La vacanza che mi rese troia 1

Scritto da , il 2017-03-26, genere trio

Io sono cresciuta in un ambiente sano ed educato, una mamma professoressa e una papà geometra.
Fino a quel viaggio estivo mi ritenevo una ragazza normale, studiosa, precisa, pulita, timida, mi piaceva stare con i maschi e ho avuto i primi fidanzatini al mare, le prime toccatine ma sempre con un certo contegno.
Mai mi sarei aspettata di diventare come sono da quella estate, ma mi è capitato e si vede che la mia vera natura è così.
Dai 14 anni ho avuto il ragazzo fisso, Andrea dalla terza media fino al quarto Liceo. Era un tipo imbranato, figlio unico, anche lui timido ma aggressivo, aveva un anno meno di me, ma eravamo nella stessa classe di liceo, ma in sezioni diverse.
Ero timida, pur essendo appariscente, facevo fatica a legarmi ai maschi, e per caso, alle lezioni pomeridiane di francese, avevo incontrato Andrea
Eravamo una bella coppia, lui mi piaceva davvero. Lui è stato il mio amore, le prime carezze, le prime passeggiate mano nella mano, il primo bacio. Con lui ho avuto le mie prime esperienze sessuali, prima timide ed impacciate, poi un po’ più spinte… toccatine sotto i tavoli…al cinema… Qualche bacio, qualche carezza, limonare al cinema, le solite cose tra ragazzi, qualche passione adolescenziale, ma tutto sotto controllo e con un po' di tabù. Stavamo bene insieme, Andrea era un imbranato ma spinto da una bella morbosità che mi piaceva.
Andavamo in luoghi solitari in macchina e ci baciavamo per ore, toccandoci, mi toglieva le calze e gli slip, arrivò a leccarmi la micina ,e io gli feci i primi pompini. Io comunque ero sempre vergine, certo le dita un po’ allargavano il mio imene, ma ero ancora vergine teoricamente non avevo mai preso dentro un cazzo.
Insomma la nostra attività era intensa, ma non si scopava. A volte io venivo perché lui era bravissimo a leccare e sempre lui veniva perché io ero brava a masturbarlo e a spompinarlo. Lui era bravissimo a leccarmi e farmi venire con la bocca sul clitoride.
Però avevo sempre quel blocco sull’orgasmo dentro, che da un lato mi spingeva a chiedergli sempre di più, ma avevo un blocco dovuto all’educazione. Dovevo essere presa di decisione da un maschio e lui non si decideva.
Col senno di poi anche lui ha capito che doveva essere un filo più deciso e scoparmi, ma non lo faceva, la sua indole un po’ titubante gli impediva di usarmi quella piccola violenza per farmi diventare definitivamente donna.
Dovevo sollecitarlo e mi venne in mente di farlo ingelosire.
Una volta gli dissi una bugia mentre lui mi toccava sotto la gonna, in un bar, gli avevo raccontato di una volta che avevo fatto in po’ di sesso su un motoscafo al lago con un amico, l’estate prima.
Era vero solo in parte perché era capitato che ci siamo baciati con questo amico e lui ha iniziato a toccarmi il seno e io gli ho stretto il pisello sopra il costume e lui è venuto subito e poi per la vergogna si è buttato in acqua e dopo non abbiamo più fatto niente.
Però quando avevo toccato Andrea sopra i pantaloni lui si era venuto addosso. E quindi sospettavo che Andrea si eccitasse a pensarmi che facevo sesso con altri. Da quello capii che a lui non dispiaceva pensarmi mentre facevo sesso con un altro.

Poi venne quell'estate, e nella compagnia decidemmo per il viaggio in tenda in Spagna.
Eravamo tre coppie di amici fidanzati, io e Andrea, Gianni e Francesca, Mara e Roberto e tre spaiati, Paolo, Marco, e Isabella in 3 auto.
Ci fermammo prima in diversi campeggi tra Barcellona e Malaga
Quell’estate aveva accettato di andare in viaggio, anche se rimpiangevo di non poter andare sul lago di Garda dove forse avrei potuto finalmente scoparmi Antonello che mi piaceva tanto. Ma nel gruppo c’era il suo migliore amico Paolo che mi eccitava molto e con cui da ragazzini avevamo trascorso molte vacanze al mare ed erano successe delle cose.
Ma intanto stavo con lui facendo vita di coppia come una fedele fidanzatina. Ma comunque accettavo con sguardi maliziosi i complimenti che Paolo mi faceva sempre e ogni volta che si trovavano iniziava ad instaurarsi la complicità nata fin da piccoli .
