La sorella e lo zio - Flashback 5
di
sesso&samba
genere
incesti
Marco si avvicinò e, senza parole, le sfiorò le labbra. Un bacio leggero, inizialmente esitante, poi più profondo, come se si stessero studiando. Francesca si sentì sollevata. Non era perfetto, ma era quello che voleva, e si sentiva finalmente sicura di sé, come se le sue paure fossero sparite in quell’istante.
Quando si separarono, Marco la guardò con una luce diversa negli occhi. "Wow," disse, il respiro ancora affannato. "Non pensavo fosse così… intenso."
Francesca sorrise, ma dentro di sé si sentiva soddisfatta. Non si sentiva più quella ragazza goffa e incerta. Era stata lei, con il suo ritmo, e aveva trovato la sua strada in quel momento. Il bacio era stato reale, un momento condiviso, e il fatto che fosse stato il suo bacio la faceva sentire più adulta, più sicura.
Marco, però, non si limitò a questo. La guardò con un'espressione che sfiorava la sorpresa. "E poi," continuò, guardandola con occhi che non cercavano più solo un gioco, ma qualcosa di più profondo, "sei davvero bella. Non solo esteticamente. Sei… sensuale, naturale."
Francesca si sentì un po’ imbarazzata, ma non in modo negativo. Non riusciva a smettere di sorridere, come se le sue parole la toccassero in un punto che non aveva mai esplorato prima. "Grazie," disse, ma la sua voce era più ferma, ora. "Non mi sentivo così, fino a poco fa."
Marco si avvicinò di nuovo, questa volta con un’intenzione più chiara, ma prima di fare qualsiasi altro movimento, si fermò e la guardò negli occhi. Non c’era più fretta, solo la consapevolezza di un momento che apparteneva a entrambi. Francesca si sentiva desiderata, e quella sensazione, per la prima volta, non la spaventava. Anzi, le piaceva.
Lui si siede su una panchina e lei sopra di lui e ricominciano a baciarsi e lui osando le palpa il culetto. Lei si ricorda quello che è successo con lo zio e le piace.
Quando si lasciano, Francesca stava volando e tornata a casa si accorge di avere le mutandine umide, si era eccitata?
La relazione con Marco stava evolvendo. Francesca si sentiva più sicura di sé, ma allo stesso tempo sempre più consapevole dei cambiamenti che stavano accadendo nella sua vita. Le cose tra di loro si stavano intensificando, e lei sapeva che Marco, con il suo modo di fare più maturo e la sua personalità affascinante, voleva portare la relazione a un livello più profondo. Francesca però non era certa di cosa volesse, o meglio, di come sentirsi rispetto a questa nuova fase.
Una sera, Marco le propose di andare in discoteca insieme, come se fosse una normale serata di divertimento. Ma Francesca non poté fare a meno di chiedersi se quella serata sarebbe stata diversa dalle altre, e se Marco avrebbe cercato di spingersi oltre, come aveva fatto in alcune delle loro conversazioni più intime.
In quel momento, Francesca decise di chiedere consiglio allo zio Carlo, il suo punto di riferimento in tutte le situazioni difficili. Non sapeva se avrebbe mai avuto il coraggio di parlare apertamente con lo zio di Marco e delle sue sensazioni, ma in quel momento sentiva che non c'era nessuno meglio di lui per aiutarla a fare chiarezza.
"Zio, Marco mi ha chiesto di uscire con lui in discoteca sabato," iniziò Francesca, mentre si trovavano insieme in cucina. "Mi sento un po' confusa, non so se sono pronta per certe cose... Mi sembra che stia cercando di spingere la relazione più lontano, ma non so se voglio davvero farlo. E se non faccio nulla, ho paura di perderlo."
Lo zio Carlo la guardò con attenzione, mettendo da parte la tazza di caffè e prendendo un respiro profondo.
"Francesca," disse con calma, "è completamente normale sentirsi così a questa età. Le emozioni sono forti, e tutto sembra accadere in fretta. Ma voglio che tu ricordi una cosa importante: tu hai il controllo della tua vita e delle tue scelte. Non fare mai nulla per paura di perdere qualcuno, ma piuttosto per il rispetto che hai verso te stessa. Le cose non devono succedere secondo un copione prestabilito."
Francesca annuì, sentendo il peso delle sue parole. "Ma come posso sapere se sono pronta, se non lo provo? Come posso sapere se mi sentirò bene facendo qualcosa che non ho mai fatto prima? Non pensavo che mi piacesse che mi toccasse, ma ora lo adoro"
Lo zio la guardò con un sorriso rassicurante. "La chiave è ascoltare te stessa. Ogni volta che una situazione ti sembra troppo grande, o se non sei sicura di come ti senti, fermati e riflettici. C'è sempre tempo per decidere. - prende un respiro - se ti chiedesse, come pensi, di fargli un bocchino, tu cosa ne pensi?"
