Rita - parte 1

Scritto da , il 2022-07-25, genere etero

Questo racconto fa parte di una serie di racconti pubblicati su ebook in amazon dl titolo "Racconti di un giovane libertino - 7 storie di donne" la cui parte del ricavato verrá donata all'associazione in defesa delle donne

...Ma Rita, che contrariamente a me, era molto più disinibita sotto molti aspetti, riuscì a trasformare di nuovo una notte piatta in qualcosa di molto diverso;
mentre stavamo ancora sorseggiando le nostre birre si alzò dal letto dicendomi: «Michele, capisco che non è una cosa che accade spesso, specie tra due persone che si conoscono da poco come noi, ma ti darebbe fastidio se mi cambiassi? Sto morendo di caldo con questi vestiti e vorrei indossare qualcosa di più leggero, tanto ho pensato che in fin dei conti non c'è nulla che tu non abbia già visto;
e poi oggi in spiaggia non è che fossi tanto vestita no?», solo con il sorriso che mi aveva fatto mi sarei anche messo inginocchio sui ceci se me lo avesse chiesto, figuriamoci se l'idea di vederla cambiarsi di vestito davanti ai miei occhi, per cui preso alla sprovvista risposi con un timido «Ma…no…figurati…capisco benissimo! Fa un caldo che anche io…», mi fermai immediatamente, avevo di nuovo fatto una gaffe che avrei potuto evitare, ma lei sembrò non aver dato peso e come se stesse da sola nella stanza tiró fuori una maglietta e senza pensarci due volte tiró giù la lampo della minigonna e si tolse la camicetta rimanendo davanti ai miei occhi in quel completo intimo che avevo avuto il piacere di ammirare parzialmente quando era scesa dalla macchina, i miei occhi cercarono furtivamente di fissare il suo slip, era bianco e leggermente trasparente come se fosse di seta, e metteva in risalto la forma del pube, ma come se non fosse soddisfatta della cosa si avvicinò e mettendosi di spalle aggiunse «Per favore mi sganci il reggiseno? Odio tutti quei gancetti!»;
per me era veramente una situazione irreale, Rita era seminuda davanti ai miei occhi in camera sua, e io a completare la cosa le stavo sganciando il reggiseno, a tutti quegli accadimenti risposi con una erezione che trovò il mio uccello, impreparato a tutto quello, stretto nei pantaloni dandomi un fastidio tremendo e la paura che lei potesse accorgersi di quel rigonfiamento.
Tolto il reggiseno si girò nuovamente verso di me mostrandomi i seni che si trovavano quasi all'altezza della mia bocca, era talmente vicina che potevo sentire il profumo del latte idratante che aveva usato;
mentre pensavo cosa avrei potuto fare se solo ne avessi avuto la possibilità, la guardai mentre sistemava la t-shirt per indossarla alzò le braccia per infilarla e mi lanciò un sorriso malizioso, non resistetti più lasciai sul comodino del letto la mia bottiglia di birra e prima che i suoi seni potessero sparire coperti dalla maglietta li strinsi tra le mani e quasi immediatamente, senza aspettare la sua reazione, usai le mie labbra per baciarne i capezzoli;
«Era ora che ti decidessi! Che cosa deve fare una donna per avere una tua reazione? Mi chiedevo se veramente fossi interessato a me o no?»;
sentendo quelle parole fermai per un secondo quello che stavo facendo mostrando uno sguardo stupito, non volevo fare la figura dell'addormentato ma non sapevo veramente cosa dirle;
«Visto che adesso siamo qui, sarà bene che ti dica la verità, ed è che da quando sei arrivata nella nostra comitiva sei entrata nei miei pensieri…stasera mi sembrava troppo bello essere qui, e non volevo rovinare con gesti strani questa cosa», certo non potevo dirle che molto spesso nel mio immaginario erotico lei aveva la parte di protagonista, e che era stata molte volte testimone inconsapevole delle mie masturbazioni, ma su quest'ultima cosa preferii non dire nulla;
Rita, anche con 6 anni in meno di me, si dimostrò molto più sveglia, perché non dandomi tempo di reagire tolse di nuovo la maglia, e mi spinse sul letto, «Gesti strani? A me, a dire il vero, sembra di vedere movimenti strani» e ridendo mi saltò sopra mettendo le mani sulla patta dei pantaloni;
adesso era seduta sulle mie gambe, indossava solo il suo slip e con le sue gambe divaricate era ben visibile la peluria del suo pube, mentre con le mani continuava a massaggiare il mio cazzo da sopra i pantaloni;
