Zoccola

di
genere
etero

Lisa quel soprannome se l’era guadagnato a sedici anni quando strappò Alberto ad una sua quasi amica la quale non sopportò lo sgarbo e mise in giro la diceria: LISA è una zoccola.
Ma non era stata lei a provocare lo sgarro perché cominciò Alberto la guardarla allupato, a dire il vero la sua presunta fidanzatina era una cessa, la storia veramente non decollò mai e si ridusse a poche pomiciatine, sborratine infra cosce che la lasciavano sporca e basta.
Comunque sentire il sussurro di quella parola tra le ragazzine del quartiere la faceva sorridere e la stuzzicava.
Anche quando lasciò il paese perché la famiglia si trasferì in una altra città quel soprannome le ronzava ancora nelle orecchie; allora era giustificato, oggi a 26 anni chiamarla zoccola è esagerato ma non del tutto ingiustificato; scopava ma senza darla.
Aveva ventuno anni quando lasciò la casa di famiglia per trasferirsi in una altra grande città dove aveva trovato un lavoro con un futuro interessante e stimolante, la sua mansione di lavoro la portava ad intrattenere i clienti e collaboratori esterni.
Lisa non passava mai inosservata per la sua fisicità: coscia lunga, tette tondeggianti ma non troppo, il labbro superiore era ben definito dal solco che rendeva la bocca sensuale e arrapante poi sapeva valorizzarsi con il giusto maquillage. I colleghi le avevano dato, non a torto, il soprannome “la figa” per il suo culo che gli altri lo chiamavano “culo da sballo”.
A ventiquanttro anni non l’aveva ancora data a nessuno non perché non la volesse dare ma non la voleva buttare al primo cane di passaggio, doveva essere uno che lasciava il segno ed il segno arrivò.
Ricky era uno che veniva sempre in azienda come consulente, era un bell’uomo sui trentacinque anni ben messo, non era un figo hollywoodiano ma per lei aveva quel glamour erotico che la stuzzicava senza sballare.
L’occasione capitò quando Lisa sostituì una collega di un altro reparto andata in maternità, qui Ricky la incontrava ripetutamente ed essendo uno che cercava sempre carne fresca da consumare si avventò su Lisa, la corte era spietata alla quale lei resisteva ma non troppo, voleva patteggiare nei termini te la do ma a condizione.
Ricky ne aveva fatto una questione di puntiglio la voleva conquistare a tutti i costi avendo intuito che era intonsa, per questo non stava più nella pelle.
L’occasione si presentò più presto di quanto si fosse immaginato.
Si incontrarono nella mensa aziendale, tra una parola e l’altra tra inutili confidenze ci scappò l’invito per il week-end lungo organizzato dal dopolavoro della ditta.
Una settimana bianca.
-Ricky: sai sciare?
-Lisa: la neve non mi entusiasma ma la trovo romantica in montagna,
-Ricky: abbiamo la stessa idea, chissà quante ne avremo ancora in comune, perché non cogliamo l’occasione per conoscerci meglio?
-Lisa: sei così libero da passare una settimana fuori casa?
-Ricky: libero come un falco pellegrino e tu?
-Lisa: sono una volatile di montagna
-Ricky: spero della famiglia delle passere e non chiedermi altro.
Con l‘autobus raggiunsero la stazione sciistica, di neve c’era tanta per la felicità dei compagni di vacanza ma naturalmente non per loro, nella prenotazione l’esperto Ricky fece sì che le camere fosse contigue e comunicanti perché era il momento di battere il ferro finché fosse caldo.
Lisa non fece niente per nascondere la sua intenzione quando Ricky bussò.
-Lisa: avanti!,
-Ricky: anche tu sei stanca per il viaggio? Non uso più gli autobus da quando ero ragazzo
-Lisa: era quasi i déshabillé; mi disturba fare i viaggi in autobus.
Lasciando i convenevoli si trovarono nudi nella bella camera, Ricky ci sapeva fare e cominciò con molta delicatezza, sapeva baciare molto bene faceva girare la lingua giocando con quella di lei alla quale quel divertissement piaceva tanto che i suoi capezzoli si appuntirono, a Ricky piaceva trastullarsi così.
