Corna incrociate

Scritto da , il 2016-08-17, genere tradimenti

Mi sto proprio godendo le vacanze.
Ora che gioca con la Mara, la Giusy non si è mai divertita tanto, e anche io mi trovo proprio bene con la Elena. Non la scopo spesso come vorrei, ma per essere una etero inveterata, mi si concede abbastanza spesso. Quanto a maschi, come abbiamo visto, abbiamo entrambe solo l’imbarazzo della scelta.
L’aspetto umoristico della nostra porca estate, poi, ce lo fornisce Angela. La santarellina, dopo aver capitolato la fica al terribile vitellone, ha risolto i suoi problemi etici dichiarando di essersi lasciata col suo fidanzato e di essersi messa con Aldo. Questo le permette di farsi sbattere quotidianamente dallo stallone della spiaggia con soddisfazione reciproca e senza intaccare i suoi solidi principi morali.
Naturalmente Aldo ignora completamente che Angi si consideri fidanzata con lui, e continua a scoparsi regolarmente tutte quelle che gli capitano a tiro, comprese me e Elena (più spesso Elena, devo dire).
Quanto a me, a parte la mia promettente relazione con Elena e le estemporanee sveltine con Aldo, il mio interesse principale è adesso rivolto al Fabio, che intendo farmi di nuovo alla prima occasione... E soprattutto alla sua amichetta olandese che lui si porta appresso come un trofeo.
Dopo quasi una settimana, infatti, dopo aver scaricato Daniel in Croazia, la barca del Fabio rientra in porto con la piccola Eva sulla prua a fare da polena in topless.
Avvistato il loro trionfale ingresso in rada, mi cingo del mio pareo arancione che mi scoscia così bene, inforco gli occhiali da sole che mi danno un’aria scopabile, mi arruffo il ciuffo biondo sulla fronte, e mi avvio “casualmente” lungo il molo, fiera di sfoggiare un’abbronzatura ormai quasi perfetta.
Un’abbronzatura che richiederebbe però un’altra sessione di sole integrale in alto mare...
Purtroppo il Fabio è già sceso a terra per le pratiche doganali, ma la piccola Eva è ancora a bordo, intenta a controllare le cime di attracco.
E’ splendida, ancora più abbronzata di me, con i capelli ancora più chiari dei miei (praticamente bianchi) che le ricadono sul viso mentre controlla il cordame, e quei mini-shorts che deve aver indossato appena prima di entrare in porto, che le scoprono non solo l’intera coscia, ma anche buona parte della natica, e che mi ingrifano di brutto...
- Patricia! – esclama contenta appena mi vede, storpiando il mio nome col suo accento nordico che mi eccita tantissimo.
Il suo sorriso è genuino, e cancella in me il rammarico per aver mancato il Fabio: evidentemente alla ragazzina è piaciuto davvero fare l’amore con me...
Saltella giù dalla battagliola e mi abbraccia con un entusiasmo che francamente non mi aspettavo, ma che non può non far piacere ad una mangiatrice di ragazzine come me...
Rispondo all’abbraccio, e dopo aver risposto al suo bacio sulla guancia glie ne piazzo un altro nella bocca spalancata, facendole sentire la mia lingua; lei non si tira indietro, e io le succhio la saliva dalla bocca, mentre mi riempio le mani delle sue giovani polpe posteriori...
Non è il caso di dare pubblico scandalo proprio lì sul molo: il Fabio potrebbe aversene a male… Così la lascio andare subito, tanto lei ha già afferrato il messaggio: è tutta rossa in viso quando si ravvia i capelli, e i suoi occhi splendono di malizia.
Mi invita a bordo per bere qualcosa di fresco, assicurandomi che il Fabio sarà di ritorno fra pochi minuti.
Beviamo insieme un Bacardi gelato e chiacchieriamo del più e del meno per qualche momento, saltellando indifferentemente dall’italiano che lei sta faticosamente imparando all’inglese che parla ancora più fluentemente di me.
Sono lieta che Eva non si mostri infastidita della mia intrusione, anche se è evidente che sono lì per vedere il suo uomo. Sa bene di piacermi anche lei, e probabilmente la differenza di età fra noi è tale da smorzare la rivalità: è chiaro che noi due rappresentiamo due tipi di “distrazione” ben diversi per uno come il Fabio...
Scopro che la piccola non ha affatto ventun’anni come ci aveva detto all’inizio, ma solo sedici, e quindi fra noi ce ne sono più di venti di differenza. Un po’ come con la Franci.
- Tu non vuoi portarmi via Fabio, vero? – mi chiede, con la classica schiettezza della sua gente.
Scoppio a ridere: - Figurati! Io sono sposata, e ho la mia vita a Milano... Il Fabio mi piace moltissimo, ma è solo un’avventura estiva - e aggiungo maliziosamente: - Proprio come te.
