Rita - parte 2

Scritto da , il 2022-08-04, genere etero

Questo racconto fa parte di una mia raccolta di racconti erotici, sono uno scrittore Italiano molto conosciuto che ha usato lo psedudonimo di Michele Allevi per problemi di privacy ,"racconti di un timido libertino - sette storie di donne" é una raccolta di episodi vissuti dal sottoscritto dove sono stati cambiati i nomi delle protagoniste e i luoghi dove sono accaduti (pur mantenendone la vicinanza con la zona) e che potrete trovare in ebook e in forma cartacea su amazon. Parte del ricavato del libro andrá in beneficenza all'associazione in difesa dele donne.

Capitolo 2.
La mia storia con Rita era cominciata da poco ma si può dire che da subito era stata vissuta intensamente, anche molto oltre le mie stesse aspettative.
Ormai i nostri incontri finivano spesso nella sua stanza dove la sua bravura a fare pompini aveva superato ogni mia più lontana aspettativa, e anche il rapporto tra noi procedeva a gonfie vele, eravamo diventati complici per ogni cosa, bastava uno sguardo tra noi per capirci al volo, e persino Simona che passava le serate con noi ci guardava con aria sospettosa quando per un qualsiasi motivo sparivamo dalla circolazione per la nostra ora quotidiana di petting pesante o di una scopata stratosferica dove, però, mi dovevo ogni volta stare attento perché lei non usava nessun tipo di contraccettivo e a tutti e due non piaceva il preservativo.
Con Rita stavo bene, anche perché oltre all'affiatamento sessuale tra noi anche con i discorsi non c'erano tabù e questo rendeva sempre molto intrigante il nostro rapporto.
Luglio volgeva al termine e con lui anche gli ultimi appelli degli esami all'università, Rita da quando stavamo insieme non era mai rientrata a casa per passare i fini settimana liberi con me, e la cosa fino a quel momento aveva funzionato, l'assenza in quel periodo di cellulari, si vedevano in giro i primi etacs ma costavano moltissimo, ci aveva tutelati da vari controlli dei nostri familiari, non perché io fossi sotto controllo da parte dei miei, ma visto che ero rientrato per i mesi estivi e con l'idea di fare una piccola operazione chirurgica, i miei quando non mi vedevano a volte per l'intera giornata si preoccupavano.
Per i genitori di Rita le cose stavano diversamente, il padre era un sottufficiale dell'esercito e la madre una casalinga, avevano un altro figlio più piccolo di Rita di 2 anni e le spese della famiglia a volte erano troppo alte per uno stipendio da sottufficiale come il padre, quindi con tanti sacrifici avevano mandato la figlia ventenne all'università;
lei era stata una figlia difficile per i suoi, ma questo mi era stato facile capirlo solo per come aveva dimestichezza con il cazzo, e anche perché nelle nostre lunghe chiacchierate mi aveva confessato di aver vissuto un'adolescenza fuori dalle righe e fatto spesso uso di droghe leggere, tanto che nel periodo del liceo aveva dato non pochi problemi ai suoi genitori e questo di iscriversi a Lettere classiche era stato l'ultimo tentativo che le avevano concesso per farsi perdonare;
adesso non vederla per un mese intero aveva messo qualche pensiero nella testa dei genitori a cui le telefonate, fatte rigorosamente con i gettoni, non stavano bastando più visto che pensavano che la loro figlia avesse ripreso a frequentare strane amicizie e soprattutto a fumare di nuovo marijuana.
Non senza chiedermelo prima Rita mi propose di accompagnarla a casa in modo che i suoi si tranquillizzassero con la mia presenza;
non che fossi chissà quale angelo custode, ma il fatto che fossi laureato e che lavoravo già mi dava quell'importanza che ci sarebbe servita per far riacquistare a Rita la fiducia dei suoi che si era persa tempo prima.
Io accettai senza problemi l'invito, anche perché mi aveva garantito che avremmo trovato sempre il modo per appartarci e fare del sano sesso.
Lei viveva a Carosino, un paese dell'hinterland tarantino, e i suoi genitori avevano una piccola casetta al mare nella marina di Maruggio, quindi non mi sarei dovuto sacrificare con il caldo del paese e avrei approfittato di conoscere un posto di mare dove non ero mai stato.
