Sara 2 - da "i racconti di un timido libertino"

di
genere
etero

salve Sono Michele Allevi, o almeno questo é il mio pseudonimo visto che nella vita reale sono uno scrittore molto conosciuto, questo racconto é parte del libro che ho scritto e pubblicato su amazon "I racconti di un timido libertino". Quando ho scritto la prima versione nel 2021, non immaginavo che sarebbe diventato un successo così eclatante. Era, nelle mie intenzioni, il mio primo – e forse ultimo – libro di racconti erotici, dopo anni di pubblicazioni noir con rinomate case editrici.
L’idea è nata quasi per caso. Un breve racconto, tratto da un’esperienza di vita vissuta, pubblicato su un sito di narrativa erotica, ha raggiunto oltre 5000 letture in pochi giorni. Quel piccolo esperimento mi ha fatto capire che c’era un pubblico desideroso di storie intense, vissute, autentiche.

.....La mattina seguente ci presentammo tutti e due a casa di Silvia, ero molto impacciato perché non sapevo cosa mi aspettasse, e a rendere la cosa ancora più impacciata per me fu che quando ci aprì la porta, Silvia ci aprì la porta vestita solo con la camicia del pigiama che le lasciava bene in vista le gambe affusolate e lunghe ed era facilmente intuibile che non indossasse il reggiseno visto che dalla camicia erano evidenti i segni dei suoi capezzoli che ne rialzavano la stoffa, era evidente che non stesse aspettando tutti e due, infatti, dopo aver dato un bacio di benvenuto molto appassionato al mio amico, mi guardò e con tono interrogativo si rivolse a me;
«Ciao Michele, e tu cosa ci fai qui? Mia madre non ti ha detto ieri che ti aspettava in albergo per fare la seconda passeggiata per negozi?»;
La fissai come se mi avesse chiesto una cosa per me inaspettata, e, in effetti, un poco lo era, visto che pensavo di trovare sua madre in casa o che al massimo ci avrebbe raggiunti mentre studiavamo, per cui più per levarmi da dosso quell'aria da chi avesse qualcosa da nascondere mi affrettai a risponderle;
«Dici sul serio? Ma ieri non mi è sembrato che fossimo rimasti d'accordo in questo modo…pensavo di trovare qui tua madre e che poi se lei avesse deciso per fare un giro di spese avrei potuto accompagnarla di nuovo…oppure…potevamo anche andare tutti con lei magari»;
quell'ultima frase fece sì che Luca mi lanciasse un'occhiataccia che avrebbe trafitto una lastra di marmo, infatti dall'abbigliamento di Silvia era chiarissimo quali fossero i programmi dei due non appena mi fossi tolto dalle palle e dando loro la certezza che insieme a me anche la mamma, cosa che avrebbe lasciato loro campo libero per sfogare i loro istinti primordiali;
era chiaro che con il mio pensiero avevo seriamente messo a rischio il programma di Luca che mi avrebbe ammazzato se Silvia, che aveva mostrato interesse per quella mia trovata, avesse accettato;
Ma lei, che in realtà aveva le medesime intenzioni del mio amico, e che aveva solo finto interesse per non farmi strane idee su quel suo modo di accoglierci, rispose: «Sai che sarebbe una bella idea! Però poi ti immagini tutti e tre dietro mia madre? Sembreremmo i pulcini dietro la chioccia, pensa se ci vedesse qualcuno che ci conosce! Penserebbe che senza la mamma non siamo capaci di comprarci nemmeno le calze…no, dai Mike…è meglio che tu vada da solo…e poi, te l'ho detto che mia madre ieri era entusiasta di quel giro, e sono sicura che non lo sarebbe più se ci presentassimo tutti sotto l'albergo…anzi fammi un favore grande…quando rientrate senza farti notare troppo suona due volte al campanello, sai…non vorrei farle trovare…ehm…troppo casino ecco!»;
Conoscevo bene cosa non voleva che sua madre trovasse, ma non potevo certo dirglielo per cui dovetti inghiottire il rospo e dirle che avrei fatto come aveva chiesto, quindi li salutai con immensa gioia del mio amico e mi avviai verso l'albergo con aria preoccupata su quello che sarebbe potuto accadere quel giorno.
Feci ingresso nell'hotel e mi avviai verso la reception visto che non avevo visto Sara ad aspettarmi nei salottini della hall;
mi rivolsi all'uomo al bancone e chiesi gentilmente se potessero avvisare la signora Gualtieri che la stavo aspettando nella hall, ma il tipo con un leggero sorrisino ironico mi rispose: «Si, ma lei non è il nipote? La signora Gualtieri mi ha chiesto di dirle di salire in camera visto che lei non è ancora pronta», e abbassò la testa come se stesse continuando a svolgere il suo lavoro, ma colsi in quel suo atteggiamento un qualcosa di poco convincente che però non avrei saputo definire, per cui con un certo imbarazzo visto che era evidente che anche il portiere pensasse che io non fossi il nipote di Sara, mi avviai verso gli ascensori.