«Beh…Adesso vediamo cosa trovo qui dentro!», e prima che potessi avere una reazione mi sciolse la cinta dei pantaloni, li sbottonò e tiro giù la zip, spostò con bravura i boxer e tiró fuori il mio uccello che adesso svettava libero felice della sua nuova situazione;
lei mentre le sue mani iniziavano ad accarezzarlo mi fissò negli occhi ed esclamò «Ah però! Non sono poi tanto trasparente per te! Qualche effetto te lo faccio! Sappi che sono da sempre stata molto aperta a situazioni strane, e non ho mai avuto difficoltà a mostrare la mia eccitazione con chi avesse attratto il mio interesse, ma questa volta con te ero veramente in difficoltà, non sapevo più cosa fare perché ti decidessi di arrivare al punto, ormai pensavo che non ti interessassi, ma visto questo…direi che mi sbagliavo no?» e strinse con le mani alla base del cazzo, mentre continuava quel fantastico massaggio;
ero eccitatissimo, quella scena mi stava facendo Morire, ma dopo quelle sue parole desideravo di più di una, seppur fantastica, sega;
decisi di muovere le mie mani, che le accarezzavano quelle piccole tette con i capezzoli che erano diventati durissimi grazie al mio lavoro, verso l'attaccatura delle gambe con l'inguine, spostando il tessuto dello slip per toccarle la fica;
Rita a quel mio gesto si fermò di colpo, pensai di aver esagerato, ma non era così per fortuna;
«Dai mettiamoci più comodi, così puoi farmi vedere meglio quello che volevi fare»;
quel suo modo spregiudicato di rivolgersi a me, invece di intimidirmi mi faceva aumentare l'eccitazione;
era la prima volta nella mia vita che mi trovavo con una ragazza che mi piacesse e che era evidente non avesse nessun tabù, e poi quel suo modo di parlare diretto era semplicemente unico.
Così in men che non si dica ci trovammo nudi nella stessa posizione di prima e lei riprese il massaggio esattamente dove aveva lasciato, ma questa volta accarezzando lievemente anche i testicoli;
Rita era bravissima, e in tutto quel turbinio di eventi i pensieri andarono anche a cercare di immaginare come faceva ad essere così brava, chissà quante volte aveva fatto la stessa cosa con altri, ma adesso quello che l'unica cosa che mi interessava era che lei fosse con me, con le sue gambe aperte sul mio bacino e con le grandi labbra appena dischiuse che si intravedevano nel folto della sua piccola foresta pubica.
Le accarezzai le gambe mentre lei fissandomi negli occhi continuava il suo lavoro;
risalii verso l'inguine e mi feci largo in quella foresta di peli color mogano come i suoi capelli, con le dita iniziai a stimolarle il clitoride con un movimento rotario lento che le fece inclinare la testa indietro e chiudere gli occhi;
ero soddisfatto, anche io le stavo regalando piacere, e lo sentivo da come lentamente cercava di aprire di più le gambe in modo da facilitare l'ingresso delle mie dita;
dopo poco tempo di queste attenzioni la sua fica era completamente fradicia tanto che potevo sentirne gli umori sul mio bacino;
senza dire una parola lei si levò da quelle posizione e si girò volgendomi le spalle, portò la sua fica davanti alle mie labbra e senza perdere un solo attimo sentì la sua bocca rovente avvilupparmi il cazzo, mentre le sue mani accarezzavano le mie palle;
ero in estasi, e anche se ho un po' di soggezione a dirlo, quello era il mio primo 69, era una cosa che avevo sempre immaginato, letto nella varia letteratura pornografica passata dalle mie mani, ma mai accaduta prima;
Rita, mentre i miei pensieri correvano veloci, mi stava facendo impazzire, adesso poco mi interessava sapere con chi lei lo avesse fatto prima, ma era incredibilmente brava, alternava la lingua ai denti stringendo il cazzo tra le labbra per poi farlo scivolare in gola fino alle palle, poi usciva di nuovo e mi prendeva tra le labbra le palle succhiandole con delicatezza;
fu così che poggiai la mia bocca sulla sua fica ormai grondante di umori e iniziai a restituirle il favore con i colpi della mia lingua che affondavo più che potevo in ogni anfratto del suo utero gustandone il sapore leggermente salato.