Dissi ai miei che sarei mancato una settimana perché ero ospite di un amico nella sua villa al mare sullo Ionio e preparai una borsa con l'essenziale per stare bene durante la mia permanenza;
la passai a prendere da casa sua, lei salì in macchina mi diede un lungo intenso bacio, mentre le sue amiche sbirciavano dalle loro camere e ci incamminammo verso Taranto.
Facemmo il tragitto in macchina come spesso accadeva tra noi, chiacchierando e sentendo rigorosamente musica rock.
L'arrivo alla casa di mare fu per me leggermente imbarazzante, come se stesse arrivando chissà chi, il padre, la madre, il fratello e con loro tutti i parenti che avevano le case sulla stessa strada erano ad aspettarci sulla porta di casa.
Lei lesse nei miei occhi lo stupore per quella scena che si stava presentando e ridendo prima di uscire fuori mi disse «Tranquillo non ti mangeranno, ma io per farmi perdonare di questa scena mangerò te…di questo stai sicuro…», e si lanciò fuori dalla macchina iniziando ad abbracciare tutti come se non li avesse visti da anni.
Passato l'impasse iniziale le cose si sistemarono velocemente, i genitori erano tranquillizzati dalla mia presenza, e presto entrai in confidenza con tutto il resto della famiglia che all'inizio mi guardava come un alieno;
in effetti Rita mi spiegò che tutta quell'interesse era dovuto al fatto che lei non aveva mai portato a casa un "fidanzato" e le sue storie precedenti non avevano mai goduto dell'approvazione dei suoi, io rappresentavo, in un certo modo, un reale cambio di tendenza della loro figlia e siccome avevo la faccia di "bravo ragazzo" questo facilitava molto le cose;
poco sapevano che la loro figlia ventenne scopava come una navigata over 40, ma questo per fortuna non era argomento di discussione in famiglia;
a rendere la cosa più tranquilla c'era il fatto che la madre, una donna semplice, era convinta che sua figlia pur avendo avuto periodi molto discutibili, fosse ancora vergine, e questa cosa uscì fuori quando dopo un normale controllo medico il dottore, per regolare la parte ormonale che le causava problemi durante il ciclo, le prescrisse la pillola contraccettiva, cosa che fece meravigliare e preoccupare la madre che vedeva in quella cura la possibilità che sentendoci liberi da rischi ed essendo più che maggiorenni avessimo fatto senza pensarci il salto verso una vita molto libertina.
Poco sapeva la povera donna che la verginità della figlia era andata persa chissà quanti anni prima e che questa cura mi sarebbe servita per inondare l'utero della figlia quando normalmente durante i nostri amplessi mi toccava uscire fuori anche molto prima per non rischiare di avere problemi più grossi dopo.
Certo è che vivendo praticamente ogni giorno a stretto contatto con la sua famiglia, anche perché la piccola casa non permetteva di avere per noi nessuna intimità, e dormendo io nella piccola stanza da letto con sui fratello Giorgio, mentre lei dormiva nel divano letto del soggiorno adiacente alla camera da letto dei genitori, le occasioni per fare anche solo un po' di sesso veloce erano praticamente inesistenti, e io a vederla muoversi in bikini per la casa e che, quando poteva, mi si strusciava addosso facendomelo diventare duro ridendo delle sue azioni perché sapeva che per la paura che la madre o il padre potessero notare quel rigonfiamento messo in evidenza dal mio boxer da bagno, io trovavo la scusa per andare in bagno e mettere il cazzo sotto l'acqua fredda per farlo ammosciare.
Però questo continuo gioco di farmelo andare in erezione e poi lasciarmi a secco mi stava facendo impazzire, tanto che se avessi potuto me la sarei scopata davanti ai suoi pur di fargliela pagare per quel suo perfido divertimento.
E intanto la notte mentre il fratello dormiva, mi coprivo, nonostante il caldo afoso, con le lenzuola e mi facevo delle seghe pazzesche pensando a lei e a quando le avrei potuto far assaggiare di nuovo il mio cazzo.
L'occasione che stavo aspettando arrivò quando con la scusa di farmi conoscere altri posti di mare oltre quelli del paese, disse ai suoi che saremmo andati in spiaggia a Campomarino, nessuno dei genitori sospettò che ci fossero secondi fini in quella proposta anche perché nel frattempo la temuta terapia con la pillola stava dando i suoi frutti e il ciclo di Rita si iniziava a regolarizzare e puntuali erano arrivate le mestruazioni, e la madre ne era subito stata messa a conoscenza, più che altro per riportare la tranquillità sull'uso che avrebbe fatto la figlia della terapia, e per non farci mancare nulla ci preparò un pranzo al sacco in modo da poter restare più a lungo in spiaggia.