Feci il corridoio in silenzio quasi non volessi far sapere a nessuno che ero lì, poi arrivato davanti alla camera con il fatidico numero 69 che mi aveva fatto fare una figuraccia il giorno prima, bussai con discrezione;
la mia idea era quella che se dall'interno non fosse arrivata subito una risposta avrei lasciato perdere tutto e me ne sarei tornato a casa dove avrei utilizzato la scusa che non avevo trovato nessuno nella camera;
sapevo bene che quello che stavo pensando sarebbe diventato oggetto di battute pessime sul mio modo di comportarmi, e che a chiunque dei miei amici avessi detto il motivo per cui non avevo insistito mi avrebbe deriso a vita;
ma la verità è che non sapevo veramente cosa mi aspettasse dopo quanto era accaduto il giorno prima, e se Sara si fosse pentita e avesse deciso di dire la cosa a suo marito magari raccontando che ero stato io ad importunarla? Una cosa del genere avrebbe definitivamente rotto tutti i rapporti di amicizia che avevo costruito con Silvia e forse mi avrebbe creato anche problemi con Luca, per non parlare di Paola che non avrei mai avuto occasione di conoscere proprio a causa di questo possibile scenario.
Ma mentre ero ancora davanti alla porta meditando il da farsi, la porta si aprì e mi apparve Sara che per fortuna era vestita di tutto punto con tutta l'aria di una che fosse pronta per uscire e continuare le spese del giorno prima e questo mi tranquillizzò un poco, mi guardò con il suo solito sorriso ironico;
«Buongiorno porcellino! Che fai fermo lì? Non entri? Ti stavo aspettando»;
detto quelle parole lasciò che io entrassi nella suite chiudendo dietro di me la porta mentre lei si andò a sedere sul letto prendendo lo specchio dalla borsa e controllandosi il trucco;
vedendo la mia faccia perplessa, sollevò lo sguardo dallo specchio mentre aveva ancora il rossetto in mano;
«Perché quella faccia? Non mi dirai che non hai mai visto una donna truccarsi! Veramente riesci a stupirmi ogni volta sempre di più…vergine alla tua età, impacciato con le donne…ma questo ci potrebbe anche stare…e poi con quella faccia meravigliata ogni qualvolta vedi una cosa nuova per te…guarda che forse tu non conosci me, ma io, data, purtroppo, la mia età, ti conosco benissimo!», abbassò di nuovo gli occhi sullo specchio e continuò a mettersi il rossetto;
la cosa sarebbe stata anche molto normale se non fosse stata lei a renderla incredibilmente eccitante, faceva scivolare quel rossetto rosso fuoco sulle sue labbra con una sensualità incredibile, e poi, siccome era consapevole che la stessi guardando, ogni tanto tirava fuori la punta della lingua passandosela sulle labbra;
Dopo quanto era successo tra di noi il giorno prima, rimasi stupito io stesso dai miei pensieri, infatti la realtà era che mi stavo eccitando a guardarla e la cosa iniziava a vedersi anche dal rigonfiamento ben visibile dei miei pantaloni.
La cosa non passò inosservata a lungo, lei mi guardò e rivolgendosi a me con un sorriso: «Ehilà! Cosa succede questa mattina? C'è qualcosa che vorresti dirmi? Dai forza…avvicinati un pochino, non è necessario che aspetti davanti alla porta».
Seguii quel suo ordine e mi avvicinai a lei che nel frattempo era rimasta sempre seduta e pareva continuasse con l'operazione di maquillage;
le ero giunto davanti, e quando abbassò lo specchio aveva la testa quasi all'altezza del mio evidente rigonfiamento, si mise a ridere;
«Mamma mia! Che effetto ti faccio! Se mio marito avesse avuto quando era più giovane le stesse dimostrazioni di gradimento nei miei confronti forse oggi non sarei qui dove mi trovo…e a fare quello che sto per fare…», aveva appena smesso di parlare, e prima che riuscissi a capire cosa voleva dire mi ritrovai le sue mani che palpeggiavano il mio uccello sopra i pantaloni;
«Sai porcellino…avevo pensato che oggi avremmo potuto fare veramente un po' di shopping, e come vedi mi ero vestita di tutto punto per fare insieme a te un giro dei negozi…poi magari…dopo…se ci fosse rimasto tempo…Beh…sì credo che tu hai capito bene cosa voglio dire», mentre parlava le sue mani continuavano quel massaggio, mi sentivo come se il cazzo dovesse esplodere dentro i miei pantaloni, ma ero come paralizzato, Sara mi stava facendo impazzire e mi rendevo conto che la cosa mi eccitava a tal punto che sarei potuto venire persino dentro i miei boxer;
ma lei era arrivata al punto dove voleva;
«Però…adesso…vedo che forse dobbiamo fare un cambio di programma…ci sono cose che non si possono assolutamente mettere in secondo piano…non credi?»;
e iniziò ad aprire la mia cintura e poi a sbottarmi la patta facendo attenzione che io sentissi le sue dita che lentamente aprivano quei bottoni, fino a che i miei pantaloni mi scivolarono fino alle caviglie, e subito dopo la stessa sorte toccò ai boxer, fu così che il mio uccello, liberatosi da quella prigione svettava adesso baldanzoso davanti la sua faccia;
passarono solo pochi attimi da quella situazione, e poi vidi quelle fantastiche labbra delineate da quel rossetto rosso fuoco aprirsi e avvolgere il mio cazzo facendolo sparire nella gola.
