Sara
di
Darkroom
genere
etero
Mi chiamo Michele Allevi e ho 57 anni. Sono uno scrittore con alle spalle diverse pubblicazioni, alcune di esse con case editrici di rilievo.
questa é solo una parte del racconto che potrete trovare in forma completa e con altri racconti nell'ebook e anche in forma cartacea "I racconti di un timido libertino" su amazon.
Tuttavia, da tempo nutrivo il desiderio di scrivere un libro di racconti erotici, un progetto che oggi, con il senno di poi, considero finalmente maturo. A questa decisione mi ha portato una fase della mia vita in cui, raggiunta la serenità professionale e personale, sento di avere la giusta consapevolezza per intraprendere questa nuova avventura.
P.S.
Benché i fatti narrati rispettino alla lettera gli accadimenti, per esigenze di scrittura le storie sono state modificate e spesso semplificate accorciandone i tempi di svolgimento, ma con l'unico scopo di rendere fluida la lettura.
...«Mike caro…tu puoi anche non dire nulla, ma sai…io sono in una posizione che sento che qualcosa in te sta parlando…eccome se sta parlando!»;
arretrò di un poco da quella posizione e iniziò ad armeggiare con la cintura dei miei pantaloni;
adesso, ammesso che non avessi voluto capire cosa voleva, era tutto chiaro, per cui senza parlare, anche perché ero ancora in forte imbarazzo, provai ad aiutarla in quella operazione slacciandomi i pantaloni da solo e lasciando a lei il compito di sfilarmeli con tanta delicatezza del tocco delle sue mani che il mio uccello finalmente liberato da quella prigione saltò quasi fuori dai boxer;
se ancora avessi avuto dei dubbi sul fatto che Sara fosse oltre che una bella donna molto disinibita anche molto zoccola, questi mi vennero definitivamente fugati quando si alzò dal letto quasi ordinandomi di finire di spogliarmi e quando ancora stavo tentennando con vergogna per togliermi definitivamente i boxer, lei con un gesto veloce me li tiro giù, e prendendo tra le mani il mio uccello come se avesse un guinzaglio per farsi seguire, mi riportò ai bordi del letto dove lei questa volta si sedette per prima rimanendo leggermente distesa.
Aveva le gambe completamente spalancate e adesso potevo vedere tutto quello che fino al giorno prima avevo ammirato e visto solo nelle pagine dei giornali, era incredibile, ma Sara era veramente la prima donna nuda che vedevo da così vicino, e la cosa più incredibile era che, nonostante le mie letture sull'argomento, non sapessi veramente da dove iniziare.
Ma la fortuna girava dalla mia parte, e anche il fatto che lei aveva ben capito il soggetto che aveva davanti;
mi invitò a mettermi al centro delle sue gambe, e poi guardandomi con quella sua aria maliziosa;
«Non ci posso credere! Ma sembra veramente che tu non abbia mai visto una donna nuda, almeno non così vicino a te! Povero piccolo! Adesso mamma Sara pensa a te, e quando avrò finito avrai tutte le carte in regola per essere più sveglio la prossima volta», e dicendo questa frase, mentre continuava a ridere mi prese la testa per i capelli e mi portò la faccia proprio all'altezza della sua fica, ero talmente vicino che ne potevo sentire l'odore;
Ma non era ancora contenta di quello, prese il calice con il prosecco che avevo preparato e mentre iniziava a versarne il contenuto lentamente, goccia dopo goccia, sul suo pube mi invitò a raccogliere con la lingua quanto versava;
«Avevamo detto che avremmo fatto un aperitivo…
forza…datti da fare e non perderne una goccia…
non vorrai che io resti delusa di averti dato questa fiducia!»;
ero molto impacciato, ma in quel momento pensai alle storie che avevo letto che parlavano di leccate di fica e altri particolari, e iniziai, prima a tentativi, poi guidato dalle sue mani, a leccarle la fica, iniziando ad aprirle lentamente le grandi labbra con la lingua per poi arrivare al clitoride che trovai già duro e ben umido, intanto Sara continuava a versare il suo prosecco e io cercavo di raccoglierlo velocemente senza che le gocce potessero finire sulle lenzuola;
