito", gli dissi leccandomi le labbra.
Cominciai a rivestirmi, a ricompormi, mentre continuavo ad assaporare il suo sperma nella bocca.
Lo guardai decisa, negli occhi, illuminati da quella cicatrice dannata.
"Ora possiamo parlare di affari..."
scritto il
2025-06-10
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