Dire che ero in estasi sarebbe stato veramente riduttivo;
infatti, che potessi avere una seconda chance con Sara lo avevo messo in conto, ma non mi aspettavo che questa arrivasse poco tempo dopo aver lasciato Silvia e Luca ai loro affari;
pensavo a quei due che stavano scopando e sentivo il mio cazzo vibrare sotto i sapienti colpi di lingua di Sara;
ero eccitato, ma dopo la scuola del giorno prima sentivo che dentro di me qualcosa era cambiato, con Sara non avevo solo perso la mia verginità, ma avevo in qualche modo liberato il mio spirito libertino che era rimasto sopito in tutti quegli anni e che fino ad allora era rimasto appagato e soddisfatto dalle innumerevoli seghe che mi ero fatto quasi senza sosta per giorni e giorni.
Lei adesso succhiava avidamente il mio cazzo e io da amante istruito le facilitavo il compito alzando l'asta con le mani in modo che la sua lingua potesse scivolare agilmente a leccarmi le palle;
avevo leggermente divaricato le gambe e lei senza dire nulla si era messa in ginocchio ai miei piedi e aveva continuato con la sua lingua a leccare bene lo scroto e ad infilarsi tra le mie natiche arrivando a leccarmi l'ano.
La differenza dal giorno precedente era che sentivo che questa volta era lei sottomessa a me e non il contrario, ma volevo vedere fino a che punto il mio pensiero corrispondesse a realtà;
La feci alzare e sedere nuovamente sul letto, iniziai a sbottonarle la camicia ma visto che i bottoni erano in numero eccessivo, senza perdere altro tempo la aprì con forza facendoli saltare e disperdendoli per tutta la stanza;
invece di arrabbiarsi per quel mio gesto lei si mostrò ancora più eccitata si slacciò in un attimo il reggiseno lasciando alle mie mani il compito di afferrarle quelle sue splendide tette;
ognuno di noi si muoveva in silenzio come se fosse guidato da una forza esterna che lo stava guidando senza che lui potesse rendersene conto.
Intanto Sara mi aveva ripreso il cazzo tra le labbra e stava continuando a pompare mentre io le tormentavo i capezzoli stringendoli con forza tra le dita;
ero stupito di me stesso, in due giorni il mio modo di fare era completamente cambiato, e questo lo dovevo di certo a quella 50enne che aveva aperto per me un mondo oltre che le sue gambe;
ormai la guidavo tenendole la mano tra i capelli e la incitavo a continuare;
«Senti come il tuo porcellino ti sta scopando la tua bocca? Dai continua così mammina!»;
quelle parole mi erano uscite quasi senza che le potessi pensare, ero talmente eccitato che il mio pensiero era andato ai dialoghi che avevo spesso letto sui vari giornaletti che giravano per la casa e avevo voluto provare a ripeterli dando prova di una certa sicurezza con lei che fino a quel momento aveva guidato ogni cosa;
Non sapevo se quelle parole fossero state troppo esagerate da ascoltare da parte di uno che il giorno prima quasi non sapevo dove infilare il suo cazzo in mezzo alle gambe di una donna, una donna vera intendo.
Ma l'effetto che ne sortì mi colse proprio di sorpresa, perché Sara sembrò ancora più eccitata e tirando fuori il mio cazzo pieno della sua saliva mi guardò con occhi lussuriosi;
«Bravo porcellino! Vedo che hai capito…trattami come mi merito…trattami come una vecchia puttana…forza fammi vedere di cosa sei capace!»;
ero fuori di me per l'eccitazione, avevo messo da parte tutta la mia timidezza e adesso come un amante navigato capivo di averla totalmente nelle mie mani e pronta a soddisfare ogni mio recondito desiderio, ma a mio sfavore giocava il fatto che trattandosi per me della seconda volta in cui avevo a che fare con una donna non sapevo veramente cosa avrei potuto pretendere di più di quello che non fosse già accaduto il giorno prima.
La mia fortuna fu che Sara dopo aver detto quelle parole inizio a comportarsi da sola nel modo che aveva chiesto di essere trattata senza bisogno che io le dicessi nulla;
Si sollevò la gonna senza toglierla si sfilò il piccolo slip e stendendosi sul letto divaricò le gambe mostrandomi la sua fica depilata che brillava per quanto era intrisa dei suoi umori;
«Avanti porcellino, cosa stai aspettando? Scopami! Fammi sentire questo tuo cazzo che mi sfonda»;
non me lo feci ripetere due volte, le portai in alto le gambe poggiandole sulle mie spalle come avevo visto in alcune fotografie, e puntai il mio cazzo all'ingresso della fica e spinsi facendolo entrare in un colpo solo, cosa che la fece sobbalzare e gridare: «Piano! Così mi sfondi veramente!»;
ma ero ormai entrato nella parte e mentre iniziavo a sbatterla con forza la guardai dritto negli occhi;
«Io le puttane le tratto così! Forza fammi vedere come godi troia!»;
più la insultavo e più era evidente che lei si eccitava e per questo continuavo;
«Chi lo avrebbe detto che la mamma della mia amica era così troia…e chi lo avrebbe detto che mentre la scopavo come una baldracca potevo stritolarle le tette con le mie mani», poi nell'onda dell'eccitazione le strinsi le guance tra le dita e le strofinai la mano sulle labbra spargendole il rossetto sulla faccia, e, non contento, le tirai uno leggero schiaffo;
Mi fermai pensando di avere oltrepassato il mio limite, ma lei come se non fosse successo niente mi strinse le braccia;
«Che cazzo fai! Chi cazzo ti ha detto di fermarti?», mi stava invogliando a continuare con quei gesti, voleva essere presa a schiaffi e che io le torturassi i capezzoli mentre la scopavo con forza.