Ero in estasi completa, e ad ogni colpo della sua lingua rispondevo con la mia strappandole gemiti di piacere che soffocava rimettendosi il mio cazzo tra le labbra, intanto l'immagine di quel meraviglioso culetto che avevo da sempre fissato in svariate occasioni adesso mi sovrastava mostrandomi una fica pelosa di cui potevo sentire il profumo dei suoi umori che mi riempiva le narici, ero troppo eccitato per dire qualsiasi cosa, ma in preda a questa eccitazione spostai la mia attenzione anche al buchetto del suo sfintere, e con la lingua iniziai a praticare un massaggio accurato alternando leccate al clitoride con profonde leccate al suo culo cosa che con mia sorpresa le stava evidentemente piacendo moltissimo visto i suoi sospiri che diventavano più intensi e quei gemiti che cercava di placare sospirando tra le mie gambe per non rischiare di svegliare le sue compagne di appartamento;
intanto sentivo che stavo per arrivare al punto di non ritorno e non sapevo se avvertirla o meno, ma lasciai che fosse lei stessa a decidere il da farsi e mentre ancora la mia lingua aveva allentato le difese del suo sfintere e si faceva strada anche da quella parte le infilai due dita nella fica ormai aperta e fradicia continuando il lavoro fatto con la bocca, lei con la voce che era quasi un sospiro «continua, mi stai facendo impazzire!», ma prima che potessi dire qualcosa esplosi in un orgasmo tremendo, sentivo la sborra che veniva fuori dal mio cazzo come se fosse un fiume in piena e con mio stupore sentii le sue labbra che non mollavano la presa e restavano attaccate al mio cazzo che si andava svuotando di tutto il suo contenuto e intanto continuavo a scoparla con le dita con vigore, le presi le chiappe con l'altra mano e lentamente le infilai il dito dell'altra mano in quella strada che avevo aperto con la lingua;
adesso ero io che controllava la situazione, avevo due dita che le frullavano la fica e un dito che a ritmo alternato entrava ed usciva dal suo culo, stava godendo come una forsennata tanto che, per non urlare di piacere, rimise il cazzo ormai quasi floscio tra le labbra e ricominciò a succhiare pulendo anche le ultime gocce di sborra che erano rimaste sull'asta ed erano scivolate sulle palle, e facendomi pensare che mi sarebbe tornato duro a momenti;
intanto la mia manovra la stava sconvolgendo tanto che alzando leggermente la voce, cosa che mi fece temere di svegliare tutti, disse con un sospiro «Continua ti prego! Sfondami così, sto per…per…per…veniii…reeee» non completò quasi la frase che esplose anche lei in un orgasmo che la fece vibrare e era talmente tanto eccitata che dalla sua fica uscirono quasi a spruzzò poche gocce di umori misti ad un liquido biancastro come lo sperma, ma la cosa non mi fece smettere di continuare con il mio lavoro fino a quando esausta si accasciò sul mio bacino.
Rimanemmo in quella posizione alcuni minuti, eravamo tutti e due esausti ma appagati.
La mia storia con Rita aveva avuto inizio, un grande e appassionato inizio.

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