Data l’amicizia non era sconveniente che lui stava sempre con me e Andrea , si sedeva davanti alla tenda mentre io stavo rassettando i giacigli, in camicia da notte senza mutandine e le guardava tra le cosce il boschetto nuovo per me , oppure alla fontanella mentre era intenta a sciacquare le bottiglie lavare gli indumenti, sentì di nuovo all'improvviso la sua mano appoggiata ai fianchi e il suo cazzo contro il mio sedere…
Una sera in campeggio tutti facemmo il gioco della gara di chi fa prima a svuotare bottiglie piene d’acqua e Paolo mi prese in disparte dietro il bar per insegnarmi il trucco, che consiste nell’imprimere un veloce rotazione alla bottiglia in modo che l’acqua formasse un gorgo dentro , e al centro si crea un vuoto da cui entra l’aria e quindi la velocità di svuotamento è massima. Nel farlo Paolo si posizionò dietro di me e mi teneva gli avambracci con le sue mani forti e facendo girare la bottiglia evidentemente doveva stringermi e il suo petto aderiva alla mia schiena, un po’ sudata, la testa era affiancata alla mia e lui aspirava il mio profumo ormonale di femmina allupata e proprio al vento delle natiche sentivo premere un pungiglione molto duro , e la cosa mi faceva bagnare. La necessità di imprimere rotazione alla bottiglia faceva fare ai nostri corpi uno strofinamento simile a quando si balla la lambada, ma girati. Feci finta di non capire subito il gioco, così dovette farmi vedere bene per almeno tre volte e la terza quasi venni e mi tremavano le gambe. Tornando dagli altri vidi che teneva in modo strano la bottiglia davanti al costume, per non far notare la macchia che guardando meglio vidi che era bagnato davanti, anche lui era venuto. Lo toccai su quel bagnato dicendogli “ ehi..mi sembra che ti faccio ancora effetto….!”
Era una confidenza che ci riportava a quando da ragazzini eravamo soliti fare cose nel paese al mare dove trascorrevano le vacanze e nelle cabine ci slinguavamo, giocavamo… una volta gli feci una sega, mentre lui mi toccava le tette.
Una delle prime sere in tenda con Andrea , lui disse vieni qua, amore, è tutto il giorno che ti vorrei toccare…e iniziava a palparmi le tette sotto li reggiseno, io mi eccitavo facendo gonfiare i capezzoli, poi me lo toglieva, iniziava baciare i bottoni, mentre la mano scendeva dentro gli slip che a quel tempo erano bassissimi, coprivano appena il boschetto nero, e iniziava una lenta carezza col palmo della mano su tutta la micina, le cui labbra iniziavano a gonfiarsi e poi sentendo l’umidità crescente penetrava prima con un dito e poi due tra le piccole iniziando a andare avanti e indietro e con il pollice faceva un massaggio circolare al clitoride.
Ma quella sera dissi, no, dai non ho voglia…lui mi toccava …avevo la figa asciutta…, dovette bagnarmi con la saliva, poi con l’olio baby ..ma dai e dai sentivo qualcosa, non volevo,m a gemetti un po’…questo lo eccitava molto e il costume non tratteneva il cazzo che usciva dall’alto. Io lo prendevo e a volte questo era un guaio perché il più delle volte bastava che lo stringessi un poco perché lui eiaculasse abbondantemente. La cosa mi eccitava e mi asciugavo sul seno, e lui continuava a masturbarmi fino a farmi venire di clitoride. Ma ero insoddisfatta.
Quella notte glielo dissi..non volevo che mi toccasse troppo, finsi di essere eccitata, di venire presto per piantarla li con lui… dissi, dai dai sgrillettami..vengo…ahh vengoo..e lo slinguai, e intanto gli feci solo una sega…lo feci sborrare sulla mia pancia, non mi ero neanche tolta gli slip del costume..mi spalmai la scanna sul ventre per farla seccare, non avevo voglia di tornare ai bagni del camping che erano un po’ delabrèe..Lui parve contento e dormimmo. “
Però la vacanza non partiva bene. Io speravo in qualcosa di eccitante, magari lasciare Andrea e mettermi con un altro . E mi piaceva Paolo il suo e mio migliore amico. Lui da sempre mi aveva eccitato, ma lo vedevo solo d’estate perché stava in un’altra città, e a parte i giochini erotici di bambini, non avevamo mai avuto modo di strae insieme perché nel frattempo mi ero messa con Andrea.
