L'educazione di Norma

di
genere
dominazione

Il giorno dopo, Norma entrò nel panificio di Costanza a occhi bassi. Sussurrò un “buongiorno. Vorrei quattro pezzi di pane”.
-Buongiorno! Pronto il pane – esclamò la procace signora, riempiendo un sacchetto – e se vieni nel retro c'è anche una sorpresa.
-Penso che mi terrò la curiosità – si schermì Norma.
-Come diceva il padrino...è un'offerta che non puoi rifiutare, altrimenti da adesso fino a stasera posso raccontare quello che è successo ieri ad almeno una ventina di clienti affezionati.
Norma spalancò gli occhi e il suo cuore perse un battito. No! Non avrebbe mai dovuto far sapere alla città quanto si era umiliata. E in aggiunta, chi avrebbe garantito che Mara e Tiziana non avessero poi spettegolato con i clienti del supermercato? Era in trappola. Si incamminò come una condannata verso la porta di servizio, con le spalle curve e la certezza che avrebbe subito altre angherie.
I suoi sospetti divennero realtà quando Mara e Tiziana la accolsero con un sorriso sardonico che si tramutò in un ghigno non appena le fecero cenno di avvicinarsi.
-Tiziana non ti ha visto, ieri, e secondo me è giusto farla partecipe della tua educazione. L'obiettivo è farti cambiare la priorità delle cose. Basta pensare all'ordine e alla pulizia quotidiana: da oggi inizierai a pulire e riordinare mezza casa due volte alla settimana. Antonio e Costanza verranno a controllare ogni mattina.
-Non posso far vivere i miei figli nel disordine e nella sporcizia! - si difese Norma.
-Sta' zitta e spogliati. C'è gente che spazza casa una volta alla settimana e la pulisce a fondo una volta al mese o quando ha ospiti. Pulirla in due momenti a distanza di pochi giorni non incide sull'igiene.
Norma iniziò a denudarsi con calma.
-Allora, ci vogliamo muovere?
La donna ebbe un sussulto: la voce era quella di Antonio, di certo avvisato dalla fornaia della nuova sessione educativa.
Le due cassiere legarono i polsi di Norma dietro la schiena e le gambe a un manico di scopa a mo' di distanziatore orizzontale allo scopo di tenerle le gambe aperte.
-Iniziamo la cura – sentenziò Tiziana, prendendo in mano una bacchetta di bambù.
-No, ti prego! Abbi pietà – la scongiurò Norma – ho la pelle sensibile!
-Smettila! Se tu non fossi la maniaca dell'igiene quale sei, tutto questo non servirebbe.
Il primo colpo fu inferto nell'interno della coscia destra e il secondo sulla sinistra. Norma gridò.
-No, basta. Non sopporto il dolore!
-Meglio! Così capirai che ti conviene obbedirci.
E riprese a colpirla.
I pensieri di Norma erano un guazzabuglio di dubbi e timori. Avrebbe dovuto ribellarsi? No! Meglio sottomettersi, ma poi? Sarebbe stata per sempre in loro potere. E loro lo stavano esercitando nel migliore dei modi. Lei sentiva la carne bruciare, le corde mordere, il pavimento ghiacciare i piedi. Era lì per dare loro il piacere perverso della dominazione. Soffriva, e si sentiva importante. Indispensabile, a elargire godimento. Unica, a sopportare umiliazioni inenarrabili. La sua fica gocciolava mentre altre bacchettate le colpivano le cosce.
-Hai inteso cosa vogliamo da te?
-Sì, sì, sìììì. Adesso però smettetela, per pietà!
-Decidiamo noi quando smettere.
E così dicendo, Mara si sfilò il reggiseno e la colpì ripetutamente sulle tette.
-Basta! Basta! I capezzoli mi fanno un male da morire! -si lamentò Norma, dopo che una ventina di colpi le avevano segnato il petto.
