Finalmente ho preso coraggio
di
Rebecca pallida
genere
pissing
Vorrei ringraziare tutti i lettori che mi scrivono e si interessano alla mia storia, mi scuso anche se questo capitolo sarà un pochino più corto dei precedenti, purtroppo il tempo è poco ma non volevo lasciar passare troppo dall’ultimo.
Avviso i lettori che tratterò temi quali pissing e scat, quindi se la cosa vi disturba non leggete oltre.
Per ogni contatto come sempre rebeccapallida@libero.it
La notizia era ovviamente inaspettata, ma ne eravamo felici.
Devo essere onesta, non vorrei parlare molto della mia gravidanza, la vivi come una cosa molto privata, ma qualche premessa va fatta. Passato il periodo delle nausee sono diventata fastidiosissima, me ne rendo conto. Voglie senza senso a qualsiasi ora, ero nervosa, scassapalle e antipatica, poi magari a caso mi veniva il momento dell’affetto, per poi scoppiare in lacrime mezz’ora dopo e poi aver voglia di qualcosa di totalmente fuori stagione. C’è voluta davvero tutta la pazienza di Stefano per sopportarmi. Inoltre, musicalmente parlando, mi ero addentrata nei meandri del black metal, di cui Stefano era un fervente appassionato, se non fosse che in breve ho virato verso quel depressive black ambient spettrale e atrocemente gelido, quindi in pratica in casa nostra sembrava di essere sempre ad una messa nera o qualche rituale pagano proibito. Se conoscete il genere sapete di cosa parlo, se non lo conoscete non cercate nulla, vuol dire che non fa per voi.
Un’altra nota è che almeno per un bel periodo avevo sempre voglia di farlo, anche più di prima, quindi il mio adorato fidanzato aveva da fare gli straordinari, ma non sembrava che la cosa gli dispiacesse, anzi, devo dire che quegli stessi ormoni in qualche modo mi rendevano più radiosa, non dico più bella ma in qualche modo più attraente.
Volevo organizzare una serata totalmente dedicata al sesso e alle mie perversioni, anche perché avevo paura che una volta arrivati al parto le occasioni si sarebbero ridotte notevolmente, quindi o in questo periodo o mai più, era arrivato il momento che gli facessi sapere cosa mi piaceva. Così, scelto il giorno giusto, mi lanciai nei preparativi, partendo dalla cena. Il problema è che come casalinga faccio schifo, e come cuoca ancora di più, così dopo quel che approccio disastroso ai fornelli, presi la saggia decisione di ordinarla. Tanto dai, lo conosco, avrebbe avuto ben altro per la testa che il cibo…ma per quello che avevo in mente non dovevo vestirmi da figa, anzi…mi servivano cose pratiche, leggings grigi aderenti scelti accuratamente per un motivo e una vecchia maglietta nera, sua in realtà, quindi per me larghissima, capelli legati, senza reggiseno. Arriva a casa dal lavoro, solite cose, ceniamo, mi premuro di bere molta acqua…dopo cena siamo in cucina che chiacchieriamo, e all’improvviso mi siedo sul tavolo, allargo le gambe appoggiando i piedi al piano del tavolo e…semplicemente comincio a pisciare guardandolo e sorridendo. La macchia si allarga velocemente sui leggings, mi arriva alle cosce, mi sento zuppa, calda…mi bacia appassionatamente, mi sfila in un colpo solo pantaloni e mutandine, e comincia a leccarmela, a cercare di raccogliere tutto con la lingua, bere tutto quello che ho sulla pelle…a quel punto sono eccitatissima, e passo alla seconda parte di quello che avevo in mente.
