Appuntamento a Trento

di
genere
sentimentali

Non dovrei provare questa apprensione che mi accompagna sin dal risveglio. Quell'uomo mi ispira fiducia e ha chiesto di farmi visita in una giornata in cui mi sarei sentita a mio agio. È stato gentile a non farsi ospitare a pranzo. Sarebbe stato un motivo in più per crearmi ansia. Non posso sottrarmi dal pensare che se ci troviamo in sintonia, finiremo a fare sesso. E lui ha dimostrato di avere una ampia fantasia! Adesso gli preparo il caffè. Il campanello! È lui.
La fiducia non è stata mal riposta: è proprio uguale alle foto e non ha mentito su altezza e forma fisica. La sua voce è calda e profonda e riesce a farmi vibrare lo stomaco. Due chiacchiere sul divano aiutano a rompere il ghiaccio. La sua tranquillità è contagiosa: riesco a servire il caffè senza rovesciarne una goccia.
Posa la tazzina e mi chiede di tenermi la mano. “È fredda”, osserva. “E' l'emozione”, mi giustifico. Mi rassicura che è normale essere tesi, ma allo stesso tempo mi sussurra carezzevole di lasciarmi andare. Il viaggio è stato impegnativo: il traffico sostenuto in autostrada l'ha fatto sudare. Gli suggerisco di fare una doccia e lui mi chiede se l'accompagno. Saliamo le scale e gli faccio strada. Quando mi fermo davanti alla porta del bagno, le sue labbra si appoggiano sul mio collo e una scarica di brividi percorre la schiena. Sento le sue labbra carnose risalire lungo il collo e stringere morbidamente il lobo destro. Non riesco a frenare i respiri affannosi. Sento il mio corpo sciogliersi in quella carezza inaspettata e stuzzicante. Un fruscio di tessuti mi conferma che si sta spogliando. Toglie le labbra solo per sfilare calzini e jeans. Mi giro e guardo con ammirazione i pettorali ampi e sodi: Ah...gli stereotipi! Da un uomo di sessant'anni mi sarei aspettata un corpo flaccido e cadente e invece, oltre al busto, anche le gambe sono muscolose e toniche. Le braccia sono normali: non è un fisico creato in palestra. Mi lascio sfilare la maglia e sbottonare i pantaloni. La sua delicatezza è ammirevole. Ci baciamo mentre la lussuria spinge a togliere la barriera del nostro intimo. Apro il rubinetto mentre anche reggiseno , slip e boxer volano sul pavimento. Il bacio si prolunga fin sotto il getto tiepido della doccia. I nostri corpi levigati dall'acqua sono i nostri oggetti di attenzione. La schiuma bianca e soffice li avvolge e li profuma. Ci massaggiamo a turno la schiena con una spugna e il suo desiderio è evidente. Sento la sua mano scivolare sul mio ventre e arrestarsi sul pube. Preme sulle labbra e con le dita inizia a stimolarmi il clitoride, mentre la sua bocca si incolla alla mia. Mi penetra con un dito. Mi sciolgo di più. Mi abbandono ancor di più. Mi concedo sempre di più. Lo voglio. Prendo in mano la sua virilità. Dubito che mi abbia detto la verità sulla sua età. Alla domanda se ha preso degli “aiutini” chimici mi risponde di no. Non pensavo di suscitare una tale reazione in un uomo maturo ma ne sono orgogliosa. Lui mi stimola il sesso e io massaggio il suo membro. Chiude il rubinetto e mi avvolge in un telo di spugna. Mi strofina, corpo e capelli. Non ricordo quando sono stata coccolata in questo modo, ma ora voglio godermi ogni istante di queste sensazioni. Mi stringe a sé e si asciuga il petto, lasciando che l'acqua scivoli dalla sua schiena al pavimento. Mi solleva di peso e mi trasporta in camera. Mi adagia sul letto e mi apre le gambe per tuffarsi con la lingua in mezzo ad esse. La sua lingua non trascura nulla e i miei sospiri crescono, crescono al punto di provare vergogna per aver ceduto così rapidamente. Mi giustifico pensando che è un uomo con esperienza. E si vede! Mi dice che farà lo stronzo. Non capisco cosa intenda dire finché non sento la punta della sua lingua che solo a tratti si dedica a stimolare con delicatezza il mio bocciolo gonfio. È una dolcissima tortura. Il saliscendi del piacere è una sensazione simile a un giro sulle montagne russe. Mi sorprendo di me stessa quando gli dico di scoparmi e il suo sorriso sornione è quanto di più intrigante mi sia capitato di vedere. “Volevo vedere quanto resistevi” mi dice lo spudorato, mentre indossa il profilattico. Mi possiede con gentilezza. Nulla a che fare con l'irruenza giovanile, spesso conclusasi in pochi, possenti ma fugaci colpi. Mi riempie fino in fondo e sento la sua cappella grossa e gonfia che mi preme sullo stomaco. Si muove appena ma è sufficiente perché ondate di piacere si propaghino nel mio ventre. Non è possibile che riesca a farmi godere senza una scopata selvaggia. Non è possibile...no....no...no...godo!