Le sorride, facendo le fossette: - Lo immaginavo. Mi piaci così tanto che forse correrei il rischio anche se non fosse come dici tu, ma ti credo. Fabio ha cinque anni più di mio padre, però stare con lui mi piace tantissimo... So bene che a volte si sente attratto da donne più grandi, e credo che tu gli vada molto a genio, sai? Sarà contento di rivederti. Rimarremo a Rimini un paio di giorni, poi andremo a Venezia e a Trieste, dove lasceremo la barca... Io devo tornare a casa, perché ricomincia la scuola, e lui deve tornare al lavoro. Ma tornerò a Natale per passare Capodanno con lui a Cortina.
Mi riempie di informazioni, chiacchiera allegramente, e intanto mi offre lo spettacolo delle sue tettine tonde e sode, che traboccano dal reggi di almeno una misura troppo piccolo. Mi provoca, ma lo fa come se fossi un uomo... Decisamente non ha esperienza con le donne. Sarò ben lieta di farle da nave scuola, e intanto prendo un appunto mentale di riprogrammare le vacanze di Capodanno a Cortina.
Fabio torna dopo quasi mezz’ora, ed è subito tutto gentile e amichevole. Gli si legge in faccia che vuole scoparmi, e la Eva – che se ne è accorta benissimo – sorride divertita. Lui a sua volta avverte l’approvazione della sua amichetta: ci ha viste lesbicare alla grande pochi giorni prima, e sa di non doversi nascondere. Non c’è bisogno di spiegazioni, siamo chiaramente tutti e tre d’accordo ad ammucchiarci appena possibile.
Mi invitano ad andare subito insieme a San Marino, ma io ho la bambina, non posso... Ci accordiamo per quella sera, quando loro saranno tornati dalla gita: cenetta a bordo, e poi si vedrà.
Non vedo l’ora.

Torno alla spiaggia, dove la Giusy e la Mara stanno ancora giocando sulla spiaggia e Elena dorme della grossa sulla sdraio, esattamente come l’avevo lasciata. Angela è sparita come sempre a quell’ora, probabilmente infrattata da qualche parte per farsi infornare da Aldo, e la mia passeggiata al porto è passata del tutto inosservata.
Capirete bene che, quando dopo pochi minuti mi arriva la telefonata di mio marito per dirmi che è riuscito a liberarsi prima del previsto e sta arrivando a Rimini per passare un paio di giorni con noi, mi girano i coglioni.
Il Mauri è un brav’uomo, e io gli voglio bene. Ma la sua capacità di farsi vivo nei momenti più sbagliati è davvero indisponente.
Riesco a dissimulare il disappunto, fingendomi felice della bella notizia, e gli dico che non vedo l’ora. Sì, come no...
Sveglio la Elena e le spiego la situazione.
Lei s’incazza nel sentire che ho preso un appuntamento col Fabio senza dirle niente, e io mi sento in colpa. Ma a me il Fabio piace davvero, e lei lo sa... Alla fine, sbuffando, accetta di aiutarmi, seppure a malincuore.
Il Mauri arriva verso le due del pomeriggio, quando il sole picchia di più. Ci raggiunge in spiaggia dopo essere passato a casa per cambiarsi. La Giusy corre ad abbracciarlo contenta, poi si gira e torna velocemente a giocare con la Mara e le loro amichette, e lui viene verso di me.
Vedendolo venirmi incontro in costume da bagno, pallido e macilento, non posso fare a meno di pensare al Fabio, che ha la stessa età ma è cento volte più aitante, e mi viene tristezza.
Nascondo i miei pensieri e lo abbraccio, concedendogli un bacio sulle labbra.
Lui si prende qualche libertà poco gradita sul mio fondoschiena, ma abbozzo con stile, lasciandomi palpeggiare un po’... In fondo è sempre mio marito e ha anche lui i suoi diritti, soprattutto considerando che è lui quello che paga la casa al mare...
Mi libero dall’abbraccio per presentargli la Elena.
La mia amica è entrata nello spirito della sceneggiata che le ho richiesto, e si offre nella sua versione più languida alla vista di mio marito. Lui sbatte le palpebre, piacevolmente sorpreso alla vista delle curve generose della mia amica e soprattutto dal suo sorriso apparentemente invitante.
Non ci vuole molto per fargli fare amicizia.
Dopo poco più di dieci minuti, abbiamo invitato Elena ad uscire con noi quella sera stessa subito dopo cena, per andare insieme a bere qualcosa in un locale notturno.
- Ma era proprio necessario invitare la tua amica? – mi chiede lui una volta a casa, poco convinto.
- Perché, non ti piace la Elena? – faccio io, fingendomi stupita – Mi era sembrato che ti piacesse...