Entrammo in macchina e ci dirigemmo a Campomarino che distava pochi chilometri, feci il breve tratto di strada con il pensiero fisso che l'unica volta che finalmente eravamo soli non avremmo potuto soddisfare le nostre voglie per colpa de ciclo mestruale di Rita, lei capì il motivo per cui ero pensieroso e provò a tranquillizzarmi «Ehi! Tranquillo! Non è morto nessuno, ho solo il ciclo ma sono la stessa ragazza che hai conosciuto sai? E poi sai bene che, ciclo o no, io le promesse fatte le mantengo! Abbi fiducia e goditi questo mare, che oggi ti porto in un posto bellissimo» e mi sorrise mettendo la sua mano sul mio boxer da mare proprio sul mio uccello tanto che ebbi un sussulto.
Arrivammo in spiaggia, affittammo un ombrellone con due sdraio e, immediatamente, ci togliemmo le magliette, questa volta senza nemmeno pensarci lei si mise in topless, in effetti non era l'unica donna in spiaggia a mostrare i seni nudi, quindi, almeno in apparenza nessuno, oltre il sottoscritto, sembrava interessato alla cosa che invece interessava me visto che cercando di non farmi notare da lei feci un sopralluogo con gli occhi ammirando tutta quell'abbondanza di tette al vento e culi messi in mostra da mini bikini che girava intorno a noi, cosa che mise in moto le mie parti basse che iniziavano a dare segni di impazienza.
«Che dici? Ci facciamo un bagno? Anche sotto l'ombrellone fa un caldo pazzesco, non pensi?» e si alzò dalla sua sedia, io la guardai con aria stranita;
«Ma come? Non avevi detto che avevi il ciclo? E vuoi fare il bagno?», lei sorrise delle mie parole, «Non ci posso credere! 26 anni e sei ancora così antiquato da sembrare un vecchio? Ma lo sai che questa storia che le donne con le mestruazioni non possano fare il bagno è una leggenda? Certo che posso fare il bagno! Forza muoviti e andiamo altrimenti in mare mi trovo uno meno antico di te!» e sorrise mentre mi tendeva la mano per farmi alzare dalla sdraio.
Facemmo un bagno fantastico, e in acqua, lontani da sguardi indiscreti mi abbassò i boxer e iniziò a massaggiare il mio cazzo cosa molto piacevole ma che a causa dell'acqua fredda non stava dando i frutti sperati;
«Adesso usciamo e troviamo un posto tranquillo» disse con un filo di voce sussurrato nelle mie orecchie;
«Un posto tranquillo?» pensai io;
vedevo la cosa come un'impresa ardua, la spiaggia a quell'ora era piena di gente e di ragazzini che correvano per ogni dove, non vedevo nessuna possibilità di trovare quel posto da lei promesso, e giuro che se non fosse stato per la sicura denuncia di atti osceni in luogo pubblico l'avrei scopata sulla battigia come nella migliore scena da film erotico.
Ma lei come se la cosa fosse facile da fare uscendo dall'acqua si rivolse a me «Ho un'idea! Ora io vado avanti a fare un sopralluogo e vedo le cose come stanno, intanto tu prendi gli asciugamani e seguimi mantenendo la distanza per non farci notare insieme.
Feci come mi aveva chiesto e la seguì;
a dividere la spiaggia dalla strada c'era un percorso pedonale interno che serviva anche per chi viveva nei bungalow del villaggio adiacente ad arrivare al mare indisturbati;
il percorso era separato dalla strada da una rete metallica abbastanza alta e delle folte siepi, mentre all'interno cespugli e macchia mediterranea formavano file di aiuole a schermare il percorso dal mare, e che a distanza regolare lasciavano un piccolo passaggio per accedere alla sabbia;
Rita si fermò proprio davanti ad una di queste aiuole dove un gruppo di tamerici non molto alte aveva lasciato una piccola area libera all'interno, lei si infilò per prima e con aria soddisfatta esclamò «Che ne dici? Tu che sei fuori adesso cosa vedi?»;
io guardai bene, e devo dire che sebbene mi sforzassi a cercarla riuscivo per la differenza di luce a scorgere vagamente il suo corpo, questo non significava che una volta dentro saremmo divenuti invisibili, ma di certo il possibile guardone improvvisato avrebbe dovuto mettersi di impegno per vedere quello che succedeva in quella tenda naturale;
per cui, facendo attenzione a non farmi notare dai numerosi bagnanti che si muovevano sul percorso, mi infilai dentro e la raggiunsi;
poggiai gli asciugamani ben distesi sulla sabbia che faceva da fondo e ci sedemmo, poi, guardandoci, scoppiammo a ridere cercando di non emettere troppi suoni che ci avrebbero fatto sicuramente scoprire.