Continuai in quel modo per diversi minuti, fino a quando i suoi capezzoli diventarono violacei e le sue guance rossastre per gli schiaffi presi;
Mi fermai pensando che se fossimo dovuti uscire lei non poteva certo presentarsi in quel modo a casa di sua figlia e tantomeno scendere nella hall in quelle condizioni;
e poi ormai ero sul punto di non ritorno, sentivo che stavo per venire;
sapevo che avrei potuto inondarla dentro, ma volevo umiliarla, volevo farla sentire sottomessa ai miei voleri, anche se alla fine mi rendevo conto che il sottomesso in questione ero io.
Aveva la gonna ancora sollevata sui fianchi mentre il mio cazzo le stava dando gli ultimi colpi prima della sborrata finale;
Allora mi venne l'idea di cosa avrei potuto fare per realizzare il mio intanto;
«Senti zoccola! Lo vedo come ti piace il cazzo sai! E sai cosa faccio adesso?»;
lei mi guardò, per la prima volta da quando ci conoscevamo, con aria interrogativa, quasi si domandasse cosa stava per accadere;
tirai il mio cazzo fuori dalla sua fica completamente fradicia di umori mettendolo tra le sue tette e terminando quella scopata con una spagnola che ebbe l'esito di farmi sborrare con forza e in abbondanza coprendole il seno e sporcandole la gonna del mio sperma.
Ma Sara sembrava posseduta, e invece di calmarsi dopo tanta eccitazione, come aveva fatto il giorno prima, raccolse con le dita lo sperma dalla gonna e dalle sue tette;
«Porcellino mi hai rovinato una gonna da 500 euro sai? Guarda qui come mi hai riempito! È un peccato che vada perso…», e guardandomi con la sua faccia sbavata dal rossetto si infilò le dita in bocca succhiando avidamente lo sperma che aveva raccolto.
Solo allora mi resi conto che non ero stato io a dominarla, ma era lei che aveva giocato con me per il suo piacere personale.
Ma c'era qualcosa in quella donna che mi attirava come una calamita, e non era certo solo il fatto che si stava dimostrando molto più porca di quelle descritte nelle storie che avevo letto; Sara con quel suo comportamento totalmente disinibito e senza freni apparenti mi aveva aperto un mondo che pensavo non avrei mai conosciuto;
posso dire che se prima cercavo di evitarla per non diventare complice dei suoi giochi perversi, adesso la bramavo, ero persino arrivato a segarmi mentre ero nel mio letto, la sera stessa dopo averla lasciata, solo al pensiero di quelle tette e non riuscivo a togliermi dagli occhi l'immagine di lei che beveva il bicchiere di prosecco e sperma.
Ma quei flashback durarono poco perché fui distolto da Sara che si mise in piedi con l'idea di togliersi la gonna ormai diventata uno straccio pieno di macchie di sperma e umori.
Lei adesso era completamente nuda in piedi vicino al letto dove io riposavo dopo la furiosa scopata con il mio gingillo ben accovacciato tra le mie gambe, potevo notare meglio il suo corpo, era alta circa un metro e settanta e quelle tette erano quasi sproporzionate per il suo fisico che, a parte qualche smagliatura e qualche cedimento dovuto all'età era ancora tonico e con la pelle ben levigata, a voler essere proprio severi nel giudizio, il culo mostrava i segni dell'età con qualche piega di troppo ma nel complesso nessuno avrebbe potuto negare che restava una gran bella fica.
Si accorse del mio sguardo indagatore e rivolta con tono deciso: «Che fai porcellino? Sbirci? Controlli se è tutto mio? Guarda che io e te non abbiamo finito, tu ti sei divertito e io pure, non lo nego, mi hai riempito tutta con la tua cremina e hai ridotto la mia gonna ad uno straccio ma, io non sono ancora venuta…e adesso pretendo la mia parte!»;
Non terminò la frase e si lanciò sul letto si mise a cavalcioni su di me in modo che la sua fica fosse a diretto contatto con la mia bocca;
«Forza datti da fare porcellino! Fammi godere come una troia, usa quella dannata lingua come solo tu sai fare!», e spalancò le gambe più che poteva per darmi modo di poterle esplorare ogni angolo di quella meravigliosa fica con la mia lingua, cosa che non mi feci ripetere iniziando subito a titillarle il clitoride con la punta della lingua per poi infilarla lentamente all'interno aprendomi uno spazio tra le piccole labbra;
la succhiavo e leccavo con passione e i suoi gemiti e le parole che lei usava per descrivere quello che stava provando me ne davano conferma;
«Cazzo porcellino! Continua così cazzo…continua…mi stai facendo godere come una porca…»;
invogliato da quegli inviti io continuavo con il mio lavoro di lingua mentre con le mani le stringevo con forza i fianchi che non essendo sodi come un tempo lasciavano affondare le mie dita in quelle piacevoli rotondità;
mentre continuavo a darle piacere in quel modo pensai che il fatto che lei fosse completamente depilata fosse una fortuna per me visto che aveva messo la sua fica talmente a contatto con la mia bocca che se fosse stata piena di peli mi avrebbe soffocato;
il mio lento lavoro di lingua iniziava a far vedere i suoi frutti, la sua fica era diventata completamente fradicia piena di umori e della mia saliva, Sara come se non fosse contenta di quel servizio portò la mano verso il suo grilletto che era diventato di un colore rosso scuro e durissimo, e iniziò a masturbarsi con le dita mentre mi implorava di non smettere di usare la mia lingua;
«Continua por…cell…ino…con…tinua…sto…sto…», sembrava quasi fosse senza fiato, aveva chiuso gli occhi mentre adesso muoveva le dita sul clitoride molto più velocemente, e io, capendo che stava per arrivare il suo momento, cercai di aumentare la mia velocità con la lingua;
fu una questione di attimi, perché come era successo il giorno prima, lei si inarcò irrigidendosi e stringendo con le mani la testata del letto come se non avesse più forza, per dimostrare la sua soddisfazione, emise un grido;
«Cazzo porcellino! …vengo…Vengo!»;
esattamente come era successo la prima volta che le avevo leccato la fica, un fiotto caldo mi travolse, e siccome la sua posizione sopra di me non lasciava altre possibilità questo mi riempì la bocca;
solo che questa volta non fui più sorpreso dalla cosa, per cui senza più nessun imbarazzo lasciai che i suoi umori mi scivolassero in gola assaporandone quello strano gusto appena salato che avevo conosciuto la prima volta con lei.