Lui sembra contrito: - Sì, certo... E’ molto simpatica, e anche molto carina. Solo che pensavo che noi due, dopo quasi un mese senza vederci... Insomma, mi capisci.
Certo che capisco. Anche troppo bene... Ma io questa sera ho voglia di un uomo vero, non certo del Mauri.
La Giusy è a casa della Mara, con Elena e Angela, e mio marito intende approfittarne. Mi abbraccia e comincia a rovistarmi tutta, come per accertarsi che la merce sia ancora tutta al suo posto.
Rispondo al suo bacio di lingua da brava moglie, e sento il suo affare che comincia a risvegliarsi, ma non ne ho proprio voglia.
Glielo tiro fuori e comincio a menarlo. E’ mezzo bazzotto, e so che mi desidera. Lui guaisce contento e mi bacia sul collo come sa che piace a me...
Devo fare qualcosa per farlo contento, così gli tiro una sega.
Lui mugola di piacere, mi bacia e mi tira i capezzoli attraverso la canotta, mentre con l’altra mano mi palpa il culo attraverso il pareo.
- Prendimelo in bocca, ti prego...
Non ci penso nemmeno. Ho ancora in bocca il sapore della fica di Elena, che ho leccato la notte prima, e non voglio rovinarmi il gusto. C’è anche il rischio che poi pretenda addirittura di fare l’amore...
Accelero il movimento con la mano, e in meno di un minuto la faccio venire.
Lui sussulta e emette un lamento mentre schizza la sua venuta per terra e io continuo a segarlo.
- Oh che peccato – gli sussurro con voce languida mentre il suo coso, che non era mai diventato del tutto duro, si affloscia rapidamente – Speravo di fare qualcosina di più nel lettone... Ma adesso dobbiamo prepararci, o faremo tardi dalla Elena.
Lui annuisce, avvilito. Sa che adesso che è venuto, ci vorranno ore prima che gli tiri di nuovo.
Mentre lui pulisce per terra, io vado a farmi una doccia.
Mi vesto elegante: per una volta metto una mini e scarpe coi tacchi, per far risaltare le mie belle gambe abbronzate... Pazienza se sia la Elena che il Mauri sembreranno bassi vicino a me: il Fabio invece è bello alto, e non sfigurerà di certo.
Un top chiaro senza maniche, un semplice girocollo e un braccialetto completano la mia mìse... Non è il caso di esagerare, il Fabio è un uomo di gusto.
Anche il Mauri apprezza.
- Sei fantastica – mi dice, tutto contento – Così abbronzata, in bianco sei uno schianto!
- Non sono in bianco – replico io per rimetterlo al suo posto – Top e gonna sono crema...
Mi siedo in macchina accanto a lui tenendo le ginocchia unite, per evitare che si accorga che ho lasciato le mutandine a casa. Lui si accontenta di accarezzarmi la coscia mentre guida, e io lo lascio fare. In fondo, anche lui ha i suoi diritti...
Anche Elena si è messa in tiro. Camicetta nera scollatissima, una mini in tinta più corta della mia, tacchi da trampoliera e i soliti cinque chili di chincaglieria addosso... Si è anche acconciata con cura gli splendidi capelli corvini, evidenziando i suoi riccioli naturali. Se potessi, me la farei lì, in mezzo alla strada.
Ho scelto un locale vicino al porto turistico, poco lontano da noi. Ci vogliono solo un paio di minuti dalla casa di Elena, ma io ne approfitto per cominciare a lamentarmi del mio mal di testa.
Arrivati al locale, ci sediamo e ordiniamo. Mio marito prende il suo solito Black Russian, e la Elena ne approfitta per ordinare il cocktail più caro della casa. Sempre accusando dolore alla testa, io mi accontento di un analcolico.
Chiacchieriamo, ma io sono sempre più taciturna, mentre la Elena diventa come al solito l’anima della serata.
Dopo un po’, il Mauri nota il mio silenzio e mi chiede come sto.
Ammetto il mio disagio: il dolore è sempre più forte.
Lui si preoccupa, mi dice qualche parola carina, ma io ho fretta. Dico che voglio tornare a casa.
Il cornuto si offre a malincuore di accompagnarmi, ma io insisto che non è giusto che anche loro si rovinino la serata per colpa del mio mal di testa, e in ogni caso due passi a piedi nell’aria fresca mi faranno più bene della macchina.
La Elena mi assicura che farà lei compagnia al Mauri, io bacio entrambi sulla guancia, mi alzo e mi allontano rapidamente.
Fabio e Eva mi aspettano sulla barca...

- Ciao, Patricia – mi accoglie la voce squillante e allegra di Eva, che si era affacciata dalla barca nel sentire il ticchettio dei miei tacchi sul molo – Sei bellissima!