Francesca rifletté su quelle parole. Non c'era bisogno di forzare le cose, e non doveva nemmeno sentirsi sotto pressione. Il fatto che Marco stesse cercando di avvicinarsi a lei era naturale, ma lei doveva essere pronta a prendere le sue decisioni, in totale armonia con i suoi sentimenti.
"Sai, zio, a volte mi sembra che ci sia una specie di aspettativa su cosa dovrei fare a quest'età," disse Francesca, un po' più sollevata. "Ma in fondo, sento che non devo fare nulla che non voglio davvero."
Lo zio Carlo sorrise, annuendo. "Esatto. Non ci sono scadenze o regole, ci sono solo le tue scelte. Fai quello che ti fa sentire bene e che ti fa stare in pace con te stessa."
“Ma zio sarei curiosa di provare” lo sputa fuori come un peso
“Ma ti senti a disagio e non sai come muoverti?”
Rassicurata: “Si zio ormai mi conosci troppo bene”
“Ricordati che il rispetto è tutto, Fra, vorresti che ti insegni?”
“A fare un bocchino?”
“Sì, cosa ne pensi?” la bacia come ormai succedeva spesso, ma questa volta prende una sua mano e le fa sentire il suo cazzo duro. Lei non risponde, ma nei suoi occhietti vede l’eccitazione e così senza aspettere che abbia coraggio si abbassa i pantaloni e lo tira fuori. Un’asta grossa, dura e rosea svetta e lei ne rimane ipnotizzata. Non ne aveva mai visto uno dal vivo e ora…
Lo zio con estrema tranquillità e pazienza le spiega l’anatomia del cazzo, come si tocca e come si sega. Lei lo ascolta come una studentessa modello, incuriosita e vogliosa di imparare ogni singola cosa. “Ora prova te” e lei un po’ goffamente lo tocca e lo sega “Si brava, vai piano, devi eccitarti toccandolo e quando lo desideri, prova ad assaggiarlo”
Lo zio nel vederla così, è duro come non mai. Lei infoiata, ma allo stesso tempo rassicurata che fosse lo zio, lo prende in bocca e seguendo le indicazioni dello zio. Lui cerca di trattenersi sia per non venire troppo presto che per non esagerare, vedendola ancora come la nipotina e non come una troietta.
“Come sono zio?”
“Sei fantastica!”
“Non esagerare… - si toglie il top - so che ti piacciono le mie tette”
“Così non resisto…” era al limite… glielo fa capire e glielo spiega: di segarlo lentamente e farlo venire sulle tette.
In un gemito lui viene e lei sente quei schizzi caldi sul suo corpo. Lui le da dei fazzoletti per pulirsi da quel liquido che non pensava fosse così appiccicoso e difficile da lavare. Si baciano felici di questo nuovo passo.
Scusatemi doveva uscire ieri con la parte 4 (visto il voto 7), ma non è stato pubblicato...
Quando si separarono, Marco la guardò con una luce diversa negli occhi. "Wow," disse, il respiro ancora affannato. "Non pensavo fosse così… intenso."
Francesca sorrise, ma dentro di sé si sentiva soddisfatta. Non si sentiva più quella ragazza goffa e incerta. Era stata lei, con il suo ritmo, e aveva trovato la sua strada in quel momento. Il bacio era stato reale, un momento condiviso, e il fatto che fosse stato il suo bacio la faceva sentire più adulta, più sicura.
Marco, però, non si limitò a questo. La guardò con un'espressione che sfiorava la sorpresa. "E poi," continuò, guardandola con occhi che non cercavano più solo un gioco, ma qualcosa di più profondo, "sei davvero bella. Non solo esteticamente. Sei… sensuale, naturale."
Francesca si sentì un po’ imbarazzata, ma non in modo negativo. Non riusciva a smettere di sorridere, come se le sue parole la toccassero in un punto che non aveva mai esplorato prima. "Grazie," disse, ma la sua voce era più ferma, ora. "Non mi sentivo così, fino a poco fa."
Marco si avvicinò di nuovo, questa volta con un’intenzione più chiara, ma prima di fare qualsiasi altro movimento, si fermò e la guardò negli occhi. Non c’era più fretta, solo la consapevolezza di un momento che apparteneva a entrambi. Francesca si sentiva desiderata, e quella sensazione, per la prima volta, non la spaventava. Anzi, le piaceva.
Lui si siede su una panchina e lei sopra di lui e ricominciano a baciarsi e lui osando le palpa il culetto. Lei si ricorda quello che è successo con lo zio e le piace.
Quando si lasciano, Francesca stava volando e tornata a casa si accorge di avere le mutandine umide, si era eccitata?
La relazione con Marco stava evolvendo. Francesca si sentiva più sicura di sé, ma allo stesso tempo sempre più consapevole dei cambiamenti che stavano accadendo nella sua vita. Le cose tra di loro si stavano intensificando, e lei sapeva che Marco, con il suo modo di fare più maturo e la sua personalità affascinante, voleva portare la relazione a un livello più profondo. Francesca però non era certa di cosa volesse, o meglio, di come sentirsi rispetto a questa nuova fase.
