Lezioni private
di
Lord Kalvan
genere
confessioni
By @lady_aemme
Sono su Instagram se volete conoscermi
Non mi piaceva dare ripetizioni. Si, c'era da guadagnare somme anche discrete, ma preferivo avere più tempo libero per me. Ma quella volta non potei dire di no. Era la mia amica del cuore e il figlio aveva proprio bisogno di ripassare per bene l'aritmetica: "Tu sei la migliore, ti prego, mi posso fidare solo di te..."
E così quel giorno suonarono alla porta, andai ad aprire e mi trovai di fronte uno splendido ragazzo dallo sguardo magnetico. Lo feci accomodare, lo feci parlare, gli feci qualche domanda per capire il livello delle sue lacune, e mentre lui parlava io non riuscivo a distogliere lo sguardo dai suoi occhi. Gli scrissi sul quaderno un'espressione da risolvere. Lui si avvicinò a me per leggerla e scrivere i vari passaggi. Eravamo uno affianco all'altra, il mio seno era a contatto del suo braccio e il capezzolo veniva sfregato dal movimento che faceva mentre scriveva. Avrei dovuto scostarmi, lo so. Avrei dovuto. E invece, eccitata, mi strinsi ancora di più a lui. Con noncuranza gli poggiai la mano sulla coscia. "No, attento, torna indietro, osserva bene le operazioni in parentesi...", gli dicevo mentre con la mano risalivo lentamente verso il suo cazzo. Lo raggiunsi e lo strinsi. Lui si fermò un attimo. Mi guardò con quegli occhi satanici, mi afferrò per il collo e mi baciò. Fu un attimo. Lo abbracciai furiosamente divorandolo con la bocca. Mi alzai, lo presi per mano e lo condussi di corsa in camera da letto. Presi a spogliarmi come un'ossessa. Pochi secondi ed ero nuda, mentre lui mi guardava con quegli occhi di brace. Mi inginocchiai davanti a lui, estrassi il suo cazzo e lo misi in bocca. Lo leccavo furiosamente deliziata. Mi resi conto che ero del tutto impazzita, ma continuai con il pompino fin quando assaporai le prime gocce di sperma che iniziavano a fuoriuscire. Allora mi fermai. Lo guardai, senza dire nulla. Lui mi afferrò per i capelli e mi scaraventò sul letto. Si fiondò su di me e prese a leccarmi le tette, a mordere i capezzoli e poi giù, fino alla fica, che era già umida. Sentii la sua lingua leccare furiosamente, i suoi denti mordere il mio clitoride che era duro e pulsante. E mentre con le mani mi strizzava ruvidamente i capezzoli, con la lingua penetrava in profondità per leccare tutti i miei umori. Venni mugolando e contorcendomi come una gatta in calore.
A quel punto lui si stese sul letto, mi fece salire su di sè e mi penetrò la fica col suo cazzo duro e voglioso. Iniziai a cavalcarlo furiosamente, dimenandomi senza freni e accarezzandomi la fica. Venni di nuovo urlando, e mentre mi contorcevo tutta sentii il fiotto caldo del suo sperma invadermi la fica. Allora mi chinai rapidamente su di lui e presi in bocca il suo cazzo ancora duro e bagnato per leccare la sborra che continuava ad uscire a fiotti lenti e ritmici. Lo leccai a lungo, quel giovane cazzo lungo e delicato, fino a quando divenne floscio, mentre lui raccoglieva con le mani la sborra che usciva dalla mia fica e me la metteva in bocca. E io la ingoiavo deliziata.
"Adesso vieni, abbiamo la lezione da completare", gli dissi tirandolo per il cazzo.
Ci rivestimmo e tornammo a sederci. L'espressione era ancora lì, insoluta.
Ricomincia a spiegargli i passaggi da fare. Mi alzai, mi misi dietro di lui per indicargli meglio le operazioni da compiere, quando sentii la sua mano risalire sulla mia coscia, entrare negli slip e andare alla ricerca del mio culo. Le sue dita cominciarono ad accarezzare il buco, a forzarlo per entrare. Con le mani mi allargai il culo per far dilatare meglio il buco. Due dita entrarono e presero a rovistarmi.