questo mio lavoro le stava dando un grandissimo piacere a giudicare dai suoi gemiti e dai sospiri, e io ormai, superato l'impasse del primo momento mi muovevo come un amante esperto, quasi come se avessi sempre leccato fiche sin dalla tenera età;
ormai il sapore del prosecco era mischiato a quello degli umori che venivano fuori da quella cosa meravigliosa a cui stavo dedicando tutte le mie attenzioni;
Sara gemeva e adesso mi implorava di continuare;
«Forza porcellino mio…fammi godere…fa godere questa vecchia signora…
continua così, maledetto…continua…»;
nonostante il prosecco e tutto il resto la mia lingua era quasi rimasta a secco a furia di leccate, stavo quasi per cedere anche se ero consapevole che sarebbe stata una sconfitta per me e una delusione per Sara;
quando, proprio mentre stavo per arrendermi, sentii il suo corpo scosso da piccole contrazioni, pensando che per lei fosse giunto il momento dell'orgasmo accelerai le mie leccate, e proprio mentre cercavo di lanciare la mia lingua ancora più dentro un fiotto caldo uscì fuori dalla sua fica e mi investì bagnandomi completamente la faccia;
Sorpreso da questo fatto, all'inizio pensai che il godimento fosse stato tanto forte da non farle controllare la vescica e mi avesse così riempito la faccia di pipì, la cosa non è che mi facesse molto piacere, ma la guardai con faccia interrogativa, e lei che ancora gemeva da quel mio lavoro, ebbe la forza di sussurrare appena;
«Oddio mio…non ricordavo più l'ultima volta che avevo goduto così tanto da avere un orgasmo così forte…», poi ripresasi, mi fissò e con voce rassicurante riprese;
«Porcellino, stai tranquillo…non ti ho pisciato addosso! Ma veramente sei così acerbo in fatto di sesso? Ma non hai mai letto qualche giornaletto in merito?»;
non sapevo proprio cosa dire, ero in uno stato di eccitazione per quanto accaduto, e nello stesso tempo poco sapevo di quel fiotto caldo che mi aveva ricoperto la faccia e i capelli e che avevo anche in parte bevuto trovandolo leggermente salato ma nulla di stomachevole come avrei immaginato potesse essere quella cosa.
Ma Sara, che ormai si era ripresa da quello stato di estasi, sembrava non ne volesse sapere di fermarsi;
«Allora, porcellino mio…ti è piaciuta la passerina liscia di mamma Sara?»;
ero impacciato a risponderle, per quanto quella mia prima esperienza di cunnilinguo mi fosse piaciuta moltissimo, ero bloccato, ma lei non era una di quelle che si intimoriva a parlare per cui riprese immediatamente;
«Sai…io quando avevo l'età di mia figlia ero una di quelle che ci teneva moltissimo a quel boschetto tra le gambe, lo consideravo espressione della mia femminilità, e all'inizio anche mio marito, che appena sposati non era poi tanto male a scopare…ma poi è nata Marta, la sorella maggiore di Silvia che oggi ha 25 anni e vive a Parigi con il suo fidanzato, e il primo parto della mia vita fu fatto con il taglio cesareo, ecco perché hai visto quella cicatrice appena sopra la mia passerina;
ma proprio per il cesareo mi rasarono completamente tutto il mio favoloso e folto boschetto di peli;
all'inizio pensai di farmeli ricrescere, ma poco dopo insieme a mio marito pensammo che forse quella novità poteva dare una scossa alla nostra solita routine, e da allora lascio alla mia estetista il compito di rendere la zona più liscia possibile…
però adesso…tocca a me prendere l'aperitivo…»;
e prima ancora che potessi capire cosa voleva dire con quelle parole mi ritrovai di nuovo disteso con lei sopra di me;
iniziò a strusciarsi addosso, sentivo le sue tette sul mio bacino;
«Porcellino non ti distrarre…perché sono certa che questa tua prima volta la ricorderai tutta la vita…».