Sara dopo quell'orgasmo così intenso si accasciò su di me, restando in quella posizione assolutamente immobile come se fosse rimasta completamente senza forze;
poi poggiò con delicatezza le sue labbra sulle mie che avevano ancora il sapore dei suoi umori e mi baciò intensamente con un bacio appassionato e carico di erotismo.
Potevo sentire le sue tette schiacciarsi sul mio petto mentre lei continuava a baciarmi voluttuosamente;
Sentivo che tutte quelle sensazioni stavano di fatto facendo risvegliare qualcosa più in basso, e questo non passò inosservato nemmeno a Sara, che staccò le sue labbra dalle mie;
«WOW! Porcellino! sento che avere mamma Sara così vicino ti fa un certo effetto o mi sto sbagliando?»;
poi rimanendo in quella posizione portò una mano dietro le sue spalle per constatare se quello che sentiva corrispondesse a realtà, e, in effetti appena sentii il suo tocco e la sua mano impossessarsi del mio cazzo per testare quanto aveva prima dichiarato, la mia erezione, già abbastanza evidente, raggiunse le giuste dimensioni proprio nel palmo della sua mano;
Questo mio risveglio non la colse per niente impreparata;
«Ma che bravo che sei porcellino! E che efficienza! Mi domandavo proprio se ieri fosse stato un caso o se veramente hai tutto questo vigore di gioventù…sai cosa ho pensato?», si mise di nuovo seduta sul mio bacino, e in questo modo la posizione del suo braccio le permetteva di adoperare la mano per continuare quel massaggio al mio cazzo che si era trasformato in una lentissima sega, mi guardava mentre io, senza parole la lasciavo continuare, visto che era evidente che la cosa mi stesse dando molto piacere;
ma di colpo fermò quel suo movimento, mi fissò negli occhi, le vidi un lampo, un guizzo carico di perversione e libidine;
«Allora porcellino…sai cosa stava pensando la tua mammina?»;
anche se non mi piaceva quel suo modo di colloquiare con me, la lasciavo fare perché in fondo capivo che era un suo modo di farmi vedere quanto potesse essere perversa e disinibita, e alla fine per me non cambiava nulla visto che la cosa che ormai mi interessava era quella di scoparmela fino a quando avrei potuto, quindi lasciai che continuasse a parlare;
«Mami pensava è ormai evidente che ieri che ti ho fatto perdere la tua verginità, e la cosa devo dirti che mi ha dato molta soddisfazione, pensa che stanotte mi sono masturbata pensando al tuo cazzo di verginello…e allora ho pensato che anche io potrei darti qualcosa per contraccambiare…», disse queste parole con un sorriso ironico, mentre lo sguardo diventava ancora più perverso di quello che ero abituato a vedere da lei;
nonostante questo, non capivo assolutamente cosa volesse dire con quelle sue parole, per cui timidamente provai a chiederle spiegazioni;
«Scusami Sara, come avrai capito non è che io sia il ragazzo più sveglio del pianeta per quanto riguarda il sesso, logicamente! Ma questa volta non riesco a capire veramente cosa tu voglia dire…non c'è nulla che tu non mi abbia dato in questi giorni»;
A sentire le mie parole lei strabuzzò gli occhi e lo sguardo divenne quasi incredulo, non le sembrava assolutamente possibile che io non avessi capito cosa voleva intendere, ma la verità era proprio quella…io non avevo capito un cazzo di quella storia.
Lei allora con tutta l'aria di una maestra che rispiega la lezione all'allievo asino della classe riprese con calma;
«Veramente non credevo che potesse accadere una cosa del genere! Ma devo dire che proprio questo mi piace di te! Sei così…così…», pensai che stesse per darmi dello stupido, ma mi dovetti ricredere immediatamente, «Sei…così acerbo…ecco il termine esatto! Sei come un frutto che deve ancora maturare prima di diventare dolce e succoso…e io, devi sapere che amo le primizie di stagione!», poi senza quasi interruzione continuò, «Visto che mi sono presa questo ruolo di maestra, cerco di spiegarti a cosa alludevo prima.
