Vibrazioni

di
genere
sentimentali

Ascolto un po’ di Soul, R&B, contaminazioni di hip-hop, funk, elettronica, belle voci di belle persone. Cavalco le positive vibes. Oscillo a tempo con il mio corpo di giovane donna.
In momenti come questi mi sento grande, grande nel senso di vasta, incommensurabile. Mi piacerebbe avvolgere tutto, inglobarlo con quest’urlo primordiale che mi viene da dentro, che è la vita più della vita. Vorrei riuscire a mostrarti questa parte di me, disinibita, solare, avvolgente. Spero davvero di mostrarmi all’esterno in tutta la mia complessità, perché è quello che sono, sono caos, sono pluralità, mescolanza, ammasso, ingombro, superflua ma necessaria. E la pura verità è che la nostra essenza più profonda è questa, mutevole, inafferrabile, molteplice.
Sono certa che tu mi capiresti. Non lo so in realtà, sto immaginando e non dovrei, perché il modo migliore di vivere la realtà sarebbe senza aspettative precostruite, ma... ehi... sono “umana troppo umana” per fare le cose nel verso giusto. Mi basta incontrarti saltuariamente perché i pensieri non si fermino più, passo le settimane seguenti a scrivere, pensare, scrivere. Esattamente quello che sto facendo adesso.
Le mie riflessioni sono come anelli di fumo che si dissolvono nell’aria, mantengono contorni incerti, sono sempre pronte a variare. Tu invece mi parli con linee d’inchiostro, precise e sicure, mi regali rami per arrampicarmi ancora e ancora verso il cielo.

Riportarti a casa nella mia macchina, discutere di musica e di programmi per il weekend, cercare di non prendere troppe buche. È successo davvero? Sì, pare di sì.
Erano veri anche i nostri corpi che si avvicinavano nel buio, sono stati veri anche i baci sulle guance e i respiri che per un attimo si sono fatti vicini. È stata assolutamente reale anche l’immagine dei tuoi occhi castani che mi guardavano per poi dissolversi nell’oscurità oltre il cancello del campus.

Continuo a restarmene seduta qui ad ascoltare Dubstep, ipnotizzata dal ritmo. Il basso vibra nelle profondità dello stomaco, risuona nel cuore. Sarà dovuto a lui anche questo formicolio fra le cosce? Forse è colpa mia, che continuo a pensare a come sarebbe la sensazione delle tue labbra sul mio collo, dei tuoi zigomi ruvidi sul mio ventre tenero, delle tue mani affondate nei miei fianchi burrosi, della tua voce ridotta ad un sussurro nel mio orecchio.
di
scritto il
2021-12-05
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