Mi sono tolta la maglietta, gli ho offerto le tette gonfie e calde, ci ha giocato, mordicchiando i capezzoli, ma era preso dalla pura e semplice voglia di scoparmi. Era il momento, dovevo vincere paure, titubanze, insicurezze. Avevo fatto tesoro di quello che avevo imparato ormai diversi anni fa, ed era l’ora di metterlo a frutto. Mi sono girata, ho sentito il cazzo premermi contro le labbra, ma non era quella la mia idea. “No, mettimelo nel culo, scopami il culo, rompimelo, voglio sentirti dentro il mio culo”. Era abituato ormai ad un certo tipo di espressioni colorite, ma quelle parole lo eccitarono ancora di più, sentivo il suo cazzo avvolto dallo sfintere, duro come la pietra, caldo, pulsante. Mi stantuffava avanti e indietro, arriva fin quasi ad uscire per poi tuffarsi nelle mie viscere, fino in fondo, dove sapevo che stava toccando qualcosa, lo sentivo. Ho avuto un orgasmo forte, le contrazioni mi facevano stringere il culo e lo sentivo ancora di più, ero fradicia, grondavo letteralmente. Dopo l’orgasmo, come accade spesso, cominciava a farmi male, così l’ho fatto uscire, mi sono girata e inginocchiata davanti a lui. Era sporco, non molto, ma era sporco, esattamente come avevo previsto e come volevo. Mi buttai, misi da parte il pensiero razionale e lo feci e basta, un po’ come buttarsi in piscina sapendo che l’acqua è gelida, lanciati, supera l’impatto iniziale, nuota e dopo un po’ non lo sentirai più. Fu esattamente la stessa cosa, lui mi stava dicendo no aspetta ma lo anticipai e lo presi in bocca, il sapore non era gradevole ma mi concentrai solo sul fare il miglior pompino della mia vita…non so se lo fosse, forse ho dato il mio il mio meglio in qualche altra circostanza, ma era abbastanza da non farlo ritrarre…anche perché probabilmente aveva capito. Leccavo e succhiavo, e dopo un po’ cominciò a muoversi avanti e indietro, lo accoglievo il più possibile in fondo alla gola, sbavavo e ovviamente anche la saliva era sporca, mi colava sulle tette bianche, intanto mi toccavo la sotto…infine venne anche lui, mi riempii la bocca di sborra, calda, densa, che continuai a far colare sulle tette, sapevo che era una vista che gli piaceva…beh in quel caso alla fine ero coperta di sperma, saliva e merda…si non è proprio un’espressione da principessa, ma questo era, e ho cominciato a scrivere cercando di essere il più onesta possibile.
Questo fu l’inizio dei nostri giochi di altro genere per così dire, ovviamente le cose andarono ad incrementarsi con tempo, ma queste sono altre storie che racconterò in futuro.
Avviso i lettori che tratterò temi quali pissing e scat, quindi se la cosa vi disturba non leggete oltre.
Per ogni contatto come sempre rebeccapallida@libero.it
La notizia era ovviamente inaspettata, ma ne eravamo felici.
Devo essere onesta, non vorrei parlare molto della mia gravidanza, la vivi come una cosa molto privata, ma qualche premessa va fatta. Passato il periodo delle nausee sono diventata fastidiosissima, me ne rendo conto. Voglie senza senso a qualsiasi ora, ero nervosa, scassapalle e antipatica, poi magari a caso mi veniva il momento dell’affetto, per poi scoppiare in lacrime mezz’ora dopo e poi aver voglia di qualcosa di totalmente fuori stagione. C’è voluta davvero tutta la pazienza di Stefano per sopportarmi. Inoltre, musicalmente parlando, mi ero addentrata nei meandri del black metal, di cui Stefano era un fervente appassionato, se non fosse che in breve ho virato verso quel depressive black ambient spettrale e atrocemente gelido, quindi in pratica in casa nostra sembrava di essere sempre ad una messa nera o qualche rituale pagano proibito. Se conoscete il genere sapete di cosa parlo, se non lo conoscete non cercate nulla, vuol dire che non fa per voi.
Un’altra nota è che almeno per un bel periodo avevo sempre voglia di farlo, anche più di prima, quindi il mio adorato fidanzato aveva da fare gli straordinari, ma non sembrava che la cosa gli dispiacesse, anzi, devo dire che quegli stessi ormoni in qualche modo mi rendevano più radiosa, non dico più bella ma in qualche modo più attraente.