Una sera, Marco le propose di andare in discoteca insieme, come se fosse una normale serata di divertimento. Ma Francesca non poté fare a meno di chiedersi se quella serata sarebbe stata diversa dalle altre, e se Marco avrebbe cercato di spingersi oltre, come aveva fatto in alcune delle loro conversazioni più intime.
In quel momento, Francesca decise di chiedere consiglio allo zio Carlo, il suo punto di riferimento in tutte le situazioni difficili. Non sapeva se avrebbe mai avuto il coraggio di parlare apertamente con lo zio di Marco e delle sue sensazioni, ma in quel momento sentiva che non c'era nessuno meglio di lui per aiutarla a fare chiarezza.
"Zio, Marco mi ha chiesto di uscire con lui in discoteca sabato," iniziò Francesca, mentre si trovavano insieme in cucina. "Mi sento un po' confusa, non so se sono pronta per certe cose... Mi sembra che stia cercando di spingere la relazione più lontano, ma non so se voglio davvero farlo. E se non faccio nulla, ho paura di perderlo."
Lo zio Carlo la guardò con attenzione, mettendo da parte la tazza di caffè e prendendo un respiro profondo.
"Francesca," disse con calma, "è completamente normale sentirsi così a questa età. Le emozioni sono forti, e tutto sembra accadere in fretta. Ma voglio che tu ricordi una cosa importante: tu hai il controllo della tua vita e delle tue scelte. Non fare mai nulla per paura di perdere qualcuno, ma piuttosto per il rispetto che hai verso te stessa. Le cose non devono succedere secondo un copione prestabilito."
Francesca annuì, sentendo il peso delle sue parole. "Ma come posso sapere se sono pronta, se non lo provo? Come posso sapere se mi sentirò bene facendo qualcosa che non ho mai fatto prima? Non pensavo che mi piacesse che mi toccasse, ma ora lo adoro"
Lo zio la guardò con un sorriso rassicurante. "La chiave è ascoltare te stessa. Ogni volta che una situazione ti sembra troppo grande, o se non sei sicura di come ti senti, fermati e riflettici. C'è sempre tempo per decidere. - prende un respiro - se ti chiedesse, come pensi, di fargli un bocchino, tu cosa ne pensi?"
Francesca rifletté su quelle parole. Non c'era bisogno di forzare le cose, e non doveva nemmeno sentirsi sotto pressione. Il fatto che Marco stesse cercando di avvicinarsi a lei era naturale, ma lei doveva essere pronta a prendere le sue decisioni, in totale armonia con i suoi sentimenti.
"Sai, zio, a volte mi sembra che ci sia una specie di aspettativa su cosa dovrei fare a quest'età," disse Francesca, un po' più sollevata. "Ma in fondo, sento che non devo fare nulla che non voglio davvero."
Lo zio Carlo sorrise, annuendo. "Esatto. Non ci sono scadenze o regole, ci sono solo le tue scelte. Fai quello che ti fa sentire bene e che ti fa stare in pace con te stessa."
“Ma zio sarei curiosa di provare” lo sputa fuori come un peso
“Ma ti senti a disagio e non sai come muoverti?”
Rassicurata: “Si zio ormai mi conosci troppo bene”
“Ricordati che il rispetto è tutto, Fra, vorresti che ti insegni?”
“A fare un bocchino?”
“Sì, cosa ne pensi?” la bacia come ormai succedeva spesso, ma questa volta prende una sua mano e le fa sentire il suo cazzo duro. Lei non risponde, ma nei suoi occhietti vede l’eccitazione e così senza aspettere che abbia coraggio si abbassa i pantaloni e lo tira fuori. Un’asta grossa, dura e rosea svetta e lei ne rimane ipnotizzata. Non ne aveva mai visto uno dal vivo e ora…
Lo zio con estrema tranquillità e pazienza le spiega l’anatomia del cazzo, come si tocca e come si sega. Lei lo ascolta come una studentessa modello, incuriosita e vogliosa di imparare ogni singola cosa. “Ora prova te” e lei un po’ goffamente lo tocca e lo sega “Si brava, vai piano, devi eccitarti toccandolo e quando lo desideri, prova ad assaggiarlo”
Lo zio nel vederla così, è duro come non mai. Lei infoiata, ma allo stesso tempo rassicurata che fosse lo zio, lo prende in bocca e seguendo le indicazioni dello zio. Lui cerca di trattenersi sia per non venire troppo presto che per non esagerare, vedendola ancora come la nipotina e non come una troietta.
“Come sono zio?”
“Sei fantastica!”
“Non esagerare… - si toglie il top - so che ti piacciono le mie tette”
“Così non resisto…” era al limite… glielo fa capire e glielo spiega: di segarlo lentamente e farlo venire sulle tette.
In un gemito lui viene e lei sente quei schizzi caldi sul suo corpo. Lui le da dei fazzoletti per pulirsi da quel liquido che non pensava fosse così appiccicoso e difficile da lavare. Si baciano felici di questo nuovo passo.
Scusatemi doveva uscire ieri con la parte 4 (visto il voto 7), ma non è stato pubblicato...
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