Nuda vorrei

Scritto da , il 2022-12-01, genere esibizionismo

Nuda davanti alle finestre del salotto. Nuda su un divano. Nuda sola con la mia rabbia, se si può chiamare rabbia. Nuda ad osservare quelle foglie multicolori che lente si lasciano cadere, non riescono più a trattenere il ramo. Nuda davanti a questo carnevale di colori, davanti a queste giravolte di foglie che giocano col blu intenso del cielo. Nuda davanti a questo sole che non tramonta mai, che non mi lascia vedere se finalmente la luna sparisce. Nuda coi giochini da sesso su tavolino di fronte a me, spenti, inutili. Nuda sopra ai miei piedi scalzi.
Vorrei uscire, irradiarmi di questa luce.
Vorrei quel buio che mi dona speranza.
Vorrei legarmi nuda fra le viti o le piante del giardino, ad aspettare il suo ritorno: quanto manca? Quando giungerà il tramonto che lo anticipa?
Vorrei. Vorrei e non vorrei. Vorrei dell'altro e non questo. So che se avessi ciò che vorrei abbisognerei di altro.
Vorrei tuffarmi su un covone di ortiche.
Vorrei tuffarmi in acque torbide, in una pozza di fango.
Vorrei fuggire e lasciare qui, sul divano caldo, me stessa.
Continuo a cercare la luna, ma il sole non tramonta, anzi mi sembra tornare verso l'alba. Confonderei questa col tramonto?
Vorrei non trascorrere in bianco anche la prossima notte, fra fantasmi di vivi e di morti, fra incubi e desideri irrealizzabili.
Guardo la cintura del mio vestito elegante che ho sfilato un'ora fa, trovandomi nuda, vedendomi prona. A che cosa? A ciò che tutti negherebbero, a ciò che tutti rifiuterebbero.
Sfilano leste nella mia mente voci, immagini: tutte sconnesse, chiare e irriconoscibili.
Vorrei giocare con quella cintura che fino a poco fa mi stringeva alla vita il mio abito color prugna. Stavo dentro a un venerdì di quaresima. Una volta nuda ho trovato un po' di respiro.
Vorrei che tu, Sole, ti coricassi dietro quella linea sfumata, presso la quale finisce il mondo.
Vorrei ricominciare a vivere, a respirare, a sentire mani e bocche e unghie sulla mia pelle. Vorrei un'invasione di cento e di mille nel mio corpo, anche se so che mi basterebbe mio marito. Un cuore che batte, ma non è il mio. Il mio batterebbe come un tamburo sciamanico.
Vorrei respirare, non soffocare, in quest'aria tersa che neanche di mattina dopo un temporale.
Vorrei andare dove nessuna è arrivata. Non so se tornerei.
Vorrei correre sotto la pioggia, in una bufera e sentire la pelle nuda sferzata da gocce e vento; dalla grandine. Direttamente sulla pelle nuda, senza speme di riparo.
Mi scappa la pipì. Apro la porta, esco. Pochi passi; poi mi libero. Fa freddo. Rientro. Chiudo. Resto nuda.

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