Devi sapere che con le mie amiche del bridge spesso ci confidiamo alcuni nostri piccoli vizi e segreti, e non fare quella faccia strana! Noi quattro siamo amiche dai tempi delle scuole elementari e io conosco ogni cosa di loro come loro possono dire la stessa cosa di me…e logicamente…crescendo…», fece una leggera smorfia, quasi si stesse divertendo a vedermi così attento alle sue parole, «Beh…si…i nostri discorsi sono sempre diventati più…più piccanti ecco! Posso dirti che parlare tra di noi di sesso e di quello che facciamo con i nostri mariti è da sempre l'argomento principale delle nostre conversazioni private;
l'altro giorno Barbara che tra noi 4 è la più disinibita completamente senza freni inibitori…», pensai subito a cosa poteva essere questa Barbara per essere considerata disinibita detto da lei che il giorno prima si era scolato un bicchiere di prosecco e sperma sotto i miei occhi, ma ero troppo curioso di sapere dove volesse arrivare, e poi mentre mi raccontava questa cosa aveva ripreso ad accarezzarmi con delicatezza il cazzo arrivando ad abbassare la pelle in cima e scoprirmi il glande per massaggiarlo delicatamente tra le sue dita esperte, quindi non intendevo assolutamente che smettesse il suo lavoro, per cui lasciai che continuasse;
«Beh…certo, lei ha la fortuna di avere un marito più giovane…il suo secondo marito, e la conosciamo bene per le sue descrizioni nei minimi particolari che ci fa delle sue scopate…ma l'altro giorno si vedeva che era impaziente di raccontare l'ultima sua avventura, e tutta contenta ci ha descritto come suo marito l'abbia sodomizzata e di quanto a lei sia piaciuto tanto che adesso la cosa è entrata nella loro routine in fatto di sesso…»;
si fermò quasi volesse osservare l'effetto che mi aveva fatto ascoltare quella storia, e, infatti non mi aveva lasciato indifferente visto che di inculate ero ancora più inesperto che di tutto il resto, e tolte quelle viste in fotografia, o descrizioni tratte dalle storie che avevo potuto leggere sui giornali o in qualche fumetto, la mia fantasia si fermava giusto a quel punto;
certo il giorno prima quando Luca mi aveva raccontato di aver provato ad infilare un dito nel culo di Silvia la cosa non mi aveva lasciato del tutto indifferente, ma reputavo fosse ancora troppo presto per me arrivare ad avere certe esperienze, in fin dei conti come giustamente aveva detto Sara, ero ancora molto acerbo in fatto di intraprendenza con l'altro sesso e in tecniche scopatorie.
«Comunque porcellino…vedo che i miei racconti ti piacciono…anzi lo SENTO visto che sei diventato duro come il marmo…e forse è giusto che io ti doni la mia verginità…l'unica che mi è rimasta visto che quel coglione di mio marito non ci ha mai provato nemmeno a chiedermelo…», la fissai quasi non avessi capito cosa mi stesse dicendo, ma lei senza perdersi d'animo continuò, «Hai capito bene porcellino…oggi voglio che tu me lo metta nel culo…ma desidero vederti mentre lo fai, quindi almeno questa volta non mi metterò alla pecorina…voglio che tu mi prenda mentre ti guardo negli occhi…»;
ero senza parole, in due giorni ero passato da un segaiolo di professione ad uno scopatore totale, e adesso lei mi stava proponendo di incularla solo per il gusto di poterlo raccontare soddisfatta a quella zoccola della sua amica;
certo era un'occasione che non volevo assolutamente perdermi anche se non avevo idea di come poter affrontare la cosa;
ma a questo ci pensò Sara, che forse era anche vergine in quel posto ma di certo aveva ben chiare le idee su come fare per levare le ragnatele dal suo buco.
Finito di parlare si distese nuovamente accanto a me, mi invitò a mettermi in ginocchio in mezzo alle sue gambe, poi mise un cuscino dietro la schiena in modo che il suo bacino fosse leggermente più in alto, mi fissò quasi fosse divertita dalla mia espressione impacciata;
«Porcellino…non penserai che puoi entrare nel mio buchino senza prima averlo ben lubrificato spero! Forza…usa quella linguetta che a mami piace tantissimo…fammi vedere cosa sai fare…», e con fermezza mi ordinò di leccarle la fica per poi dedicarmi al suo secondo buchetto cosa che, sapendo cosa mi aspettava dopo, feci con immenso piacere.