Lei non sapeva che un paio di anni prima Beatrice mi aveva fatto provare il primo pompino della mia vita, ma aveva ragione sul fatto che quella volta sarebbe rimasta impressa per sempre perché non credevo che mai e poi mai avrei avuto l'occasione di scopare con una donna 34 anni più grande di me;
il mio stupore enorme fu quando vidi scomparire il mio cazzo in erezione in mezzo a quelle splendide tette;
le strinse con le mani e iniziò una spagnola che terminava con una leccata della sua lingua ogni volta che la mia cappella veniva fuori da quelle enormi bocce;
non sono mai stato un superdotato, le mie dimensioni sono nella norma, ma di certo non ho un cazzo minuscolo, eppure in mezzo alle tette di Sara il mio uccello sembrava disperdersi in quell'ammasso di carne;
mi stava letteralmente facendo impazzire in quel modo e ne era perfettamente consapevole, tanto che ogni volta che finiva con quel massaggio prima di imboccarsi la mia cappella mi guardava voluttuosamente per poi riattaccarsi al cazzo e continuare quel suo gioco perverso;
la mia fortuna era che alle mie dimensioni normali, corrispondeva una mia resistenza all'orgasmo che avevo sperimentato con Beatrice e tutte le volte che masturbandomi sui giornali ci avevo messo molto tempo per venire pur essendo eccitato in modo esagerato;
quindi anche con il gioco di Sara la mia resistenza stava dando i suoi frutti, mi godevo il massaggio delle sue tette e il caldo di quella meravigliosa bocca che continuava a stuzzicarmi la cappella;
poi ad un certo punto il gioco parve cambiare, lei interruppe quel massaggio e si infilò il cazzo fino in gola in un colpo solo, ed iniziò un pompino che di fatto cancellava dalla memoria quello di Beatrice;
Succhiava e leccava con una bravura incredibile, ogni tanto tirava il cazzo fuori e con la lingua percorreva l'asta per poi dedicarsi alle mie palle e arrivare quasi a leccarmi l'ano, per poi risalire facendo il percorso a ritroso;
Stavolta era arrivato il momento dell'orgasmo anche per me, non avevo il coraggio di dire che le avrei sborrato volentieri in bocca come avevo visto in tantissime fotografie, ma non volevo lasciare la cosa intentata, per cui con le mani le accarezzai i capelli e le spinsi la nuca per far in modo che lei inghiottisse il mio cazzo pronto ad esplodere;
ma lei si fermò, tiró fuori dalla bocca il mio arnese e guardandomi disse: «Porcellino lo so bene che come tutti gli uomini vorresti riempiermi la bocca di sperma, e ti assicuro che anche a me piace moltissimo, ma questa volta faremo un'eccezione, avevamo detto che era il mio aperitivo…e allora mio sarà, voglio che mi inondi le tette con la tua crema…», e mentre diceva quelle parole iniziò una sega lenta che durò solo pochi secondi perché quasi subito esplosi in un orgasmo che non ricordavo da tempo, buttai fuori una grandissima quantità di sperma che andò a finire, come lei desiderava, proprio su quelle splendide tette.
Mi accasciai esausto sul letto pensando che tutto fosse concluso, ma mi sbagliavo;
Sara si mise di nuovo seduta sulle mie gambe, riportando nuovamente la sua fica ben aperta alla mia vista, poi si allungò e prese dal tavolo l'altro calice di prosecco, e lo portò alla bocca fissandomi intensamente;
poi si fermò qualche attimo prima di bere quasi ci avesse ripensato;
«Quasi dimenticavo! Questo è il mio aperitivo…»;
e sempre fissandomi dritto negli occhi raccolse con la mano tutto lo sperma che le riempiva il seno e lo fece cadere dentro il bicchiere di prosecco che divenne quasi completamente biancastro, poi senza dire una parola ma continuando a fissarmi portò il calice alla bocca e ne bevve tutto il contenuto infilando la lingua dentro per non perderne nemmeno una goccia;
«Porcellino, avresti voluto sborrarmi in gola, ma come vedi è come se lo avessi fatto lo stesso…e adesso vediamo se possiamo concludere questo nostro primo incontro»; ....continua
questa é solo una parte del racconto che potrete trovare in forma completa e con altri racconti nell'ebook e anche in forma cartacea "I racconti di un timido libertino" su amazon.