Lisa cominciava ad eccitarsi sempre di più, i suoi rosei capezzoli leccati dolcemente addentati,
la facevano sospirare per il piacere e questo agitò il suo amante la cui lingua scivolò lungo il corpo di lei fino ad arrivare al clitoride turgido.
Lisa però aspettava il colpo fatale che non veniva, Ricky continuava a giocare stringendo tra le labbra il suo clito succhiandolo, Lisa a questi preliminari non riuscì più a trattenersi e scalciando ebbe una piccolo di orgasmo, l’insistenza di Ricky a non affondare alla fine la fece sbroccare.
Quello fu il momento del dolorino alla vagina, il membro di Ricky penetrò senza difficoltà, Lisa trattenne la sua delusione e finse un godimento galattico che rallegrò il tombeur de femme: la settimana trascorse in una crescente noia.
Lisa al ritorno della vita quotidiana chiuse senza rimpianto l’avventura con Ricky il quale si guardò bene dal continuare la storiella con lei, sapendo di aver fallito e non voleva che lei lo sputtanasse.
Possibile si chiese Lisa che tutto debba finire in un fallimento? Si perché in effetti era rimasta “demi vierge”, per fortuna fu l’avventura fu di una settimana una tragedia se fosse stato un matrimonio.
Quella sera aveva lasciato il posto di lavoro tardi si affrettò a prendere l’ultima corsa della metropolitana proprio al pelo, c’erano solo quattro gatti addormentati ma alla penultima fermata grazie a dio salì un bel giovane aitante tanto quel che basta per farlo essere piacente, un bel corpo performato capelli neri crispi ed due occhi vivaci e penetranti.
Lisa si chiese: “perché l’ho data a quel bellimbusto di Ricky con un cazzo da adolescente e non a questo maschio che forse potrebbe essere equino? Sorrise anzi rise sola con se stessa, al capolinea scesero lei salutò virtualmente il maschio.
Errore!
All’uscita pioveva a catinelle né lei né l’altro avevano un ombrello, sacramentarono insieme, lui non rimase in attesa si mise a correre verso chissà dove lei invece rimase impalata indecisa sul da fare, nei pochi minuti di attesa venne attratta dal lampeggiare dei fari di un auto che si avvicinava: era lui che la chiamava invitandola a salire per accompagnarla a casa.
Ci fu lo scambio di numeri di telefono poi le solite promesse tipo “ci sentiremo, Ciao! ciao” però dopo un mese una telefonata:
-Guido: sono Guido ti ricordi la serata di pioggia, il passaggio in auto con la promessa di incontrarci?
-Lisa: perplessa tacque poi SI!!!!!!!!,
-Guido: ti sei ricordata di me? l’affranta sotto la pioggia salvata dal cavaliere bianco?, allora ti ricordi di me!?
-Lisa: la prende alla larga. Vuoi che non ricordo quel salvataggio,il passaggio in auto….
-Guido: solo l’auto ed il passaggio? di me niente?
-Lisa: stai scherzando! come vuoi che non mi ricordo del mio cavaliere bianco dai capelli crespi e gli occhi vividi e vivaci ?
- Guido: se ti dico incontriamoci che speranze mi dai da uno a dieci ?
-Lisa: direi tenendomi strettina otto
-Guido: sabato sera? A cena? cinema, ballo o una fuga ai caraibi?
- Lisa: accettata l’ultima scelta con andata si ma ritorno da definire
-Guido: seguro chica!!! en mi casa cerca del mar en Trinidad y Tobago, vengo a prenderti sabato mandami indirizzo ora e telefono. Ciao!.
Lisa sbuffa sarà un’altra fregatura? Male che vada è sempre più gradevole di quello stronzo di Ricky.
Sabato era arrivata quasi l’ora, Lisa si era messa un jeans aderente che mostrava il culo da erezione immediata questo era confermato dallo sguardo famelico di Guido.