Ormai la sua fica non aveva segreti per me, e in quella posizione leggermente sollevata mi fu ancora più facile piazzarle la lingua in mezzo alle grandi labbra e iniziare a titillarle il clitoride che iniziò a diventare di un colore rosso vivo, poi, mentre era evidente che si stesse eccitando per quanto fosse diventata fradicia e piena di umori grazie alle mie attenzioni iniziai a scendere più giù verso quel suo secondo ingresso;
se qualcuno mi avesse solo fatto pensare che un giorno mi sarei trovato a leccare l'ano di qualcuno, anche se questo "qualcuno" fosse stata una donna, gli avrei dato del pazzo anche solo perché il pensiero di cosa fosse quel piccolo buco non mi rendeva di certo la cosa eccitante;
ma con mia grande sorpresa, e forse anche per gli umori della sua fica che scivolavano abbondanti proprio in quella zona, anche leccare quel nascondiglio segreto iniziava a piacermi moltissimo, anzi, sentendo che quel mio lavoro stava dandole piacere mi dedicai con maggiore impegno fino a che mi resi conto che la mia lingua aveva tanto rilassato i muscoli dello sfintere che adesso potevo persino entrarci dentro con la punta;
in quella posizione con il cuscino posto sotto i fianchi Sara si offriva alle mie attenzioni senza che io trovassi ostacoli nel mio cammino;
ero eccitato a tal punto che pensare che quel mio lavoro mi avrebbe regalato la mia prima inculata e, cosa incredibile a pensarci, lo avrei fatto con un culo vergine, visto che anche per lei era la prima volta, anche se non sembrava per nulla tesa o spaventata di questa nuova esperienza;
anzi fu proprio lei a dirmi che forse era arrivato il momento di sostituire la mia lingua con il mio gingillo che migliore invito non poteva aspettare;
restammo in quella posizione, lei voleva godersi lo spettacolo di quella nostra prima volta da una posizione di controllo, mi avvicinai in ginocchio tra le sue gambe, misi le braccia sotto le sue ginocchia per sollevarla meglio e lasciai che poggiasse le caviglie sulle mie spalle, poi poggiai delicatamente la mia cappella all'ingresso del suo ano che in quella posizione era totalmente esposto e ben in evidenza, e lentamente iniziai a spingere per farle entrare dentro il mio cazzo;
la mia cappella non trovò grande resistenza visto l'abbondante lubrificazione e il fatto che Sara fosse rilassata, ma appena ebbi inserito la prima parte sentii i muscoli dello sfintere contrarsi e Sara lanciò un piccolo gemito, quasi un urlo soffocato di dolore, cosa che si leggeva benissimo sulla sua faccia;
Mi fermai, mantenendo sempre la mia cappella dentro quella nuova cavità, ma lei, facendo un grande respiro si rivolse con un tono molto pacato ma deciso;
«Continua porcellino…non ti ho detto di fermarti…continua fammi sentire il tuo cazzo fino in fondo…»;
incoraggiato da quell'incitazione e eccitato per quella nuova esperienza le strinsi forte le gambe con le braccia per dare più forza alla mia penetrazione, e con un colpo solo mi feci strada in quel meraviglioso culo, tanto che mi ritrovai ben presto con le palle che erano l'unica parte rimasta fuori, e mentre lei stringeva con forza le lenzuola tra le mani e cercava di serrare le labbra per non gridare io iniziai a muovermi scopandola con forza;
«Allora mami…lo senti come il tuo porcellino ti sta sfondando questo vecchio culo?»;
le dissi quelle parole quasi senza rendermene conto, ma ero talmente eccitato a vedere il mio cazzo che adesso scivolava avanti e indietro senza trovare più alcun ostacolo che non feci attenzione a quello che stavo dicendo;
ma quel modo di parlare così volgare e brusco invece di farla incazzare la rese ancora più infoiata;
«Cazzo si porcellino! Sfondami il culo! Lo senti come scivola dentro questo tuo bel cazzo…dammelo tutto…ti voglio sentire fino in gola…»;
e mentre mi diceva quelle parole mi fissava dritto negli occhi.
Se era pur vero che nelle mie letture avevo incontrato diverse volte penetrazioni anali fatte in quel modo, quello che non avrei mai immaginato pur essendomi consumato di seghe su quelle pagine, che la prima inculata della mia vita sarebbe stata in quel modo, e la cosa che potevo notare mentre ormai stantuffavo dentro il culo di Sara senza più ostacoli tanto era ormai aperta la strada, era che quella nuova scoperta mi stava dando molta soddisfazione, forse anche di più della scopata tradizionale nella fica, mentre i miei fianchi le sbattevano contro facendola sobbalzare ad ogni colpo e con le mani le pastrugnavo le tettone che si muovevano al ritmo dei miei colpi come se fossero dei grossi budini di carne.
