Il regalo misterioso - cap.5
di
sesso&samba
genere
dominazione
Emma, quando è tornata a casa quella sera, si sentiva come se avesse appena vissuto un'esperienza unica, qualcosa che non riusciva ancora a definire completamente, ma che l'aveva profondamente colpita. Mentre si toglieva i vestiti e si lasciava cadere sul letto, il suo pensiero tornava a quell'istante, a quel momento con lui che l'aveva fatta sentire viva che non riusciva a spiegare… ma istintivamente comincia a toccarsi.
Il sorriso che aveva visto sul volto di quell'uomo, l'intensità del loro rapporto, l’intesa tra di loro, ma soprattutto come sapeva scoparla. Ogni dettaglio si ripresentava nella sua mente con una chiarezza che la sorprendeva, come un film che voleva rivedere senza sosta.
Non riusciva a smettere di pensarci, e la curiosità cresceva dentro di lei. Non vedeva l'ora di scoprire cosa sarebbe successo dopo, di capire le conseguenze di accettare di vedersi ancora. Il pensiero del messaggio che avrebbe ricevuto il giorno dopo la teneva in uno stato di attesa trepidante. Ogni minuto che passava sembrava un'eternità, e il suo cuore accelerava al pensiero che sarebbe arrivato presto. Sapeva che non sarebbe stato facile distogliere la mente da quel momento, eppure ogni volta che pensava a lui, un sorriso soddisfatto si dipingeva sul suo volto.
Non è riuscita a togliersi quei pensieri fino al ritorno da scuola del giorno seguente. Quando torna a casa, già in lontananza si sforza di vedere e nota una borsetta. Il cuore sussulta e non resiste, fa gli ultimi 200 m di corsa. La prende come se fosse un tesoro e si fionda in camera. Subito si accorge che la borsetta è più fornita, il calore dell’eccitazione comincia a scaldarla. Inizia dal biglietto:
“Brava! Ieri hai scelto di diventare la mia schiavetta sessuale: ora ti rivolgerai a me come “padrone” e farai quello che ti chiedo, altrimenti verrai punita - Emma si era spogliata e cominciava a toccarsi. Sapeva che non avrebbe dovuto: essere trattata così era sbagliato, ma le piaceva l’approccio - Nella borsetta trovi l’intimo di oggi e un plug anale. Sopra dovrai mettere una maglietta attillata e la gonna più corta che hai. Alle 14.30 ti passo a prendere sotto casa.”
Guarda l’orologio e sono le 13.55. Si accorge di essere in ritardissimo. Ma deve aprire il contenuto: trova un paio di mutandine che sono solo un filo di stoffa, niente reggiseno e il plug, grosso e che termina con una decorazione simil-diamante. Con il suo ex aveva provato l’anale… non molte volte, ma l’ha fatto, ma usare un plug, mai e il tentare la incuriosiva.
Non ha molto tempo per riflettere, si fa una doccia super veloce e comincia a prepararsi, come si mette il plug? Prova a spingere, anche tanto e con un leggero dolore entra. Non ci pensa, voleva fare bella figura con quell'uomo misterioso. Mette le mutandine e siccome non c’era il reggiseno ne mette uno di suo, una maglietta attillata che esalta il suo seno e una gonna di pelle appena sotto il culetto. Profumo, si sistema i capelli ed è pronta per uscire. Guarda l’ora 14.28. In un lampo scende. Fuori casa trova una auto parcheggiata con le quattro frecce, senza domandarsi sale: sapeva che era lui.
Un uomo sulla quarantina, con un’aria tranquilla ma decisamente affascinante, che non aveva mai visto in modo così ravvicinato. Un uomo che, incredibilmente, si rivelò essere proprio il suo vicino di casa. “Ciao schiavetta”
Quel saluto le toglie tutti i dubbi è proprio lui, si aspettava qualcuno di diverso? Non sa rispondersi, aveva immaginato quel momento tante volte, ma mai concentrandosi e dando un volto definito a quell'uomo. Forse se lo sarebbe aspettato un po’ più giovane, ma per fare una cosa del genere doveva essere effettivamente un uomo maturo.
