In viaggio con mio padre 11° mio padre con la dea araba

di
genere
incesti

La sera,dopo aver portato i bagagli in stazione ed aver fatto il check in,avendo a disposizione un paio di orette,siamo andati in uno dei numerosi bistrot che ci sono nella zona della Gare de Lion.

Avevamo ordinato un tipico plateau royal di ostriche,crostacei ed altri molluschi assortiti il tutto accompagnato da una bottiglia di Crug.

Ebbene si,avevamo deciso di spendere molto!

Gli affari erano andati molto bene e poi quella cena afrodisiaca a base di Champagne e frutti di mare,sarebbe stato un ottimo viatico per la notte d'amore e di sesso che ci aspettava in treno.

Durante la cena,gli avevo raccontato della bella esperienza che mi aveva fatto vivere Akira in quella casa dell'amore giapponese e quelle mie parole lo avevano già eccitato al punto che,col piede gli avevo tastato la patta dei pantaloni percependo una potente erezione.

Ci eravamo guardati negli occhi ed avevamo riso insieme.

Io però ero curiosa di sapere come fosse andata la sua serata con quella coppia dell'Oman e questo il suo racconto:

-Quando ero sceso dalla mia stanza,loro erano già ad attendermi nella hall dell'albergo.

Come sai,lei in pubblico si veste sempre alla maniera araba come d'altra parte fa quando viene in ufficio da noi o in fiera e dunque,nessuno tranne me,sa quale sia il suo aspetto.

Le uniche cose che mostra di se,sono i bellissimi occhi verdi e la statura superiore a quella del marito decisamente oltre la media per una donna.

Anche in quella occasione indossava il classico Niqab con quella specie di ampia tunica nera ed il velo che le copriva i capelli ed il viso lasciandole scoperti solo quei magnifici occhi verdi.

Io avevo già avuto l'occasione di fare la sua conoscenza "ravvicinata" quella volta che il marito me l'aveva offerta a New York quando lui,col pretesto di un impegno di lavoro si era assentato per mezza giornata.

Io ero andato a prenderla nel suo albergo e mentre l'aspettavo in un salottino,me la sono vista comparire davanti in tutto il suo magnifico e regale aspetto.

Vestita all'occidentale con un elegante abito di Versace,ed appariscenti occhiali scuri per nascondere gli occhi,nessuno in albergo l'aveva riconosciuta e neanch'io avrei potuto immaginare che quella bellissima visione che veniva verso di me,fosse proprio lei..."Ciao Alberto,sono Ameera" mi aveva detto salutandomi e costringendomi dopo un attimo di smarrimento,ad alzarmi per farle il baciamano.

Il sorriso che mi aveva regalato coi suoi denti bianchissimi sotto labbra tumide e carnose,aveva confuso ancora di più la mia mente...."Dove mi porti?" aveva subito chiesto senza troppi giri di parole ed io le avevo risposto "Andiamo a pranzo in un buon ristorante italiano a Soho"...."Non hai capito Alberto...abbiamo poco tempo ed io voglio sapere dove mi porti per fare l'amore" mi aveva risposto lasciandomi senza parole.

Siamo andati nel mio albergo ed abbiamo intervallato momenti di sesso appassionato a brevi spuntini che ci facevamo portare in camera e poi ancora sesso e...e...e...ancora sesso.

A letto era davvero scatenata e non vi erano giochi o posizioni che lei non avesse voluto sperimentare con me in quelle 4 ore di sesso senza freni.

Aveva certamente parlato col marito se lui,la sera stessa mi aveva telefonato per ringraziarmi con la promessa che ci saremmo rivisti alla prima occasione e rammaricandosi del fatto che dovendo ripartire per il suo emirato il giorno dopo,non sarebbero riusciti a liberarsi dagli impegni già presi per vederci ancora,prima della partenza.

Ma tornando a ieri sera,per evitare che vi fossero testimoni sgraditi a quella nostra uscita,aveva lasciato libero il suo autista e ci eravamo spostati in taxi.

Eravamo subito andati a cena in un elegante ristorante arabo in rue de Rivoli e poi nella loro lussuosa casa parigina affacciata su champ de Mars con vista Tour Eiffel.

Un appartamento davvero magnifico con un grande terrazzo e davanti quell'immensa distesa verde.

In quell'appartamento eravamo solo noi avendo dato un permesso anche a tutta la servitù.

Mentre eravamo seduti nel sontuoso e un po pacchiano,salotto,si era occupata la moglie di servirci da bere,contravvenendo ai loro dettami coranici,tra un'ampia scelta di alcolici.

Dopo il servizio fatto rimanendo coperta dal suo Niqab,il marito l'aveva autorizzata a mettersi in libertà.

Quando era riapparsa dalla porta,pareva una visione.

Mi sembrava impossibile(Anche se a New York era successo quello che era successo)che lei,in presenza del marito si presentasse in quel modo.

Coi lunghi capelli neri sciolti sulle spalle e dietro la schiena,indossava un baby doll in seta trasparente.

Senza reggiseno giacché le gonfie e prosperose mammelle rimanevano su come fossero di marmo coi capezzoli che come bacche rosa,puntavano la seta come a volerla bucare.

Un perizoma altrettanto trasparente,lasciava trasparire il ciuffo di peli neri che adornavano lo spacco della fica.

Scarpe rosse dal tacco vertiginoso,completavano l'immagine di quella figura mitologica.

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scritto il
2019-04-28
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