Il dopo cena della serata come voleva e doveva essere finisce a casa di Lisa per l’ultimo bicchiere della staffa.
L’inizio cominciò con il bacio di Guido che sapeva baciare anzi baciava in modo stupendo facendola subito arritare, lei non aspettò non voleva ripetere la deludente esperienza del Ricky, la sostanza di Guido era ben abbondante lui gliela mise subito a disposizione.
Un sussulto: era bella e abbondante, si chinò se la fece entrare fino in gola facendo sussultare il compagno, Lisa era brava nel succhiare e farselo ficcare in gola ma Guido non sembrava da meno, la mise in posizione a testa reclinata spingendolo in gola senza tanti complimenti resistette finché poté poi le lagrime caddero abbondanti, ci una pausa.
Guido ritornò alla carica non voleva perdere il momento magico, riprese a scoparsela in gola, era una scopata dura che però la fecero eccitare tanto da avere un di orgasmo che si completò con le strizzate dure dei capezzoli fatte da Guido che lei definì maschio bastardo e porco, Lisa voleva gridare ma non poteva farlo avendo la bocca piena, alla fine si liberò venne con un rantolo.
Guido con il bel cazzo duro si eccitava guardandola godere, voleva svuotare i coglioni gonfi di sborra, approfittando della vagina ancora umida e bagnata glielo puntò entrando con un bel colpo di reni, quello fu il momento per Lisa sentirsi sverginata.
Lei sfacciatamente arrapata sussurrò a Guido:
-Liasa: è come se tu mi avessi sverginato anzi mi hai .
Si attaccò a lui come una cozza allo scoglio facendosi entrare tutto l’abbondante cazzo.
Non solo quelle parole ma anche i conseguenti atteggiamenti e fecero infoiare Guido come un toro.
Glielo sbatteva forte, più la scopava più lei si lamentava goduriosa più gli sgraffignava il petto le chiappe più gli veniva il cazzo duro tanto da fargli male, voleva sfiancarla ma era una zoccola dura da domare.
Ohi,cavaliere bianco!!!! non mollare lo spadone non sputacchiarmi dentro ma allagami, la mia figa stretta ha bisogno di te, lei era invasata ma altrettanto esaltato lui dagli incitamenti di Lei. Chiavarla duro e crudo, malmenarle le povere mammelle sussurrarle parole oscenamente da trivio: puttana, zoccola mangiacazzi ti sventro ma pareva che non le bastasse.
-Lisa: FALLO ANCORA CONTINUA!!! gridò.
- Guido Cazzo! che scopata! Non riesco a domarti ma alla fine mi dirai basta!
Resistette con frenesia poi cedette alla fine le scaricò una abbondante quantità di sperma che in parte colava dalla grandi labbra della vagina.
Rimasero a fianco l’uno all’altro lucidi per il sudore distrutti, si ripresero con fatica.
-Lisa provocatoriamente: sei incredibile cosa pensavi di dimostrarmi?, che non hai un cazzo ma un cazzone con il quale puoi sventrare una povera donna? farle sessualmente del male, che non sei un cavaliere bianco ma un sessuomane?
-Guido STUPITO! : non sono niente affatto quello che TU! dici, TU! mi hai incitato ad essere quello che tu volevi che facessi, TU! soffri di qualche disturbo psichico di natura sessuale ed io sono stato la tua cavia, TU! sei stata ad incitarmi tanto da farmi perdere la testa, ho resistito fino a torturarmi il cazzo tanto che mi fanno ancora male i testicoli, TU! mi hai stuprato SI!!! ho subito la tua frenesia, se dobbiamo continuare a scopare così io rinuncio anzi me ne vado subito.
-Lisa: Povero maschio stellino!!!! sei sicuro di volere andare via? Tutto quello che hai detto prima è vero, ma ora che sei in te vuoi andare via veramente e non vuoi incontrami mai più? -Guido: sei proprio una ZOCCOLA!!!! Una magnifica zoccola ma sempre una zoccola, con le parole stai leccando il mio ego lo stai facendo arrapare, non provocarmi non farmi sentire uno stronzo altrimenti ti massacro. Cazzo!!Lisa non guardarmi così con quello sguardo di sfida. NON SFIDARMI LISA!.