“Sei tu? Non me lo… - dice con tono sorpreso, ma non riesce a finire che le arriva uno schiaffo un forte, ma inaspettato.
“Sei la mia schiava, ti rivolgerai a me come padrone e dandomi del lei e se vuoi farmi una domanda me lo chiederai - Padrone, posso chiederti una cosa? - se ti do il permesso lo potrai fare. Capito?”
“Si padrone” Emma risponde in modo ubbidiente, ma quel approccio già le piaceva.
“Brava, cominciamo bene e non ti farai troppo del male”
Emma lo osservò con più attenzione. I tratti del viso, un po’ segnati dal tempo, ma comunque intriganti, e quegli occhi che avevano un'aria di mistero che non riusciva a ignorare. Era incredibile pensare che fosse proprio lui. Fino a quel momento, lo aveva solo intravisto nel cortile, magari mentre portava la spazzatura o dava da mangiare al cane. Mai un vero incontro, mai un vero scambio. Ma ora, seduta accanto a lui, in un’atmosfera completamente diversa, sentiva qualcosa di nuovo, di inaspettato.
Non riusciva a nascondere la sorpresa che provava. Il cuore le batteva più forte, e una sensazione di eccitazione la pervadeva mentre cercava di metabolizzare quello che stava accadendo. Non si sarebbe mai aspettata che proprio lui, il suo tranquillo e discreto vicino di casa, fosse la persona che le aveva suscitato così tante curiosità e pensieri, quel volto che aveva tanto desiderato di vedere da vicino.
Fanno appena 100m in auto e lui parcheggia in garage che aveva lasciato aperto. Scende e chiude il portone. Mi fa un cenno di scendere “Fatti la coda e mettiti a gattoni cagnetta!”
Emma obbedisce eccitata a questo nuovo approccio, lo asseconda. Lui si mette dietro di lei e le alza la gonna che già lasciava parte del suo culetto scoperto. La prende per la coda e la accompagna in camera da letto, lei obbediente segue.
Lui le toglie la maglietta: “Bambina, perchè hai il reggiseno? Ti avevo detto per caso che potessi metterlo?” le chiede in tono autorevole, ma anche quasi dispiaciuto.
“No padrone”
“Toglilo e mettiti a 90 sul letto” e prende un frustino frastagliato. Emma lo guarda un po’ preoccupata, ma perchè era eccitata? “Te ne meriti 10, ma dovrai subire in silenzio, per ogni gemito te subirai 2 in più. Devi contarle tu”
Arriva la prima, non è forte, almeno non da fare male. Fastidiosa e forse è l’inaspetatezza che la fa gemere. “Sono 2 in più, non ho sentito il numero”
“Una” ne arriva un’altra “due” … il dover resistere, essere in tensione per non emettere un gemito non era facile per Emma, ma sentiva la fighetta infiammarsi e diventare un lago.
Lui continua, finiche con Emma che dice “36” e lei con il culetto rosso che brucia.
Lui comincia a maneggiare con qualcosa sul letto e Emma ne è incuriosita, cosa avrà pensato il porco? si chiede.
“Oggi cominciamo soft, e poi nelle prossime volte sarò più cattivo” le prende la faccia con una mano e la attira a sé, Emma senza opporsi ricambia il bacio. Il bacio fu delicato, un gesto di esplorazione, come se entrambi stessero cercando di capire e consolidare la loro relazione. Emma sentì la sua mente svuotarsi, il mondo esterno sparire, mentre le sue mani si posavano su di lui con un'incredibile sensazione di naturalezza. Ogni secondo sembrava dilatarsi, ma anche volare via troppo in fretta. La carnalità del momento la avvolgeva, eppure, dentro di lei, sapeva che sarebbe stato solo l’inizio.
Lui dolcemente le toglie le mutandine e la fa sdraiare prona sul letto, con naturalezza le prende una mano e gliela blocca con una polsiera a un lato del letto, fa lo stesso con l’altra. Per Emma è una esperienza nuova, essere legata, essere completamente alla mercé dell’uomo l’aveva sempre odiato, finché ora non lo stava provando. Fanculo le femministe mi piaceva in quel momento, con lui farmi dominare, pensa Emam e il suocorpo confermava.
