Una signora per bene

di
genere
tradimenti

By @lady_aemme
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Quella mattina mio marito partì per un breve viaggio di lavoro. Sarebbe stato fuori tre giorni, ma prima di andar via mi assicurò che aveva già contattato l'idraulico, che sarebbe arrivato al massimo entro il giorno successivo e avrebbe riparato la caldaia.
Avevo da poco finito di pranzare e mi accingevo a lavare le stoviglie quando suonarono alla porta. Andai ad aprire e mi trovai di fronte un signore sulla quarantina, un nero alto, muscoloso e dallo sguardo sorridente. I suoi occhi mi catturarono: brillavano chiari e luminosi in contrasto con la pelle scura.
"Buongiorno, la signora F.?"
"Si, sono io", risposi scuotendomi
"Suo marito mi ha chiamato, per la caldaia che non funziona..."
"Ah, si! Entri, entri"
Gli feci strada verso la caldaia.
Prese gli attrezzi, armeggiò per un pò con i pulsanti, quindi la smontò, intervenne su alcuni meccanismi, mentre mi spiegava cose di cui non capivo assolutamente nulla. Il tutto durò un quarto d'ora circa e la caldaia si accese di nuovo.
"Si accomodi, le offro qualcosa di fresco"
Esitò un attimo
"Ma no che non disturba, ci mancherebbe", risposi alle sue esitazioni, sempre attratta magneticamente da quello sguardo illuminante.
Ci sedemmo, gli chiesi di parlarmi un pò di sè.
Il suo era un italiano quasi perfetto. Aveva bevuto e stava poggiando il bicchiere sul tavolo quando istintivamente allungai la mano per prenderlo e afferrai anche la sua mano. Era grande, muscolosa, forte. Ebbi un brivido che mi scosse tutto il corpo fin dentro le viscere.
"Ne vuole un'altro?", gli chiesi fissandolo negli occhi.
Mi sentivo perduta.
"No, grazie signora"
La mia mano stringeva ancora la sua. Avrei dovuto lasciarla. Avrei dovuto. E invece la afferrai con ancora più forza e me la avvicinai al collo. In quel momento capii che ero definitivamente perduta e che avevo intrapreso un cammino dal quale non sarei più tornata indietro.
Lui all'inizio fece un pò di resistenza. Con forza e decisione portai la sua mano sui miei seni.
"Scopami - gli dissi con un filo di voce - scopami fino a farmi urlare"
Mi guardò perplesso per qualche secondo, poi cominciò a stringere i miei seni, a spogliarmi. Mi alzai di scatto, eccitata come una pazza, e lo condussi di corsa in camera da letto.
Rimasi in piedi, davanti a lui. "Scopami, voglio essere completamente tua", gli dissi in tono deciso.
"Allora comincia a spogliarti, troia", mi disse guardandomi con quegli occhi magici.
Mi denudai con la velocità della luce e mi allungai sul letto.
Quando si tolse gli slip vidi un cazzo che non avevo mai visto prima. Un tronco d'albero, già dritto e pronto. Mi tirò a sè: "lecca, puttana", mi disse afferrandomi per i capelli e abbassandomi verso il suo cazzo. Lo afferrai con entrambe le mani. Era enorme. Spalancai la bocca. Riuscii a mettere dentro solo la parte superiore di quel cazzo impressionante. Con le mani continuavo a massaggiarlo velocemente. Mi sentii afferrare con forza, mi girò e mi mise sul letto. "Allarga quel culo, zoccola", mi disse dandomi una poderosa sberla sul culo. Obbedii all'istante. Sentii le sue mani afferrarmi il culo con violenza. Allargarlo. La sua lingua umida prese a leccare il mio buco, che non era mai stato penetrato prima. Avevo una paura folle che quel cazzo enorme potesse distruggermi il culo, ma nel contempo avevo un