Giorno 13

di
genere
bisex

Nel mese di Dicembre sul pc dell’ufficio iniziano ad arrivare via mail molteplici inviti per cene aziendali di Natale. Per lo più vengono considerate un aggravio agli obblighi lavorativi … sono davvero tante, e per gestirle tra colleghi abbiamo la consuetudine di dividercele equamente. Tra quelle a cui dovrò partecipare c’è l’evento organizzato dalla compagnia aerea di bandiera olandese KLM.
Come sempre, visto gli orari di lavoro molto lunghi, non avrò assolutamente tempo per rincasare e prepararmi con calma, e questo comporta dover portare tutto il necessario per cambiarmi in ufficio. Alla fine della giornata spegniamo dunque con soddisfazione i nostri computer e chi insieme, chi a turno, iniziamo a dirigerci verso i bagni per prepararci. Di solito il clima è abbastanza ilare e rilassato, tra poco ci godremo qualche giorno a casa, e questo pensiero ci fa sopportare meglio i consueti straordinari del periodo natalizio. Mentre ci cambiamo ci concediamo il tempo per un veloce aperitivo in ufficio in sala riunioni. Tra il bagno delle femmine e quello dei maschi inizia uno scambio di battute a doppi sensi, molte a sfondo sessuale e cominciamo a ridere e a caricarci per la serata. Una volta pronta vado a fare mostra del mio vestito al mio collega preferito nel bagno dei maschi. “Toc toc … è permesso? Volevo farti vedere come sto”, e dicendolo entro. Si sta sistemando la camicia nei pantaloni. Un invito a nozze ad allungare le mani. “Dai Bianca … non puoi fare sempre così, non siamo soli e così mi metti in difficoltà, lo sai che poi mi costringi a rimanere su di giri tutta la sera”, dicendolo mi prende una mano e se la porta tra le gambe per mostrarmi quanto sia visibilmente eccitato. Lo guardo negli occhi e sorrido maliziosa, mi allungo a dargli un bacio .. “Beh, se anche qualcuno se ne accorgesse potrebbe pur sempre partecipare”, ricambia velocemente il bacio, “Il bello è che tu non stai scherzando”, “E perché dovrei?”.
Ora che siamo tutti pronti si parte. Ci organizziamo per utilizzare il minor numero di macchine possibile, ed una volta arrivati al ristorante prendiamo posto cercando di stare vicino ai colleghi con cui siamo più in sintonia .. questo ci aiuterà a far felicemente trascorrere il tempo durante la serata. In realtà ci conosciamo tutti. Tra spedizionieri è così. Non si finisce più di salutare ex colleghi, amici, conoscenti .. Come consuetudine durante la cena viene organizzata una lotteria, in cui la compagnia aerea mette in palio vari premi, tanti gadget ed infine qualche biglietto aereo a lungo, medio e corto raggio .. Mai avrei pensato, quest’anno, di trovarmi tra le mani un biglietto vincente. E così quando a fine cena durante l’estrazione chiamano il mio numero quasi non ci credo. Nel giro di qualche minuto entro in possesso di un biglietto aereo andata e ritorno per Amsterdam! Direi niente male davvero! Tra applausi e scontate battute sulla mia più o meno presunta fortuna, me ne torno a casa con un programmino già tutto mio in testa.
Mi piace molto Amsterdam ed è già qualche anno che non ci vado. Arrivata a casa do un’ occhiata al nome degli alberghi convenzionati e con l’aiuto di internet scopro che ce n’è uno situato nel quartiere dei musei della città. Bene, ho già scelto dove alloggerò. Il pacchetto è valido sino a fine Marzo. Non mi capita spesso di viaggiare sola, e questa particolare circostanza inizia a stuzzicarmi. Ho idea che passerò proprio un bel week-end …
L’ultimo venerdì di Marzo arriva presto. Ed io mi preparo a partire. Mi sento particolarmente euforica. Passerò due notti fuori quindi cerco di limitare il più possibile il mio bagaglio. Vado a letto presto. Il volo da Bologna parte alle 6.30 del mattino, per cui sarà una levataccia, e voglio cercare di non partire già con sonno arretrato.