"Vieni troia, che ti sfondo il culo", i disse alzandosi e tirandomi verso il letto. In un baleno eravamo di nuovo nudi. Mi fece mettere in ginocchio sul letto, mi allargò il culo con le mani e prese a leccare furiosamente il buco. Ansimavo di piacere, mentre sentivo il suo cazzo che si appoggiava sul buco e iniziava a spingere con forza. Colpi secchi, potenti, e sentii il suo cazzo dentro il mio culo. Urlai per il dolore, ma il piacere era diabolico. Allargai quanto più potevo il mio culo, mentre il suo cazzo penetrava sempre più a fondo. "Sborrami in bocca, ti prego!", gli urlai mentre mi dimenavo e lo sentii vibrare di piacere. Uscì con rapidità, io mi girai con uno scatto felino e aprii la bocca in trepidante attesa. Pochi secondi e venni inondata da una seconda sborrata che mi riempì la bocca. Lo sperma continuava a uscire a scatti ricoprendomi la faccia. Ingoiavo estasiata, mentre con le dita andavo raccogliendo febbrilmente la sborra sul viso per leccarla. Per ingoiare gli ultimi piccoli fiotti di sperma presi in bocca il suo cazzo e lo leccai a lungo. Attesi fino all'ultima goccia: lo volevo tutto nella mia bocca il suo sperma liquido e delicato. Non volevo più lasciarlo. Fu lui questa volta a tirarmi su per i capelli: "Avanti, troia, alzati e finiamo la lezione, si sta facendo tardi".
A malincuore mi rivestii di nuovo. "Mio Dio!! - esclamai in preda al terrore - Già le cinque! Mio marito stà per tornare, cazzo, cazzo!!!"
Corsi al bagno per pulirmi la faccia ancora un pò imbrattata di sborra: raccolsi con le dita tutto quello che potevo e leccai avidamente. Mi diedi una ravvivata ai capelli e tornai a sedermi vicino a lui.
"Ah bene! - disse mio marito rientrando - Vedo che abbiamo un valente studente. Bravo, bravo", gli disse dandogli una pacca sulla spalla.
"Si, abbiamo quasi finito caro", gli risposi osservando la conclusione dell'espressione.
"Ecco, questa è la procedura corretta. Magari la prossima volta ne faremo un'altra un pò più complessa", dissi al mio giovane allievo, mentre gustavo ancora il sapore della sua sborra.
"Certamente signora, grazie."
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Non mi piaceva dare ripetizioni. Si, c'era da guadagnare somme anche discrete, ma preferivo avere più tempo libero per me. Ma quella volta non potei dire di no. Era la mia amica del cuore e il figlio aveva proprio bisogno di ripassare per bene l'aritmetica: "Tu sei la migliore, ti prego, mi posso fidare solo di te..."
E così quel giorno suonarono alla porta, andai ad aprire e mi trovai di fronte uno splendido ragazzo dallo sguardo magnetico. Lo feci accomodare, lo feci parlare, gli feci qualche domanda per capire il livello delle sue lacune, e mentre lui parlava io non riuscivo a distogliere lo sguardo dai suoi occhi. Gli scrissi sul quaderno un'espressione da risolvere. Lui si avvicinò a me per leggerla e scrivere i vari passaggi. Eravamo uno affianco all'altra, il mio seno era a contatto del suo braccio e il capezzolo veniva sfregato dal movimento che faceva mentre scriveva. Avrei dovuto scostarmi, lo so. Avrei dovuto. E invece, eccitata, mi strinsi ancora di più a lui. Con noncuranza gli poggiai la mano sulla coscia. "No, attento, torna indietro, osserva bene le operazioni in parentesi...", gli dicevo mentre con la mano risalivo lentamente verso il suo cazzo. Lo raggiunsi e lo strinsi. Lui si fermò un attimo. Mi guardò con quegli occhi satanici, mi afferrò per il collo e mi baciò. Fu un attimo. Lo abbracciai furiosamente divorandolo con la bocca. Mi alzai, lo presi per mano e lo condussi di corsa in camera da letto. Presi a spogliarmi come un'ossessa. Pochi secondi ed ero nuda, mentre lui mi guardava con quegli occhi di brace. Mi inginocchiai davanti a lui, estrassi il suo cazzo e lo misi in bocca. Lo leccavo furiosamente deliziata. Mi resi conto che ero del tutto impazzita, ma continuai con il pompino fin quando assaporai le prime gocce di sperma che iniziavano a fuoriuscire. Allora mi fermai. Lo guardai, senza dire nulla. Lui mi afferrò per i capelli e mi scaraventò sul letto. Si fiondò su di me e prese a leccarmi le tette, a mordere i capezzoli e poi giù, fino alla fica, che era già umida. Sentii la sua lingua leccare furiosamente, i suoi denti mordere il mio clitoride che era duro e pulsante. E mentre con le mani mi strizzava ruvidamente i capezzoli, con la lingua penetrava in profondità per leccare tutti i miei umori. Venni mugolando e contorcendomi come una gatta in calore.