-Non potevo lasciarti la pelle candida proprio lì, altrimenti che educazione sarebbe?
-Va bene! Non sarò più maniaca dell'igiene ma adesso liberatemi. Non dirò nulla di quello che mi avete fatto...lo giuro!
-Ci mancherebbe. Pensa che figura faresti se si venisse a sapere quello che hai accettato di fare. Ed è inutile che sgrani gli occhi per la sorpresa. Hai accettato di farti umiliare per sentirti considerata, apprezzata e utile a far star bene chi ti sta intorno. Ma adesso, per dimostrare la tua devozione verso di noi, ci bacerai il culo, a me e a Costanza. A Mara e Tiziana invece leccherai la fica per farle godere.
-No, Antonio, non puoi chiedermi questo. Non lo sopporto. È una umiliazione troppo dura.
L'anziano prese il reggiseno dalle mani di Mara e senza fiatare aggirò Norma, ponendosi dietro di lei. Lo afferrò al centro delle coppe e inferse il primo violento colpo sul suo sedere.
Un urlo straziante risuonò nel magazzino.
-Sta' zitta, che mi spaventi i clienti – sibilò Costanza.
-Dimmi “sono pronta a leccarvi il culo”, forza!
Antonio le sferzò una serie di colpi, lasciando delle “C” rosse dove i ganci del reggiseno si abbattevano sui glutei e sulla schiena.
Norma strillava a ogni colpo, a intensità diverse. Era conscia che la sua sofferenza eccitava i presenti. Lo vedeva negli occhi brillanti di lussuria delle giovani cassiere e dalla bocca semiaperta di Costanza. Il dolore però divenne insopportabile e allora, con un filo di voce, biascicò la sua resa.
-Sono pronta a leccarvi il culo.
Antonio e Costanza la fecero inginocchiare e si misero davanti alla sua faccia senza pantaloni e slip. Con molto titubanza, Norma allungò la lingua verso le natiche flaccide e cellulitiche di Costanza e le sfiorò lo sfintere.
-Animo! Forza: non è un luogo sacro da preservare. Tiziana, per favore, procedi.
La giovane non perse un secondo e assestò una bacchettata al sedere di Norma.
-Ancora, Tiziana, questa non ha capito che deve essere appassionata e orgogliosa di leccarmi il culo.
Una decina di colpi fece sì che Norma diventasse più attiva di un formichiere affamato.
-Adesso tocca a me – s'intromise Antonio dopo alcuni minuti.
Norma aveva la mascella e la lingua indolenzita, ma il bruciore sulle natiche le ricordò che era opportuno metterci entusiasmo in quella pratica degradante.
-Brava, Norma. Sembra quasi che usare la lingua in questo modo sia un dono naturale. Ora però voglio svuotarmi.
Così dicendo, si girò e le infilò il cazzo in bocca. Norma ormai sapeva cosa l'attendeva. Senza poter usare le mani per guidare il membro, dovette subire una scopata selvaggia che culminò in un orgasmo soffocante. Sapeva che non doveva perdere una goccia e così di ingegnò a ingurgitare lo sperma più velocemente possibile.
Quando Antonio la lasciò libera, fu Costanza che la trascinò a sé, diede l'ordine alle due cassiere di liberarla e si fece leccare a lungo fino a impiastricciarle la faccia di umori.
Mara volle stenderla a terra a salire sulla sua faccia con il sesso grondante umori. Le si strofinò energicamente sulla bocca, sul mento e sul naso fino a godere.
Tiziana preferì mettersi carponi e costringere Norma, posizionata dietro di lei a quattro zampe, a leccarle il sesso e a solleticarle l'ano con il naso.
Quando procurò l''orgasmo anche alla giovane cassiera, Norma poté asciugarsi dagli umori, rivestirsi e tornare a casa.
Da quel giorno, le pulizie divennero un problema secondario.
di
scritto il
2022-11-09
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