In realtà durante la giornata in occasioni diverse rimasi sola con entrambi, ma fu tutto naturale e tranquillo, ma con Paolo la complicità si trasformò in un gioco di sguardi e di erotismo allo stato puro, anche in presenza di Andrea , ma nessuno dei due fece cenno a questioni di gelosia.
Alla sera fra risa, scherzi e birre, eravamo tutti stanchi morti, Paolo disse che non aveva voglia di montare la sua tenda e allora Andrea mi chiese di poterlo ospitare nella nostra, tanto, -disse- dobbiamo solo dormire.
Ci stendemmo sul materassino matrimoniale . Dopo poco decidemmo di infilarci sotto in sacco a pelo, faceva freschino e non vedevo nulla di male nello starmene in tenda con due amici, dopotutto eravamo tutti vestiti ed eravamo stati tante volte sdraiati insieme in spiaggia e anche a casa. Celato alla vista di Andrea dalle coperte però, Paolo iniziò ad accarezzarmi la mano. Era dolce, delicato, piacevole… lasciai fare. Incoraggiato dall’assenza di reazione, si fece più audace ed iniziò ad accarezzarmi il fianco, poi la gamba. Ero terrorizzata che Andrea scoprisse ciò che stava accadendo, ma mi piaceva quel tocco.
Continuai a lasciar fare. Poi accadde quello che temevo: anche Andrea dall’altra parte iniziò ad accarezzarmi dolcemente. Ora non sapevo più davvero cosa fare. Ero sotto le coperte con due ragazzi che mi toccavano piano ed entrambi mi piacevano tanto.
Cosa dovevo fare? Se li avessi fermati uno avrebbe scoperto dell’altro e sarebbe successo un casino. Se li avessi lasciati fare, probabilmente si sarebbero prima o poi incrociati in qualche carezza e sarebbe stato addirittura peggio: avrei fatto la figura della puttana. Lentamente afferrai con la mano sinistra la mano di Paolo e con la destra quella di Andrea. Sempre lentamente, ma con fermezza, le allontanai da me. Purtroppo però avevano entrambi frainteso. Il fatto che io non dicessi niente apertamente, li faceva pensare che io apprezzassi la cosa (ed era vero) e che li volessi fermare solamente per la presenza dell’altro. Entrambi la presero come un gioco: entrambi volevano farmi eccitare senza che l’altro se ne accorgesse e si fecero sempre più audaci. Dovevo inventarmi qualcosa, ma cosa? Ero sempre più terrorizzata ma eccitata.
La mano di Paolo si era intrufolata sotto l’elastico della mia tuta ed ora mi sfiorava la coscia sulla pelle viva: era una mano calda, delicata, eccitata…. La mano di Andrea invece si faceva strada sotto la mia felpa, arrivando sempre più pericolosamente a sfiorarmi il seno.
Entrambi erano movimenti lenti, misurati, studiati per non far muovere le coperte che illuminate dal bagliore dello schermo, avrebbero tradito movimenti più repentini. Io mi stavo eccitando, colavo umori dalla figa, il cervello impazziva di morbosità perché due maschi eccitati mi stavano toccando. E molto bene. Due maschi che mi piacevano. Nella mia testa il pericolo di essere scoperta, l’eccitazione, l’avventura, stavano creando un mix esplosivo…Quando la mano di Paolo sfiorò l’elastico delle mie mutandine, ebbi un sussulto. Con la scusa di cambiare posizione, allontanai le loro mani da me in un secondo di lucidità.
Tornarono in meno di un secondo. La mano destra di Paolo era ormai fissa nel mio interno coscia e ad ogni passaggio si avvicinava sempre di più alle mutandine, ormai fradice tra le cosce , sostando nei pressi delle mie zone più intime per periodi sempre più prolungati.
Andrea invece aveva il braccio sinistro steso lungo il corpo e mi accarezzava il polso e la mano, tenendola impegnata. Con la destra era sotto la mia felpa e giocava con il ferretto del mio reggiseno, sforando la parte bassa del mio seno.
