Io etero, Lei etero, il lui di lei etero parte 2

Scritto da , il 2018-02-14, genere etero

Ciao Andrea come andata la settimana?, direi che è scivolata veloce perché il mio chiodo fisso è per il “sabato sera da te ”,a proposito di sabato sera, Adriana non deludermi!? NO volevo solo definire i dettagli; ceniamo fuori o vuoi che mangiamo a casa e dopo usciamo? tutto quello che va bene a te va bene a me, d’accordo ci vediamo per le 20 a casa mia. La porta si apre e mi si presenta un uomo più o meno della mia età sui 30 anni, quasi la stessa altezza sul metro e ottanta, la sua è una corporatura più snella della mia, lui è il classico latino-ispanico ed io sono il classico indo-europeo capelli castano chiari ed occhi azzurri. Ciao sono Andrea ma i fiori non sono per te, Ciao io sono Marcus me lo aspettavo in fondo i fiori non si regalano agli uomini ma questa è una discriminazione di genere e scoppia in una sonora risata. Con una vigorosa stretta di mano entro nella casa della coppia Marcus e Adriana la quale mi viene incontro sorridendo: benvenuto da noi Andrea. Scusatemi ma non posso essere con voi, anche se per poco, perché sono impegnata in cucina ma voi intanto familiarizzate con un aperitivo. Siamo entrati nel soggiorno e Marcus mi dice che se voglio stare in libertà posso togliermi giacca e cravatta senza fare complimenti; allungo a Marcus la giacca e la cravatta e mentre lui esce io mi siedo su di una poltroncina di vimini gustando un aperitivo a base di rhum. Allora come va? rilassati e sentiti come se fossi tra amici mi chiede Adriana che è entrata per portare le pietanze sulla tavola, si ci provo e devo dire che trovo Marcus una persona gradevole, lui è più che gradevole è una persona speciale così dicendo Adriana si gira verso Marcus che rientra in canottiera ed un leggero bermuda. Andrea forse ho esagerato nel mettermi in libertà? No! Se tu ti senti a tuo agio va bene così, e tu con camicia e pantalone di ordinanza ti senti a tuo agio?, se fossi a casa mia sarei come te in canottiera e short, se me lo permetti e naturalmente se tu vuoi ho un bermuda anche per te; detto questo si alza ed esce tornando con bermuda e ciabatte. Il pranzo è scivolato amenamente fra chiacchiere e qualche confidenza. Sei stata molto brava Adriana ho gradito quello che hai cucinato, grazie Andrea ma adesso bisogna decidere se vogliamo uscire o continuare a chiacchiere fra noi ed in tal caso andiamo nel salotto. Restiamo perché si era creata un buon feeling merito anche del buon rhum; tutti e tre siamo seduti sul divano tenendo in mezzo Adriana. Avere Adriana così vicino e sentire il suo afrore mi fa un effetto inebriante con la conseguenza di avere il cazzo in tiro; Marcus nota la cosa ed il suo messaggio di risposta è una sistemata del bermuda lasciando scivolare il cazzo tutto da una parte.
Adriana non ignora il mio arrapamento per lei come non le è sfuggito che anche Marcus ha il cazzo in tiro; in tutto questo surriscaldamento maschile Adriana sta a suo agio senza nascondere una certa eccitazione. Marcus rompe gli indugi ed infila una mano fra le cosce di Adriana la quale subito lo favorisce aprendole, mi sento indeciso ed in imbarazzo ma quando lei strofina la sua gamba contro la mia i dubbi svaniscono ed infilo la mano sotto la camicetta e trovo il capezzolo in erezione.
A questo punto io tolgo la camicetta ad Adriana e Marcus le toglie il pantalone e lo slip, anche noi restiamo nudi. Marcus prende tra le braccia la padrona di casa e la porta in camera da letto; strada facendo non posso fare a meno di guardare le ottime dimensioni del pene dell’altro e per un momento mi trovo a fare il confronto con i miei 23 cmt larghi e deduco che lui ne deve avere uno o due in più. Il letto matrimoniale e quasi a tre piazze e ci accoglie comodamente naturalmente Adriana è al centro e volgendosi verso di me, senza nessun imbarazzo, mi dice: Andrea non ho dimenticato la tua potenza.
