Nostra Signora degli Incubi

Scritto da , il 2018-10-09, genere pulp

Il documento che vi apprestate a leggere è la trascrizione delle parole che la medium ******* *********** ha pronunciato incanalando il potere della nostra più antica antenata, Nostra Signora degli Incubi.
Il significato di questo messaggio è attualmente al vaglio dei nostri Intermediatori, che non hanno ancora individuato la donna che risponde al nome citato.


Dall'archivio storico.
Trascrizione della seduta numero 8 del 10 ottobre 1961.


Lei è la Prima Cacciatrice: individua le donne.
Lavorare al centro prelievi dell'ospedale più grande della città è un piacevole diversivo quando il vero scopo è assorbire potere.
Riesce a scorgere la magia dalla sfumatura del sangue che entra a fiotti nelle provette; qualche volta persino dall'odore emanato dalla pelle, ancor prima di averla punta.

Quando sarà il momento, non potrai rivolgerti all'ospedale: lei avrebbe la tua vita servita s'un vassoio d'argento.

Con la scienza dalla sua parte, quando leggerai questo messaggio avrà già individuato interi nuovi alberi genealogici di streghe, da cui avrà già strappato molti frutti.

Lui era il Primo Cacciatore: provvedeva alla cattura fisica degli esemplari che volevano togliere dalla circolazione.
Le prime a essere prese sono state le più potenti: donne dai sessant'anni in su, che avevano accumulato magia, esperienza e conoscenze per tutta una vita.
Per lui era stato molto difficile all'inizio ma, via via che loro furono tolte di mezzo e la loro età iniziò a calare, attirarle, allontanarle dalle loro protezioni e sedurle, divenne sempre più semplice.

Quasi divertente...

Entrava nei loro sogni con l'aspetto di uno sconosciuto, talvolta con quello di un amico o un amante.
Con quelle veramente pericolose adottava la loro immagine speculare, per confonderle.
Raramente si presentava con il suo aspetto.

Sono andati avanti in questo modo per anni: lui non ha mai avuto nessuno scrupolo nell'esaudire i suoi desideri, e lei lo ripagava sempre lautamente per i suoi servigi, in un rapporto perfettamente equilibrato, armonico.
Mai uno screzio, mai un'obiezione.
Erano potenti, sani, giovani, e si mantenevano tali grazie all'enorme quantità di magia che portavano via alla nostra gente, per non parlare del denaro: bonifici da capogiro alla conclusione di ogni missione e i loro capi non baderanno mai a spese pur di cancellare la magia dalla faccia di questo pianeta.

La casa è arredata sontuosamente.
Librerie alte fino al soffitto, lampadari di vetro di Murano, sculture preziose poggiate su colonne di marmo.
Falsi d'artista di quadri di Boldini, divani in pelle e una quantità sbalorditiva di affilati athamé dai manici intagliati nei materiali più disparati, sparsi per tutta casa: madreperla, ossidiana nera, giada verde, turchese, ebano e argento...
Oggetti curiosi, dall'aria costosa, che farebbero volentieri l'occhiolino a un ladro - se qualcuno avesse mai il coraggio o fosse tanto stupido da entrare a rubare in quella casa, s'intende.

Solo una volta il Primo Cacciatore ebbe delle rimostranze piuttosto decise riguardo ciò che doveva fare: si trattava di una donna che conosceva, non aveva nemmeno 30 anni ed era incinta.
Era già entrato nei suoi sogni diverse volte nei mesi precedenti, ma sembrava che dall'alto avessero deciso di rimandare la sua cattura: a detta loro non costituiva una minaccia letale.
«Sulla lista ci sono streghe più potenti di lei che hanno la priorità...»
"E poi così potrebbe passare almeno qualche anno con il bambino..." - ma questo non lo disse, lo pensò e basta.
Lei gli rispose che i loro capi erano stati avvertiti dalle veggenti: presto sarebbe diventata troppo potente persino per essere avvicinata e anche se così non fosse stato, non volevano certo ritrovarsi tra i piedi un erede arrabbiato, che sarebbe andato a cercarli magari dopo vent'anni, con una gran sete di vendetta, no?
«Il figlio di Hazel Rain non nascerà mai.
Tu la porterai da me, prenderemo tutta la sua magia e lei morirà, com'è giusto che sia.
Per lei e tutte le creature malvagie ancora là fuori non c'è posto in questo mondo, lo sai...
«Ci somigliano, ma non sono come noi...» gli si era avvicinata a tal punto che l'uomo poteva sentirne il profumo irradiarsi dalla scollatura verso di lui, le curve dei seni chiare e invitanti.
Guardarla negli occhi era diventato difficile.