desiderio irrefrenabile di sentirmelo dentro. Mi leccò a lungo prima di ficcarmi le dita nel culo. Il dolore era forte, mi agitavo, ansimavo, quando iniziai a sentire il suoi cazzo enorme appoggiarsi al buco del mio culo e cominciare a spingere. Ero fuori di me. Non capivo più nulla. Sentii il mio culo bruciare, infuocarsi. Gettai un urlo. Allora lui mi girò, mi fece allargare le gambe e prese a leccarmi la fica. Entrò con la lingua a leccare gli umori che mi bagnavano. Godevo come una porca, quando prese il suo cazzo e iniziò a infilarmelo nella fica. Era terrificante. Mi sentivo piena, sul punto di esplodere, eppure solo metà del suo cazzo era entrato nella mia fica. Mi sbattè per un pò, facendomi urlare di piacere: venni mugolando come una cagna in calore.
Allora si stese sul letto: "Vieni qui, puttana"
Salii su di lui, allargai le gambe, afferrai il suo cazzo enorme e con cautela lo infilai nella mia fica. Lui cominciò a dare colpi che mi lasciarono senza fiato. Iniziai a dimenarmi, mentre lui mi strizzava i seni e i capezzoli fino a farmi urlare. Lo cavalcai come una pazza fino a quando venni urlando come un'ossessa, con la fica bagnata che bruciava di piacere.
Con uno spintone mi spostò, mi rimise a quattro zampe, mi allargò le gambe e prese a dilatarmi con le mani il buco del culo. Ci sputò dentro e subito dopo sentii il suo cazzo penetrare con vigore. Gettai un urlo folle. "Siii! Rompimi il culo, sbattimi, sfondami!", urlavo completamente fuori di me. Spingeva come un trattore, inarrestabile, e il suo cazzo mi stava allargando il culo come una mongolfiera. Poi uscì, mi fece girare, mi venne sopra e prese a masturbarsi. "Apri la bocca, lurida zoccola. Caccia lingua e ingoia tutto, puttana, hai capito?", mi disse afferrandomi per i capelli e scuotendomi la testa.
"Si, tutto quello che vuoi. La voglio ingoiare tutta la tua sborra", dissi in preda all'estasi.
Pochi secondi e venni investita da un fiotto enorme e potente di sperma caldo. La bocca mi si riempì subito. Iniziai a ingoiare, con difficoltà, tanta era la sborra che mi aveva invaso la bocca. E mentre ingoiavo, quel cazzo gigante continuava a innaffiarmi la faccia di sborra liquida. No so per quanto tempo ingoiai sborra, fino a quando mi mise in bocca il suo cazzo ancora duro per farmelo leccare per bene. E mentre leccavo il suo cazzo e lo baciavo adorante mi faceva ingoiare la sborra che raccoglieva con le dita sulla mia faccia. E io leccavo estasiata le sue dita. Mi sentivo piena, soddisfatta, troia, sporca, zoccola e felice.
Rimasi per oltre mezzora a leccare e baciare quel suo cazzo che, benchè sgonfio, mi riempiva tutta la bocca. Fino a quando mi allontanò brusco. "Ora basta, troia. Vammi a preparare qualcosa da mangiare. Se fai la brava, magari, ti sfondo ancora", mi disse spingendomi fuori dal letto.
"Siii! Sfondami ancora, ti prego!", gli risposi mugolando mentre mi recavo in cucina a preparargli qualcosa di sostanzioso.
Quello fu solo l'inizio di una tre giorni di fuoco. Giorni roventi, nei quali la mia fica, il mio culo e anche la mia bocca vennero riempiti e sfondati come mai avrei immaginato. Ingoiai litri di sborra calda e liquida in quei giorni.
Sentivo di non poter più fare a meno di quel cazzo enorme e di quegli occhi luminosi.
Presto mio marito avrebbe dovuto fare un altro viaggio di lavoro...

scritto il
2025-05-06
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