Tuttavia, da tempo nutrivo il desiderio di scrivere un libro di racconti erotici, un progetto che oggi, con il senno di poi, considero finalmente maturo. A questa decisione mi ha portato una fase della mia vita in cui, raggiunta la serenità professionale e personale, sento di avere la giusta consapevolezza per intraprendere questa nuova avventura.
P.S.
Benché i fatti narrati rispettino alla lettera gli accadimenti, per esigenze di scrittura le storie sono state modificate e spesso semplificate accorciandone i tempi di svolgimento, ma con l'unico scopo di rendere fluida la lettura.
...«Mike caro…tu puoi anche non dire nulla, ma sai…io sono in una posizione che sento che qualcosa in te sta parlando…eccome se sta parlando!»;
arretrò di un poco da quella posizione e iniziò ad armeggiare con la cintura dei miei pantaloni;
adesso, ammesso che non avessi voluto capire cosa voleva, era tutto chiaro, per cui senza parlare, anche perché ero ancora in forte imbarazzo, provai ad aiutarla in quella operazione slacciandomi i pantaloni da solo e lasciando a lei il compito di sfilarmeli con tanta delicatezza del tocco delle sue mani che il mio uccello finalmente liberato da quella prigione saltò quasi fuori dai boxer;
se ancora avessi avuto dei dubbi sul fatto che Sara fosse oltre che una bella donna molto disinibita anche molto zoccola, questi mi vennero definitivamente fugati quando si alzò dal letto quasi ordinandomi di finire di spogliarmi e quando ancora stavo tentennando con vergogna per togliermi definitivamente i boxer, lei con un gesto veloce me li tiro giù, e prendendo tra le mani il mio uccello come se avesse un guinzaglio per farsi seguire, mi riportò ai bordi del letto dove lei questa volta si sedette per prima rimanendo leggermente distesa.
Aveva le gambe completamente spalancate e adesso potevo vedere tutto quello che fino al giorno prima avevo ammirato e visto solo nelle pagine dei giornali, era incredibile, ma Sara era veramente la prima donna nuda che vedevo da così vicino, e la cosa più incredibile era che, nonostante le mie letture sull'argomento, non sapessi veramente da dove iniziare.
Ma la fortuna girava dalla mia parte, e anche il fatto che lei aveva ben capito il soggetto che aveva davanti;
mi invitò a mettermi al centro delle sue gambe, e poi guardandomi con quella sua aria maliziosa;
«Non ci posso credere! Ma sembra veramente che tu non abbia mai visto una donna nuda, almeno non così vicino a te! Povero piccolo! Adesso mamma Sara pensa a te, e quando avrò finito avrai tutte le carte in regola per essere più sveglio la prossima volta», e dicendo questa frase, mentre continuava a ridere mi prese la testa per i capelli e mi portò la faccia proprio all'altezza della sua fica, ero talmente vicino che ne potevo sentire l'odore;
Ma non era ancora contenta di quello, prese il calice con il prosecco che avevo preparato e mentre iniziava a versarne il contenuto lentamente, goccia dopo goccia, sul suo pube mi invitò a raccogliere con la lingua quanto versava;
«Avevamo detto che avremmo fatto un aperitivo…
forza…datti da fare e non perderne una goccia…
non vorrai che io resti delusa di averti dato questa fiducia!»;
ero molto impacciato, ma in quel momento pensai alle storie che avevo letto che parlavano di leccate di fica e altri particolari, e iniziai, prima a tentativi, poi guidato dalle sue mani, a leccarle la fica, iniziando ad aprirle lentamente le grandi labbra con la lingua per poi arrivare al clitoride che trovai già duro e ben umido, intanto Sara continuava a versare il suo prosecco e io cercavo di raccoglierlo velocemente senza che le gocce potessero finire sulle lenzuola;