Passa ai piedi e li blocca pure quelli. Ora lui si spoglia,Emma sente il rumore dei suoi vestiti cadere anche se non poteva vederlo. Lo sente mettersi dietro di lei, con esperienza le toglie il plug e le spalma del lubrificante. Istintivamente si irrigidisce, lui se ne accorge.
“Rilassati e lasciati guidare. Oggi ti ho già fatto abbastanza male frustandoti, non vorrei fartene ancora… Non sei vergine, io sono bravo, se collabori ti puoi anche divertire” Emma pensa che è carino, si preoccupa anche di lei, non se lo aspettava. Si rilassa un po’ lui se ne accorge e “Ahh” non se ne era quasi nemmeno accorta, le è entrato dentro facilmente.
Ora lui comincia a scoparla a suo piacimento e Emma farsi scopare così, lasciando il comando a lui. in poco più di 15 min lui viene nel suo culetto. Glielo chiude con il plug in modo che rimanesse dentro la sborra.
Gli dice di ringraziarla perchè è stato bravo, la fa ritornare a casa prima che i genitori tornino.
Emma si sentiva viva come non mai quando stava con lui. Ogni momento insieme sembrava portarla a esplorare un lato di sé che non aveva mai conosciuto, un lato che ora iniziava a riconoscere con meraviglia. Ogni sua parola, ogni gesto, le apriva nuovi orizzonti, facendola sentire al contempo vulnerabile e incredibilmente forte.
Non era solo la sua presenza a renderla così. Era la sensazione di libertà che provava nel seguirlo, nel lasciarsi guidare da qualcosa che non aveva mai avuto il coraggio di esplorare prima. Non c'era paura, solo il desiderio di scoprire, di capire di più su di sé, sulle sue emozioni, su ciò che davvero la faceva sentire completa.
Quello era solo l'inizio di un percorso che non sapeva dove l'avrebbe portata, ma non le importava. Si sentiva al sicuro, e in quel momento, quello era tutto ciò che contava. Ogni passo che faceva insieme a lui era un passo verso una versione di sé che ancora non conosceva, eppure sentiva di essere pronta a viverla appieno, con curiosità, emozione e apertura.
Emma era diventata la sua schiavetta ubbidiente.
Il sorriso che aveva visto sul volto di quell'uomo, l'intensità del loro rapporto, l’intesa tra di loro, ma soprattutto come sapeva scoparla. Ogni dettaglio si ripresentava nella sua mente con una chiarezza che la sorprendeva, come un film che voleva rivedere senza sosta.
Non riusciva a smettere di pensarci, e la curiosità cresceva dentro di lei. Non vedeva l'ora di scoprire cosa sarebbe successo dopo, di capire le conseguenze di accettare di vedersi ancora. Il pensiero del messaggio che avrebbe ricevuto il giorno dopo la teneva in uno stato di attesa trepidante. Ogni minuto che passava sembrava un'eternità, e il suo cuore accelerava al pensiero che sarebbe arrivato presto. Sapeva che non sarebbe stato facile distogliere la mente da quel momento, eppure ogni volta che pensava a lui, un sorriso soddisfatto si dipingeva sul suo volto.
Non è riuscita a togliersi quei pensieri fino al ritorno da scuola del giorno seguente. Quando torna a casa, già in lontananza si sforza di vedere e nota una borsetta. Il cuore sussulta e non resiste, fa gli ultimi 200 m di corsa. La prende come se fosse un tesoro e si fionda in camera. Subito si accorge che la borsetta è più fornita, il calore dell’eccitazione comincia a scaldarla. Inizia dal biglietto:
“Brava! Ieri hai scelto di diventare la mia schiavetta sessuale: ora ti rivolgerai a me come “padrone” e farai quello che ti chiedo, altrimenti verrai punita - Emma si era spogliata e cominciava a toccarsi. Sapeva che non avrebbe dovuto: essere trattata così era sbagliato, ma le piaceva l’approccio - Nella borsetta trovi l’intimo di oggi e un plug anale. Sopra dovrai mettere una maglietta attillata e la gonna più corta che hai. Alle 14.30 ti passo a prendere sotto casa.”