Faceva parte del suo potere, non è stata colpa sua...

«Se quel bambino venisse al mondo e tu lo prendessi in braccio, durante il suo primo pianto di neonato sentiresti un'energia scorrere e riverberare dentro il tuo cuore... Forse vedresti i prodigi dei primi minuti di vita di cui si parla nelle leggende... Sono sicura che ti farebbe piacere, che ti commuoveresti persino... - lei iniziò ad accarezzarlo sul torace e lo cinse poi in vita facendo aderire il corpo al suo.
Era impossibile che non si fosse accorta dell'erezione che era cresciuta nei suoi pantaloni.

«Un po' come Geppetto con Pinocchio quand'era una marionetta, tu lo tratteresti come un bambino, ma non sarebbe un bambino vero... - a quel punto gli aveva infilato una mano sotto i pantaloni e aveva iniziato a toccarlo.
Il Primo Cacciatore aveva chiuso gli occhi e l'aveva lasciata fare: i vestiti avevano abbandonato i loro corpi.
Indietreggiando lentamente verso il divano, l'uomo era completamente incantato dalla vista del suo corpo nudo: la pelle chiara, morbida e liscia; i capelli scuri e lunghi che le ondeggiavano attorno; le labbra socchiuse e rosee.
Lui preferiva decisamente vederle rosse e gonfie dopo il sesso orale: trovava che risaltassero sulla sua carnagione così pallida ma, onestamente, non è che avesse mai le idee molto chiare quando lei finiva.
Quando toccò il bordo del sofà quasi perse l'equilibrio, ma riuscì a non rovinare giù di peso, guidato da non si sa quale forza di volontà.
Lei non ebbe bisogno di usare le mani, impegnate a conficcare le unghie sulle spalle dell'uomo: era pronta e lo fece entrare strappandogli un sospiro.
Con un affondo impercettibile dentro di lei, l'uomo iniziò a godere.
Si muoveva su di lui e nel dargli piacere aveva ribadito chi, tra i due, fosse la fonte e chi la foce: lo aveva rimesso al suo posto, sotto e dentro di lei.

Era suo il potere. Era lei che comandava.
Lo era allora e lo è ora.

«Credi che non abbia notato come la guardavi, l'ultima volta?»
Da qualche parte, dentro la sua testa, il cacciatore aveva compreso che quella frase significava pericolo, ma lo spirito di conservazione non poté nulla contro la sua magia.
«E... - in ogni pausa un affondo, un respiro mozzato.
«Pensi che quando sei entrato nei suoi sogni all'ultima luna nuova... - il suono liquido dell'eccitazione si spandeva nell'aria - Pensi che nonostante il buio d'oltretomba in cui hai cercato di nasconderti... io non sia riuscita a vederti mentre t'infilavi tra le sue gambe e te la scopavi?»
La cacciatrice si muoveva veloce e decisa su di lui: godeva della sua paura, del suo sesso eccitato che le attraversava il corpo.
I loro respiri si facevano sempre più pesanti.
Lo sguardo dell'uomo ebbe un attimo di consapevolezza, in parte ottenebrata dal piacere arrivato al suo apice.
«Se non mi avessi mentito, forse avrei anche potuto farti tenere il bambino: saresti stato di certo un buon padre...»
Dissipato dall'orgasmo e dal lampo dell'athamé d'argento che lei gli conficcò nel collo, l'incantesimo che lo teneva incatenato al suo volere lo abbandonò, così come la sua vita.

Questo racconto di è stato letto 1 6 3 0 volte

Segnala abuso in questo racconto erotico

commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.