Volevo organizzare una serata totalmente dedicata al sesso e alle mie perversioni, anche perché avevo paura che una volta arrivati al parto le occasioni si sarebbero ridotte notevolmente, quindi o in questo periodo o mai più, era arrivato il momento che gli facessi sapere cosa mi piaceva. Così, scelto il giorno giusto, mi lanciai nei preparativi, partendo dalla cena. Il problema è che come casalinga faccio schifo, e come cuoca ancora di più, così dopo quel che approccio disastroso ai fornelli, presi la saggia decisione di ordinarla. Tanto dai, lo conosco, avrebbe avuto ben altro per la testa che il cibo…ma per quello che avevo in mente non dovevo vestirmi da figa, anzi…mi servivano cose pratiche, leggings grigi aderenti scelti accuratamente per un motivo e una vecchia maglietta nera, sua in realtà, quindi per me larghissima, capelli legati, senza reggiseno. Arriva a casa dal lavoro, solite cose, ceniamo, mi premuro di bere molta acqua…dopo cena siamo in cucina che chiacchieriamo, e all’improvviso mi siedo sul tavolo, allargo le gambe appoggiando i piedi al piano del tavolo e…semplicemente comincio a pisciare guardandolo e sorridendo. La macchia si allarga velocemente sui leggings, mi arriva alle cosce, mi sento zuppa, calda…mi bacia appassionatamente, mi sfila in un colpo solo pantaloni e mutandine, e comincia a leccarmela, a cercare di raccogliere tutto con la lingua, bere tutto quello che ho sulla pelle…a quel punto sono eccitatissima, e passo alla seconda parte di quello che avevo in mente.
Mi sono tolta la maglietta, gli ho offerto le tette gonfie e calde, ci ha giocato, mordicchiando i capezzoli, ma era preso dalla pura e semplice voglia di scoparmi. Era il momento, dovevo vincere paure, titubanze, insicurezze. Avevo fatto tesoro di quello che avevo imparato ormai diversi anni fa, ed era l’ora di metterlo a frutto. Mi sono girata, ho sentito il cazzo premermi contro le labbra, ma non era quella la mia idea. “No, mettimelo nel culo, scopami il culo, rompimelo, voglio sentirti dentro il mio culo”. Era abituato ormai ad un certo tipo di espressioni colorite, ma quelle parole lo eccitarono ancora di più, sentivo il suo cazzo avvolto dallo sfintere, duro come la pietra, caldo, pulsante. Mi stantuffava avanti e indietro, arriva fin quasi ad uscire per poi tuffarsi nelle mie viscere, fino in fondo, dove sapevo che stava toccando qualcosa, lo sentivo. Ho avuto un orgasmo forte, le contrazioni mi facevano stringere il culo e lo sentivo ancora di più, ero fradicia, grondavo letteralmente. Dopo l’orgasmo, come accade spesso, cominciava a farmi male, così l’ho fatto uscire, mi sono girata e inginocchiata davanti a lui. Era sporco, non molto, ma era sporco, esattamente come avevo previsto e come volevo. Mi buttai, misi da parte il pensiero razionale e lo feci e basta, un po’ come buttarsi in piscina sapendo che l’acqua è gelida, lanciati, supera l’impatto iniziale, nuota e dopo un po’ non lo sentirai più. Fu esattamente la stessa cosa, lui mi stava dicendo no aspetta ma lo anticipai e lo presi in bocca, il sapore non era gradevole ma mi concentrai solo sul fare il miglior pompino della mia vita…non so se lo fosse, forse ho dato il mio il mio meglio in qualche altra circostanza, ma era abbastanza da non farlo ritrarre…anche perché probabilmente aveva capito. Leccavo e succhiavo, e dopo un po’ cominciò a muoversi avanti e indietro, lo accoglievo il più possibile in fondo alla gola, sbavavo e ovviamente anche la saliva era sporca, mi colava sulle tette bianche, intanto mi toccavo la sotto…infine venne anche lui, mi riempii la bocca di sborra, calda, densa, che continuai a far colare sulle tette, sapevo che era una vista che gli piaceva…beh in quel caso alla fine ero coperta di sperma, saliva e merda…si non è proprio un’espressione da principessa, ma questo era, e ho cominciato a scrivere cercando di essere il più onesta possibile.
Questo fu l’inizio dei nostri giochi di altro genere per così dire, ovviamente le cose andarono ad incrementarsi con tempo, ma queste sono altre storie che racconterò in futuro.
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