Guarda l’orologio e sono le 13.55. Si accorge di essere in ritardissimo. Ma deve aprire il contenuto: trova un paio di mutandine che sono solo un filo di stoffa, niente reggiseno e il plug, grosso e che termina con una decorazione simil-diamante. Con il suo ex aveva provato l’anale… non molte volte, ma l’ha fatto, ma usare un plug, mai e il tentare la incuriosiva.
Non ha molto tempo per riflettere, si fa una doccia super veloce e comincia a prepararsi, come si mette il plug? Prova a spingere, anche tanto e con un leggero dolore entra. Non ci pensa, voleva fare bella figura con quell'uomo misterioso. Mette le mutandine e siccome non c’era il reggiseno ne mette uno di suo, una maglietta attillata che esalta il suo seno e una gonna di pelle appena sotto il culetto. Profumo, si sistema i capelli ed è pronta per uscire. Guarda l’ora 14.28. In un lampo scende. Fuori casa trova una auto parcheggiata con le quattro frecce, senza domandarsi sale: sapeva che era lui.
Un uomo sulla quarantina, con un’aria tranquilla ma decisamente affascinante, che non aveva mai visto in modo così ravvicinato. Un uomo che, incredibilmente, si rivelò essere proprio il suo vicino di casa. “Ciao schiavetta”
Quel saluto le toglie tutti i dubbi è proprio lui, si aspettava qualcuno di diverso? Non sa rispondersi, aveva immaginato quel momento tante volte, ma mai concentrandosi e dando un volto definito a quell'uomo. Forse se lo sarebbe aspettato un po’ più giovane, ma per fare una cosa del genere doveva essere effettivamente un uomo maturo.
“Sei tu? Non me lo… - dice con tono sorpreso, ma non riesce a finire che le arriva uno schiaffo un forte, ma inaspettato.
“Sei la mia schiava, ti rivolgerai a me come padrone e dandomi del lei e se vuoi farmi una domanda me lo chiederai - Padrone, posso chiederti una cosa? - se ti do il permesso lo potrai fare. Capito?”
“Si padrone” Emma risponde in modo ubbidiente, ma quel approccio già le piaceva.
“Brava, cominciamo bene e non ti farai troppo del male”
Emma lo osservò con più attenzione. I tratti del viso, un po’ segnati dal tempo, ma comunque intriganti, e quegli occhi che avevano un'aria di mistero che non riusciva a ignorare. Era incredibile pensare che fosse proprio lui. Fino a quel momento, lo aveva solo intravisto nel cortile, magari mentre portava la spazzatura o dava da mangiare al cane. Mai un vero incontro, mai un vero scambio. Ma ora, seduta accanto a lui, in un’atmosfera completamente diversa, sentiva qualcosa di nuovo, di inaspettato.
Non riusciva a nascondere la sorpresa che provava. Il cuore le batteva più forte, e una sensazione di eccitazione la pervadeva mentre cercava di metabolizzare quello che stava accadendo. Non si sarebbe mai aspettata che proprio lui, il suo tranquillo e discreto vicino di casa, fosse la persona che le aveva suscitato così tante curiosità e pensieri, quel volto che aveva tanto desiderato di vedere da vicino.
Fanno appena 100m in auto e lui parcheggia in garage che aveva lasciato aperto. Scende e chiude il portone. Mi fa un cenno di scendere “Fatti la coda e mettiti a gattoni cagnetta!”
Emma obbedisce eccitata a questo nuovo approccio, lo asseconda. Lui si mette dietro di lei e le alza la gonna che già lasciava parte del suo culetto scoperto. La prende per la coda e la accompagna in camera da letto, lei obbediente segue.
Lui le toglie la maglietta: “Bambina, perchè hai il reggiseno? Ti avevo detto per caso che potessi metterlo?” le chiede in tono autorevole, ma anche quasi dispiaciuto.
