Il cugino porcello Due

Scritto da , il 2019-05-26, genere incesti

Ero soddisfatta, dilaniata, dolorante, ma soddisfatta e felice, avevo perso la mia verginità, e l'avevo persa con il mio amore, l'uomo della mia vita, era il massimo.
Un paio d'ore dopo, ripresami un pochino, la zia mi riaccompagnò a casa, a causa del dolore, e della deflorazione, camminavo un poco a fatica, si capiva benissimo che mi avevano rotto il culetto, e una volta a casa, mammi si prese cura di mè, mentre mi faceva mille domande, e io rispondevo a fatica, e così spesso, interveniva mia zia, e mamma fù felice della sua presenza, e dimmi le chiedeva, la mia piccola ha sofferto molto?, le è piaciuto, e così via, poi mi lasciarono sola, e mi addormentai.
Alla sera, mi svegliò papà, mi abbracciò, e mi baciò, sono felice della tua nuova esperienza, e inizio di vita nuova, e così gli raccontai tutto per filo e per segno, poi volle vedere il risultato della mia prima scopata, e così, mi misi in ginocchio e mi voltai, mi sollevai la camicia da notte di pizzo, e lui mi abbassò gli slip che indossavo, e potè ammirare il mio culetto, vide la mia rosellina tutta rossa e lucida, la accarezzò, e mi disse, è stupenda amore, un fiorellino, e poi vide il mio cazzetto, lo prese tra le dita, e aggiunse, certo che qui, la natura è stata avara, e si mise a ridere, ridemmo insieme, mi girai, lo abbracciai, e gli dissi, certo io sono nata come mamma, per dare felicità ai maschi, e certo, che non assomiglio a tè, i tui trenta centimetri me li sogno.
Papà si staccò, a brutta troietta ci spiavi allora, tua madre aveva ragione, certo risposi, e mi gustavo la scena quando inculavi mamma era stupendo, mi baciò e raggiunse mamma.
Era ormai ora di cena, mi vestii e li raggiunsi in cucina, il dolore era sparito, e camminavo ormai normalmente, e mentre mangiavamo, raccontai per bene tutto, e risposi alle loro domande, eccitandoli moltissimo, tanto che poi dopo cena, mia madre si presentò in sala, nuda, con solo un paio di decolté nere tacco 10, Franco disse a mio padre, vieni in camera, e facciamo vedere a Paola come si fa e così, potei assistere alla scopata trà mamma e papà, assistetti alla lunga cavalcata in figa a mamma, che urlava di piacere incitando mio padre a sfondarla, e poi dopo una mezz'ora, la girò, e le fiondò il cazzo in culo, e la fece svenire più volte dal piacere.
Finita la prima di altre lezioni future, mi misi nel loro letto, tra loro due nudi, e iniziammo a parlare del mio futuro, i quello che avrei dovuto fare per i primi tempi, per dare loro modo di trasferirmi di scuola, sarebbe stato difficile coprirmi ancora per molto, e poi ormai i miei compagni sapevano della mia natura, discutemmo della mia relazione, e chiesi loro di potermi trasferire dalla zia e vivere con Marco, e così passammo la serata, ripromettendoci di discuterne col Marco, e la sua famiglia, mi addormentai con loro.
Alla mattina, mi svegliai presto, e mi preparai per andare a scuola, indossai i soliti slip col pizzo, e sopra gli odiati vestiti maschili, stupidamente, non mi ricordai che c'era ginnastica, e una volta in palestra, mi spogliai, e rimasi in slip, vidi la faccia dei miei compagni, e solo lì mi accorsi della sciocchezza commessa, in un attimo mi furono tutti vicini, mi scherzavano, mi deridevano, frocio mi dicevano, checca ecc, ero spaventata e mi veniva da piangere, e poi un attimo dopo, il professore, arrivò in mio aiuto, e mandò i miei compagni in palestra, e io potei calmarmi.
Ma cosa ti è venuto in mente di metterti indumenti femminili, queste cose le devi fare in solitudine, o con il tuo uomo, la gente non è pronta a questo, specialmente i ragazzi, ora è un bel pasticcio, e mentre mi parlava, mi acarezzava i capelli, ero appoggiata al suo petto, villoso, indossava un aio di pantaloncini, e una tuta aperta sul davanyi, sentivo il suo respiro sempre più affannoso, e sbirciai lì, e lo vidi crescere, a fatica rimaneva nei pantaloncini, era chiaro che era gay, e che lo eccitavo, allora persi la testa, non sa
