Nomen Omen; Questioni di famiglia.

di
genere
orge

Seguito di "Nomen omen".


La mia famiglia consiste di cinque persone. Io sono la primogenita. I miei genitori si sono conosciuti da universitari. Non a lezione bensì in viaggio: entrambi si recavano a trovare dei parenti in una città ad alcune centinaia di kilometri dalle loro. È stato un viaggio con una lunga sosta nella toilette della carrozza del treno, tanto lunga che sono scesi due fermate dopo la loro. Va riconosciuto che, nonostante l'assoluta mancanza di precauzioni dovuta probabilmente all'eccedere della passione, mia madre non è rimasta incinta, in quell'occasione. Abilità o fortuna?
Fino a una certa età mi sono domandata perché ogni tanto uno dei due sparisse per qualche giorno, massimo una settimana. Un pomeriggio d'estate, in montagna, ho avuto modo di capire perché quando ho trovato mia madre a letto con uno che non era mio padre. Le parole di entrambi i miei genitori in quell'occasione costituiscono tuttora le fondamenta del mio comportamento. Posso dire con certezza e proprio per esperienza diretta che mio padre è un amante focoso, resistente e fantasioso. Per descrivervi mia madre, potrei attribuirle una frase del tipo: fra una sveltina e l'altra una sveltina ci può sempre stare. La frase, per la verità, è mia. Ma da qualcuno devo pur aver preso. Da lei ho certamente ereditato la mia affettività pandemica. O meglio ho abbinato alla sua quella di mio padre. Che cavolo, il sangue non è acqua!

Oltre ai miei genitori c'è una sorella di nome Appassionata. È nata dieci mesi e mezzo dopo di me. I miei non si aspettavano che mia madre potesse essere fertile tanto presto e non avevano preso nessuna precauzione. O si sono lasciati trasportare dalla passione? Fatto sta che, seguendo il detto “via il dente via il dolore”, la gravidanza è proseguita e, quando non avevo ancora un anno, è nata Appassionata. Il nome è stato scelto, ritengo, per la sfrenata passione che aveva caratterizzato il loro matrimonio dopo la mia nascita e tuttora perdura. Il parroco, nell'annunciare durante la predica i nomi dei battezzandi nella cerimonia che si sarebbe tenuta nel pomeriggio, ha espresso sperticati elogi ai miei genitori per la loro certezza nel portare a termine la gravidanza. Io non capivo nulla, a quei tempi, ma i miei genitori avevano registrato lo sproloquio e così abbiamo avuto modo di ascoltarlo diverse volte da adolescenti. Per non creare disparità fra me e lei, anche nel suo caso è stato dato il doppio cognome, dimodoché è diventata Appassionata Perfalli Grossi. Ha cominciato coi ragazzi prima di me, che ho preso a darmi da fare subito dopo averlo scoperto, per non essere da meno. Questione di giorni, eh. Lei si chiama, dicevo, Appassionata ed io, che da brava primogenita voglio sempre primeggiare, ho scoperto di essere anche più appassionata di lei. Credo. In realtà la competizione fra noi è durata poco, perché presto è iniziata la collaborazione. Ad ogni modo abbiamo condiviso parecchie compagnie, sia maschili sia femminili, senza che la nostra passione ci conducesse a comprometterla coi nostri genitori. Le ho anche detto, più volte, che loro si preoccupavano e temevano fosse frigida. È stata comunque più brava di me, perché s'è fatta scoprire soltanto qualche mese prima del suo ...simo compleanno. Ovviamente s'è subito adeguata alle consuetudini familiari. Quando è arrivata la festa per il mio diciottesimo compleanno ha passato anche lei diverse ore con amici e parenti fra le gambe.
Il quinto componente è mio fratello. È nato quando già avevo conosciuto l'utilità della passera e del passero, ma non ero ancora esattamente collaudata riguardo i segreti della vita. Ciononostante nessuna di noi due sorelle ha potuto assistere al parto. Mio padre era bloccato per un infortunio quando mia madre è rimasta incinta. Quando la notizia della gravidanza è giunta in famiglia l'evento è stato festeggiato parecchio da tutti. Ovviamente escluso il nascituro, che però, abbiamo pensato tutti, quel giorno si dev'essere trovato a provare forti emozioni. Forti, prolungate e ripetute. Anche durante tutta la gravidanza, ma di durata più breve, le emozioni si sono ripetute con frequenza. Mio padre ha deciso di riconoscere il neonato nonostante questi avesse i capelli nerissimi e ricci e la carnagione decisamente scura. Sì, mio fratello è mulatto, quindi non è proprio mio fratello, ma in famiglia occupa un posto particolare per noi donne. Quando è nato mia madre, un po' stordita, ha chiesto perché gli avessero lasciato tanto cordone ombelicale a sporgere. L'ostetrica le ha risposto, sottovoce e arrossendo, che si trattava del pisellino. A questo punto mia madre si è ripresa di colpo esclamando un “cazzo!” quanto mai appropriato. S'è presa lei l'onere d'insegnargli i segreti della vita. Volevamo noi due sorelle fargli da maestre, ma in fondo non ne siamo state deluse. Celo siamo trovato che già aveva una certa esperienza e dimostrava un'encomiabile propensione. A una festa al mare, un'orgia per la verità, l'abbiamo portato direttamente nudo. Sulla punta dell'uccello nostra madre aveva dolcemente legato un fiocchetto rosso con un cartellino che riportava la dicitura “fra due minuti sono lì”. Il sostegno del cartellino ha ottenuto un enorme successo. Non il fiocchetto, penso che sia evidente.
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scritto il
2022-12-16
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