Senza alcun disagio, in quanto sento il mio “vergon” pronto al confronto con Marcus, le rispondo: Adriana non ti deluderò. Mi alzo, slargo le sue gambe e mi ci piazzo in mezzo, do una insalivata al mio cazzo, gli punto la cappella contro la sua vagina e con un bel colpo di reni gli ne piazzo più di metà dentro; il suo grido non mi fa desistere: so che è un segnale di piacere, lo tiro fuori lo insalivo di nuovo e lo spingo, scivola dentro facile avendo lei la figa già molto umida di umori; lei continua a gridare ma intanto mi aggancia i fianchi con le sue gambe offrendomi tutta la sua vagina. La sua figa che stringe il mio cazzo è calda, collaborativa e osapitale.
Sono imbufalito, la scopo con forza ed intensità mentre lei mi si torce sotto, mi rigiro ora lei è sopra di me, sento che lo tiene tutto dentro, i miei colpi di reni rapidi e ripetuti la sfiancano e non riesce a tenerlo dentro ma anch’ io sento che la schiena a pezzi. Allevio la fatica cambiando ancora la posizione e scelgo di metterla alla pecorina adesso posso resistere ma lei fra un lamento ed un rantolo di piacere mi sussurra vieni!! non resisto , con la mano cerco il clitoride e lo accarezzo, lo sfregolio fa aumentare la sua eccitazione si china su di me incitandomi: vieni dentro e riempimi ti prego! Andrea sto per venire adesso! vieni! Non resisto gli scarico tutto nell’utero. Lei mi cade addosso, l’abbraccio, siamo l’una sull’altro, il mio cazzo barzotto resta nella sua figa, mi morde il lobo dell’orecchio: sei una bestia. Siamo sempre nella stessa posizione rilassante e coinvolgente ma vedo Marcus muoversi, fare il giro del letto ed avvicinarsi a noi, allarga le mie gambe e quelle di Adriana, si pone in mezzo e comincia a leccarle le natiche, piano piano gliele allarga e la sua lingua scende verso il buco del culo, glielo bacia, glielo titilla, glielo succhia; Adriana soffia ed ansima, il suo fiato caldo lo sento sul mio viso, ha capezzoli duri ed eretti a mi comincia a tornare duro il cazzo. Gli fa scivolare il dito sopra, gli gira intorno, lo spinge leggermente dentro sento crescere la sua eccitazione perché il suo clitoride duro si strofina sul mio pube: il precum umidisce il mio glande Ahhh!...Ahhh!. Marcus gli sta lavorando il culo con pazienza e con maestria ora le parla con voce bassa e rilassata: amore ora comincia a respirare profondo ed in modo regolare, si unge con abbondanza il cazzo. Prendo fra le mie mani il viso di Adriana, avvicino la sua bocca alla mia le nostre lingue si incontrano e danzano. Marcus è pronto, accarezza delicatamente Adriana, la sua mano si infila fra il mio petto e quello di lei, cerca il capezzolo e lo trova, lo massaggia; sono eccitato ho il cazzo sempre più duro nella sua figa e le palle se ne sono salite su. Lui si abbassa e le sussurra nell’orecchio: Amore la mia cappella è al centro del tuo culo non resistere, apriti e spingerò lentissimamente, brava così amore così, collabora che il culo ti si apre, il mio grande sta entrando, Marcus no basta!! ti prego basta!! mi fa troppo male si lamenta Adriana, lui non si ferma ed il tono della voce si fa alto: mi fai male, basta mi fai male, va bene Adriana come vuoi tu, Oh si! Marcus si!! poi il grido di Adriana mi assorda. Marcus glielo ha spinto per metà dentro e glielo tiene ben fisso e fermo anche se lei si dimena per liberarsi; i suoi movimenti mettono in movimento il mio cazzo e questo fa crescere la sua eccitazione che le fa rilassare anche i muscoli anali, ora Marcus può spingere tutto dentro e la sta stantuffando rapido e con forza. La stiamo chiavando in due e nei nostri movimenti i cazzi si toccano. Una esperienza nuova per me che mi piace, mi procura un piacere intenso, ognuno di noi riesce a dare piacere agli altri; il piacere circola in noi e proviamo tutti lo stesso intenso godimento. Adriana con i suoi incitamenti, con i suoi rantoli, per aver già goduto tre volte intensamente, ci sta portando anche a noi a venire. Sborratemi dentro adesso!, voglio sentirvi sborrare così che io possa godere nuovamente !, queste parole mi sferzano eccomi Adriana è tutto per te mentre sto eiaculando sento che anche il cazzo di Marcus si contrae per liberare il suo sperma. Il sonno ci coglie così tutti distesi