L’afferra per le braccia mettendola supina le slarga le gambe mentre tiene le mani incrociate e ferme sui reni, si insaliva il cazzo oramai duro anzi più che duro, con la mano libera slarga le natiche lascia cadere un grumo di saliva al centro subito senza delicatezza con furia spinge con colpi consecutivi e duri: se la incula; sente l’ano cedere, slargarsi il cazzo che scivola al caldo.
Ora non bastano le grida di dolore a fermarlo, Guido ama quella sensazione di penetrazione dura, gode pazzescamente, sentire il cazzo stretto in quello spazio serrato gli fa venire ancora il dolore alla palle, sentire le grida e la ribellione di lei lo porterebbero ad eiaculare subito ma resiste vuole estasiarsi, scopa godendo…godendo…gli scoppia il cazzo ma aspetta che lei gli dica BASTA!.
Quella donna gli sta tirando fuori il peggio di lui ma anche il meglio, sta provando ciò che non aveva ancora provato: una figa ribelle, non poteva cedere sei l’avesse fatto l’avrebbe in suo potere; questo mai!!! .
Adesso che il cazzo ha tracciato la via se la scopa con gusto ma non rinunciando alla brutalità, le fa sentire quanto lui si crogiola per quella inculata dura, si eccita per la resistenza furiosa di lei facendole sentire con il suo magnifico cazzo XXLL il dominus è lui ma ai limiti, cedere? mai! vuole domarla la tiene sotto slargandole l’ano però lei godeva mentre lui si stava sfiancando.
Il cazzo resiste ancora Guido può veloce assestare colpi furiosi, la troia guaisce allora la riempie di sperma questa volta ad entrambi provano un piacere profondo.
-Guido:Lisa non volevo farlo così tu lo sapevi e mi hai provocato hai sofferto e goduto zoccola; la sfida è l’ho vinta io anche se i coglioni sono proprio a secco,
-Lisa ride: Oh!!! mio cavaliere bianco tu puoi fottermi come vuoi e quando vuoi, sborrarmi tanto da non avere più dentro il tuo seme, portarmi ancora in cielo!, ma adesso non ne puoi più sappi che insomma te la sei cavata benino semprechè non sarai chiamato a ripeterti
-Guido: COSA!!! femmina malefica.
-Lisa: te la senti di portarmi a casa? Se non te la senti chiamo un taxi. Guido non guardarmi con quelli occhi che lanciano fiamme. Ti voglio abbracciare ti voglio baciare
-Guido: Lisa non mi sfottere, potrei sbroccare e ti pentiresti….
-Lisa: scusami.
Lisa tira fuori il cellulare detta l’indirizzo ed il numero di lui poi si alza dal letto di battaglia si veste esce e sbatte la porta.
È passato quasi un mese il suo “cavaliere bianco” suscettibile, permaloso, tanto altro, tipo mâle ancien régime non si è fatto più vivo è indecisa: sottomettersi al mâle chiamandolo oppure dare un addio a quel tipo di maschio che le fa tenere sempre la figa umida? : soprassedere.
Quando le ricorrenze sono fatali esce dall’ufficio quando si scatenano lampi e tuoni con una catinella di pioggia, per andare al parcheggio taxi attraversa la strada con il semaforo rosso
ma un auto si arresta con brusca frenata si è impaurita e cade, il conducente scende con aria aggressiva la guarda:
-Guido: Lisa sei tu!! sali in auto sei tutta bagnata e intimorita
-Lisa: Scusami. Si lascia andare ad un pianto singhiozzante tanto da non poter parlare.
Guido la porta a casa l’accompagna fino alla porta della sua apre avendo ancora una chiave
Guido:vai fatti una doccia calda e restaci sotto fino a quando ti sei completamente rigenerata,
ti preparo una camomilla molto calda aromatizzata con quello che trovo, vai.