Fa piacere sentirselo dire, specie da una sventola come lei: - Grazie, tesoro... Anche tu sei splendida!
E’ vero: la zoccoletta minorenne indossa un abitino coloratissimo, molto aderente sui fianchi e lungo fino alle caviglie, ma con spacchi vertiginosi che le scoprono completamente le gambe oltre che le spalle e le braccia.
Fabio non è da meno. Da buon capitano della nave, indossa un completo bianco, con la camicia aperta sul torace muscoloso che a me piace tanto. Mi accoglie con un sorriso sicuro e un abbraccio deciso. Mi bacia direttamente in bocca, e io non perdo tempo a dargli la lingua.
Ci baciamo con gusto, e lui ne approfitta per palparmi saporitamente il culo mentre io mi strofino come una gatta in calore.
Quando ci separiamo, vedo che Eva mi guarda sorridendo sorniona, gli occhi blu che scintillano di malizia.
Mi avvicino a lei, l’abbraccio e bacio appassionatamente anche lei sulla bocca, sentendola fremere fra le mie braccia. Non voglio che ci siano equivoci sul fatto che sono lì per fare l’amore con tutti e due...
Prima beviamo qualcosa, e stavolta non mi accontento di un analcolico. Chiacchieriamo, ridiamo e scherziamo all’aperto, accarezzati dalla brezza che soffia leggera da ovest.
Gli racconto della mia situazione, e del perché sono arrivata un po’ in ritardo, di come mio marito mi sia piombato fra le palle all’improvviso e di come mi sia liberata di lui.
Ridono tutti e due, nel sentire come l’ho mollato in compagnia della povera Elena...
Io sono seduta in mezzo, e presto sento la larga mano di Fabio accarezzarmi la coscia nuda.
Restituisco l’attenzione, accarezzando a mia volta la gamba di Eva, che sorride contenta per la mia iniziativa.
Ancora una volta, bacio prima Fabio e poi Eva, ma questa volta in entrambi i casi il bacio si protrae piuttosto a lungo... Mentre divoro la bocca di Eva, la manona di Fabio mi si insinua sotto la gonna e risale lungo l’interno della coscia nuda fino ad insinuarsi fra i riccioli sparsi della mia fichetta bionda e umidiccia.
- Sei senza mutande... – sussurra Fabio, piacevolmente sorpreso.
Smetto un momento di baciare Eva per rispondere: - Perché, avrei dovuto portarle? Sarebbero solo d’impaccio...
- Hai ragione – risponde lui, tuffando il capo fra le mie gambe spalancate – Va benissimo così...
Il suo viso scompare sotto l’orlo della mini, e sento il suo alito sulla fica. Fremo, apro le gambe e aspetto il contatto della sua lingua con la mia intimità.
E intanto torno a baciare di gusto Eva, accarezzandole le tettine durissime e le cosce vellutate, succhiandole le lingua e gustandomi i suoi fremiti di passione.
La lingua di Fabio mi vellica la fica, intrufolandosi fra i peluzzi alla ricerca del clitoride.
- Hmmm... – guaisco – Sì, leccami così...
Voglio leccare anch’io. Mi distendo sui cuscini e infilo la testa fra le cosce tornite di Eva, che si offre senza esitazione.
E’ nuda anche lei, sotto la gonna. La sua fica è profumata, dolce e coperta da una peluria bionda ancora più sottile e rada della mia.
Le mollo una slappata a lingua dura, e lei bramisce di piacere, sentendo le valve che si aprono sotto il connilinguo: - Aahhh...
E’ un trenino: Fabio lecca me, io lecco Eva... Poi la ragazzina decide di darsi da fare a sua volta e si contorce sui cuscini fino a raggiungere i pantaloni del suo amante. Gli apre la patta, estrae l’arnese, lo accarezza, lo sega un momento, poi lo prende in bocca e comincia a succhiarlo.
Adesso il nostro è un triangolo. Tutti e tre succhiamo e siamo succhiati.
- Ragazze, non possiamo restare qui – ci richiama all’ordine il capitano – Sarà meglio scendere sotto coperta...
Buona idea. Il lettone è molto più comodo dei divanetti del cassero.
Scendiamo di sotto, nella stessa cabina dove ci siamo ammucchiati con Elena e Daniel solo pochi giorni prima.
Ho voglia di sesso.
Guardo Eva negli occhi e lei mi sorride, invitante.
- Tu siediti lì e goditi lo spettacolo – dice la ninfetta al suo maturo amante, prima di spingermi dolcemente verso il letto.
Anch’io ho voglia di lei. Ci spogliamo velocemente l’una con l’altra, e ci sdraiamo sul letto nude, abbracciandoci e baciandoci appassionatamente.