sul letto sudati, sfiniti ma appagati . Volete un semplice caffè o una buona colazione? Con questa domanda di Adriana mi sveglio e guardandomi intorno vedo al mio fianco Marcus. Allora che cosa volete? Io voglio un caffè abbondante e forte, OK, tu Marcus, anche a me un caffè ma quello colombiano, perché colombiano gli chiedo ? perché sono colombiano e perché il caffè colombiano è il migliore. Adriana si fa posto fra noi due e chiede: il caffè come era? Ottimo rispondiamo in coro. Lei scende dal letto e prima di allontanarsi mi guarda: Andrea tu hai ancora qualche cosa di ottimo da darmi? Sicuramente si!. Le salto addosso ma lei mi si rivolta contro per sfuggirmi,nella amorosa lotta atterriamo sul letto ma Marcus colpito cade sul pavimento. Riesco a metterla sotto alla pecorina ma Il mio cazzo è ancora floscio, non è ancora pronto ad affrontare un'altra battaglia dopo quelle della notte ma non mi faccio scappare Adriana da quella posizione; anche io voglio quello che non ancora mi ha dato. Riesco ad allargarle le gambe ed infilo in cazzo in figa tanto per farlo venire duro, le apro le natiche e vedo il suo buco di culo rosa un poco maltrattato, il cazzo dopo aver capito cosa gli tocca è di nuovo duro anzi durissimo, una bella insalivata al caffè colombiano, gli punto il cazzo e senza indugio spingo deciso dentro. Bastardo!, No! nel culo no non è tuo! guardo Marcus e lui mi domanda sei capace di addomesticarla? . Vedrai di cosa sono capace dico fra me e me . Lo tiro fuori dal culo di Adriana la quale cerca di sfuggirmi ancora ma l’afferro e la rimetto, con non poche difficoltà, di nuovo alla pecorina insalivo il cazzo ed il suo culo, punto la cappella e con un forte colpo di reni glielo spingo quasi tutto dentro, lei si sbatte come una farfalla impazzita ma le rimane dentro e ci resto; la strada è quasi fatta, comincio ad incularla. Mi accosto al suo orecchio e le sussurro: non scivola ancora bene ma ti addomesticherò Adriana, questo culo ora è anche mio, sei un animale bastardo, si ma adesso allargati le natiche e fattelo scivolare dentro tutto, lei obbedisce ed io capisco che lo vuole, lo tiro fuori e lo insalivo ancora, lo infilo dentro tutto con un colpo solo. Non è più un grido di dolore ma di accettazione sentirlo mi “attizza da morire ” , scivola il mio cazzo in quel buco stretto lo lascerò come una porta aperta. La stendo tutta sul letto e la pompo con tutta calma, se lo sente tutto dentro lo vuole ormai, lei mugola con una gatta in calore; lo tiro fuori e guardo il suo buco aperto le faccio scivolare un fiotto di saliva e lei ha un fremito continuo ad incularla fino a quando sento le palle piene devo sborrare. La faccio mettere di traverso con due cuscini sotto le spalle, le sue gambe appoggiate al mio petto cosicché il suo culo è all’altezza del mio cazzo ma Marcus la tira verso la sua sponda finché la testa non penda fuori. Guardo Marcus per capire cosa vuole fare, ha il cazzo è fatto veramente bene: è bello!!. Le chiede: amore dai comincia a succhiare, glielo infila floscio in bocca e lei lo succhia, lui con movimenti ripetitivi lo tira fuori e lo spinge sempre più in fondo poi fa una pausa per lasciarla respirare, il cazzo diventa duro ora lei non riesce a farlo scendere tutto ma lui spinge lei ha un conato le tappa il naso e le stringe la gola: passa. Adesso può scoparla. Sono affascinato nel vedere come quel cazzo scende nella gola di lei restarci dentro e poi uscire grondante di saliva. Adriana riesce a dire: non ce la faccio più, ho goduto come una mandrilla non ho più forze mi sento svenire adesso. Basta! Marcus mi guarda e mi dice sborriamo insieme? OK io fra poco sono pronto. Io e lui ci stringiamo le mani intrecciando le dita, sborro nel culo provando una sensazione di intenso e completo piacere anche se palle mi fanno un male tremendo.
Andrea la tua camicia, cravatta e giacca sono qui sul divano, grazie Adriana. Mi accompagnano alla porta mentre si tengono per mano, prima di salutarmi Adriana mi chiede: hai impegni per il prossimo week-end? CERTAMENTE CHE NO! aspetto la tua telefonata. Lei mi bacia infilandomi la lingua lui mi stringe la mano e mi tira a sé e mi bacia MA SENZA LINGUA.

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