Lui è sempre dentro di me, nel pieno della sua erezione. Come fa? Lo guardo e incontro i suoi occhi sorridenti. “Ti faccio rifiatare e poi ti tratto da femmina” mi sussurra. “Da femmina? Perché finora come mi hai trattato?” chiedo incuriosita. “Da donna!”, risponde e inizia una percussione a un ritmo sempre più frenetico. Cerca il mio clitoride mentre rallenta. La sovrapposizione degli stimoli mi manda in estasi. Non so come né perché ma godo nuovamente e lui non si lascia andare. Lo guardo con gli occhi semichiusi e mi sorride. La sua sicurezza è fastidiosa ma al suo posto farei lo stesso. È raro trovare un uomo che pensa soprattutto a procurare il piacere alla partner, mettendosi in secondo piano. Si toglie da me e si sdraia al mio fianco. Mi accoglie nell'incavo del collo e io voglio saggiare la tonicità dei suoi pettorali. Non mi deludono. Il suo cuore rimbomba a un ritmo lento e possente. Vorrei lasciarmi cullare e riposare sul suo petto ma la sua mano che mi sfiora la schiena fino alle natiche fa intendere che non è finita. Mi chiede di salire sopra di lui e lo accontento. I miei capezzoli finiscono tra le sue dita mentre io inizio a cavalcarlo. Mi piace questa possibilità di decidere quanta trazione voglio dai miei seni perché lui tiene le sue dita ferme in aria nella stessa posizione: sono io che muovendomi creo la tensione sui miei capezzoli. Non riesco a capacitarmi come faccio ad avere ancora voglia di godere. Sarebbe la terza volta in meno di un'ora. Appoggio le mie mani sul suo petto e scuoto il bacino. Il suo membro non accenna a cedere. Ha deciso di togliere una mano dal mio seno e usare l'indice per stimolarmi ancora sul clitoride. Lo appoggia tra il mio sesso e il suo pube e perdo ogni contatto con la realtà. È un'onda che si forma, appena abbozzata. Poi prende corpo, si eleva dalla superficie, s'increspa, si alza, si gonfia, rimbomba, prende le sembianze di un muretto, di una parete e poi di una casa, un palazzo, una montagna di acqua che ribolle, brontola, mugghia, rimbomba e poi si riversa in urla liberatorie sulla scogliera, in un'esplosione di schiuma e spruzzi. Lui però non si ferma. Mi blocca il bacino e mi martella come se avesse intenzione di rompermi in due. Adesso però si lascia andare e poche decine di secondi sono sufficienti per udire i suoi versi animaleschi mentre si svuota dentro di me. Restiamo fermi, io adagiata sopra e lui che si sfila con cautela.
Ci diamo un bacio e poi riposiamo, distrutti e appagati da sensazioni uniche.
scritto il
2023-01-13
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