Fabio si è messo comodo sulla poltrona davanti al letto e ci guarda sorridendo, ancora vestito.
Eva e io smettiamo di farci le tenerezze, e cominciamo a fare l’amore.
Le nostre lingue si aggrovigliano come due serpentelli in lotta fra loro, e le labbra si fondono in un bacio umido e torrido, mentre i nostri sensi si surriscaldano oltre ogni possibile controllo.
Sento le sue manine inesperte sul mio seno, due dita che mi vellicano un capezzolo già eretto di suo, lo stimolano, lo pizzicano, lo tirano con forza...
Guaisco di piacere, e infilo una mano fra le sue cosce, trovando la sua peluria già fradicia di desiderio. Le mie dita esperte si fanno strada fra le sue giovani valve, aprendole la spacca che trovo piena di succo, e si insinuano dentro di lei, nella sua calda intimità.
Ora è lei che geme apertamente, persa nel nostro amplesso saffico, pervertita per sempre ai piaceri di Lesbo.
Mi porto le dita grondanti di succo alle labbra, e le succhio con voluttà, mentre lei solleva il capo per mordicchiarmi i capezzoli, prima uno poi l’altro.
Emetto un gridolino dove dolore e piacere si mescolano deliziosamente, e comincio a strofinare le dita sul suo punto caldo, facendola ansimare sempre più rapidamente. Affondo ritmicamente due dita nella fica, e nel contempo le strofino leggermente il clito, mandandola rapidamente in orbita.
Alzo lo sguardo e vedo che il Fabio si è messo comodo sulla poltrona: è a torso nudo, e fa la sua porca figura anche alla sua non più tenera età, con pettorali ben disegnati e una leggera peluria sul torace che gli dà un’aria perversamente animalesca. Si è aperto la patta e si accarezza la bega che comincia ad ingrossarsi mentre mi guarda masturbare la sua ragazzina.
Quando sento che Eva è quasi arrivata, cambio improvvisamente movimento, riallontandola dall’orgasmo: affondo le dita molto più a fondo, abbandonando il clito ormai prossimo ad esplodere e lo lascio raffreddare, andando invece a stimolarle l’interno della fichetta, alla ricerca del suo punto G.
Lei emette un lamento di protesta, ma io la faccio calmare addentandole un capezzolo, e il suo lamento si trasforma in un guaito di dolore: ci sono andata giù pesante. Per farmi perdonare, passo a succhiarlo con dolcezza, mentre le mie dita adunche tornano ad accarezzarle il grilletto che riprende a surriscaldarsi rapidamente.
L’orgasmo torna a montare velocemente nel ventre della ragazzina, il cui respiro accelera velocemente, e stavolta decido di lasciarla arrivare al traguardo. Accelero il ritmo e la forza della pressione contro la sua carne delicata, e lei s’incurva progressivamente, mentre un lamento rauco le sfugge dalle labbra, sempre più forte, finché non si trasforma in un urlo lancinante.
- Ah... Ah... AAAAHHHHHHHH!!!
E’ venuta.
Smetto di tormentarle il clitoride, e affondo le dita nella fica, più a fondo che posso, a rischio di spaccarle la fichetta. E’ inzuppata, calda e cedevole, e decido di spingere a fondo, sia per prolungarle l’orgasmo più a lungo possibile, che per approfittare dell’occasione he ho di sverginarla col pugno.
Lei si contorce e si dimena come in preda ad una crisi epilettica, e continua a gridare come impazzita, travolta da un orgasmo che sembra non finire mai, e io affondo senza pietà la mano dentro di lei.
Aggiungo alte due dita, scivolando nella vagina guazza, e comincio a premere per aprirla del tutto.
Per distrarla dal dolore che sto per infliggerle nel tentativo di aprirla del tutto, le addento nuovamente un capezzolo, succhiandolo e torcendolo coi denti.
- Aargghhh! – urla lei – Mi ammazzi...
Affondo ancora più forte, e lei istintivamente spalanca ancora di più le cosce per agevolare quella penetrazione contro natura.
Il dorso della mano preme con forza contro il pube, mentre le dita affondano nel suo caldo miele, e improvvisamente sprofondo con la mano intera dentro di lei.
- UAAAHHHH!!! – strilla Eva, impazzita dal dolore e dal piacere – Mi squarci la fica...
- Puoi scommetterci, zoccoletta – le sussurro all’orecchio – Ora ti scopo a pugno chiuso... E ti faccio mia per sempre!
Stringo il pugno dentro la sua vagina, e comincio a scovolarla con ferocia, allargandole la fica e scopandola col polso e l’avambraccio, che hanno un diametro e una durezza superiori a quelle di qualunque cazzo che possa aver preso in precedenza...
Lei si contorce come una biscia, gridando impazzita: - Aahhh... Oh mio dio, sì, spaccami in due. Sfondami! Aahhh...
