Astrid a Culo Pieno

di
genere
saffico

Mi risveglio ancora abbracciata a lei.
Siamo a cucchiaio, esattamente come mi capita spesso dormendo con Eva sulla Serenissima… Evidentemente il corredo genetico delle femmine van Maar mi fa lo stesso effetto, oppure sono io che tendo ad essere protettiva con le mie compagne, anche quando dormo.
Mi sveglio con un piacevole languore, e ci metto un po’ a rendermi conto della ragione: dopo aver fatto l’amore prima di addormentarci, non mi sono tolta lo strapon, e il dildo interno mi ha massaggiato l’interno della vagina per il resto della notte.
Ho di nuovo voglia.
Lei dorme ancora; il suo corpo tipido accoccolato contro di me è morbido e profuma ancora di sesso. Ho il braccio destro sotto il cuscino e il sinistro avvolto intorno a lei: con la mano le sto reggendo un seno a coppa.
L’iniziale scintilla di desiderio accende i miei sensi, e comincio a muovermi contro di lei, stringendola e strofinandola delicatamente; assaporo la fragranza del suo corpo di femmina soddisfatta ma ancora calda, e mi eccito ancora di più.
Lei comincia a muoversi a sua volta, sollecitata dai miei movimenti: sta per svegliarsi.
La bacio sul collo, poi le spremo delicatamente un seno.
Lei mugola di piacere.
- Hmmm… Pat.
- Ciao… - e le stampo un succhiotto sul collo; tanto fa freddo e quando esce usa una sciarpa…
- Hai ancora voglia..?
- Tu cosa ne dici?
Il cazzone in lattice giace fra le sue gambe: finora ha eccitato più me che lei, visto che a ogni movimento il dildo interno mi rovista la fica, ma quando le passo la mano fra le gambe la trovo già umida all’idea di essere presa di nuovo, così comincia a masturbarla.
- Oohhh… Pat, mi fai morire…
Ora è bella bagnata. Scivolo appena all’indietro e mi posiziono un attimo, poi la penetro lentamente.
Lei sobbalza, colta di sorpresa: dev’essere ancora mezza addormentata se si è già scordata dello strapon.
- Oooh! – annaspa – Sì, spingi…
Spingo. Le affondo nella fica fino a schiacciare i fianchi contro il suo culetto sodo, e già che ci sono le do un’altra bella strizzata di tette.
- Aaah! Sì, sì… Scopami. Mi piace…
Come se non me ne fossi accorta.
La scopo lentamente, sempre di fianco e a cucchiaio, allargandola più che posso; lei sculetta e rincula per prenderlo più a fondo, e io ne approfitto per inumidirmi un dito con la saliva.
Non ho scordato lo scherzetto del dito in culo, e non ho intenzione di perdere l’occasione di renderle il servizietto, e con gli interessi.
Le infilo il dito ben lubrificato nel buchetto, e lei squittisce di piacere.
Non è certo un buco vergine: Astrid sarà anche lesbica, ma a dispetto delle sue preferenze direi che gli uomini non le fanno proprio schifo, e di cazzi in culo decisamente deve averne presi più d’uno…
Un dito in culo, l’altra mano sulla fica a stropicciarle il clito, e lo strapon a trapanarle la fica: Astrid non può davvero lamentarsi!
La chiavo così per una decina di minuti, e lei se ne viene dolcemente, con un lungo gemito d’estasi, tremando tutta e inzuppandomi la mano con una sbrodolata abbondante e profumata.
Mi porto la mano al viso e assaporo i suoi succhi, poi decido di approfittarne e le lubrifico il buchetto con le sue stesse secrezioni vaginali.
Illanguidita dal suo orgasmo, Astrid non protesta…
- Adesso mettiti a pecora – le intimo – Voglio prenderti da dietro.
Lei obbedisce, da brava bambina: si solleva sulle ginocchia e mette la faccia nel cuscino, sculettando invitante mentre io mi piazzo dietro di lei.
Mi piego e le passo la lingua nel solco sudato del perineo per sleccazzarle poi il buchetto occhieggiante mentre le infilo di nuovo le dita nella fica appena svuotata dallo strapon.
Astrid sobbalza e mugola di piacere, contenta delle attenzioni che le continuo a riservare…
Spingo la lingua nello sfintere semi aperto e la succhio di gusto.
- Uuuh! – fa lei – Mi piace… Continua ti prego!
Le succhio il culo e la penetro analmente con la lingua, facendola sobbalzare di piacere mentre continuo a masturbarla in fica con la mano piatta.
