Preghiera

di
genere
dominazione

Me la stai leccando, adesso. La tua lingua mi percorre l'interno delle grandi labbra, inesorabile, instancabile, efficiente. La tua lingua solca le mie mucose irriverente. Come sempre colpisci nel segno ogni volta che il bersaglio è pronto, proprio nel punto dove meglio in quel dato istante puoi ottenere il risultato più entusiasmante, più estenuante.
Non posso fare niente. Mi hai legata dopo che alcune volte la mia passione e la mia euforia ti hanno scrollato via di dosso a me. Questo mi esaspera. Vorrei trasferire su di te l'esaltazione che la tua attività stimola e induce. Chissà se gli strattoni che così frequentemente provochi lasceranno segni sui miei polsi e alle caviglie: bracciali che indosserò con orgoglio, passione e voglia.
A momenti sei lingua, poi sei denti, poi sei baci... Ora sei quelle dita che trapanano la mia figa gocciolante preda di spasmi, pulsazioni, contrazioni, che mi rinchiudono in una gabbia, che spalancano il mondo attorno a me. Ti prego, lasciami giocare un po' con te. Lascia che io possa ricambiare quest'infinito orgasmo che, già lo so, mi spaccerà, mi distruggerà, mi renderà incapace di qualsiasi “no”, mi farà divenire atta soltanto a supplicare “ancora”. Sai che razza di troia sono: una razza selezionata da secoli di lussuria, libidine, sconcezza e a ciò destinata. Non rendermi impossibile la manifestazione di me stessa, non tarpare la mia passione: sentirti perdere ogni controllo per ciò che ti faccio, scatenare le tue mani a colpirmi cieche, convulse e micidiali, letali come una ghigliottina che renda libera ogni perversione con la stessa facilità con cui taglia la testa a un condannato. Ora sono io, la condannata. Ora sono io che subisco tutto e che desidero di più, sono io che sorvolo le vette più alte e che m'inabisso nelle fosse marine più profonde unendole con una ferrea catena d'ineluttabile voluttà.
Lasciami condividere con te questo piacere che mi sta consumando con frenetica lentezza, con appassionata sottomissione. Lascia che questa mia vana ribellione s'impossessi di me e mi trasformi in un carnoso oggetto di piacere, per il tuo piacere, per il mio ringraziamento. Lascia che io possa immergere le mani in quell'odorosa pozza che hai estratto da me senza pietà, senza rispetto. Lo sai, in fondo, che pietà e rispetto con te non possono esistere. Lo sai e te ne approfitti per vedermi così indecentemente sfinita, ignobilmente schiava, squartata da quest'immenso piacere che adesso sono i tuoi morsi a far schizzare fuori di me. I tuoi denti che sanno mordicchiare dolcemente i miei punti più sensibili, che sanno tirare i miei anelli fino al punto in cui il dolore è travolto dal piacere; fino al punto in cui il piacere è così intenso da sembrare dolore. Fino al punto in cui nessuna resistenza può interporsi fra le mie grida e le mie implorazioni. Ti prego accetta che io sia la più abominevole delle puttane per darti il più abominevole piacere ti prego, abbandonami un momento, lascia che quest'orgasmo si plachi un minuto, che ceda posto al tuo.
So bene che sai. So bene che cosa vuoi. So bene che che non mi slegherai finché le mie invocazioni, finché la mia voce non si estingueranno in un flebile rantolo sfinito, esausto.
Sacrificami sull'ara della lussuria. Non c'è miglior sacrificio.
di
scritto il
2021-12-15
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