L’ho infornata fin quasi al gomito, e mi chiedo se non sto esagerando... In fondo è minorenne, e potrei rovinarla per sempre. Ma d’altra parte, una come Eva è nata puttana, e non potrebbe finire diversamente da così.
Continuo a fotterla a pugno chiuso, godendomi le sue sbrodolate continue e i suoi strilli sempre più acuti. Il suo è praticamente un orgasmo continuo, un’onda anomala che, dopo aver spazzato via tutto come uno tzunami, continua a montare in modo innaturale.
Le grida di Eva si fanno sempre più rauche, sento che è stremata... Le azzanno nuovamente un capezzolo, strappandole un altro urlo di dolore, e affondo al massimo dentro di lei, arrivando al gomito.
- AAARGGHHHHH!!!
Per un istante credo di averla ammazzata, poi mi rendo conto che è semplicemente esplosa in un nuovo orgasmo devastante, e che è crollata, spossata.
Con la punta delle dita sento l’apertura della cervice: se spingessi di più le arriverei nell’utero, e non mi sembra il caso.
Ruoto lentamente il braccio, facendole sentire tutta la potenza della mia penetrazione, poi – lentamente – mi sfilo da dentro di lei, approfittando dell’incredibile lubrificazione della sua vagina.
Il dorso della mano mi scivola fuori di colpo, con un “plop” simile al rumore di un palloncino che scoppia, quando le valve bagnate si richiudono sul quella povera fichetta martoriata.
Eva è crollata, come una bambola rotta.
Mi guardo il braccio, grondante di liquami vaginali, ma senza tracce di sangue. Eva è sopravvissuta alla sua iniziazione saffica.
Strizzo l’occhio a Fabio, che adesso si sta masturbando eccitatissimo, poi tuffo il viso fra le cosce spalancate di Eva. Annuso l’eccitante afrore della vulva spalancata, le mollo due slinguate malandrine, poi lappo con avidità per assaporare il succo dolcissimo che defluisce abbondante e che io adoro quanto e più dello sperma.
Ce n’è tantissimo, è una vera sborrata, quella di Eva, e continua a sgorgare...
Io lecco e mi abbevero alla sua giovane fonte di cui ho abusato con tanta crudeltà, divorando tutto il succo che posso. Mi lavo la faccia sul suo pelo inzuppato, inalo il suo caldo profumo, ingoio i suoi succhi, e intanto continuo a leccare per ogni dove, evitando però di sollecitare nuovamente il clito, che è ancora incandescente.
Sono ancora lì, col culo all’aria e con la testa affondata fra cosce di Eva, intenta a sleccazzarle la ficona spatasciata, quando mi sento afferrare saldamente per i fianchi da due manone forti e decise.
Il Fabio si è stancato di fare da spettatore.
- Sì, prendimi da dietro – annaspo, la faccia sempre affondata nella fica di Eva – Mi piace da pazzi...
Non si fa pregare.
Sento la cappella turgida e infuocata che mi sfiora la pelle all’interno della coscia e che si alloga all’apertura della fica. Sono fradicia anch’io, e immagino di essere già pronta e con le labbra aperte.
Sento l’ariete di carne premere con decisione, e mi rendo conto della sua durezza: il Fabio è come un paletto di frassino, e io me lo merito, visto che razza di vampira sono diventata...
Spinge, e mi affonda in fica con un solo movimento elegante, infilzandomi come un tordo allo spiedo.
- Oohhh... – latro io, sentendomi riempire la pancia da tutta quella carne turgida di maschio in tiro – Sì, scopami… Scopami...
Ben piantato coi piedi per terra, il Fabio mi tiene per i fianchi e prende a sbattermi con forza, come piace a me.
Mentre lui mi scopa alla pecorina, io riprendo il mio connilinguo fra le cosce di Eva, che continua a sbrodolare come un rubinetto guasto.
La mia nuova amichetta non si lamenta più: ormai è come carne morta di cui mi cibo senza scrupoli.
In compenso il mio nuovo amante è diventato ciarliero a sua volta: - Ti piace, troia? Ti sei goduta la micetta di Eva, me l’hai sfondata... E adesso io sfondo la tua, così siamo pari. Prendi questo, troia, e quest’altro!
- Auch! – annaspo io, prendendolo dentro fino allo stomaco e picchiando con la faccia contro il pube di Eva – Sì, fottimi… Fottimi come una cagna!
- Ti piace, eh? – grugnisce lui, continuando a scoparmi come un toro – Cosa direbbe quel cornuto di tuo marito se ti vedesse adesso, eh?