ò come ne perché, mi staccai da lui, mi alzai, mi misi davanti a Davide, il mio professore, mi tolsi gli slip, e mi inginocchiai, feci scivolare fuori il suo cazzo, e iniziai a succhiarlo, come una vera pompinara, cercò di staccarsi, ma era impossibile, sono brava di bocca e poi ero una ragazzina, non resistette a lungo, iniziò a godere, e chiuse gli occhi, bene era fatta, mi alzai, e giratami, mi impalai sul suo duro cazzo, mi lasciai cadere e lo sentii dentro, iniziai a salire e scendere, mi afferrò per i fianchi, e mi aiutò a pomparmi, e poco tempo dopo mi riempì di sperma, era fatta mi ero fatta il mio professore, ero a tutti gli effetti una troietta.
Ci rivestimmo, e mi disse di andare a casa che mi avrebbe giustificato lui con la presidenza, e così, una volta a casa raccontai tutto a mia madre, senza tabù, e lei capì la mia vera natura, piccola mi disse, devi dirlo a Marco, la vostra relazione, è agli inizi, e non devono esserci segreti, e poi tù non sarai mai fedele, lo si capisce, ora hai scoperto il tuo mondo, e non ti fermerai di certo nel letto di Marco, è meglio che lo sappia anche lui.
Aveva ragione, così, lo stesso pomeriggio mi recai da lui, e con mia zia presente, gli raccontai l'accaduto, e gli dissi che volevo vivere con lui, come sua moglie, ma che l'esperienza col professore, mi aveva fatto capire che amavo troppo il cazzo e i maschi, e che non sarei mai stata fedele, e così, un'ora dopo, mi trovavo a pecora, con Marco che mi scopava indiavolato, e dal giorno dopo mi trasferii da lui, a vivere.
Rimasi ancora una settimana nell'istituto scolastico, poi mi trasferii in un collegio vicno al nostro paese, dove fui iscritta come Paola, e dove potei vivevere il mio ultimo anno scolastico in santa pace, ma questo non mi impedì, di incontrare il mio professore, un mese dopo il mio trasferimento, lo ncontrai vicino a casa dei mie, mi ero recata a salutare mamma, e una volta incontrato, e scambiato quattro chiacchiere, mi disse che non mi aveva dimenticata, si avvicinò, e mi baciò, mi sciolsi, lo presi per mano, e tornaisui miei passi, e una volta in casa, lo strinsi a mè, e gli fiondai la lingua in bocca, mia madre appena mi vide, si mise a ridere, ma brava la mia bambina, già con l'amante e in casa mia, brutta troietta, vai almeno in camera mia sciocca.
Presi per mano Davide, e lo portai in camera di mamma, in un attimo era nudo, e io feci scivolare a terra il mio vestitino a tubo, e rimasi nuda con i soli tacchi, mi misi tra le sue gambe e iniziai a farli un bel pompino, e al culmine lo guadai negli occhi, sborra professore ho sete, mi riempì la bocca di sperma, e mentre ci quardavamo negli occhi la bevvi tutta, era gustosa.
Poi mi stesi vicino a lui e dopo molti baci, lui si prese cura del mio pene, lo fece indurire per bene, e iniziò a succhiarmi, era stupendo, mi piaceva, era bravissimo, stavo godendo, quando fece capolino in camera mia madre, e si mise seduta vicino, ammirava il professore che mi spompinava, allora dissi, si amore ora vengo, bevi il mio seme, e venni nella sua bocca, quel poco che uscì, poi me lo trasferì con un bacio nella mia bocca, poi con uno scatto veloce mi girai, a pecora verso mia madre, scopami urlai, e lui mi fiondò il suo palo nel culo, e mi pompò.
Ad un tratto, mia madre si avvicinò, mi baciò, e così, le trasferii un poco del mio seme in bocca, lo apprezzò e mi baciò per tutto il tempo, fino alla sborrata di Davide.
Era pazzesco, avevo tradito ancora Marco, e una volta a casa, e dopo averglielo raccontato, mi prese con veemenza, scopandomi per buona parte della serata, era eccotato, avevo capito che era geloso, ma innamorato di mè.
Il giorno dopo, non avevo lezione, e così rimasi a letto un poco di più, mi raggiunse verso le nove la zia, io ero praticamente nuda, dormo con solo una vestaglietta, e così potè ammirare il mio corpo, nella sua naturalezza, si sedette, mi accarezzò, e si complimentò per quanto fossi bella, e aggiunse che era ora di fare qualcosa per il mio seno, ero troppo piatta, e poi mi disse, tesoro, Marco è innamorato di tè, e io capisco la tua voglia di uomini, e per questo, ti chiedo per favore, portali qui, porta chi vuoi, uomini o donne, una camera mia, se devono rimanere per la notte non c'è problema, ma scopa a casa nostra, ti prego, e poi mi abbracciò, grazie zia, anzi grazie suocera.


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