Poi mi rialzo sulle ginocchia e osservo il buco rilassato e semi aperto: è spacciata…
Appoggio appena la testa dello strapon all’ano: il lattice è imbevuto dei succhi vaginali di Astrid, e il foro anale è lubrificato dalla mia saliva: certo, non è come una preparazione regolamentare con il gel al silicone, ma non si può sempre avere tutto.
Afferro Astrid per i fianchi e affondo brutalmente lo strapon dritto nel suo bel buco del culo.
- AARGHHH!!! – urla Astrid, sbudellata – Mi spacchi in due…
Che esagerazione. Mica era vergine, e lo stapon era ben oliato.
- L’hai detto tu che la prossima volta lo volevi nel culo – le ricordo con voce suadente – Adesso stai buona e lasciami lavorare, che devo allargarti il buco.
La poveretta ha già la faccia nel cuscino, che è contro la testata del letto, e non può sottrarsi in alcun modo al suo destino: lentamente ma inesorabilmente, le affondo l’intera asta nel retto, finché non sento le chiappe morbide contro l’inguine e l’intero strapon le è affondato nella pancia.
L’ho riempita.
- Oddio – singhiozza lei – Non ho mai preso niente di così grosso, là dietro… Mi sta squarciando il culo!
Rimango piantata dentro di lei per qualche istante, tanto per consentire alle viscere di abituarsi all’intrusione contro natura; poi comincio ad estrarlo, ed è quello che fa più male perché si ha come l’impressione che ti strappino le budella.
Per farmi perdonare, so spingo nuovamente dentro di colpo.
- Aahhh!
Estraggo lentamente, poi affondo di colpo un’altra volta.
- Aahhh!
E ancora… E ancora…
- Aahhh! Aahhh!
Sono sicura che Astrid si ricorderà di quella sodomia per il reso della sua vita.
La inculo per almeno un quarto d’ora, facendola urlare a squarciagola per tutto il tempo, finché non raggiungo io l’orgasmo e me ne vengo lamentosamente, aggrappata ai suoi seni e con i denti affondati in una sua spalla.
Lei avverte la mia estasi, mi sente contorcermi e tremare sopra di lei, sente il calore dei miei seni schiacciati sulla sua schiena, la forza delle contrazioni delle mie dita sulle sue tette, i tonfi del mio cuore impazzito a ridosso del suo… E incredibilmente viene anche lei.
Si era masturbata per tutto il tempo mentre la inculavo, e ha fatto in modo di godere assieme a me… Che cara ragazza!
Stramazziamo sul materasso, svuotate di ogni energia, abbracciate, tremanti, e ancora saldamente impalate una sull’altra.
Lei gira la testa quanto basta perché le nostre lingue possano intrecciarsi fra loro a mezz’aria in un mezzo bacio appassionato… Poi io scivolo di lato e ci disaccoppiamo quasi di colpo.
Astrid rantola di dolore sentendosi svuotare di colpo le budella, e io mi sento terribilmente in colpa a vedere di nuovo il sangue sul dildo esterno: le ho davvero rovinato il culo.
La accarezzo, le sussurro che mi dispiace, che mi sono lasciata prendere la mano… Lei si volta verso di me, con i suoi occhioni blu splendenti, e mi bacia appassionatamente in bocca, zittendomi.
Sì, le ho fatto male, ma a lei è piaciuto moltissimo. Le è piaciuto, e non vede l’ora di farlo ancora…
- Avete finito di urlare? Deve avervi sentite l’intero quartiere…
Mi volto di scatto.
Eva e Giulia sono sulla porta della camera e ci guardano con aria canzonatoria.
Le due ragazzine sono in slip e maglietta, e hanno entrambe una tazza di acqua sporca bella fumante in mano.
Mi accorgo di essere affamata.
Mi slaccio le cinghie e getto lo strapon in terra: lo laverò più tardi.
Mi alzo, tendo la mano a Astrid per aiutarla a tirarsi su, e la aiuto a raggiungere zoppicando il salotto dove troviamo la colazione pronta.
La padrona di casa scuote la testa e evita di sedersi… Immagino che il culo le farà male per un po’, poverina.
Io non ho problemi e mi accomodo contenta davanti alla mia tazza fumante: dopo una notte come questa, anche il caffè filtrato all’olandese può essere tonificante.
…Poi emetto un lamento disperato quando mi accorgo delle aringhe salate nel mio piatto.
di
scritto il
2018-01-17
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