«Ecco qua!» disse con aria soddisfatta, «Il nostro angolo segreto è sistemato, e adesso…», non terminò la frase che eravamo stesi a baciarci incuranti del rischio, lei mi tolse la t-shirt e fissandomi dritto negli occhi mi tiró giù i boxer fino a quando non scivolarono fuori dalle mie gambe, ero nudo, disteso con lei che seduta su di me che aveva preso il mio cazzo con le mani e lo stava massaggiando con la sua abituale maestria, allungai le mani per toccarle i seni, giocai con i suoi capezzoli mentre lei continuava con quelle sue carezze sul membro, scesi con le mani seguendo le curve del corpo e la strinsi sui fianchi, provai a spostare lo slip del suo costume ma mi fermò togliendomi la mano «Fermo…hai dimenticato che ho il ciclo? Non so se può piacerti…sai non è come tu mi hai sempre trovata», e mi sorrise mentre scivolando indietro sulle mie gambe non si trovò all'altezza giusta per piegarsi e prendere il cazzo tra le labbra, mi fissò «Adesso guardami, guardami mentre te lo succhio e lo prendo in bocca…lo so che ti fa impazzire…»;
era una situazione assolutamente anomala, mi stava spompinando mentre a pochi passi da noi la gente passava tranquillamente, e la cosa che mi stupiva era che noi potevamo sentirli e vederli tra i rami carichi delle tamerici, ma loro, per fortuna, o chissà per quale motivo non vedevano noi.
Quel pompino intanto stava dando i suoi frutti, il mio cazzo era cresciuto e adesso svettava duro tra le sue labbra operose, anche questa volta, considerando il suo stato, pensavo che avremmo terminato con una ricca sborrata in gola, ma Rita non era dello stesso pensiero;
fermò per un attimo quel suo lavoro, e mi disse «Se ti va proviamo…» in quel momento non capì quello che voleva dirmi ma si alzò in piedi per togliersi la mutandina del costume, poi estrasse dal suo utero il Tampax che indossava e si impalò sul mio cazzo turgido emettendo un gemito che frenò mordendosi le labbra.
Non sapevo se stavo sognando o quello che vedevo stava succedendo davvero;
la mia vita sessuale non è che fosse stata, almeno fino a quel momento, all'insegna della trasgressione e di sicuro non avrei mai immaginato di scopare con la mia fidanzata durante il ciclo, ma il mio cazzo era dentro la fica di Rita e lei si muoveva per farmi assaporare ancora di più quel momento;
la stringevo per i fianchi e la guidavo cercando di affondare il cazzo in profondità;
adesso anche lei aveva tutta l'aria di godere di quelle mie attenzioni, e fu allora che senza badare alle sue raccomandazioni iniziai con le dita a masturbarla mentre il mio cazzo continuava per la sua strada;
adesso quella mia nuova operazione le stava strappando sospiri e gemiti fino a quando ad un certo punto si accasciò sul mio petto come se fosse stata folgorata e mordendomi l'orecchio «Continua…continua…sto godendo…sto …sto…vene…vengo…», ma ancora io non ero riuscito a venire, lei tiró il cazzo fuori dal suo utero e quello che vidi somigliava più ad una scena di un film dell'orrore che altro, il mio uccello ancora duro e svettante era ricoperto di umori misti a secrezioni di colore rosso;
mi guardai le mani e le dita che l'avevano masturbata erano conciate nello stesso modo, il sangue e le secrezioni vaginali si erano rapprese come se avessi affondato le mani in una bacinella di sangue;
sorrise di quello che io ritenevo uno scempio, «Però, non mi dire nulla! Ti avevo avvertito che ti avrei fatto divertire! E adesso voglio vedere questo uccellino se ha da dirmi qualcosa…» e stringendo con forza la base dell'asta del cazzo riprese ad accarezzarlo alternando movimenti lenti a movimenti veloci e accarezzandomi le palle con delicatezza;
mi stava facendo impazzire e lei lo sapeva bene, solo che per come era ridotto il mio cazzo sarebbe stato difficile metterlo in bocca, per cui continuò con quella sega fino a quando il mio orgasmo non le esplose tra le mani, la sborra era andata a finire dovunque anche i nostri asciugamani non erano rimasti indenni e recavano vistose macchie di sangue e sborra.
