Moglie schiava, marito padrone

Scritto da , il 2022-06-30, genere sadomaso

Capitolo ottavo. Alle 17 suonano alla porta. Apre il padrone, è giovanna, un donnone tipo la "mami" di via col vento. Capisco che mio marito la conosce già. Io è la prima volta che la vedo, eppure mi genera una certa angoscia, anzi mi fa proprio paura. Giovanna questa è la mia moglie schiava. Poi si rivolge a me. Da questo momento giovanna sarà il mio alter ego, non resterai più da sola nemmeno per andare al cesso. Inutile dire che a Giovanna devi rispetto e obbedienza come è anche più di me. Giovanna è libera di punirti ad ogni minima mancanza e quando riferirà a me valuterò se sarà il caso di punirti di nuovo. Cerca di rigare dritto perché rischi di prendere 2 punizioni per la stessa mancanza. Quando alle 8 arrivarono gli amici per assistere alle mie punizioni io ero già nuda. Dopo un minuto ero sulle ginocchia di Giovanna che cominciò a schiaffeggiare le natiche. Il dolore stavolta era intenso, giovanna aveva 2 manone e i suoi colpi sembravano mazzate. Io mi dimenavo, gridavo, piangevo, ma ottenevo soltanto di divertire ancora di più i presenti. Alla fine si arrivò a 50. Almeno questa parte del supplizio era finita. E se gliene dessimo altre 50? Perché no rispose il padrone, del resto se le merita. No, vi prego, no. Arrivai a dire queste 4 parole e subito riparti' il supplizio. A 100 avevo il culo in fiamme ma non c'era tempo di tirare il fiato. Fui legata in piedi in mezzo alla stanza e il padrone cominciò a frustarmi con inaudita ferocia. Le prime due frustate raggiunsero le spalle, la terza e la quarta la schiena, quindi le cosce, i polpacci, i seni, la pancia, le braccia, la parte anteriore delle cosce e a questo punto riprese il giro. A 80 svenni, fui fatta subito rianimare e mi beccai le altre 20. Alla fine, semisvenuta fui rimessa a lavorare. Io non avevo nemmeno il diritto di stare male, il mio unico diritto era quello di soffrire e ci riuscivo perfettamente. Quando tornai a riposare avevo alle spalle 66 ore di lavoro e un'ora in piedi contro il muro, interrotte solo per essere punita. Due ore appena di sonno e subito di nuovo al lavoro. Furono giorni terribili, giovanna mi stava sempre addosso, non mi lasciava nemmeno per andare in bagno, quando mi ci mandava. In quei giorni mi becca le punizioni più disparate, clisteri, docce fredde, sculacciate, schiaffoni, pedate. Ero ai limiti della sopportazione.

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