Roberta adora la padrona

Scritto da , il 2022-01-22, genere saffico

10… Se ripenso a come è cominciata questa storia, mi viene da ridere. Un’amica, stanca di essere la tuttofare di una ricca signora, mi propone di fare domanda di assunzione. A trent’anni, senza più il contributo economico di un fidanzato stronzo e fedigrafo, con affitto, bollette e spese vive da coprire, avevo tutto da guadagnare. Bell’amica, comunque, a tacere certi significativi particolari della mia futura padrona.

9… In sede di colloquio, seppi che soffriva di agorafobia. Era una donna ricca, di denaro e di fascino, e poteva permettersi un’adeguata servitù, pronta a soddisfare tutti i suoi bisogni primari. Scoprii poi che era pure androfobica!

8… Il giorno in cui mi recai in camera sua per ricordarle un appuntamento, vidi i suoi sex toys sulla cassettiera. Non mi sorpresi affatto. Mi imbarazzai quando la signora iniziò a decantare le virtù del sesso solitario, coadiuvato da tanti bei giocattoli. Io avevo sempre fatto sesso con un bel membro di carne e anche dopo l’ultima disastrosa e deludente esperienza, non pensavo affatto di sostituire un bell’uccello con un dildo di gomma.

7… La sua inattaccabile difesa del sesso artificiale produsse un tarlo nelle mie certezze e finii a togliermi jeans e slip per provare davanti a lei i vari falli della sua collezione, seguendo tutti i suoi suggerimenti per un uso corretto e ricco di piacevoli stimoli. Devo ammettere che è stata un’eccellente insegnante.

6…Dalla fica al culo, il passaggio è stato inevitabile e non senza qualche problema. La presenza di butt plug e di falli via via più grossi mi aiutarono a preparare il corpo e ad apprezzare il sesso anale, mai provato prima. Lubrificanti, carezze, stimoli su clitoride e capezzoli mi aiutarono molto a scoprire questo mondo trasgressivo, seducente, eccitante e ricco di piacevolissime sensazioni in agrodolce. La miscela di dolore e piacere era sempre calibrata per dar maggior peso al secondo.

5 … Non passarono molti giorni al passaggio definitivo dell’omaggio dovuto a chi si era prodigata a farmi conoscere nuovi piaceri. La mia padrona era tale per lo stipendio e per l’atteggiamento costante dimostrato nei miei confronti e io ero ben disposta a eseguire bene entrambi i compiti. Impeccabile dama di compagnia e ubbidiente e devota esecutrice dei suoi desideri più trasgressivi. Mi divenne naturale avvicinarmi al suo sesso, il giorno in cui si denudò davanti a me e allargò le gambe, mentre era seduta sulla sponda del letto. Non mi sorpresi neppure quando indossò lo strap on e mi chiese di spingere il culo in fuori e in alto, mentre ero carponi. Quando eravamo nei rispettivi ruoli di padrona e schiava, il linguaggio diveniva diretto, senza troppa cura. Politically uncorrect, si direbbe. Ma quanto era eccitante sentire “troia”, “apriti bene il buco del culo”, “fammi sfondare la fica”, “leccami tutta compreso il buco del culo”. Adoravo essere la causa del degrado linguistico di una donna che in pubblico era impeccabile nella scelta dei vocaboli!

4…La prima cena con tre sue amiche, tutte divorziate, in cui fui presentata come la miglior dama di compagnia avuta a servizio fu memorabile. Per comprovare la sua affermazione, mi fece denudare e mettermi a quattro zampe in salotto, mentre sorseggiavano il caffè. Mi infilò un doppio fallo per riempirmi fica e culo e poi dovetti girare in tondo per una quindicina di minuti e passare davanti a ognuna di loro per poter mostrare il dettaglio dei miei buchi. L’obiettivo della mia padrona era evidente: voleva che le sue amiche iniziassero a sfiorarmi tette e culo. La più matura del gruppo, una cinquantenne, non si lasciò sfuggire l’occasione per premere il clitoride, massaggiarmi la fica e poi infilarmi le dita in bocca perché gliele pulissi. Una gran porca, al pari della mia adorata padrona.

3… Un mese dopo fui l’oggetto sessuale del quartetto di amiche. Finita la cena, tutte bramavano di usare tutti i giocattoli della mia signora e padrona. Chi mi volle supina per guardarmi in viso mentre mi riempiva la fica o il culo, chi preferiva mettermi carponi a terra, chi in ginocchio sul divano, chi in piedi con le gambe aperte e le mani sul muro. Tutte indistintamente mi scoparono. Per chiudere la serata, la mia padrona montò un fallo da venticinque centimetri sullo strap on e mi sodomizzò per un lunghissimo quarto d’ora, nel delirio di gridolini, esclamazioni di sorpresa, incitazioni delle spettatrici. Godetti come mai mi era successo.

2…Alla Vigilia di Natale, il dopo cena ebbe come tema principale la mia sodomizzazione da parte di tutte. Come regalo personale della mia padrona alle sue perverse amiche, dovetti leccare le fiche di tutte, badando bene di strofinarmi la faccia con i loro umori e succhiare il clitoride come fosse un cazzetto. Mentre mi dedicavo al connilingus, il mio culo era a disposizione di un’altra donna. Anche la mia padrona volle omaggiarmi in anteprima con un regalo di Natale: un fallo da trenta centimetri di lunghezza per cinque di diametro. Me lo infilò dentro tutto. Godetti come una pazza.

1…Ed eccomi qui, a Capodanno, a salutare un 2021 di merda e a sperare in un 2022 migliore. La mia signora sta facendo il conto alla rovescia con un cazzone da trentacinque cm di lunghezza e sei di diametro. Ha voluto infilarmelo allo scoccare dell’ultimo minuto dell’anno e me l’ha spinto fino in fondo a ogni maledetto secondo a partire dal fatidico meno dieci. Dieci secondi, dieci schizzi di pipì che sono finiti sul pavimento, tra le urla di compiacimento delle solite amiche, già pronte a sfondarmi fica e culo per tutta la notte. Ho qualche dolorino alla lingua. Ho dovuto leccare ininterrottamente quattro fiche e quattro culi a partire dalle undici. La più giovane, di trentacinque anni, è stata colta da un impeto di lussuria. Mi ha preso per i capelli e spostato la faccia su tutta la sua fica gocciolante. Mi sono trovata i suoi umori persino sulle palpebre. La quarantenne invece mi è salita sulla faccia mentre la più delicata del gruppo mi stava fottendo la fica come un attore porno. Proprio stasera doveva liberarsi di tutte le inibizioni? Una mano caritatevole mi appoggia una ciotola a terra con un franciacorta. Festeggio leccando il vino come una cagna. Non mi vergogno di ammetterlo: sono felice di essere l’animale da compagnia della mia signora. Mi fa sentire utile, importante, indispensabile per dare piacere a lei e alle persone a lei più care.

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