Vuoi fare l’amore con me?

Scritto da , il 2019-03-18, genere etero

È tutto così strano. Vederti qui, mezzo nudo e disteso, su questo letto che è il mio letto e che mi vede sempre godere sola. È notte fonda. Con un gesto irriflesso gli occhi si posano sulla sveglia che è sul mio comodino, parliamo da ore. Sembra tutto così lento, fermo, eppure il tempo è passato così veloce. Sorrido pensando a quanto siamo matti. Abbiamo sempre e necessariamente scopato con le luci accese. Come se non esistesse altro modo per guardarci bene in faccia e godere dei nostri corpi nudi. E allo stesso modo abbiamo fatto l’amore, scoperti, l’uno di fronte all’altra. E ora, che semplicemente chiacchieriamo, preferiamo il buio. L’unica luce, stavolta, è quella che ci arriva attraverso le fessure delle imposte. Ed è grazie a questa luce che intravedo il tuo viso. Che ci facciamo qui. In casa mia, fra le mie cose e fra queste quattro mura che sanno tutto di noi. È stato così naturale portarti qui e guardarmi intorno mentre infilavo la chiave nella serratura del portone. Non è la prima volta ma ogni volta è come se lo fosse. E sono calma anche se non dovresti essere qui dopo le cose che in continuazione ci siamo detti. Forse è per questo che parliamo e parliamo ancora. E sono calma anche se non sai quanto sto rischiando a giocare con il fuoco. Sono sola stanotte ma chi può dirlo. E se arrivasse ora? Se non lo sentissi salire di corsa le scale, presa come sono dalla tue suadenti parole? E se entrasse nella nostra stanza senza far rumore e ti trovasse qui, su questo letto che è anche il suo? E se mi leggesse in faccia ogni cosa e tutto finalmente gli diventasse chiaro?
Questa intimità mi rende irrequieta e il tuo sguardo in penombra mi obbliga a non staccare gli occhi dai tuoi. Potrei fare quello che mi riesce meglio. Infilarmi due dita dentro e godere mentre mi guardi entrare e uscire dalla mia fica fradicia. Farti annusare la mia mano e fartela leccare per poi riscendere giù fra le cosce che terrei strette per allungare il piacere. Venire ansimando ad un palmo dal tuo naso, regalarti il mio viso stravolto insieme alle mutande sporche del mio orgasmo. Invece continuo ad ascoltarti e a parlare perché, nonostante la fottuta voglia, resterei qui ore ed ore ancora. A capire le tue ragioni e a vomitarti in faccia le mie. Solo che le parole stanno a zero perché quello che il mio corpo reclama se ne sbatte il cazzo delle nostre ragioni! Ed è questo che mi fa pensare che forse è inutile parlare. O forse è utile ma inutile di fronte a questa voglia che continua ad essere più forte di qualsiasi maledetto problema. Allungo una mano nella tua direzione. Sei nella solita posizione, la testa sul cuscino, le mani sotto. Cerco di toccarti ma ti ritrai senza la minima intenzione di tacere.
Scendo giù e ti accarezzo la carne calda, poi ti afferro il cazzo infilando le dita tra il tuo corpo e il letto. Ti sposti leggermente sul lato perché possa prenderlo completamente in mano e impugnarlo.
“Che vuoi fare?” Mi chiedi mettendo fine, finalmente, alle accuse che mi rivolgi da ore.
Non rispondo perché di parole ne ho già dette tante. E ne potrei dire mille altre ma non ne ho la forza. Ho spiegato, argomentato e ribattuto. E comunque nessuna delle mille altre parole che potrei dire potrebbe fermarmi ora. Avvicino la bocca e ti ingoio completamente. Emetti un suono impercettibile ma nel silenzio di questa stanza il piacere che soffochi in gola inizia a rimbombarmi nella testa. Lo ricaccio fuori solo per annusarlo. Me lo passo sul viso, sulle labbra e poi di nuovo lo succhio e lo lecco dalla base alla cappella. Gusto il tuo sapore buono guardandoti dritto negli occhi, con movenze lente accompagno il tuo cazzo, ormai durissimo, fuori e dentro la mia bocca.
“È come dici tu. I tuoi discorsi non fanno mai una piega, ma sono solo discorsi.” Sussurro con un filo di voce.
Lo bagno con la mia saliva e ci sputo sopra per osservare i rivoli che dalla mia bocca colano sulla tua carne turgida e nervosa. La tua gamba si allunga fra le mie cosce. Spingi il ginocchio sulla mia fica gonfia, lo strusci con forza e poi spingi ancora. Inizio a seguire i tuoi movimenti e ritmicamente muovo su di te il bacino così come la labbra sul tuo cazzo. Stai per venire. Ti sento enorme e fino in gola, tanto da non respirare. Ti sento caldo e pulsante in ogni angolo di questa bocca. Mi afferri i capelli e li tiri mentre mi riempi del tuo sperma con tutta la furia di cui sei capace. Ti assaporo e ingoio leccando ogni goccia della tua sborra densa. Mi guardi e sorridi scoprendomi sporca di te, poi ti rilassi.
Tolgo il balconcino nero e mi fiondo sul tuo corpo perfetto poggiandoti le tette sul petto nudo. Non voglio che tu abbia il tempo di pensare. Non voglio che tu ci metta testa, che tu metta fra di noi la ragione.
“Vuoi fare l’amore con me?” Ti dico avvicinandomi all’orecchio. Ti respiro sul collo, lo bacio.
“Vuoi farlo qui? Sul mio letto? Nella mia stanza?”
Mi afferri la nuca e avvicini le labbra alla mie.
“Se ti dicessi no?”
“Devi dire si!! Perché siamo qui allora? Perché stiamo parlando a casa mia! Nel mio letto!”
“Non risolveremo niente così. “
“Non risolveremmo niente comunque!”
Mi metti la lingua in bocca cercando la mia. Ti alzi e mi alzi di scatto afferrandomi per il culo e allargandomi le cosce per farmi sedere su di te e sul tuo cazzo che è di nuovo duro. Sei eccitato. Eccitato e bellissimo. Sono bagnata fradicia e gemo nella tua bocca pregandoti di scoparmi come mai prima. Sollevo il bacino e riscendo perché ti voglio nella fica. Mi penetri lentamente e poi mi sbatti godendo del rumore che fa la mia carne contro la tua. Mi rialzo e riscendo impalandomi sul tuo cazzo che ormai sento ovunque e ovunque lo voglio. In ogni buco. I tuoi colpi forti e decisi mi tolgono il fiato e il tuo viso, stravolto dal piacere, non mi lascia distogliere lo sguardo dal tuo, ancora una volta e come sempre.
“Sono solo tua, fottutamente tua”
Con le mani dietro la nuca ti riporto a me ed esplodo il mio intenso orgasmo nel tuo violento orgasmo ansimandoti e godendoti nella bocca.
Siamo sfiniti. E preoccupati. E svuotati. E senza parole.
Mi stringo a te per annusarti ancora un po’. E ancora un po’ per sentire la tua pelle nuda sulla mia.
“Dovresti andare ora, mi è venuta l’ansia.”
Ed è vero, cazzo! L’ansia!
Ti vesti in fretta come sai fare tu, senza esitazione e senza guardarti indietro. Io, sul letto, memorizzo ogni tuo movimento, come se non dovessi vederti più.
Stai per uscire dalla stanza ma ti fermi. Accendi le luci, sorridiamo.

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