Non amo particolarmente volare, purtroppo ho vissuto una brutta esperienza in passato, ma cerco di non farmene condizionare più di tanto. Di solito faccio in modo di non partire del tutto sobria, questo mi aiuta. Musica nelle orecchie … ed in un attimo sono ad Amsterdam. Mi sono sempre piaciuti gli aeroporti, muovermi al loro interno mi da una bella sensazione. Estranea al destino di tutte le persone che vi transitano, avverto comunque di condividerlo con loro per un breve lasso di tempo. Essere in vacanza aiuta a vivere la realtà nel migliore dei modi possibile. Mi sento dunque bene, e perfettamente a mio agio. Decido di raggiungere come prima tappa il mio albergo per poter depositare la valigia ed essere libera di muovermi nella città. Quindi la prima cosa da fare è acquistare il pass giornaliero che mi permetterà di viaggiare su tutti i mezzi di trasporto pubblici. Adoro i loro tram, si muovono quasi silenziosi tra una moltitudine di piste ciclabili e permettono di osservare una città che tanto mi piace tra una meta e l’altra.
In breve sono davanti al mio albergo. Mentre salgo i cinque gradini prima di varcare la soglia do uno sguardo dietro di me, il quartiere è incredibilmente tranquillo, pur essendo a due passi dal centro. Sono felice della mia scelta. La camera è già pronta, e mentre concludo le formalità del check in mi accorgo che molti clienti stanno ancora consumando la loro colazione. La camera è al quarto ed ultimo piano. È una doppia uso singolo. Carina, non troppo spaziosa ma decisamente accogliente e pulita. Mentre entro si apre la porta dei miei vicini, una coppia di ragazzi sulla trentina esce dalla loro camera, ci salutiamo e ci scambiamo un sorriso. Appoggio la valigia, mi do una rinfrescata e la mia giornata da turista ha finalmente inizio.
Mi dirigo per prima cosa al mio coffee shop preferito. È gestito da una coppia giapponese, e da un ragazzo europeo molto simpatico. Lei ha la passione per i gatti e per gli origami. L’ultima volta che sono stata da loro me ne ha fatto uno che ancora conservo sulla libreria in camera mia. L’atmosfera di questo posto è fantastica. Ordino il mio “latte” e prendo posto in un tavolino al piano di sopra. Consumo la mia colazione chiacchierando con qualche cliente e con la proprietaria. Non mi interessa assolutamente che ora sia. Non ho un programma preciso per la giornata. Solo qualche idea di base che mi sento perfettamente in grado di realizzare senza fretta alcuna. Quando esco dal locale mi sento meglio di quando sono entrata. Respiro a pieni polmoni l’aria frizzante e cuffie alle orecchie mi metto in cammino. La giornata passa velocemente. Quando faccio rientro in albergo è già tardi. Nella hall vedo i ragazzi che ho incrociato questa mattina. Stanno ridendo. E siccome ridere è contagioso, un sorriso nasce sul mio volto spontaneo .. loro mi notano e mi invitano a sedermi per scambiare qualche parola. Sono spagnoli. Vengono da Siviglia. Sono qui in vacanza da una settimana. Lei è molto bella. Scura di carnagione, occhi e capelli neri. Sguardo profondo. Forse un paio di chili di troppo, ma trovo che questa piccola abbondanza le doni. Lui è alto, magro, capelli castani che gli arrivano alle spalle. Il suo volto è reso interessante da uno sguardo profondo e dalla barba che parzialmente ne cela i tratti. Hanno entrambi tatuaggi visibili nelle parti del corpo non coperte dagli abiti. Nel giro di breve si crea una bella empatia e decidiamo di passare la serata insieme.
Passiamo velocemente nelle nostre stanze per prepararci e circa mezz’ora dopo siamo di nuovo nella hall. Ci dirigiamo verso il centro. Decidiamo di mangiare qualcosa in un fast food. Parliamo della nostra vacanza ad Amsterdam. Di quello che abbiamo visto e di quello che ci piace di questa città. Passeggiando Rocio ed io ci teniamo per braccio, lui invece ci precede di qualche passo, non smettendo di partecipare alla conversazione. Fa freddo e penso che Sebastian sia poco vestito per essere uno spagnolo che sicuramente è abituato ad un clima ben più mite di questo. Forse è vero che i maschi hanno una percezione della temperatura diversa da quella di noi donne. Lei infatti sta tremando, e mentre si aggrappa a me sembra voler entrare nel mio cappotto, a scaldarsi a contatto col mio corpo. Pur essendo fine marzo la serata è davvero fredda. Le mie mani sono gelate, come i miei piedi ed anche la punta del mio naso. Il contatto con lei mi scalda in qualche modo. Alzo lo sguardo e vedo Sebastian voltarsi verso di noi muovendo qualche passo all’indietro, per non interrompere la nostra camminata. Ride vedendoci così strette l’una all’altra, si toglie la sciarpa per metterla al mio collo, e si mette di fianco a lei per scaldarla dall’altro lato, mentre Rocio non molla la presa accanto a me. Non posso fare a meno di respirare l’odore di Sebastian attraverso il suo indumento stretto sul mio collo. È buono, forse troppo .. e si sta mischiando col mio e con quello della sua ragazza che avverto direttamente dal suo corpo a stretto contatto col mio. Non smettendo di camminare mi ritrovo