Respiravo sempre più affannosamente. Ero persa ormai… rassegnata ad essere scoperta: prima o poi tutto sarebbe finito in una furiosa litigata ed avrei perso due amici. Lo sapevo, ne ero consapevole. Allo stesso tempo però avevo perso i freni inibitori, non volevo smettere di ricevere tutte quelle attenzioni. Ero al centro del mondo ed avevo i miei due maschi concentrati su di me. Entrambi sentivano i miei sospiri e si sentivano la causa unica del mio eccitamento, quindi pensavano di essere autorizzati a continuare. Ad un certo punto Andrea, che aveva le sue dita intrecciate alle mie, spostò la mia mano sul suo corpo e la posò all’altezza del suo cazzo. Lo sentivo durissimo sotto la sottile stoffa degli slip da bagno.
Ero paralizzata, volevo scappare, ma qualcosa dentro di me mi impediva di sottrarmi a quel contatto. Iniziai a toccarlo, passando le dita su tutta la sua lunghezza: sentivo il calore attraverso la stoffa, lo sentivo pulsare. Visto che non avevo ritratto la mano e anzi la muovevo di mia iniziativa, lui si sentì autorizzato ad andare oltre la barriera del mio reggiseno. Lo sollevò delicatamente dalla parte bassa ed iniziò ad accarezzarmi con movimenti circolari il seno destro, quello a lui più vicino. Nel frattempo Paolo mi accarezzava le mutandine. Non so se ne fu sorpreso, ma quando arrivò a toccarle all’altezza delle labbra, le trovò certamente molto bagnate. Continuava a sfregarle con sempre maggior vigore fino a che io iniziai ad andare in orgasmo e colavo liquidi preparatori come un ruscello.
Le mani dei miei due maschi si incontrarono proprio sopra le mie mutandine. Inizialmente pensarono che l’altra mano fosse la mia, ma presto si accorsero che il numero di mani sotto le coperte non tornava affatto. Ci fu un momento che mi parve eterno in cui tutto si fermò. Avrebbe potuto accadere di tutto. Ero pronta alle urla e ai litigi. Invece non accadde nulla di tutto questo. Paolo si alzò a sedere, mi guardò e disse: “Andrea, siamo ad un punto…Vuoi che me ne vada?” Il suo sguardo era quello del cane ferito, consapevole di aver perso una battaglia e pronto a subirne le conseguenze. Io riuscii ad emettere solamente un flebile “No..dai”.Lui mi guardò fisso per un secondo, con uno sguardo pieno di interrogativi e stupore, ma anche di gioia, poi si rimise sdraiato, ma questa volta su un fianco, guardando me ed Andrea che come speravo, dato che stava realizzando un suo sogno di condividermi con un altro maschio, sussurrò : “dai, stiamo facendo una cosa porca… ma…ormai…andate avanti…me ne vado io.” Fece per alzarsi, ma io ebbi un momento di pazzia, volevo approfittare di due maschi, emergeva il mio essere troia…e lo fermai. Non so dove presi il coraggio, ma non volevo perderli, non volevo perdere nessuno dei due. “No, resta.” Riuscii a dire sbanfando. “Non voglio perdere nessuno di voi”.
Loro mi guardarono per un attimo che mi parve durare all’infinito, poi si guardarono l’un l’altro. Nessuno disse nulla. Poi Paolo prese un’iniziativa che mi fece restare di stucco: scese verso di me e mi baciò. Un bacio languido e passionale, bello come quello della sera precedente. La sua lingua e la mia danzarono per parecchio tempo, mentre Andrea al nostro fianco ci guardava con il cazzo in tiro, indeciso sul da farsi. Quando mi staccai da Paolo, mi girai verso di lui e fui io ad andargli in contro per baciarlo e slinguarlo. Anche con lui fu un grande bacio con slinguata . Ormai mi sentivo una puttana. Stavo andando con due maschi contemporaneamente. Cosa mi era successo? Cosa ero diventata? Non sapevo fin dove mi sarei spinta, ma la situazione era dannatamente eccitante mi fuoriusciva un fiume tra le cosce e i capezzoli si erano allungati di un centimetro. Mentre baciavo Paolo, Andrea mi accarezzava la schiena da sotto la felpa, poi mi abbracciò da dietro ed iniziò ad accarezzarmi le tette. Era una sensazione incredibile baciare un ragazzo e sentire sulle tette le mani di un altro. Sentivo il calore e la protezione di due caldi corpi di maschi. Mi sentivo vulnerabile e protetta allo stesso tempo. Paolo prese ancora l’iniziativa e mi sfilò la felpa ed io rimasi in reggiseno. Davanti a me Andrea osservò l’operazione e poi guardò il mio corpo con aria estasiata. Non mi ero mai sentita tanto desiderata in vita mia. Paolo mi abbracciò nuovamente e le nostre bocche si fusero di nuovo.