Dopo questo mio lavoro incessante lei si portò una mano all'altezza della fica e iniziò a masturbarsi velocemente;
«Voglio venire mentre tu mi riempi il culo della tua sborra… porcellino …mmmmm …continua»;
aveva appena terminato di parlare che sembrò scossa da un fremito, e, come era accaduto le altre volte, ebbe un orgasmo prorompente che lasciò uscire uno spruzzo di liquido dalla sua fica come se fosse una fontanella, che mi colpì il bacino e, scivolando lungo le sue gambe bagnò il mio cazzo che la stava scopando ritmicamente, per poi scivolare ancora più giù assorbito dalle lenzuola;
ma ero arrivato anche io al momento finale, e per nulla al mondo mi sarei perso l'occasione di svuotarmi nelle viscere di quella grandissima zoccola, diedi ancora un colpo secco al suo culo facendo scivolare il cazzo fino alla fine dell'asta, le strinsi forte i capezzoli tra le dita facendola urlare dal dolore e le scaricai tutta la sborra che avevo dentro il suo intestino;
quando finalmente mi sentii svuotato di tutto estrassi il cazzo e rimasi impressionato da quanto era rimasto dilato quel buco, era così dilatato che avrei potuto infilarle tre dita senza incontrare nessun problema;
mentre osservavo quella scena un rivolo di sperma uscii da quell'antro che avevo profanato per la prima volta;
Rimasi a fissarla mentre il mio cazzo ancora non completamente moscio rivedeva la luce dopo quella grande cavalcata;
Sara, pur dando l'impressione di essere appagata da quella prima volta non sembrava del tutto soddisfatta, e, prendendomi di sorpresa, con un movimento veloce prese il mio cazzo ancora gocciolante tra le mani e senza nessuna esitazione se lo portò alla bocca e iniziò a succhiarlo;
quel gesto invece di procurarmi piacere mi diede una strana sensazione di disgusto, in fin dei conti quel cazzo che lei stava così avidamente succhiando e ripulendo con tanto gusto e bramosia, fino a qualche secondo prima le aveva esplorato in lungo e in largo il suo culo, che, immaginavo, non fosse certo il posto migliore per dare un sapore gradevole alle cose, anche se dopo tutta quella pompata nello sfintere mi ero sorpreso di come fosse uscito pulito il mio gingillo mentre nei vari giornaletti si vedeva sempre la sborra mista ad altri umori di dubbia provenienza;
ma questo non sembrava essere il caso di Sara, che vedendomi sorpreso per quello che stava facendo, sospese quel lavoro;
«Porcellino perché mi guardi con quella faccia? Guarda che prima che arrivassi tu avevo fatto un bel clisterino e mi ero ripulita e svuotata;
non avrai pensato che mi sarei fatta inculare la prima volta con l'intestino pieno! Quindi non fare quella faccia perché ti assicuro che quello che mi interessa adesso è non perdermi una goccia della tua sborra…mi stai facendo diventare ossessionata da questo sai?».
In effetti, a giudicare da quanta passione ci metteva a ripulire ogni cosa avrei detto che più che ossessionata fosse una vera e propria ninfomane repressa, almeno fino a quando mi aveva incontrato, poi da quel momento tutta la sua porcaggine era saltata fuori e adesso era quasi senza controllo, cosa che, logicamente, a me non dispiaceva affatto.
Ma con tutte quelle attenzioni, anche se provato dal tour de force precedente, il mio cazzo stava iniziando nuovamente a dare segni di ripresa;
sapevo bene, conoscendomi, che alla mancanza di dimensioni da pornoattore, riuscivo a supplire con la resistenza e, soprattutto, con la quantità;
ero arrivato anche a farmi sei seghe con sborrata durante le mie giornate solitarie in casa, e rivedere un risveglio dopo solo due volte in cui ci avevo dato dentro era per me cosa molto naturale, poi la cosa che contribuiva a renderlo ancora più veloce, era il fatto che Sara fosse tanto contenta di questa mia peculiarità che ormai non sembrava più sorpresa, anzi pareva la ricercasse con determinazione, per cui si stava dedicando con la bocca a riportare tutto a condizioni accettabili;
«Porcellino caro…tu per me sei stato una bellissima scoperta, e sappi che non ti mollerò tanto facilmente…voglio andare via da qui con il ricordo di questi momenti, voglio raccontare a quella stronza di Barbara di quanto io l'abbia superata in porcaggine…ma, soprattutto voglio godermi questi momenti secondo dopo secondo…»;
terminato di dire quelle parole mi diede una leggera spinta che mi soprese facendomi perdere l'equilibrio, mi ritrovai così di nuovo disteso sul letto con lei che in un attimo ritornò a prendere la posizione di comando seduta sul mio bacino guardandomi con quel suo sorriso incredibilmente erotico;
questa volta non persi tempo e le afferrai immediatamente le tette portando la mia bocca sui capezzoli e iniziando a succhiarli e a morderli, Sara si lasciava fare tutto quello che volevo, metteva dei brevi gemiti di gradimento e manteneva socchiusi gli occhi mentre sentivo il suo respiro accelerare segno della sua eccitazione;
anche questa volta la sua reazione non si fece attendere, aiutandosi con le mani arretrò leggermente in modo che il mio cazzo si trovasse in mezzo tra le sue gambe e me, e immediatamente fece cadere della saliva dalla bocca che terminò la sua corsa sulla mia cappella, e con le mani iniziò una lenta e fantastica sega mentre mi fissava dritta negli occhi;
Si dedicava con devozione a quell'operazione mentre io continuavo a stringerle le tette tra le mani fino quasi ad affondare le dita in quelle carni meravigliose;
il mio cazzo nelle sue mani aveva ripreso completamente il suo vigore e, per quanto la sega mi stesse dando piacere, sentivo che era di nuovo pronto per una nuova avventura, ma sembrò che lei mi avesse letto nel pensiero, perché di colpo sospese quel suo massaggio, e accertandosi ancora una volta di averlo ben lubrificato con la sua saliva, si sollevò sulle ginocchia per avere lo spazio necessario per lasciare la possibilità di cavalcarlo ancora una volta.
Il mio stupore fu quando fissandomi con occhi carichi di lussuria mi si rivolse con voce molto eccitata;
«Porcellino…io e te non abbiamo ancora finito…mi è piaciuto troppo per non riprovare…»;
e prima che potessi dire qualcosa prese il cazzo fra le mani, puntò la cappella proprio all'ingresso del culo che le avevo sfondato prima, e si lasciò cadere sopra con un colpo secco e deciso;
scritto il
2025-04-06
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