questo mio lavoro le stava dando un grandissimo piacere a giudicare dai suoi gemiti e dai sospiri, e io ormai, superato l'impasse del primo momento mi muovevo come un amante esperto, quasi come se avessi sempre leccato fiche sin dalla tenera età;
ormai il sapore del prosecco era mischiato a quello degli umori che venivano fuori da quella cosa meravigliosa a cui stavo dedicando tutte le mie attenzioni;
Sara gemeva e adesso mi implorava di continuare;
«Forza porcellino mio…fammi godere…fa godere questa vecchia signora…
continua così, maledetto…continua…»;
nonostante il prosecco e tutto il resto la mia lingua era quasi rimasta a secco a furia di leccate, stavo quasi per cedere anche se ero consapevole che sarebbe stata una sconfitta per me e una delusione per Sara;
quando, proprio mentre stavo per arrendermi, sentii il suo corpo scosso da piccole contrazioni, pensando che per lei fosse giunto il momento dell'orgasmo accelerai le mie leccate, e proprio mentre cercavo di lanciare la mia lingua ancora più dentro un fiotto caldo uscì fuori dalla sua fica e mi investì bagnandomi completamente la faccia;
Sorpreso da questo fatto, all'inizio pensai che il godimento fosse stato tanto forte da non farle controllare la vescica e mi avesse così riempito la faccia di pipì, la cosa non è che mi facesse molto piacere, ma la guardai con faccia interrogativa, e lei che ancora gemeva da quel mio lavoro, ebbe la forza di sussurrare appena;
«Oddio mio…non ricordavo più l'ultima volta che avevo goduto così tanto da avere un orgasmo così forte…», poi ripresasi, mi fissò e con voce rassicurante riprese;
«Porcellino, stai tranquillo…non ti ho pisciato addosso! Ma veramente sei così acerbo in fatto di sesso? Ma non hai mai letto qualche giornaletto in merito?»;
non sapevo proprio cosa dire, ero in uno stato di eccitazione per quanto accaduto, e nello stesso tempo poco sapevo di quel fiotto caldo che mi aveva ricoperto la faccia e i capelli e che avevo anche in parte bevuto trovandolo leggermente salato ma nulla di stomachevole come avrei immaginato potesse essere quella cosa.
Ma Sara, che ormai si era ripresa da quello stato di estasi, sembrava non ne volesse sapere di fermarsi;
«Allora, porcellino mio…ti è piaciuta la passerina liscia di mamma Sara?»;
ero impacciato a risponderle, per quanto quella mia prima esperienza di cunnilinguo mi fosse piaciuta moltissimo, ero bloccato, ma lei non era una di quelle che si intimoriva a parlare per cui riprese immediatamente;
«Sai…io quando avevo l'età di mia figlia ero una di quelle che ci teneva moltissimo a quel boschetto tra le gambe, lo consideravo espressione della mia femminilità, e all'inizio anche mio marito, che appena sposati non era poi tanto male a scopare…ma poi è nata Marta, la sorella maggiore di Silvia che oggi ha 25 anni e vive a Parigi con il suo fidanzato, e il primo parto della mia vita fu fatto con il taglio cesareo, ecco perché hai visto quella cicatrice appena sopra la mia passerina;
ma proprio per il cesareo mi rasarono completamente tutto il mio favoloso e folto boschetto di peli;
all'inizio pensai di farmeli ricrescere, ma poco dopo insieme a mio marito pensammo che forse quella novità poteva dare una scossa alla nostra solita routine, e da allora lascio alla mia estetista il compito di rendere la zona più liscia possibile…
però adesso…tocca a me prendere l'aperitivo…»;
e prima ancora che potessi capire cosa voleva dire con quelle parole mi ritrovai di nuovo disteso con lei sopra di me;
iniziò a strusciarsi addosso, sentivo le sue tette sul mio bacino;
«Porcellino non ti distrarre…perché sono certa che questa tua prima volta la ricorderai tutta la vita…».