Andrea mi venne vicino ed io mi staccai da un bacio per finire immediatamente in un altro. Potevo notarne le differenze, apprezzare i pregi di uno e dell’altro. Mentre lo baciavo, Andrea riprese la mia mano e la spinse di nuovo sul cazzo di Paolo. Era ancora duro e pulsante come lo avevo lasciato pochi minuti prima. Ora lo potevo accarezzare con più vigore, senza paura di essere scoperta e presto lo liberai dai boxer. Lo impugnai bene e cominciai a fargli una lenta sega. Lo baciavo e lo tenevo in pugno: ebbi un momento di euforia erano tutti e due sotto il mio completo controllo. Mi staccai da lui interrompendo quell’eterno bacio e mi abbassai piano per prenderglielo in bocca. La sua cappella scottava, continuavo lentamente a segarlo, mentre con la lingua iniziavo a leccarlo lungo l’asta. Lo leccai per tutta la lunghezza, poi mi misi in bocca la sua cappella pulsante. Ero in paradiso. Potevo fare di lui quello che volevo. Giocavo con la lingua sulla cappella, mentre con le labbra lo avvolgevo stretto. Mi piaceva davvero la figa colava liquido e dalle tette usciva sudore latteo. Impegnata com’ero mi ero quasi dimenticata di Andrea. Forse era un po’ scosso da quel che stava vedendo: se davvero era innamorato di me, vedermi fare un pompino al suo migliore amico, doveva metterlo un po’ a disagio…invece era eccitatissimo e quando mi staccai dal cazzo di Paolo e mi stesi sul letto guardando Andrea negli occhi. Speravo cogliesse l’invito implicito e così fu. Si avvicinò a me ed iniziò ad accarezzarmi dappertutto e nel farlo prese l’elastico dei miei pantaloni di tuta e me li sfilò. Io rimasi in mezzo a loro in mutandine e reggiseno, ma Andrea fu lesto a levarmi anche quello. Ora le mie tette erano libere e i miei due amanti si fiondarono su di esse come rapaci impazziti. Iniziarono a leccarmi i capezzoli e intanto le loro mani si contendevano il posto fra le mie cosce. Ero in ginocchio sul letto e quando abbassai lo sguardo e vidi le teste di due uomini impegnate contemporaneamente a succhiarmi i capezzoli e toccarmi la patatina: quasi svenni. Paolo si staccò dal mio seno e si alzò in piedi sul letto. Si sfilò i pantaloni e il costume e pian piano si avvicinò di nuovo: era evidente cosa voleva, così glielo presi in mano e lo avvicinai alla mia bocca. Continuavo ad andare su e giù con la lingua, mentre Andrea si staccò dalle mie tette e si alzò a sua volta. Ora avevo due cazzi che mi puntavano contemporaneamente la faccia. Li strinsi in mano entrambi e guardai in volto i miei due amici. Non riuscivo a decifrare le loro emozioni, vedevo solo la lussuria trasparire dai loro occhi. Riguardai i due cazzi e iniziai a succhiarli a turno. Prima Andrea, poi Paolo, poi di nuovo Andrea, poi Paolo. Non riuscivo a smettere: ero un lago. Stavo quasi per venire solo per le emozioni che provavo stringendo in mano quei due cazzi, per essere al centro di tutte quelle attenzioni. Era fantastico.
Andrea si liberò dalla mia presa. Probabilmente stava per venire pensai. Continuai quindi a concentrami su Paolo. Lo sentii armeggiare con il portafoglio e allora capii che stava cercando un preservativo. Mi prese per i fianchi e mi fece mettere in ginocchio, lo sentii infilarsi il profilattico e poco dopo iniziare a sfregare sulle mie mutandine. Me le sfilò ed io ora ero completamente nuda, solamente con dei corti calzini bianchi e un cazzo in bocca. Sentii che mi toccava con le dita.Ero eccitata come mai lo ero stata in vita mia. Stavo per scopare Paolo, un maschio diverso da Andrea..dopo tenti sogni .
Paolo mi penetrò facilmente prima con un dito, poi con due. Poco dopo sentii la sua cappella spingere sulle piccole labbra e poi lo sentii dentro. Era molto più grosso di quello di Andrea … la mia figa era un po’ stretta per lui, ma non mi fece male: ero talmente lubrificata che scivolò dentro senza problemi.