“No padrone”
“Toglilo e mettiti a 90 sul letto” e prende un frustino frastagliato. Emma lo guarda un po’ preoccupata, ma perchè era eccitata? “Te ne meriti 10, ma dovrai subire in silenzio, per ogni gemito te subirai 2 in più. Devi contarle tu”
Arriva la prima, non è forte, almeno non da fare male. Fastidiosa e forse è l’inaspetatezza che la fa gemere. “Sono 2 in più, non ho sentito il numero”
“Una” ne arriva un’altra “due” … il dover resistere, essere in tensione per non emettere un gemito non era facile per Emma, ma sentiva la fighetta infiammarsi e diventare un lago.
Lui continua, finiche con Emma che dice “36” e lei con il culetto rosso che brucia.
Lui comincia a maneggiare con qualcosa sul letto e Emma ne è incuriosita, cosa avrà pensato il porco? si chiede.
“Oggi cominciamo soft, e poi nelle prossime volte sarò più cattivo” le prende la faccia con una mano e la attira a sé, Emma senza opporsi ricambia il bacio. Il bacio fu delicato, un gesto di esplorazione, come se entrambi stessero cercando di capire e consolidare la loro relazione. Emma sentì la sua mente svuotarsi, il mondo esterno sparire, mentre le sue mani si posavano su di lui con un'incredibile sensazione di naturalezza. Ogni secondo sembrava dilatarsi, ma anche volare via troppo in fretta. La carnalità del momento la avvolgeva, eppure, dentro di lei, sapeva che sarebbe stato solo l’inizio.
Lui dolcemente le toglie le mutandine e la fa sdraiare prona sul letto, con naturalezza le prende una mano e gliela blocca con una polsiera a un lato del letto, fa lo stesso con l’altra. Per Emma è una esperienza nuova, essere legata, essere completamente alla mercé dell’uomo l’aveva sempre odiato, finché ora non lo stava provando. Fanculo le femministe mi piaceva in quel momento, con lui farmi dominare, pensa Emam e il suocorpo confermava.
Passa ai piedi e li blocca pure quelli. Ora lui si spoglia,Emma sente il rumore dei suoi vestiti cadere anche se non poteva vederlo. Lo sente mettersi dietro di lei, con esperienza le toglie il plug e le spalma del lubrificante. Istintivamente si irrigidisce, lui se ne accorge.
“Rilassati e lasciati guidare. Oggi ti ho già fatto abbastanza male frustandoti, non vorrei fartene ancora… Non sei vergine, io sono bravo, se collabori ti puoi anche divertire” Emma pensa che è carino, si preoccupa anche di lei, non se lo aspettava. Si rilassa un po’ lui se ne accorge e “Ahh” non se ne era quasi nemmeno accorta, le è entrato dentro facilmente.
Ora lui comincia a scoparla a suo piacimento e Emma farsi scopare così, lasciando il comando a lui. in poco più di 15 min lui viene nel suo culetto. Glielo chiude con il plug in modo che rimanesse dentro la sborra.
Gli dice di ringraziarla perchè è stato bravo, la fa ritornare a casa prima che i genitori tornino.
Emma si sentiva viva come non mai quando stava con lui. Ogni momento insieme sembrava portarla a esplorare un lato di sé che non aveva mai conosciuto, un lato che ora iniziava a riconoscere con meraviglia. Ogni sua parola, ogni gesto, le apriva nuovi orizzonti, facendola sentire al contempo vulnerabile e incredibilmente forte.
Non era solo la sua presenza a renderla così. Era la sensazione di libertà che provava nel seguirlo, nel lasciarsi guidare da qualcosa che non aveva mai avuto il coraggio di esplorare prima. Non c'era paura, solo il desiderio di scoprire, di capire di più su di sé, sulle sue emozioni, su ciò che davvero la faceva sentire completa.
Quello era solo l'inizio di un percorso che non sapeva dove l'avrebbe portata, ma non le importava. Si sentiva al sicuro, e in quel momento, quello era tutto ciò che contava. Ogni passo che faceva insieme a lui era un passo verso una versione di sé che ancora non conosceva, eppure sentiva di essere pronta a viverla appieno, con curiosità, emozione e apertura.
Emma era diventata la sua schiavetta ubbidiente.
1
6
voti
voti
valutazione
6.2
6.2
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto precedente
Il regalo misterioso - cap.4racconto sucessivo
Al bar
Commenti dei lettori al racconto erotico