Lei non sapeva che un paio di anni prima Beatrice mi aveva fatto provare il primo pompino della mia vita, ma aveva ragione sul fatto che quella volta sarebbe rimasta impressa per sempre perché non credevo che mai e poi mai avrei avuto l'occasione di scopare con una donna 34 anni più grande di me;
il mio stupore enorme fu quando vidi scomparire il mio cazzo in erezione in mezzo a quelle splendide tette;
le strinse con le mani e iniziò una spagnola che terminava con una leccata della sua lingua ogni volta che la mia cappella veniva fuori da quelle enormi bocce;
non sono mai stato un superdotato, le mie dimensioni sono nella norma, ma di certo non ho un cazzo minuscolo, eppure in mezzo alle tette di Sara il mio uccello sembrava disperdersi in quell'ammasso di carne;
mi stava letteralmente facendo impazzire in quel modo e ne era perfettamente consapevole, tanto che ogni volta che finiva con quel massaggio prima di imboccarsi la mia cappella mi guardava voluttuosamente per poi riattaccarsi al cazzo e continuare quel suo gioco perverso;
la mia fortuna era che alle mie dimensioni normali, corrispondeva una mia resistenza all'orgasmo che avevo sperimentato con Beatrice e tutte le volte che masturbandomi sui giornali ci avevo messo molto tempo per venire pur essendo eccitato in modo esagerato;
quindi anche con il gioco di Sara la mia resistenza stava dando i suoi frutti, mi godevo il massaggio delle sue tette e il caldo di quella meravigliosa bocca che continuava a stuzzicarmi la cappella;
poi ad un certo punto il gioco parve cambiare, lei interruppe quel massaggio e si infilò il cazzo fino in gola in un colpo solo, ed iniziò un pompino che di fatto cancellava dalla memoria quello di Beatrice;
Succhiava e leccava con una bravura incredibile, ogni tanto tirava il cazzo fuori e con la lingua percorreva l'asta per poi dedicarsi alle mie palle e arrivare quasi a leccarmi l'ano, per poi risalire facendo il percorso a ritroso;
Stavolta era arrivato il momento dell'orgasmo anche per me, non avevo il coraggio di dire che le avrei sborrato volentieri in bocca come avevo visto in tantissime fotografie, ma non volevo lasciare la cosa intentata, per cui con le mani le accarezzai i capelli e le spinsi la nuca per far in modo che lei inghiottisse il mio cazzo pronto ad esplodere;
ma lei si fermò, tiró fuori dalla bocca il mio arnese e guardandomi disse: «Porcellino lo so bene che come tutti gli uomini vorresti riempiermi la bocca di sperma, e ti assicuro che anche a me piace moltissimo, ma questa volta faremo un'eccezione, avevamo detto che era il mio aperitivo…e allora mio sarà, voglio che mi inondi le tette con la tua crema…», e mentre diceva quelle parole iniziò una sega lenta che durò solo pochi secondi perché quasi subito esplosi in un orgasmo che non ricordavo da tempo, buttai fuori una grandissima quantità di sperma che andò a finire, come lei desiderava, proprio su quelle splendide tette.
Mi accasciai esausto sul letto pensando che tutto fosse concluso, ma mi sbagliavo;
Sara si mise di nuovo seduta sulle mie gambe, riportando nuovamente la sua fica ben aperta alla mia vista, poi si allungò e prese dal tavolo l'altro calice di prosecco, e lo portò alla bocca fissandomi intensamente;
poi si fermò qualche attimo prima di bere quasi ci avesse ripensato;
«Quasi dimenticavo! Questo è il mio aperitivo…»;
e sempre fissandomi dritto negli occhi raccolse con la mano tutto lo sperma che le riempiva il seno e lo fece cadere dentro il bicchiere di prosecco che divenne quasi completamente biancastro, poi senza dire una parola ma continuando a fissarmi portò il calice alla bocca e ne bevve tutto il contenuto infilando la lingua dentro per non perderne nemmeno una goccia;
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