Andrea eccitatissimo mi mise il suo cazzo in bocca senza preservativo, ma mentre prendevo colpi da sotto lo sputai perché non eravamo ben sincronizzati e rischiavo di affogarmi ad ogni affondo. Dopo poco ci presi la mano però. Mi sentivo immensamente troia a prendere due cazzi contemporaneamente e godevo come una pazza. Non potevo urlare, mugolavo mungendo Andrea con la bocca mente Paolo mi squassava la pancia . sborravo e venni. Venni come non ero mai venuta prima e più di una volta. Orgasmi in sequenza, uno più potente dell’altro. Ero scossa da sussulti ed avevo gli occhi ribaltati dal piacere Andrea a vedermi impazzita mi venne anche lui in bocca con una sborrata abbondante. Ma Paolo non era venuto ? Appena mi ripresi un poco, volli sdraiarmi sulla schiena con le gambe larghe. Paolo uscì e Andrea iniziò a penetrarmi subito: non aspettava altro. Contemporaneamente Paolo venne vicino alla mia faccia, con intenzioni più che esplicite. Glielo presi in bocca e bastò davvero poco per sentire che le pulsazioni aumentavano. Lo sentii irrigidirsi, sentii la cappella gonfiarsi e poi mi esplose in bocca. Letteralmente mi inondò, i primi due schizzi li presi in bocca, un altro in pieno viso e il resto mi colò sulle tette. Non sapevo cosa fare con la bocca così piena della sborra dei due amici. Se fossimo stati soli, probabilmente sarei corsa in bagno a sputarla nel lavandino, ma ero bloccata da Andrea che sopra di me continuava a pomparmi. Guardai Paolo negli occhi. Aveva lo sguardo stravolto: sembrava che scoparmi fosse il coronamento di un sogno, ma non credo avrebbe mai pensato di farlo mentre avevo la faccia e le tette sporche dello sperma del suo migliore amico… Mentre mi guardava fisso non trovai di meglio da fare che ingoiare la sborra che avevo in bocca e leccarmi le labbra. Mi sentivo una vacca, lo ammetto. Avevo paura di aver esagerato, ma Andrea mi venne dentro senza preservativo. Lui normalmente quando veniva faceva una quantità di sborra molto più modesta ma quella che mi mise dentro in quel frangente era molto ma molto di più mi sentivo la figa gonfia.
Dissi..” cazzo..Andrea..mi hai riempito…meno male che non sono fertile oggi..e lui come pazzo per tutta risposta uscì dalla mia figa, si alzò in piedi e mi prese per capelli, puntandomi il cazzo in faccia. Urlai noooo..basta basta …ma lui voleva sborrarmi in faccia e in bocca e mi ordinò apri la bocca , ti vengo dentro..e di nuovo mi sborrò in bocca almeno 3 o 4 copiosi schizzi di sperma che dovetti ingoiare ancora. Io ero in condizioni pietose, così scappai seminuda dalla tenda corsi ai bagni, accesi la doccia e mi ci buttai sotto, mi lavai la bocca, vomitai la sborra di due ragazzi , lavai via lo sperma, ma continuavo a sentirmi sporca. Quello che mi rimaneva addosso adesso era solo la vergogna ed un mare di domande senza risposta. Cosa avrebbero fatto loro adesso? Si stavano parlando ora che erano rimasti soli? Lo avrebbero raccontato a tutti? Sarei diventata la puttana della compagnia? Ormai ero segnata. Ma perché cavolo avevo lasciato che tutto questo succedesse!? Ero proprio una troia ? Iniziai a piangere. Sotto l’acqua fredda, le lacrime mi scorrevano sul corpo. Non sapevo come uscire da questa fottuta situazione.! Ero sotto la doccia ormai da un po’, ma non sapevo che fare. Continuavo a singhiozzare e piangere, quando sentii bussare. Era Andrea: “Tutto bene?” Mi chiese gentilmente.“No, sono solo una puttana.” Riuscii a dire fra il pianto.Entrò in bagno ancora nudo, Paolo dietro di lui. Entrarono nella doccia entrambi. Mi abbracciarono. Fu l’abbraccio più dolce e caldo che io avessi mai ricevuto. Un abbraccio triplo, un calore triplo. Riuscirono a calmarmi. Rimanemmo abbracciati tutti e tre sotto il getto dell’acqua fredda e fra lo scroscio sentii Paolo dire: “Non sei una puttana. Solo che ti amiamo in due.”

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