- Aahhh... – bramisco io – Non direbbe niente... Gli verrebbe un infarto. Lui... Lui crede che... Che a me piaccia soltanto la fica. Mi crede lesbica... Pensa che le mie scappatelle siano solo con altre donne, e la cosa lo eccita. Se sapesse...
Già, se sapesse. Mentre mi godo quel maschione nella pancia e la sua fichetta sulla bocca, penso un istante a mio marito.

No, avete capito male, non provo nessun senso di colpa: sono stata con dozzine di uomini da quando l’ho sposato, e fagli le corna per me non è mai stato un problema. Però penso a quello che starà facendo in questo momento...
So che è in buone mani. La missione di Elena è di tenerlo occupato più a lungo possibile. Se a lei va, può anche farsi scopare da lui...
Anzi, oltre che un’azione caritatevole sarebbe una buona idea se lo facesse. Così poi lui, conoscendolo, si sentirà in colpa e sarà ancora meno propenso ad accorgersi delle corna che gli sto facendo quest’estate.
Per la verità non vedo perché una gnoccona come la Elena potrebbe essere interessata a uno come il Mauri... Però la conosco anche abbastanza (in senso biblico!) per sapere che l’idea di farsi mio marito potrebbe ingrifarla a sufficienza da indurla ad andarci a letto a dispetto del fatto che non è certo il suo tipo.
Neanche il mio, del resto... A me piacciono i maschi forti e virili come il Fabio, capaci di montarmi come una cagna e di farmi ululare alla luna per il piacere.
Elena me lo racconterà solo il giorno dopo, ma in quel momento – dopo avergli estorto un altro paio di long drinks e una lunga passeggiata romantica al chiaro di luna sul lungomare – lo ha già convinto ad accompagnarla a casa, dove sua sorella e le bambine stanno sicuramente già dormendo.
Lo invita dentro per un ultimo drink, e lui è abbastanza alticcio da accettare, così per non disturbare le bimbe addormentate, finiscono nella camera di Elena.
Lei getta lo scialle sul letto e si siede languidamente, accavallando le gambe e scoprendone una buona porzione a beneficio del Mauri, che comincia a sudare freddo: la mia amica gli piace.
La Elena è una mangiatrice di uomini, e il Mauri è una preda fra le più facili che le siano mai capitate. Magro e grigio com’è alla sua età, normalmente non si accorgerebbe neanche che esiste, ma è curiosa di “assaggiare” mio marito, solo perché è roba mia.
Lui sarebbe un tipo tristemente monogamo, ma la mia amica è una gran topa, e poi il suo tasso di alcol nel sangue supera già il livello di guardia...
Per farla breve, lei gli accarezza un ginocchio, e lui risponde goffamente sfiorandole la coscia.
Lei gli sorride, e lui le sorride avvicinandosi di più. Lei gli fa l’occhiolino e lui comincia a sudare per il nervosismo. Lei gli sussurra, cosa aspetti a baciarmi, e finalmente lui si butta.
Si baciano, si rotolano sul letto abbracciati, fanno lingua in bocca... Poi lei si alza in piedi e si spoglia. Un vero spettacolo da spogliarellista: un po’ per cercare di farglielo tirare, un po’ per evitare che quell’imbranato le sciupi il vestito.
Quando è nuda, si china su di lui e glielo tira fuori.
No, non è duro, ma neanche del tutto moscio.
Lui quasi sviene quando lei lo prende in bocca e comincia a succhiarglielo.
Vorrei poter dire che mio marito si è fatto onore, che ha scopato la mia amica e l’ha fatta godere, ma naturalmente non è così.
Lei lo ha spompinato per oltre quaranta minuti, ma senza mai riuscire a tirarglielo duro abbastanza da poterselo infilare dentro.
Lui si è spogliato, apparentemente intenzionato a provarci, ma una volta che si è ritrovato nudo, la povera Elena ha dovuto ricominciare da capo, smascellandosi per altri quaranta minuti, mandandolo in estasi ma senza riuscire a intostarlo abbastanza da poterci scopare.
Alla fine, lui le è venuto in bocca.
Elena l’ha presa con stile, ha ingoiato la sborra del Mauri (non si butta mai niente!), gli ha sorriso con le labbra sporche di sbroda, e si è sdraiata accanto a lui, fingendosi soddisfatta, ben sapendo che il poveretto ormai era spompato.
Insomma, nonostante i miei sforzi per procurargli un’avventura pepata, mio marito è andato in bianco un’altra volta...
E’ proprio vero, certi uomini si meritano le corna.

- Aahhh!
Grido. Il Fabio mi scopa come un cinghiale, mentre io continuo a godermi la fichetta della sua sgualdrinella minorenne. E’ una scopata da favola... Il mio ideale: un maschio stagionato a dovere dentro di me, e una femminuccia acerba sulla mia bocca... Se potessi, passerei con loro il resto della vita, a fottere in tre su quella barca!