eccitata. Lo avverto ad ogni passo che compio. Le mie gambe che si sfregano accompagnano questa sensazione e i brividi di freddo iniziano a confondersi con quelli dell’eccitazione. Conosco molto bene questa sensazione. È nata all’improvviso, non voluta, ed inconsciamente si è fatta strada dentro di me. Prendendone atto so che non mi abbandonerà tanto facilmente. La so gestire bene, la so nascondere se necessario, per cui senza distrarmi continuo a parlare con i miei due nuovi amici. Entriamo in un coffee shop che non conosco, su suggerimento di Sebastian. Varcata la soglia iniziamo a scaldarci mentre il nostro abbraccio si scioglie. La nostra pelle infreddolita al contrasto con la calda temperatura del locale si arrossa. Sento le mie guance ardere … e forse non si tratta solo di questo. Mi tolgo la sciarpa e la porgo al legittimo proprietario che mi ringrazia prendendola tra le mani. ”Ora sa di te!” e trovo strano lo dica con naturalezza davanti alla sua ragazza. Ordiniamo e ci accomodiamo al banco. Prendiamo posto e Rocio è in mezzo a noi. Prima che arrivino i drink lei si alza per andare in bagno e lui mi invita a scalare di un posto per avvicinarmi. Poteva sedersi lui accanto a me, penso. Poi faccio mente locale sul fatto che stiamo fumando, e forse come sempre ho la sensazione di essere molto più ricettiva su ogni cosa, prestando attenzione a particolari forse insignificanti. Quando lei torna faccio per alzarmi, ma Rocio mi dice di stare comoda, e senza che io possa dire nulla mi ritrovo nuovamente in mezzo a loro. Capisco in un secondo che questo non aiuterà a placare la mia eccitazione. Per un attimo non vedo l’ora di essere in camera mia, mi vedo con le mani sulla mia carne ad assecondare le sue richieste, e sospiro pensando che la cosa non sarà immediata. È però una dolce attesa, quella in cui ogni movimento del mio corpo mi ricorda quello che in realtà sono. Non posso farci nulla, è la mia natura, e più mi bagno e più mi sento viva. Sul bancone Sebastian allunga una mano per prendere quella della sua ragazza. Per fare questo i loro corpi si avvicinano al mio, lo sfiorano entrambi. Avverto il contatto e come sento io lo sfregarsi dei loro indumenti sui miei, sicuramente lo sentono anche loro. Eppure il tono della nostra voce non cambia, non si creano silenzi imbarazzanti, e la conversazione procede senza pause o accelerazioni. Solo il mio cuore inizia a battere più velocemente. Quando lei, per sistemarsi meglio sullo sgabello, mette una mano sulla mia coscia per far leva alzandosi per un attimo per poi risedersi, sento picchiare il cuore nelle orecchie. Vorrei alzarmi ma non ci riesco. Vorrei distrarmi ma ormai l’idea è nella mia mente. La gamba destra di Sebastian è a stetto contatto con la mia, come lo è quella sinistra di lei. Mi sento soffocare e mi sbottono la camicia. Avverto ribollire il mio sangue. Eppure continuo a parlare con loro, senza mai perdere il filo del discorso. Non muovo un dito. So che se dovessi alzarmi inizierei a sentire i miei umori uscire dalla mia carne, e voglio evitare che accada, altrimenti la voglia aumenterebbe. Mentre faccio questi pensieri lui si allunga a prendere il suo bicchiere e facendolo urta la mia pochette appoggiata al bancone facendola cadere. Ci alziamo istintivamente entrambi, chinandoci per raccoglierla, ed afferrandola la sua mano si stringe attorno alla mia. Alzo lo sguardo ed incontro il suo, fisso su di me. Non è casuale. Certi messaggi sono inequivocabili. Un secondo dopo, ancora chinati sul pavimento, lui alza gli occhi verso di lei, io non vedo che espressione abbia Rocio, né posso intuirne i movimenti, ma lui le sta sorridendo, e senza che me ne accorga le sue labbra si poggiano sulle mie. Questo gesto inaspettato mi da un brivido. Il contatto dura una frazione di secondo. A questo punto sono io che vado in bagno, voglio togliermi dall’imbarazzo che si è venuto a creare e penso che allontanarmi un attimo sia la soluzione migliore. Quando torno il mio posto è ancora lì. Nessuno dei due lo ha occupato, e stanno continuando a parlare attraverso quello sgabello vuoto che fa sembrare così innaturale quella scena … Riprendo dunque posto tra loro, pensando che non sarò certo io a tirarmi indietro. La conversazione scorre tutto sommato fluida e senza bisogno che nessuno dei tre accenni alle nostre intenzioni. Finiamo di consumare con calma. Ci attardiamo perché in fondo nessuno ha voglia di tornare al freddo olandese .. ma ora è arrivato il momento di andare. Ci infiliamo le giacche, stavolta la sciarpa di Sebastian viene stretta al collo di Rocio, mescolando un altro odore al nostro. Varchiamo la soglia e Sebastian ci prende entrambe a braccetto camminando velocemente in mezzo a noi. Un paio di fermate di tram e ci ritroviamo nella via del nostro hotel. Sebastian ci prende per mano ed inizia a muovere passi sempre più velocemente, ci costringe a correre e questo ci porta a ridere, anche senza motivo. Davanti all’albergo lui si accende una sigaretta, me ne offre una ma io gli dico che non fumo .. tabacco. Fa freddissimo, li aspetto dentro.
