Matrimonio fa rima con Antonio
di
VicentinoGrey
genere
esibizionismo
Sono una cretina. Avrei dovuto rifiutarmi a sottostare alle perversioni di Antonio e Costanza. Ho lasciato loro la scelta del vestito ed eccomi qui, ad attirare la curiosità e gli sguardi lascivi di tutti. Un abito così sconcio non si dovrebbe vedere a un matrimonio. Figuriamoci in chiesa! Ho poco da nascondere con il foulard: vedo già che gli uomini ai miei lati si girano verso di me per sbirciare le tette attraverso l'apertura ascellare. Riesco a malapena a coprire le spalle e la scollatura anteriore. Devo stare attenta anche quando mi siedo: la gonna aperta al centro mi lascia scoperte le gambe fino a metà coscia. Chissà cosa stanno dicendo di me gli altri invitati. Il cuore mi palpita ma non ho alcun alibi. Ho acconsentito a farmi dominare ancora una volta, ma mi sto rendendo conto che l'impatto emotivo di una situazione in pubblico è molto maggiore di una più lussuriosa, ma subita in privato. Intravedo già i miei capezzoli eccitati dall'imbarazzo e martoriati dall'allattamento che bucano il sottile tessuto di questo abito estivo, per la gioia dei maschi presenti alla cerimonia.
Col lancio del riso dopo la celebrazioni, vedo le occhiate truci delle donne verso di me e lo scambio di commenti tra loro. Sono lo zimbello di tutti gli invitati. E i miei slip si bagnano.
Sono una troia, probabilmente, altrimenti mi sarei opposta a questa disagevole esperienza. La mia timidezza accentua l'inquietudine della mia sovraesposizione in pubblico. Con il pranzo a buffet in corso, la prossimità insistente di certi uomini attorno a me e gli inviti a bere qualcosa in zone ombrose, seminascoste stanno a indicare la lussuria che attanaglia i maschi. Ho persino incrociato più volte lo sguardo trasognato di un ragazzo che non si è fatto scrupoli a farmi una TAC con gli occhi, scansionandomi ogni centimetro dalle caviglie alle spalle, con una sosta evidente sul mio petto che, benché modesto, è comunque ben esposto grazie alla scollatura.
Mi siedo per mangiare un piattino di stuzzichini ma la contestualità di un assembramento di ragazzi accomodatisi su divanetti e poltroncine di fronte a me mi fa intuire che le mie gambe sono oggetto del loro interesse. Lo stesso ragazzo di prima allarga le gambe e appoggia il palmo destro sul pacco. Si alza, mi guarda ammiccando e si dirige verso un angolo fiorito del giardino dove si svolge la festa. Antonio mi ha ordinato di accettare certi inviti e così lo seguo dopo un paio di minuti. Lo cerco tra i cespugli di fiori ma non lo vedo più. A un tratto, una mano mi afferra un polso e mi ritrovo un cazzo turgido nel palmo. E' lui e mi fa stringere un membro notevole. Mi dice che lo faccio impazzire col mio vestito e che devo fare qualcosa per riportarlo alla normalità.
Inizio a masturbarlo e i suoi gemiti scatenano un rivolo di umori nella mia fica. Mi avvisa che non manca molto all'orgasmo e che devo fare qualcosa perché i suoi schizzi non rovinino l'abito. La troia che è in me prende il sopravvento e mi inginocchio. Con una mano guido il suo grosso cazzo in bocca e con l'altra mi titillo clitoride e vagina. Dopo un paio di minuti, i fiotti di sperma mi entrano in gola in una quantità e con una potenza inusuale. Ingoio tutto per non rischiare chiazze sull'abito scuro e la circostanza perversa mi spinge a mulinare velocemente il dito nel mio sesso. Godo anch'io nel momento in cui lui mi implora di smettere di succhiare.
Rientriamo alla festa separatamente. Adesso gli uomini mi guardano con evidente concupiscenza. L'orgasmo mi ha fatto bene. Sono in grado di sopportare i loro lubrici pensieri. Stanotte la mia mise stimolerà le mani di molti e sgorgheranno fiumi di sperma.
Col lancio del riso dopo la celebrazioni, vedo le occhiate truci delle donne verso di me e lo scambio di commenti tra loro. Sono lo zimbello di tutti gli invitati. E i miei slip si bagnano.
Sono una troia, probabilmente, altrimenti mi sarei opposta a questa disagevole esperienza. La mia timidezza accentua l'inquietudine della mia sovraesposizione in pubblico. Con il pranzo a buffet in corso, la prossimità insistente di certi uomini attorno a me e gli inviti a bere qualcosa in zone ombrose, seminascoste stanno a indicare la lussuria che attanaglia i maschi. Ho persino incrociato più volte lo sguardo trasognato di un ragazzo che non si è fatto scrupoli a farmi una TAC con gli occhi, scansionandomi ogni centimetro dalle caviglie alle spalle, con una sosta evidente sul mio petto che, benché modesto, è comunque ben esposto grazie alla scollatura.
Mi siedo per mangiare un piattino di stuzzichini ma la contestualità di un assembramento di ragazzi accomodatisi su divanetti e poltroncine di fronte a me mi fa intuire che le mie gambe sono oggetto del loro interesse. Lo stesso ragazzo di prima allarga le gambe e appoggia il palmo destro sul pacco. Si alza, mi guarda ammiccando e si dirige verso un angolo fiorito del giardino dove si svolge la festa. Antonio mi ha ordinato di accettare certi inviti e così lo seguo dopo un paio di minuti. Lo cerco tra i cespugli di fiori ma non lo vedo più. A un tratto, una mano mi afferra un polso e mi ritrovo un cazzo turgido nel palmo. E' lui e mi fa stringere un membro notevole. Mi dice che lo faccio impazzire col mio vestito e che devo fare qualcosa per riportarlo alla normalità.
Inizio a masturbarlo e i suoi gemiti scatenano un rivolo di umori nella mia fica. Mi avvisa che non manca molto all'orgasmo e che devo fare qualcosa perché i suoi schizzi non rovinino l'abito. La troia che è in me prende il sopravvento e mi inginocchio. Con una mano guido il suo grosso cazzo in bocca e con l'altra mi titillo clitoride e vagina. Dopo un paio di minuti, i fiotti di sperma mi entrano in gola in una quantità e con una potenza inusuale. Ingoio tutto per non rischiare chiazze sull'abito scuro e la circostanza perversa mi spinge a mulinare velocemente il dito nel mio sesso. Godo anch'io nel momento in cui lui mi implora di smettere di succhiare.
Rientriamo alla festa separatamente. Adesso gli uomini mi guardano con evidente concupiscenza. L'orgasmo mi ha fatto bene. Sono in grado di sopportare i loro lubrici pensieri. Stanotte la mia mise stimolerà le mani di molti e sgorgheranno fiumi di sperma.
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