A quel punto lui si stese sul letto, mi fece salire su di sè e mi penetrò la fica col suo cazzo duro e voglioso. Iniziai a cavalcarlo furiosamente, dimenandomi senza freni e accarezzandomi la fica. Venni di nuovo urlando, e mentre mi contorcevo tutta sentii il fiotto caldo del suo sperma invadermi la fica. Allora mi chinai rapidamente su di lui e presi in bocca il suo cazzo ancora duro e bagnato per leccare la sborra che continuava ad uscire a fiotti lenti e ritmici. Lo leccai a lungo, quel giovane cazzo lungo e delicato, fino a quando divenne floscio, mentre lui raccoglieva con le mani la sborra che usciva dalla mia fica e me la metteva in bocca. E io la ingoiavo deliziata.
"Adesso vieni, abbiamo la lezione da completare", gli dissi tirandolo per il cazzo.
Ci rivestimmo e tornammo a sederci. L'espressione era ancora lì, insoluta.
Ricomincia a spiegargli i passaggi da fare. Mi alzai, mi misi dietro di lui per indicargli meglio le operazioni da compiere, quando sentii la sua mano risalire sulla mia coscia, entrare negli slip e andare alla ricerca del mio culo. Le sue dita cominciarono ad accarezzare il buco, a forzarlo per entrare. Con le mani mi allargai il culo per far dilatare meglio il buco. Due dita entrarono e presero a rovistarmi.
"Vieni troia, che ti sfondo il culo", i disse alzandosi e tirandomi verso il letto. In un baleno eravamo di nuovo nudi. Mi fece mettere in ginocchio sul letto, mi allargò il culo con le mani e prese a leccare furiosamente il buco. Ansimavo di piacere, mentre sentivo il suo cazzo che si appoggiava sul buco e iniziava a spingere con forza. Colpi secchi, potenti, e sentii il suo cazzo dentro il mio culo. Urlai per il dolore, ma il piacere era diabolico. Allargai quanto più potevo il mio culo, mentre il suo cazzo penetrava sempre più a fondo. "Sborrami in bocca, ti prego!", gli urlai mentre mi dimenavo e lo sentii vibrare di piacere. Uscì con rapidità, io mi girai con uno scatto felino e aprii la bocca in trepidante attesa. Pochi secondi e venni inondata da una seconda sborrata che mi riempì la bocca. Lo sperma continuava a uscire a scatti ricoprendomi la faccia. Ingoiavo estasiata, mentre con le dita andavo raccogliendo febbrilmente la sborra sul viso per leccarla. Per ingoiare gli ultimi piccoli fiotti di sperma presi in bocca il suo cazzo e lo leccai a lungo. Attesi fino all'ultima goccia: lo volevo tutto nella mia bocca il suo sperma liquido e delicato. Non volevo più lasciarlo. Fu lui questa volta a tirarmi su per i capelli: "Avanti, troia, alzati e finiamo la lezione, si sta facendo tardi".
A malincuore mi rivestii di nuovo. "Mio Dio!! - esclamai in preda al terrore - Già le cinque! Mio marito stà per tornare, cazzo, cazzo!!!"
Corsi al bagno per pulirmi la faccia ancora un pò imbrattata di sborra: raccolsi con le dita tutto quello che potevo e leccai avidamente. Mi diedi una ravvivata ai capelli e tornai a sedermi vicino a lui.
"Ah bene! - disse mio marito rientrando - Vedo che abbiamo un valente studente. Bravo, bravo", gli disse dandogli una pacca sulla spalla.
"Si, abbiamo quasi finito caro", gli risposi osservando la conclusione dell'espressione.
"Ecco, questa è la procedura corretta. Magari la prossima volta ne faremo un'altra un pò più complessa", dissi al mio giovane allievo, mentre gustavo ancora il sapore della sua sborra.
"Certamente signora, grazie."
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