Ecco aprirsi la porta. “Sali con noi?” chiede lei. Mi trovo i loro occhi fissi su di me. È il momento in cui devo decidere le sorti della serata. “Certo, dopo di voi ..” e faccio segno che mi precedano in ascensore. Nel stretto abitacolo segue un momento di silenzio. Non so se ora sia davvero imbarazzo, se davvero nessuno sappia cosa dire, o se semplicemente stiamo pensando al dopo. Il lungo istante di immobilità viene interrotto dall’apertura della porta scorrevole. Sebastian tira fuori le chiavi. “Prego .. prima le signore.”
La porta si chiude dietro di noi. Chiacchieriamo un po’ ancora. Intanto lei si avvicina a me e mi aiuta a togliere la giacca. Mi offrono da bere dal mini-bar ma io declino l’invito, sono davvero “arrivata”, se aggiungo altro alcol rischio di esagerare. Conosco bene i miei limiti. Lui invece beve ancora. Rocio si siede sul letto accanto a me, avvicinando la sua bocca alla mia. Dopo avermi baciato con passione, vedendo che io rispondo vogliosa, mi confessa che il motivo per cui io mi trovo ora nella sua stanza è in realtà un suo desiderio, assecondato dal suo ragazzo. Chissà perché la cosa non mi sorprende. In quella stanza di poco più grande della mia ci aiutiamo a liberarci dei vestiti. Rimane accesa la luce del bagno. Ci permette di vederci senza che le nostre pupille dilatate e sensibili alla luce ne siano disturbate. Entrambi mi cercano sul letto, con le loro mani, con le loro bocche .. avverto il calore del loro alito sulla mia pelle, che si “increspa” sotto le loro lingue. Mi stanno assaggiando e io li lascio fare. Abbandono me stessa alle sensazioni del momento. Mi sento desiderata, e il gioco prevede un ruolo passivo per me stanotte. Vogliono sottomettermi ed io sto accondiscendendo. Avvertire la bagnata eccitazione di lei sulla mia pelle, e la durezza di lui sul mio corpo, inizia a far affiorare i miei umori, e a renderli visibili ad entrambi. È la curiosità di Rocio ad appagarmi, la sua voglia di violare un corpo femminile, la sua fame di prenderne possesso, ed infine il suo sguardo quasi vorace nell’assistere all’amplesso mio e di Sebastian. Raramente mi sento totalmente annientata in queste situazioni, ma stanotte è così. Godono nel darmi piacere. Riversano entrambi le loro aspettative su di me. Alla fine mi lasciano senza desideri, avendoli quietati tutti, avendo messo a nudo ogni volontà del mio corpo. Il mio gioco di ruolo prevede il dare loro fiducia, a tal punto che alla fine, dopo un susseguirsi di orgasmi miei e loro, mi addormento nuda tra due estranei. Quando mi sveglio lei mi tiene ancora la mano. Cerco di slegarmi da loro. Mi muovo piano nella stanza. Ai piedi del letto li guardo. Il vuoto lasciato dal mio corpo è ancora visibile sul materasso. Decido di lasciare loro un biglietto. Scrivo a penna due parole su un foglio di carta che metto tra loro due. Un semplice “grazie” seguito dal mio nickname su facebook. Raccolgo in silenzio le mie cose, mi avvolgo in un asciugamano ed esco da quella porta per aprire quella accanto. Una volta nella mia stanza mi metto nel letto e mi addormento nuovamente senza accorgermene.
di
scritto il
2016-02-01
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