Eppure, per quanto possa sembrare incredibile, le cose possono andare ancora meglio.
Il maschio ritira il cazzo. Sensazione di vuoto improvviso, quasi intollerabile: vorrei piangere per la rabbia, la delusione, la frustrazione... Poi sento qualcosa di caldo e viscido colarmi fra le chiappe e bagnarmi lo sfintere.
Sento il Fabio che mi allarga le natiche, esponendo il mio buchetto rotto al suo sguardo lubrico.
- Sì – belo come una capretta – Ficcamelo nel culo...
Non ha certo bisogno del mio invito, l’esperto spaccaculi dell’alta società bresciana: sento la sua cappella rovente, resa viscida dalla mia sbroda, appoggiarsi all’orifizio anale e spingerci contro con spietata determinazione.
Lo prendo in culo da quando avevo quindici anni: il mio secondo canale è ben rodato e anche lo sfintere ormai cede facilmente. Sento la larga cappella di Fabio che mi apre inesorabilmente il buco e poi mi sprofonda letteralmente nelle viscere, riempiendomi il retto.
- Ouch! – annaspo per il dolore, che è comunque improvviso e bruciante – Mi spacchi in due...
Non è vero: in realtà mi piace, ma so che i maschi adorano sentirsi dire così quando m’inculano.
- Non piagnucolare, troia – ringhia infatti lui, di rimando – Hai un bucone così largo che ci passa anche un paracarro...
Che esagerazione! Il mio buchetto è solo bene allenato e cedevole... Non sono mica una zoccola che lo prende in culo tutti i giorni!
Mi incula a tavoletta. Sento i testicoli che sbattono contro la fica, e questo significa che ce l’ho dentro fino in fondo... Venti e passa centimetri di cazzo duro nel buco del culo. Che bello!
Grido, grido più forte, la faccia sempre affondata nel boschetto inzuppato di Eva, che ha ripreso a lamentarsi sotto la sferza delle mie leccate. Sento le sue cosce nude che mi serrano il capo, mentre le manacce del Fabio mi artigliano i fianchi e le chiappe.
Succhio la fica fradicia della ragazzina, mentre il suo uomo mi impala nel culo, sempre più veloce e sempre più a fondo...
Mi rendo conto che il mio corpo, squassato dal piacere, sta per esplodere. Mi porto una mano fra le cosce e comincio a toccarmi.
- Aahhh... Aahhh... AAAHHHHH!!!
Eva mi precede, e mi gode in faccia per la terza volta, dimenandosi come un’ossessa.
Succhio una volta di più la sua sbroda, e il piacere mi dà alla testa nello stesso istante in cui toccandomi sento montare l’orgasmo, e il Fabio mi molla nel culo un affondo tremendo che sembra volermi aprire in due.
- Ahiaaa! – grido – Godooo!!!
Esplodo in un orgasmo bruciante, contro natura. Il mio sfintere si serra come una morsa intorno alla radice del cazzo di Fabio, che ruggisce a sua volta di piacere con il membro ben piantato dentro di me.
Mi sborra in culo, allagandomi le viscere con una serie impressionante di spruzzi di sperma caldo e colloso che sembrano volermi riempire l’intestino.
Stramazzo sul letto, ancora prigioniera delle cosce di Eva e sempre impalata dal cazzone di Fabio: sono spossata dalla fatica, dal dolore e dal piacere, che mi ottenebrano i sensi.
I miei amanti non sono più freschi di me: la ragazzina sembra svenuta, e anche Fabio mi crolla addosso ansimando, senza neanche cercare di svellere il membro dal mio buco infiammato.
Restiamo lì, praticamente immobili. Stremati.
Cerchiamo di riprendere il fiato, ma è dura.
Eva è fuori combattimento. Fabio e io vorremmo ricominciare, ma non ne abbiamo più le forze... Alla fine ci rotoliamo sul lettone avvinghiati gli uni agli altri, nudi, sudati e soddisfatti.

Quando alla fine riesco a raggiungere casa, scopro con sollievo che il cornuto non è ancora rientrato. Bene, sarebbe stata dura spiegargli perché non ero in casa, vista la scusa con cui lo avevo piantato in asso...
Mi infilo a letto senza neanche farmi la doccia, più morta che viva.
Il Mauri rientra quasi un’ora più tardi, che è quasi l’alba. Lo sento scivolare silenziosamente dentro al letto e baciarmi leggermente sulla guancia mentre fingo di dormire.
Mi chiedo se è riuscito a farsi la Elena... Data l’ora, sicuramente ci ha provato, e lei non lo ha respinto. Poveretto, si sentirà così in colpa...
Trattengo una risata, e sento lo sperma del Fabio che comincia a colarmi dal buco del culo...

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