Ci rivestimmo per quel poco che avevamo da indossare, tiró fuori dalla borsa di mare un Tampax nuovo e se lo fece scivolare dentro guardando la mia faccia stupita «C'è non mi dirai che non ti sei trovato mai con una ragazza con le mestruazioni, no?» e io con la stessa faccia risposi «Certo che mi sono trovato, o meglio ero a conoscenza del fatto che una mia amica o la mia compagna avesse il ciclo, ma ti giuro che questa è stata la prima volta che…che…» completò lei la mia risposta «Che hai scopato con una con il ciclo? Beh…se ti può tranquillizzare lo è stato anche per me, quando siamo venuti qui pensavo che ci saremmo appartati per fare altro…», vide la mia faccia che cambiava espressione e spiegò cosa intendeva dire «Voglio dire che pensavo che te lo avrei preso in bocca e ti avrei fatto venire in quel modo, cosa stavi pensando tu? Porcellino!», io messo in difficoltà da quella domanda provai a risponderle «Io? Non pensavo nulla ti giuro, anzi avevo persino escluso l'ipotesi di finire così la giornata di mare…», mentivo spudoratamente, quando avevamo trovato il posto e lei aveva iniziato con la sua sega, proprio perché convinto del fatto che con il ciclo non avremmo potuto fare nulla ero convinto che Rita mi avrebbe concesso il culetto che già alcune volte le avevo profanato con un dito o con la lingua, ma evitai di dirlo, anche se lei aveva sicuramente capito che stavo mentendo, «Michele, io lo so bene che voi uomini avete l'idea fissa del culo di una donna, e non lo negare perché appena ne hai avuto l'occasione ci hai provato anche tu, e non ti dico che non mi sia piaciuto, ma ti dico anche che, come avrai capito in questo mese che ci frequentiamo, non sono una che ha paura di provare nuove esperienze…vedi quello che è successo qui oggi! Ma ho perso la mia verginità a 16 anni semplicemente per fare un dispetto a mia madre che mi tormentava con la storia del sesso, e dopo non sono mai stata felice di quella scelta;
adesso a 20 anni vorrei concedere la mia seconda verginità a chi penso lo meriti veramente, e per adesso, dopo nemmeno un mese, è troppo presto per dire che quella persona possa essere tu…spero che tu capisca e non ti offenda…lo sai, sono disinibita e diretta, e con te mi trovo bene, e se tu ancora avessi qualche dubbio, ricordati che non sono una che ingoia sborra dal primo che gli capita davanti, sai!», mi guardò aspettando la mia reazione, era stata molto chiara rispettando anche il suo modo di parlare senza mezzi termini che a me era piaciuto da subito anche perché applicato alle nostre scopate mi permetteva di esprimermi per quello che pensavo in quel momento senza inibizioni usando anche parole che, forse, ad un'altra donna sarebbero sembrate eccessive;
«Si va bene, e anche se a volte non dò quella sensazione, non sono un maniaco fissato, posso aspettare il momento in cui tu ti senta pronta, e se questo non arriverà non ci sarà nessun problema, mi sembra che la nostra vita sessuale sia già molto più che soddisfacente no?», per fare il diplomatico le avevo mentito spudoratamente, a me l'idea che lei potesse decidere di non concedermi mai il suo prezioso culetto e, magari, se la nostra storia fosse terminata, di darlo ad un altro mi faceva diventare nervoso;
e ad aggiungere pensieri a tutto, c'era il fatto che mi aveva confermato che quell'unica volta in cui avevo profanato il suo buchino vergine con il mio dito a lei era piaciuto e, infatti, mi aveva lasciato continuare mentre veniva dentro la mia bocca.
Ma dopo le mie parole non ebbi tempo di pensare ad altro che per la felicità di non avermi offeso, o anche semplicemente, per un senso di gratitudine per aver compreso le sue parole Rita si piegò verso di me e mi diede un bacio di quelli che avrebbero fatto diventare duro anche il cazzo di un 90enne.
Decidemmo di uscire dalla nostra caverna di rami e di fare l'ultimo bagno che aveva più la funzione di toglierci le macchie sospette che avevamo sparse ovunque per le sue mestruazioni, quindi contenti facemmo rientro a casa.

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