Sulla strada

di
genere
sentimentali

Sono una creatura di porcellana, con una pelle liscia di feltro gommoso e la consistenza del burro appena fuori dal frigorifero.
Accovacciata nel buio, nero ardesia, opaco con tracce di blu e marrone. Mi nascondo dietro uno sportello, in una piazzola di sosta. L'asfalto grattugiato sotto i piedi e l'erba alta alle spalle. Pali della luce e fanali di passaggio spruzzano lampi negli occhi, il cuore corre nel petto.
Minuscoli pantaloncini svolazzanti e mutandine abbassate alle caviglie. La fica alla giusta distanza dal terreno si libera dell'impetuoso flusso. Piscio e mi schizzo sulle converse e sulle caviglie. Con il terrore, alle due di notte, che una mano esca dalla campagna e mi afferri. Piscio una Becks da 33, mezzo litro d'acqua e una serata passata con semisconosciuti.
I loro occhi mi avevano trapassato, le loro dita che poco prima suonavano strumenti avevano fabbricato agilmente canne sottili, il fumo si alzava in nuvolette. Nessuno me ne ha offerta una, avrei rifiutato altrimenti mi sarei presentata al posto di blocco dei carabinieri senza il visino da ragazza pulita.
Cazzo ne sanno loro, di questo corpo che piscia a bordostrada e si schizza. Del cazzo del mio fidanzato che mi trapassa come il burro, del suo sguardo su di me mentre scivola centimetro dopo centimetro e io lo avviluppo.
Di come vorrei essere indifesa in ogni situazione, aperta alle coltellate. Voglio sentire la lussuria del coltello che entra nella mie squame, la seduzione di colare sangue come colo umori su quel letto.
Perché se sono stata colpita vuole dire che ho parlato. Non sono stata in silenzio a percepire il mio corpo solo, dolorosamente staccato dagli altri.

Mi rivedo seduta ad un tavolo da cena, in una piazza, in una nazione lontana chilometri da casa. Io e un uomo nuovo silenziosamente attratti, una ragazza olandese con cui parlare di romanzi irlandesi, una coppia di spagnoli residente in Bulgaria e tutti gli altri. Vedo solo legami invisibili, desiderio di annullare le distanze.

«Se ti aspetti che tutti siano gentili e ti aiutano a raggiungere quello che vuoi stai sbagliando", ha detto quel tizio dai capelli strani stasera, ad un altro tavolo da cena. Perché no? Perché non posso pretendere che tutti gli occhi siano come quelli che ho conosciuti in viaggio.

- - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - -

Postilla
Ciao a tutte e tutti, non so più scrivere o comunque niente di troppo diverso da quello qui sopra, di cui ho perso il flusso e non riesco a continuare. Non mi va di cestinarlo, almeno non subito, anche se l'impulso è quello. Quindi lo pubblico e magari come al solito lo rimuovo dopo. Se qualcuno vuole darmi feedback o consigli fate pure.
di
scritto il
2025-07-10
4 4 3
visite
8
voti
valutazione
4.8
il tuo voto

Continua a leggere racconti dello stesso autore

Segnala abuso in questo racconto erotico

Commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.