Guido gironzola per casa prova un senso di malinconia e riflette Lisa esce dalla doccia si trovano in cucina e Guido le porge la camomilla calda aromatizzata.
Gli viene spontaneo accarezzarle i capelli lei si alza ha un leggerissimo sbandamento
-Guido: Lisa problemi? Sei ancora spaventata?
-Lisa: No i problemi non ci sono per lo spavento sono altri
-Guido: vai a riposarti vieni.
Lei lo segue accondiscendente, le prepara la vestaglia da notte mentre Lisa si spoglia, Guido la vede nuda e conclude che è sempre la migliora figa che abbia avuto e scopato, l’aiuta a coricarsi dandosi la mano
-Guido: Lisa ti va di parlare con me?
-Lisa: se vuoi
:Guido: si spoglia e si mette a letto vis a vis parlano…parlano…parlano….parlano ancora alla fine si trovano abbracciati e bocca sulla bocca.
Lui ha il pene duro da record lei ha la vagina scivolosa non si avventurano a scopare ma un vecchio feeling sale rapidamente si abbracciano il primo a parlare è:
-Guido: mi sei mancata, vigliaccamente mi sono arroccato nel mio ego e tu lo sai quanto sia presente e prepotente
-Lisa: l’altra sera ero qui stanca e sola, ho preso il telefono, lo chiamo? Per dirti sono pronta a non essere sempre la solita sarcastica provocatrice senza limiti e se lui ha mollato senza ritorno?. Guido tu sei quella parte migliore di me che mi manca.
L’abbraccio e di quelli da film lei si offre e lui la prende la penetra
-Guido: non hai scopato in questi mesi? ti si è stretta la figa
-Lisa: non scopato non per te ma perché non c’è nessuno che potesse essere migliore di te,
Parlavano con una nonchalance incredibile mentre lui teneva il pene nella vagina di lei.
-Lisa: Guido ho scopato così meravigliosamente arrapante solo con te, perchè sei indecentemente dotato e come uomo sei il mio uomo, è sensualissimo sentirlo entrare ma ancor di più nell’uscire perché ho la sensazione che sto perdendo qualche cosa che mi appartiene è parte di me, godo con soddisfazione quando me lo spingi verso il fondo e arrivato spingi spingi.
Non credere mai che tu sei l’uomo da letto perchè hai tutti i requisiti, tu sei e sarai sempre il mio “cavaiere bianco”
-Guido: non mi avevi mai detto cose del genere ho pensato forse per pudicizia NO! e allora perché? per teneri sui carboni?. Ti ricordi della sfida a chi avrebbe detto per primo basta
Onestamente avremmo dovuto dichiarare la parità e non l’abbiamo fatto per orgoglio.
-Lisa: di quelle sfide non ne faremo più.
-Guido: Lisa mai dire mai.
Detto fatto Guido monta in cattedra mette dentro il tubo ed i movimenti del bacino sono vorticosi il cazzo risponde perfettamente tanto che Lisa cominci a gemere, quel dentro fuori-fuori dentro con colpo secco ripetuto in sequenza scioglie Lisa che gode.
-Lisa: non vale bastardo così vuoi vincere sfiancandomi,
Guido mette a riposo la barra e scivola tra quelle gambe per lunghe succhiate da schiante del clitoride, la manda nel mondo del piacere, diventata così invitante la paludosa figa che se la monta con dolcezza, Lisa si torce è pronta ancora e lui l’accontenta.
Ecco: mai dire mai
La storia con Guido e Lisa va avanti da diversi anni con un piacere vissuto sempre ai limiti con fughe sia da una parte e dall’altra ma entrambi tornano ad essere più uniti che mai perché quello che hanno non lo trovano negli altri.
scritto il
2025-05-16
6 8 4
visite
2
voti
valutazione
8
il tuo voto

Continua a leggere racconti dello stesso autore

racconto precedente

Una strana pompa

racconto sucessivo

La suocera&il genero
Segnala abuso in questo racconto erotico

Commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.