Norma seduce

di
genere
prime esperienze

L’acquisto quotidiano del pane fresco era diventato un rito di ammiccamenti sempre più ardito da parte di Costanza, la fornaia. Norma si sentiva ogni giorno più imbarazzata per le continue allusioni alla bellezza della sua bocca, al suo fisico esile e dotato di due splendide gambe. “Dovresti metterle in mostra quelle due opere d’arte!” le ricordava a giorni alterni la procace fornaia. Norma viveva un misto di repulsione e soddisfazione quello che la più che matura signora le stava dicendo. Essere nel mirino di una donna ultrasessantenne e in sovrappeso non le dava un motivo di orgoglio, ma allo stesso tempo era l’unica persona che sottolineava quotidianamente il suo aspetto. Nemmeno il suo compagno le riservava così tante attenzioni in così ristretti intervalli di tempo e questo pian piano le fece cambiare atteggiamento verso la donna.
Un giorno azzardò di indossare la minigonna, con sommo apprezzamento di Costanza e del suo amico Antonio, che Norma già conosceva per incrociarlo a scuola nel portare e riportare il nipote. La scoppiettante sequenza di complimenti la fecero quasi arrossire, al punto da accettare l’invito di recarsi nel retro bottega per farsi ammirare meglio. Fu lì che la donna si sedette su uno sgabello e iniziò ad accarezzare le cosce e i polpacci di Norma, scatenando in lei la fluidificazione degli umori sessuali.
“Con una bocca così, immagino che il tuo compagno sia al settimo cielo, quando fate l’amore” ipotizzò Antonio. Colta di sorpresa per un commento sulla sua intimità, negò istintivamente muovendo la testa.
“Ah no? Allora dovresti farti guidare da uno esperto…un uomo che abbia esperienza e che ti insegni come si fa” la provocò. Ancora una volta, la giovane rimase di ghiaccio nel sentirsi oggetto di attenzioni sessuali. E il suo corpo si sciolse ancora di più.
Costanza nel frattempo non aveva smesso e anzi aveva spostato la gonna fino agli slip, scoprendo la chiazza di umori che scuriva la biancheria.
“Guarda guarda…la nostra amica si è eccitata” dichiarò Costanza “su Antonio, vediamo di farla uscire dalla sua inibizione”. Norma arrossì e la sua gola si serrò, incapace di protestare, bloccata per l’inusuale situazione di essere al cospetto di due sessantenni attratti dalla sua figura.
“Dai, Norma, mettiti in ginocchio e guarda” le disse Antonio mentre si apriva la zip. La giovane era inebetita e non si ribellò. Quello che i due avevano sempre esternato nei suoi confronti era vero. Era una giovane donna bloccata da preconcetti e inibizioni che attendevano solo di essere rimossi da persone in grado di capire la sua vera personalità. Doveva iniziare a maturare, a crescere, a diventare consapevole della sua sensualità E se questo voleva dire prendere in bocca un cazzo di un uomo di vent’anni più vecchio, lo avrebbe fatto.
Antonio le diede le istruzioni su come leccarlo, succhiarlo, spingerlo dentro fino a toccare la gola, senza rischiare di vomitare. Costanza intanto si era liberata del vestito e stava orrendamente in intimo, eccitata dalla fellatio davanti ai suoi occhi. Norma era sconvolta: mai aveva fatto sesso orale e ora lo stava sperimentando con un membro che sapeva di stantio. Ma al peggio non c’è mai limite. Non appena Antonio le schizzò lo sperma in faccia (riteneva prematuro venirle in bocca), Costanza si mostrò a lei con le gambe aperte e il suo sesso incorniciato da rotoli di pelle e grasso.
“Ora tocca a me” le disse in un tono che non ammetteva rifiuti. E Norma accettò di dare piacere a una donna disgustosa, odorante di sudore e rancido, ma capace di scavarle dentro l’anima, di farla sentire utile, desiderata, necessaria a dare piacere a una coppia che probabilmente non aveva modi altrettanto eccitanti per ritrovare stimolanti emozioni.
Mentre Norma leccava il sesso di Costanza, Antonio si premurò di calarle gli slip e masturbarla a fondo, regalandole il piacere mentre Costanza inondava di umori il viso di quella che da quel giorno divenne il loro sex toy.
scritto il
2025-06-16
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